L’IMMEDIATA INDIPENDENZA DEL VENETO PUÒ SALVARE L’EUROZONA DAL DEFAULT DELL’ITALIA
Il debito pubblico italiano può diventare sostenibile se la Repubblica Veneta aiuta l’Italia a ripianarlo, grazie al suo surplus finanziario annuo di 20 miliardi di euro
“La situazione economica italiana è insostenibile e porterà a un default sul debito a meno che non ci sia un improvviso e duraturo cambiamento nella crescita. Se così non fosse, il futuro dell’Italia nell’eurozona sarebbe in dubbio, e di fatto lo sarebbe il futuro dell’euro stesso.”
Le parole inequivocabili non sono di Plebiscito.eu, bensì di un’editoriale di ieri del Financial Times a firma di Wolfgang Munchau, che non lascia alcuno spazio a dubbi.
La via d’uscita secondo l’autorevole organo di informazione finanziaria londinese è molto stretta e, a nostro umile avviso, irta di ostacoli nella via della sua improbabile attuazione. Essa prevede, secondo l’articolista, una complessa concatenazione di scelte virtuose: “l’Italia ha bisogno di cambiare il sistema legale, di ridurre letasse alla media dell’Eurozona e di migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione“. “In altre parole, deve cambiare l’intero sistema politico“.
Lo scenario è lunare e assolutamente impossibile da realizzare.
In realtà, a ben guardare, una via d’uscita c’è.
Se infatti guardiamo alla situazione finanziaria generale italiana, ci accorgiamo che è del tutto inutile pensare di rivitalizzare l’intero impianto statale. Una politica più accorta e intelligente di risanamento del sistema politico e finanziario della penisola può invece nascere dal riconoscimento internazionale ed effettivo dell’indipendenza del Veneto.
Il Veneto infatti gode di un surplus finanziario annuo di 20 miliardi di euro, che a ben vedere, se consideriamo anche gli sprechi immani della spesa pubblica centrale dello stato italiano nella nostra regione, potrebbe salire tranquillamente a 40-45 miliardi di euro che la nostra piena indipendenza libererebbe ogni anno, senza necessità di alcuna bacchetta magica né implementazioni di politiche economico-finanziarie “creative”.
A ben guardare il Veneto indipendente non ha alcuna responsabilità sul debito pubblico italiano e la prassi internazionale nei processi di indipendenza vede a stragrande maggioranza i nuovi stati indipendenti non assumersi alcuna quota del debito pubblico degli stati da cui si affrancano.
L’opportunità politica per il Veneto di ottenere la propria immediata e piena indipendenza può d’altro canto valere la pena di un investimento sul futuro, facendoci carico anche di una fetta importante del debito pubblico italiano, anche superiore, per esempio, alla nostra quota parte in proporzione alla popolazione. La Repubblica Veneta indipendente potrebbe innescare subito una via virtuosa nella curva di crescita economica che le permetterebbe agevolmente e in pochi anni di onorare la propria parte di debito così assunta, con ciò alleviando la situazione finanziaria generale dell’area geopolitica italiana e permettendo nel contempo allo stato italiano di attuare una politica di sostenibilità del proprio debito pubblico.
Alla luce di tali considerazioni appare quindi chiaro a tutti che l’unica via concreta per permettere all’eurozona di non essere travolta dal fallimento de facto dello stato italiano è determinata dall’avvio immediato di un tavolo negoziale in sede neutra (ad esempio Vienna, oppure Ginevra), per trattare le condizioni di indipendenza del Veneto, monitorato dalla UE, tra il governo di Roma e la Delegazione dei Dieci eletta nel referendum di indipendenza del Veneto del 16-21 marzo 2014.
Tale soluzione oggi rappresenta un’opportunità e l’unica via d’uscita concreta e percorribile per tutti gli attori per assicurare la stabilità finanziaria dell’intera Eurozona.
Gianluca Busato
Presidente Delegazione dei Dieci
della Repubblica Veneta
Comments (31)
Maniero Ruggero
Come gia’ detto ,avanti tutta! Purtroppo noi imprenditori veneti siamo ricattati dal FISCO!! o resti al tuo posto e paghi o salti!! Voi siete l’unica via d’uscita , ma VOI dovete fare da locomotiva e vedrete che tutti si attacchetanno!
Giacomo
Come siamo messi con la certificazione?
Marco Cavedon
Il debito pubblico è l’attivo del settore privato, non è il debito dei cittadini e non è (e non può) mai essere ripagato. Il problema ora è reale in quanto utilizziamo una moneta straniera che la BCE non può (e non vorrà mai) emettere a favore dei Ministeri del Tesoro dei paesi UE. Leggete qui: http://www.memmtveneto.altervista.org/frodi1.html
bepi
manco ombre! Gianluca no se pol far affari co qeilà i xe e truppe de occopassion. E pò perché el referendum no no fa soeo i VENETI? Tegné duro e attenti coi schei ! Viva San Marco! Bepi da Scorsè.
Zarlino
A sto punto mi go tanta confuxion in testa! Deso volemo farse carico del debito talian parchè i ne conceda la independensa? Gonti capio ben? Ma cossa xelo drio sucedar in Plebiscito?
El independentismo veneto a sto punto el xe inarestabile, ma ghemo da metarse in tel sarvelo che sensa union de le forse e sensa onestà no se farà gnente de ben! Che San Marco e l’Amor par la nostra Patria Veneta ne ilumine la mente! A tuti! WSM!!!!!
Leone
Parlemo de indipendensa dei veneti, ma scrivemo in inglese. Brutto segno.
Ciao
Leone
Alfonso Moretto
1. 20 Mld € il surplus di qualche anno fa: stiamo a vedere quest’anno di quanto la crisi ha ridimensionato i bilanci
2. L’indipendenza non si compera: si conquista.
Claudio
Visti i tempi della certificazione dei voti (6 mesi ormai) direi che Alfonso abbia ragione, l’indipendenza è una conquista, più un parto a mio modo di vedere.
Michele De Vecchi
@Leone: dove lo vedi l’inglese? In ogni caso, anche ci fosse, quale sarebbe il problema? Quello che vogliamo è un nuovo stato aperto al mondo, non chiuso in una vaschetta per pesci rossi!
@Zarlino, @Bepi: il nostro interlocutore è le comunità internazionale, non lo stato italiano; se si trovano soluzioni che fanno comodo alla comunità internazionale, senza mettere in crisi il sistema finanziario del Veneto, sarà più facile ottenere il riconoscimenti dai governi degli altri stati!
@Giacomo: ho già risposto in un post precedente alla tua domanda; ti riporto un link: http://republicaveneta.com/referendum/certificazione-dei-voti-del-referendum/
@Claudio: ti ho già risposto in post precedente, ogni altro commento è superfluo!
@Ruggero: Plebiscito.eu ha elaborato il piano di obiezione fiscale proprio per aiutare le azienda in questo periodo di proseguimento del percorso verso l’indipendenza; certo, bisogna essere consapevoli e convinti di quello che si sta facendo.
Leone
L’inglese è appena sopra il quadrato dove ho esposto il mio commento.
Si trova anche immediatamente qui sotto anche se non è necessario.
Si trova poi in molte delle funzioni che si tenta di attivare per la gestione della Repubblica Veneta; ed anche qui mi sembra che in quasi tutti i casi non sia necessario.
Mi sta bene l’inglese quando non se ne può fare a meno, ma quando ci sono parole e frasi da lungo tempo adottate dalla lingua italiana mi sembra un abuso.
Ciao
Leone
ALBERTO
Si parla spesso di conquistare l’indipendenza con metodi democratici, mi sembra pia illusione, speranza, utopia…. non mi risulta che alcuna minoranza l’abbia mai conquistata così. Ricordo l’Alto Adige, per fare un esempio, negli anni 50, ha conquistato tutti quei privilegi con ben altri metodi…..
Mi auguro di sbagliarmi, per mia natura sono pessimista, ma vedo una strada difficilissima da percorrere. Questo stato come può privarsi di una parte di territorio così ricco, i soliti mantenuti, che sono anche quelli che comandano, non ci lasceranno certo andare per la nostra strada, si opporranno con ogni mezzo …..
MARCO
Ciao a tutti sono un po titubante su il fatto di un veneto unito.
(che sia chiaro! che sono d’accordo a un veneto autonomo e indipendente)
Ma vorrei capire se siamo compatti fra noi.
Perché dico questo,lo dico perché navigando su questo sito sono andato vede dove posso trovare i negozi, con i quale avere più notizie su quello che si vuol fare.
E mi sono reso conto ai me! che nella nostra bella VENEZIA non ce ne sono nemmeno uno.
mi spigate il perché? ciao Marco
Michele De Vecchi
Ciao Marco, i negozi che tu intendi sono gli uffici pubblici della Repubblica Veneta.
Ce ne sono pochi in provincia di Venezia non perché è la provincia di Venezia in sé, ma perché per i volontari è stato un po’ più difficile trovare persone disposte a mettere a disposizione un ufficio, una stanza, un luogo ed a dedicarci un po’ di tempo e risorse; questo perché l’argomento indipendenza è un po’ meno conosciuto nella nostra provincia, e te lo dico da coordinatore.
Ma il fatto che ci siano pochi uffici non deve essere considerato come un elemento di diversità, ma solo un elemento di conoscenza.
Per quanto riguarda la nostra idea di Repubblica Veneta, essa è quella più federalista possibile; uniti sì, ma autonomi nella gestione dei territori locali.
Vittorio
mi piacerebbe leggere l’articolo ma dal sito del financial time puoi farlo solo se abbonato! qualcuno ha un mirror da passarmi?
Grazie
Simone
Fosse per me staccherei il Veneto domani mattina dall Italia ma sono anche convinto che sto governo de ladri infami falsi e ipocriti non mollerà mai una vacca da mungere come il Veneto. WSM
alessandro
Il debito di uno stato è sempre sostenibile se si ha la sovranità monetaria! Ora mi par di capire che vorremmo ottenere l’indipendenza da Roma, ma rimanere schiavi di Bruxelles e dell’euro che è una moneta a debito. Quando i Veneti capiranno l’inganno della moneta unica allora sì che si potrà parlare veramente di indipendenza. Intanto guardatevi questo cartone animato che vi spiega come funziona una moneta sovrana. https://www.youtube.com/watch?v=ccGW3C36nhA
alessandro
Come gruppo di economisti siamo disponibili ad incontri su temria i che riguardano la gestione finanziaria dello stato. Venerdì 26/09 dalle ore 06.00 alle ore 08.00 su Canale Italia (Can 53 DigTerr) sarà in studio il Prof. Antonio Maria Rinaldi che risponderà a tutte le domande che vorrete porgli ai seguenti contatti:
canaleitalia@canaleitalia.it tel +39 049 873 31 11
giancarlo
Nella mia testa ho sempre avuto l’idea che se il Veneto si scollasse dall’italia, divenendo a tutti gli effetti uno stato indipendente, sia per il suo surplus di 20 miliardi ma anche in virtù del fatto che come ci scolliamo dall’italia sono sicuro che con nuove regole economiche di facile immaginazione avremmo nel giro di 1-2 anni un boom economico che porterebbe questo surplus a ben maggiore cifra. Nelle eventuali trattative con l’Italia si potrebbe stabilire che il Veneto si impegnerebbe in proporzione al suo futuro aumento di PIL a fornire all’italia un sostegno finanziario acquistando di anno in anno una parte del suo debito pubblico. Ciò potrebbe un domani essere fatto anche dalla Lombardia per esempio, e via via anche da altre regioni industrializzate del Nord.
Sono quindi d’accordo con questa forma di strategia ma faccio una raccomandazione di ponderare bene modi, tempi , percentuali e scenari economici sia europei che mondiali, per non trovarsi poi a dover sostenere una cosa insostenibile data dalle varianti sia interne che esterne all’europa.
QUESTA STRATEGIA per noi ma anche per l’italia potrebbe essere vincente per ottenere più rapidamente la nostra indipendenza e gettare le basi per una futura collaborazione con l’italia a beneficio reciproco.
Non dobbiamo essere ottusi come quelli di Roma, ma aperti a soluzioni inusuali ed originali pur di arrivare allo scopo finale.
Anch’io sono convinto che così com’è messa l’italia non andrà da nessuna parte ed il DEFAULT e sempre più vicino….dato che i problemi connessi al risanamento italico sono assolutamente insormontabili senza macellare tutta l’amministrazione pubblica, tutti i sovvenzionamenti vari a vari settori economici e c’è né troppo da elencare…….
Soluzione, una regione alla volta si scolla dall’Italia e si concorda quanto detto, magari facendo anche un accordo su base federale , pur tenendo ben chiaro che l’indipendenza non si baratta per nient’altro.
WSM
GeertWilders4President
A me pare che vi siete lasciati scappare la vittoria che avevate già in mano.
giorgio da casteo
L’idea è buona ma il percorso è molto accidentato. Ci vorrebbe una strategia (del Consiglio dei X) che coinvolgesse anche i territori lombardi e friulani gia’ delle venethie. Il Veneto da solo (con un Zaia al timone) che tratta con l’Eurozona per l’indipendenza non esiste.Ma purtroppo siamo ancora legati al palo con troppi lacci e lacciuoli.
caterina
mei cari qui sopra, abbiamo dato tempo alla Regione, cioè alle istituzioni di derivazione romana e ne vediamo l’esito nullo, abbiamo dato tempo alla Scozia di essere apripista nel percorso nell’ambito internazionale e ci è quasi riuscita, se non altro per il dibattito che ne è derivato sulla legittimità dei popoli di autodeterminarsi… perciò ora è chiaro che in prima linea siamo rimasti noi Veneti, che ci siamo già pronunciati nel marzo scorso con l’eclatante ampia maggioranza per il SI’ all’indipendenza, a presentarci di fonte al mondo forti di una certezza e di una consapevolezza che nessuno ora può più negare… andiamo avanti perciò nella strada intrapresa da Plebiscito.eu con nuovo slancio seguendo la roadmap tracciata da Busato e la Delegazione dei Dieci…il tempo non è passato inutilmente, oggi siamo più forti che mai, complice anche la situazione economica sull’orlo del fallimento.
Rino Dalla Rosa
Buon giorno a tutti,
mi rendo conto che qualche cosa va fatto per salvare questa situazione ormai al tracollo.
La domanda che mi pongo e di cui chiedo una risposta è se la vostra organizzazione collabora con la lega oppure no. Secondo il mio modesto parere se si è tutti uniti forse si riesce a fare qualcosa altrimenti sarà battaglia persa.
Grazie Rino
adrea
ciao popolo Veneto,xe da on toco che ghe diso a xente quando che i me domanda da dove che son,,,,,Sei italiano?,,,,no son Veneto,si lo go scrito in picoeo,italian parche’ mi son Veneto DOC.e orgoglioso de essarlo,Lo stato de ladronooni,el ga brusa’sta bea tera de lavoratori e ancora el continua a ciavarme tutti,el te crea soeo ansia e sress,bisogna essare unii,e non aver paura,de chi quttro ciacoeoni che xe al governo.Go dovuo sarare na dita con 34 persone,parche’ pagavo de pi de queo che guadagnavo,adeso ghe se soeo erbasi alti davanti a tette ste fabbriche sarae e parche’ i ga falio o i xe ndai all’estero,e i singani o chi che ghe someja,i se a che i ghe spaca tutto,par ciavarghe el rame……Son pronto a ripartire ancora ma soeo quando el Veneto diventara’Stato dea Republica Veneta,,,,,,adeso imprenditori non ghe xe pi el sior pron come quando che tutti pero’i gaveva schei in scarsea,se xe diventai pori paroni,,,e qualcun se ga anca copa’da disperasion,,,,,adeso BASTA NON SE GHIN POE PI,,,,,TUTTI I VENETI DOVARIA PICARE FORA LA BANDIERA COL NOSTRO CARO LEON E FARE VEDARE CHE GHE SEMO,,,,,ma vedo tanta ,tamta,tanta paura,,,,VIVA EL VENETO …..ANDREA
Michele De Vecchi
Rino Dalla Rosa: ti rispondo con una domanda, solo per farti capire e riflettere. Dovremmo noi collaborare con un partito italiano che all’inizio ha ostacolato e deriso il percorso referendario sull’indipendenza del Veneto, cambiano idea solamente dove aver visto di che possibile corpo elettorale si parlava grazie al nostro referendum digitale? Dovremmo noi collaborare con chi ha votato in regione anche per l’indizione di un referendum per l’autonomia, e che nel corso del tempo continua fumosamente e volutamente a fare confusione far indipendenza/autonomia/federalismo/secessione? Dovremmo noi collaborare con chi non riconosce l’esito del referendum digitale di Marzo, né l’autorità conseguente della delegazione dei dieci? Dovremmo noi collaborare con chi si era preso l’impegno di indicare entro un mese dall’approvazione della legge elettorale una data ed un conto corrente, e che ancora non lo ha fatto? Dovremmo noi collaborare con chi va in giro a gridare indipendenza nelle piazze e poi si allea per le elezioni regionali con partiti italiani che ritengono l’indipendenza il peggior male possibile? Ecco…
Blix
Gentile sig. Adrea,
Capisco molto bene la sua aspirazione all’esposizione della nostra bandiera.. ha perfettamente ragione quando afferma che c’e’ ancora molta paura….ma credo che
al momento sia giustificata; dalle mie parti tempo fa’ un’esercizio commerciale
aveva esposto bene in vista la nostra bandiera…dopo beanche 15 giorni l’ha’
rimossa….a me’ pare che questo esercizio commerciale abbia ricevuto visita
parenti….la digos !
RICCARDO
Ma quanti ghe ne qua che ha scritto che move el cul par l’indipendensa. eeeeeeeeeee Veneti sensa darse da far non se arriva da nessuna parte e all’ora comincemo a far attivismo vero e vedarii che qual cosa succede dai forsa che la meta la se sta avvicinando. Le come credar in Dio , leto conosudo no leto visto no gheto parlado insieme no ma te si Cristian e te credi in Lu. Essar patrioti Veneti anco le la stesa cosa o te ghe credi sensa far masa domande o non te ghe credi e alora non te si Veneto. Mi fò tutto el possibile perchè credo nel’Indipendensa del Veneto le solo question de laorar par ottenerla come tute le robe se te ghe credi te le ottien.
WSM el Leon de soca.
giancarlo
Dovete sapere che la scalata di una montagna è da preparare molto bene tenendo conto di molti fattori, quali il tempo,l’altezza da raggiungere, i materiali occorrenti per la scalata, l’itinerario più favorevole e molto altro tra cui su quali forze fisiche si può far conto realmente. La stessa cosa è quella per ottenere l’indipendenza del VENETO. Ebbene dovete sapere che ci sono uomini,strategie,percorsi,variabili etc…etc….tutte tenute in buon conto e che il nostro Leader Gianluca è persona capace e determinata. Dico questo perché molti scrivono facendo domande, ma se venissero alle riunioni forse capirebbero meglio e quanto seria sia la determinazione e le strategie che PLEBISCITO.EU ha messo in campo e metterà in campo per il fine supremo !!!
L’indipendenza del Veneto vuol dire che tutto cambierà in meglio non perché lo diciamo noi, ma perché la forza economica del Veneto sta nei fatti e nei numeri
e qui nessuno può smentirci o dimostrare il contrario.
Ergo, se siamo così forti, perché oggi siamo diventati deboli e tutto sta andando a rotoli ?!? Se non siete capaci di darvi una risposta venite a sentire dalla viva voce del nostro Leader e dei maggiori responsabili di PLEBISCITO.EU cosa ci aspetta se non usciamo velocemente dall’Italia e quali saranno invece gli immensi vantaggi che ne deriverebbero per tutti i Veneti.
Voglio dire che se oggi il lavoro manca, domani come stato indipendente e con le nostre leggi e regole e magari moneta se ci converrà al posto dell’euro, qui bisogna essere pragmatici, ritorneremo ad avere lavoro anche per i Veneti che se ne sono andati all’estero per sbarcare il lunario o addirittura avendo già avuto successo. Insomma per dirla tutta, personalmente sono esterefatto nel constatare che molti industriali Veneti credono ancora all’italia mentre invece dovrebbero essere arci convinti che uscirne sarebbe la loro salvezza.
WSM
Andreher
No. La Libertà non è in commercio. Non è in vendita. L’errore storico di Venetia, quello che condusse allo sfacelo, fu esattamente questo. Si può commerciare tutto, ma non i valori fondamentali della Libertà e dell’Umanità.
Nulla in vendita, per favore. Io credo che nella nostra Patria molte persone di buona volontà pensino che la Salvezza della Nazione debba iniziare da sentimenti “forti”.
E dalle conseguenze cui essi ispirano.
Andreher
La mia fantasia, nonostante l’età, ancora mi precede… E sono diviso, veramente, tra l’idea di un prossimo futuro in cui, come nel DonBass, noi siamo uccisi, bombardati ed anche dichiarati “terroristi” dai media. Una situazione che la nostra gente veneta, così fragile, non so se saprebbe sostenere.
E l’altra, che in realtà si aspetta di avere la Libertà solo attraverso modalità “soft”, cioè “democratiche”.
Intendo: il “voto” di un possibile plebiscito referendario, analogo a quello scozzese, con tutte le schifezze che abbiamo visto platealmente intorno, prima e durante “ciò”.
Pensiamo davvero che la nostra Libertà possa venirci da una istituzione che appartiene al potere costituito?
Guardate che questo è un dilemma storico. Leggete il secondo coro dell’Adelchi manzoniana in chiave veneta ed avrete consiglio. Nessuno mai verrà da fuori a liberarci dell’oppressione italica. Nessun carinziano, serbo o sloveno che rischi la sua vita per liberarci accetterà mai di riconoscere la nostra auto-determinazione e la nostra voglia di decidere serenamente per noi stessi… Cambiare “padrone” potrebbe convenire nel tempo breve, ma saremmo sempre, come oggi, alla mercè di altri interessi che non riguardano la nostra Nazione, la nostra Patria.
La volontà di confluire in una finzione (l’Italia) fu sostenuta proprio dalla debolezza delle piccole realtà autonome della penisola, soverchiate dalla potenza degli altri Stati, in vista di una specie di residuo post-romantico…
Lasciamo perdere.
Il dibattito serio è: “Con quali mezzi possiamo ritornare Veneti in Venetia?”
Cioè: “Dimenticate il referendum, esso ha già detto ogni cosa sulle intenzioni dei Veneti. Ora, cosa dobbiamo FARE per prendere ciò che è nostro?”
caterina
Andreher, hai ragione, una volta affermato il diritto bisogna avere la forza di tradurlo in realtà… sono le iniziative che Busato e la Delegazione dei dieci stanno mettendo a punto, e di cui abbiamo anche nel sito qualche accenno… è infatti necessario attrezzarsi con strutture e piani utilizzando le competenze necessarie per fronteggiare l’interlocutore che, non c’è dubbio, presto troveremo dall’altra parte del tavolo… ho fiducia che nei prossimi mesi questo avverrà.
andreaciaomarco
Dice il saggio: battere il ferro finché è caldo …
dal 16 marco ad oggi sono passati 6 mesi e la gente (se il conto era esatto) si è ormai dimenticata di voi. Ho votato al referendum, ho donato qualche decina di euro, ho acquistato un bond, ho acquistato le bandiere … cosa volete di più ancora donazioni per la certificazione dei voti? Ma non erano già stati conteggiati e a giorni (mesi fa) dovevano essere resi pubblici?