CATALOGNA, CORSICA, SCOZIA: L’INDIPENDENTISMO PRENDE FORZA IN TUTTA EUROPA, IL VENETO NE APPROFITTI CON PLEBISCITO.EU
La differenza tra le regioni europee che riprendono con vigore la marcia verso l’indipendenza e il Veneto è dato dalla presenza a Venezia di una dirigenza compromessa con il sistema marcio italiano. È giunta l’ora di sostenere l’organizzazione che ha saputo imporre la questione veneta nel mondo.
L’elezione di Carles Puigdemont quale 130° Presidente della Generalitat da parte del Parlamento Catalano è un fatto politico importante per tutta Europa, che segna la ripresa con nuova forza dell’indipendentismo in tutto il vecchio continente, subito dopo altri passi decisivi in avanti anche in altre regioni europee, in primis la Corsica, dove nelle ultime elezioni regionali di dicembre si è registrata la storica vittoria degli indipendentisti guidati da Gilles Simeoni.
In Catalogna infatti, nel momento in cui lo stato spagnolo si trova nello stallo più assoluto, senza una maggioranza praticabile dopo le ultime elezioni politiche, le forze indipendentiste hanno saputo trovare un accordo e un equilibrio, per il quale è stata fondamentale la scelta di grande coraggio e di cuore da parte di Artur Mas che ha rinunciato alla presidenza per includere nella maggioranza di governo la sinistra indipendentista del CUP.
Le parole con cui Carles Puigdemont ha iniziato la propria presidenza non lasciano ora spazio ad alcun dubbio, imprimendo un’accelerazione straordinaria al processo indipendentista.
La nuova fase catalana si coniuga con la forza e la sostanza acquisita in Scozia dallo Scottish National Party dopo le elezioni britanniche, in cui gli indipendentisti scozzesi hanno conquistato praticamente tutti i seggi a Westminster. Tale vittoria ha permesso al First Minister di Edimburgo Nicola Sturgeon di riportare l’indipendenza della Scozia nell’agenda politica. Tale questione potrebbe emergere in modo dirompente subito dopo il referendum sulla questione Brexit (la permanenza o meno del Regno Unito nell’Unione Europea).
Scozia e Catalogna in particolare dimostrano quindi una volta di più di avere leader determinati a difendere i propri cittadini. E tale leadership è ora diffusa, se è vero che i leader delle passate battaglie, Alex Salmond e Artur Mas, hanno saputo fare scelte di grande coraggio in momenti cruciali e trovare dei continuatori della propria opera di straordinario valore, quali appunto Nicola Sturgeon e Carles Puigdemont.
Se Scozia e Catalogna, e ora anche la Corsica, ritrovano quindi il momento propizio nella propria marcia per l’indipendenza, cosa possiamo dire per il Veneto?
Le analisi degli osservatori di tutto il mondo hanno finora infatti citato questi esempi come tra i più significativi del fenomeno di frammentazione dei poteri in un processo di “allargamento interno” dell’Unione Europea, pure chiamata ad un 2016 molto impegnativo su molte questioni d’attualità.
Facciamo allora un passo indietro e verifichiamo quali siano stati negli ultimi due anni i fenomeni che hanno portato la questione dell’indipendenza nell’agenda politica delle tre regioni citate.
Scozia
Si tiene il referendum per l’indipendenza il 18 settembre 2014. Vincono i no.
Segue successo elettorale dello Scottish National Party che vince quasi tutti i seggi scozzesi nelle elezioni politiche britanniche.
Il nuovo First Minister di Scozia Nicola Sturgeon ora ripropone in agenda nuovamente l’indipendenza.
Catalogna
Si tiene il referendum consultivo per l’indipendenza il 9 novembre 2014, con vittoria dei Sì, ma senza quorum della maggioranza assoluta.
Si tengono le elezioni regionali plebiscitarie il 27 settembre 2015, con vittoria del fronte indipendentista.
Il 10 gennaio 2015 il Parlamento catalano elegge il nuovo Presidente della Generalitat Carles Puigdemont, che avvia il processo costituente per l’indipendenza.
Veneto
Si tiene il referendum per l’indipendenza il 16-21 marzo 2014, organizzato da Plebiscito.eu, con vittoria schiacciante dei Sì e superamento del quorum della maggioranza assoluta. Ha inizio a una forma di diritto veneto basato su un quadro di consuetudini che ha iniziato da allora a prendere forma e vitalità, pur non avendo alcun riconoscimento internazionale.
La regione Veneto non si rivolge invece al Consiglio d’Europa e alla Venice Commission per difendere i risultati del Plebiscito Digitale e approva invece una nuova legge referendaria, bocciata dalla Corte costituzionale.
Zaia vince nettamente le elezioni regionali il 31 maggio 2015, mentre le liste indipendentiste minori prendono pochi voti. Le liste Veneto Sì / Plebiscito.eu non si sono presentate.
Zaia a dicembre abbandona il percorso per l’indipendenza dichiarandosi a favore di un’autonomia senza leva fiscale.
Gianluca Busato, presidente di Plebiscito.eu, fa ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo contro la sentenza della Consulta e ripropone internazionalmente il tema dell’indipendenza del Veneto.
I tratti comuni sono che in Scozia, in Catalogna e anche in Veneto sta emergendo o è già emerso un forte consenso (nel caso del Veneto plebiscitario) per l’indipendenza.
L’aspetto differenziante è invece che in Scozia e Catalogna si sono formate leadership regionali che difendono gli interessi di scozzesi e catalani. Nel caso del Veneto abbiamo una leadership regionale che fa gli interessi dello stato italiano, a danno dei cittadini veneti. Non si spiega altrimenti infatti la passività della regione Veneto di fronte alla sentenza della Corte costituzionale italiana che aveva bocciato la sua legge regionale 16/2014: perché infatti Zaia non ha ricorso anche lui alla CEDU per difendere un provvedimento legittimo? Perché non ha nemmeno fornito spiegazioni, limitandosi a una semplice presa d’atto? Purtroppo l’azione della sua giunta si limita a una propaganda di facili temi improntati alla xenofobia, al no-euro e al populismo, disinteressandosi completamente della vera questione che attanaglia il Veneto, ovvero il furto coloniale delle nostre risorse fiscali e l’imprigionamento in un sistema istituzionale incivile su tutti i fronti, dalla giustizia al rispetto per le imprese, dall’istruzione ai diritti civili, dalla libertà di stampa ed espressione alla parità di genere, dal sistema pensionistico a quello bancario, fino alla tutela dell’ambiente e della salute, solo per citarne alcuni.
Il risultato sotto gli occhi di tutti è che l’unica speranza per chi può permetterselo è di fuggire dal peggiore inferno fiscale e civile d’Europa, con perdita inesorabile delle migliori menti ed energie.
Cari Veneti, è giunta l’ora di svegliarsi, sostenendo Plebiscito.eu e aderendo come attivisti dell’organizzazione che ha saputo da sola raccogliere l’attenzione del mondo sulla causa dell’indipendenza del Veneto, superando il silenzio mediatico italiano e il boicottaggio di ogni altra forza o movimento presente in Veneto, espressione diretta, indiretta, o mascherata della partitocrazia italiana. Abbiamo già dimostrato con i fatti il nostro valore. Ora meritiamo la fiducia di tutti i veneti.
Ogni altra scelta è perdita di tempo e di risorse all’unica alternativa possibile per la nostra salvezza.
Iscriviti ora come attivista gratuitamente in 30 secondi compilando il modulo che trovi in http://blog.plebiscito.eu/entra-nella-squadra/.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
Comments (7)
caterina
Scozia, Corsica, Catalogna riempiono i giornali di tutta Europa Italia compresa con la loro voglia di indipendenza, che esplode e prima o poi raggiungeranno.
Da noi Veneti che l’abbiamo già raggiunta affermandola con un referendum d’avanguardia a larghissima maggioranza, non un rigo se non per denigrarlo come sondaggio prima che si effettuasse e anche dopo sapendo di mentire, finchè non abbiamo comunicato su tutti i giornali veneti, richiesti anche di pagarci gli spazi, il 20 dicembre 2014 l’esito positivo delle verifiche internazionali, e diffidammo chi ne negava i risultati: nessuno osò più parlarne! zitti e mosca, come ordinato dai padroni del vapore…
Questo è il regime di becera sudditanza in cui viviamo, complici gli scrittori, gli intellettuali, i confindustriali veneti che non si vergognano di prestarsi al gioco romano di negazione della nostra esistenza di Popolo Veneto salvo sfruttarlo perché siamo, e ce lo fanno cantare fin dall’asilo “schiavi di roma”.
Dico purtroppo, in questa società ciarliera e distratta, siamo un popolo che lavora e tase: le intellighenzie nostrane non esistono o guardano altrove, e i furbi si mettono in politica per far finta di far qualcosa, in realtà per venderci a proprio vantaggio nella riffa partitica e continuare a intascare…
Riusciremo ad alzare la testa, e fieramente costruirci la nostra Repubblica Veneta?
Abbiamo già affermato di volerla, ora la dobbiamo realizzare a tutti i costi perché nessuno ce la regalerà.
In piedi,ragazzi! Al lavoro!.. è PER NOI!!!
Antonio Almirante Niccoletti
Non è giusto! Anche noi abbiamo il diritto all’indipendenza del nostro condominio dal resto del Veneto. Abbiamo anche noi tutta una nostra lingua nel nostro condominio e battiamo già moneta, specialmente sotto le feste di natale. Non capisco perché le mie tasse devono andare anche a quelli del condomino di fronte, covo di fancazzisti e pettegoli. Viva il Condominio di Via Ferdinando Molena libero!! Secessione Subito!
Stemby
@Antonio Almirante Niccoletti:
In linea teorica non ci vedrei niente di male; la scuola austriaca ti dà anzi ragione (purtroppo non il diritto internazionale).
In ogni caso probabilmente non conviene, se fai bene i conti: il tuo condominio dovrebbe pensare alla sanità, alla difesa, alle pensioni, ecc. ecc. Magari invece sì, e allora ti do proprio ragione: è un’ingiustizia che non possiate rendervi autonomi. 😛
Stemby
@Antonio Almirante Niccoletti:
In linea teorica non ci vedrei niente di male; la scuola austriaca ti dà anzi ragione (purtroppo non il diritto internazionale).
In ogni caso probabilmente non conviene, se fai bene i conti: il tuo condominio dovrebbe pensare alla sanità, alla difesa, alle pensioni, ecc. ecc. Magari invece sì, e allora ti do proprio ragione: è un’ingiustizia che non possiate rendervi indipendenti. 😛
caterina
Almirante, non ti sta bene un Veneto indipendente?
Pensa per consolarti che perfino il trattato di Campoformio prevedeva tre mesi per decidere se rimanere o andarsene, tempo tre anni per vendere i propri beni.. e oggi invece che siamo teoricamente uno stato pacifico sotto Roma molti Veneti sono costretti a lasciare la loro terra per garantire sopravvivenza alla loro famiglia, e se ne vanno altrove come da centocinquant’anni, cioè dall’annessione all’Italia in poi hanno fatto a milioni…non soli per la verità, perché così fecero anche i popoli del Sud dopo l’unificazione, salvo che il loro estero più vicino è diventato ben presto il nord dell’Italia, ovviamente più vicino, e pian piano tutti gli apparati dello Stato, ben più comodi e remunerati…
I Veneti se ne andavano piuttosto che essere servi di uno stato che non sentivano più loro, e il Veneto poi subì devastazioni per ben due volte diventando per lunghi tempi data l’importante sua posizione geografica campo di battaglia nelle guerre mondiali..
Cosa vuoi che ti dica, c’è chi ama la sua terra e chi invece si sente realizzato nel proprio condominio…dipende sempre dalla sensibilità personale e dalla cultura che si è depositata nel suo dna.
Fil de Fer
Con i personaggi che abbiamo in regione Veneto l’indipendenza ce la possiamo sognare di giorno e di notte. E’ necessario proseguire la marcia intrapresa da PLEBISCITO e lasciar perdere le istituzioni italiote capaci solo di continuare imperterrite a svilire e combattere la nostra storia, cultura, lingua come se noi Veneti fossimo degli estranei a questo paese. In effetti lo siamo e vogliamo esserlo, ma senza più capestri fiscali e immorali che ci ha sovrastato sino ad ora. INDIPENDENZA E BASTAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!
WSM
MARCO
@Antonio Almirante Niccoletti:
provveda a darsi da fare per il Suo condominio e la smetta di lamentarsi. Buone spese condominiali.