L’INDIPENDENZA DEL VENETO CE LA COMPRIAMO
Il De Profundis per la via istituzionale regionale è una buona notizia perché fa chiarezza e dimostra che l’unica via per l’indipendenza è quella economica.
La chiusura del conto regionale destinato a raccogliere le donazioni dei cittadini per organizzare un nuovo referendum di indipendenza del Veneto sancisce il fallimento della linea politica che individuava nell’istituzione della Regione Veneto (e nella partitocrazia che la occupa) l’interlocutore privilegiato per attuare il percorso concreto e istituzionale per l’indipendenza del Veneto. Tale sconfitta determina l’inadeguatezza e l’inconsistenza dell’attuale classe dirigente regionale veneta, a maggior ragione dopo il successo mediatico internazionale che aveva riscosso il Plebiscito Digitale del 16-21 marzo 2014, la più grande iniziativa indipendentista mai attuata in Veneto (e in generale in tutto il territorio italico).
La notizia di oggi è quindi una buona notizia, perché fa chiarezza e spazza via definitivamente alcune illusioni ideologiche residuali, sul cui equivoco da decenni campano i politici veneti senza eccezioni.
Ora è chiaro a tutti infatti che NON esiste una via politica regionale all’indipendenza, rebus sic stantibus.
L’indipendenza, per ottenerla dappieno, ce la dovremo “comprare”.
Non ci riferiamo alla sola speculazione ideale (e corretta in termini di finanza pubblica) che deriva dal calcolo del diverso impiego del residuo fiscale che ogni anno da decenni vede rubare ai veneti 15-20 miliardi di euro da parte dello stato italiano.
Ci riferiamo bensì alla creazione di un nuovo, inedito, virtuoso ed innovativo meccanismo e ciclo economico che permetta alla nostra terra di attrarre capitali e investitori internazionali (grazie anche all’opera sinergica di organizzazioni da noi ispirate che hanno come finalità proprio la piena indipendenza del Veneto).
Detta così appare un’opera di tale complessità da farla ritenere ai più un sogno di difficile realizzazione. Allo stesso modo in cui definirono una chimera, un’utopia la realizzazione di un referendum digitale per l’indipendenza del Veneto, quando lo annunciammo per la prima volta al pubblico poco più di due anni fa, in un evento pubblico tenutosi ad Este (PD).
Noi questo faremo, anzi già lo stiamo facendo. In silenzio per ora, ma con atti concreti che a tempo debito troveranno anche una visibilità pubblica ed internazionale.
Grazie a tale modello di sviluppo, il Veneto e le regioni limitrofe potranno intercettare le opportunità che derivano dai grandi cambiamenti geopolitici in corso, che spaziamo dai trattati di partenariato transcontinentale, alle nuove vie della Seta, fino all’emergere di una nuova Europa che ad est oggi trova proprio nel Veneto il proprio naturale interlocutore e che permetteranno a Venezia di poter recitare il ruolo che le è proprio di capitale di un nuovo hub globale nel centro dell’Europa e cerniera con l’intera area euroasiatica da un lato ed atlantica dall’altro.
Ci sono molte cose da cambiare rispetto alla situazione attuale, è vero. In particolare nel tessuto sociale, gravemente compromesso dalla contaminazione con la cultura italiana imperante della corruzione, della malversazione, del pressapochismo, che nel giro di una settimana e nell’indifferenza generale ha visto finire arrestati per tangenti et similia il presidente della Rete Ferroviaria Italiana, dirigenti di primo livello dell’Anas, amministratori ed ex di varie città italiane, il vicepresidente della regione Lombardia, oltreché gli indegni spettacoli di miseria umana di colui che per 15 anni è stato presidente della Regione Veneto, l’inqualificabile Galan, che qualcuno vorrebbe ora come insegnante di educazione civica.
È altrettanto vero d’altro canto che oggi esistono strumenti di intervento che permettono di attuare progetti e interventi anche di “ingegneria sociale” e culturale che un tempo erano impossibili. E il Veneto indipendente ha tutte le carte in regola per unirsi a un arco di prosperità culturale delle nazioni civili del mondo, una volta che avrà saputo tagliare il cordone ombelicale con il regno del malaffare più miserabile del mondo, lo stato italiano parassita.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
Comments (17)
stefano
Un’ altra notizia accessoria che riguarda il Veneto in liquidazione e liquefazione è l’approdo in parlamento della procedura di passaggio di Sappada al Friuli cui credo seguiranno decine di altri comuni che da anni hanno effettuato il referendum con esito positivo per il passaggio al Sud Tirol o al Trentino o al Friuli.
caterina
Le istituzioni da tempo non rappresentano i veneti e i veneti lo sanno… i Veneti infatti ricordavano di aver già votato per l’indipendenza della Repubblica Veneta la primavera dello scorso anno con propria iniziativa seguendo l’iniziativa di Plebiscito.eu stanchi e sfiduciati dei politici e delle istituzioni,dimostrando così la supremazia del popolo sulle stesse… I giornali come al solito tacciono le verità scomode… il referendum c’è lo siamo fatto una volta con un successo strepitoso… e i Veneti non buttano via i soldi… semmai ora li usano per costruire il seguito… peccato però che queste istituzioni ci costano un occhio e servono solo a se stesse e al loro padrone romano… Speriamo di poter accelerare il cambiamento a cui ora guardiamo come unica prospettiva…
franco
Niente di nuovo sotto il cielo Veneto, la questione referendum era di fatto già finita fin dal primo giorno che è stata presa in considerazione solo dai sognatori di indipendenza veneta, il fattore primario che avrebbe potuto fare da ago della bilancia e fare pendere dal lato giusto il piatto, è stato abbandonato causa, una carenza endemica di finanziamenti e quindi l’impossibilità di intervenire con dosi massicce di informazione verso il popolo veneto,Tutto ciò ha determinato la resa parziale di forze che si erano dedicate con speranza e coraggio al fine unico di portare il veneto a diventare una nazione piccola ma incredibilmente potente grazie all’importanza della sua economia creatrice di forza lavoro e di ricchezza, il referendum fatto da plebiscito ha scosso i veneti che si sono sentiti partecipi in modo effettivo, purtroppo attaccato da dai vari movimenti, che sono solo riusciti a determinarne il fallimento.
caterina
Franco, perché parli di fallimento? ti riferisci a quello “istituzionale” naturalmente… ma su quello ci contavano solo pochi illusi per non dire collusi con la politica, regionale o centrale che è lo stesso…
mauro
L’indipendenza, per ottenerla dappieno, ce la dovremo “comprare”.
Più che comprare,rimango sempre dell’opinione che per ottenere l’indipendenza occorra scendere in piazza ed iniziare a costruire barricate.Il veneto come la Catalunia.Nessuno darà l’indipendenza senza lottare strenuamente per le strade.Agire porgendo l’altra guancia serve solo a prendere sberle senza ottenere nulla.E di sberle i veneti ne hanno già ricevute troppe.I Serenissimi prima,e gli altri secessionisti dopo ne hanno dato l’esempio.SEGUITELO in massa.Nel giro di 48 ore il Veneto sovrano sarà realtà
caterina
Mauro,la gente veneta non è chiassosa, non scende in piazza per un diritto che di avere e un’offesa che sa di subire… il passo fondamentale l’ha fatto la primavera dello scorso anno, ora lavora in silenzio nelle commissioni che si sono formate dal Parlamento provvisorio che ha eletto e confida nell’opera intrapresa e… nella indomita speranza di arrivare all’attuazione del programma che Plebiscito.eu ha tracciato… la libertà ci aspetta, e diremo addio Roma! non vediamo l’ora….
BLIX
Caterina…lo spero tanto…
ma’ forse mauro non ha tutti i torti….quando teorizza…la rivolta di Algeri
caterina
ma,tornando alla lettura del titolo, perché non potremmo davvero comprarcela l’indipendenza? dal momento che siamo nel nostro diritto avendola scelta per la nostra Repubblica Veneta, non potremmo pensare di costituirla entrando in questa area ideale ma anche dalle conseguenze pratiche versando un tot stabilito per poter organizzaare un minimo di struttura?…variabile con l’aumento delle adesioni…
In fondo esiste ancora la possibilità di avere doppia cittadinanza… potremmo appellarci all’una, italiana, o all’altra, veneta, finchè non saremmo la maggioranza… è una cosa campata in aria?.. o non potrebbe invece essere un inizio finchè la maggioranza non abbia optato per essere cittadini della Repubblica Veneta…
Una transizione o prima o poi dovrà avvenire!
E lasciate perdere rivoluzioni o manifestazioni più o meno bellicose…meglio ragionare di possibili opzioni pacifiche, visto che l’indipendenza è già stata dichiarata per volontà espressa dalla maggioranza dei veneti!
oiram
l indipendenza dichiarata la se na foia al vento.e adeso foie ghi né tante.l indipendenza va conquistata e no con un foglio de carta ma qualche cosa de pi solido.
caterina
…con il voto anzitutto, mio caro Oiram, che è la conquista più alta dell’epoca moderna… se poi ci piace fare guerre e usare armi, accomodatevi pure…ho troppi anni per resuscitare revanscismi inutili!
Il voto e la determinazione di renderlo efficace con tutti gli strumenti a cui si può ricorrere in una società avanzata dove diritto ingegno determinazione dialettica e potere economico trovano il modo di concorrere alla riuscita di un grande progetto come è il nostro, la rifondazione della Repubblica Veneta.
Se non ci riusciamo, non è colpa di nessuno, ma nostra!
Andrea
Oggi 4 Novembre è un giorno triste perchè moltissimi giovani veneti e sud-tirolesi furono costretti a combattere una guerra senza senso per difendere una patria a cui neanche minimamente apparteniamo. Un ricordo va dato a queste genti. Per fortuna sia in Veneto che in Südtirol sempre più persone stanno riscoprendo le proprie identitá, non so se avete notato anche voi ma in sempre più case è comparso il Gonfalon de San Marco. Sono piccole cose certo, ma questo, il referendum del 2014 di Plebiscito.eu, le vicende catalane attuali e molto altro sono dei segnali molto positivi a mio modo di vedere. Continuo a sostenere inoltre che soltanto uniti riusciremo a ri-conquistarci la nostra libertá.
paolo
Dopo quasi 2 Anni Dal referendum sti ancora qua a credar alle favole…sveive
caterina
stamane due notizie che ho sentito, in rassegna stampa la prima: valore affermato internazionalmente per le consultazioni informatiche, la seconda in un giornale on line: la consulta costituzionale spagnola che afferma il diritto in Catalogna di proclamare la repubblica a seguito della maggioranza ottenuta nell’ultima consultazione elettorale…
Premesso che ogni popolo persegue la strada che gli è possibile e più congeniale per raggiungere il risultato cui aspira, credo comunque che sia evidente che noi Veneti non siamo più soli nelle nostre battaglie per la libertà, anzi, abbiamo fatto da apripista, grazie alla lungimiranza dei promotori di Plebiscito.eu!
Dalla primavera dello scorso anno siamo indipendenti, sono seguite due conferme ufficiali dei risultati della consultazione effettuata; abbiamo ora un Parlamento che attraverso le commissioni che ha costituito lavora all’attuazione di una nostra legislazione benché provvisoria, che poi potremo confermare o modificare… spero in prossime notizie che ci aprano la strada per entrare finalmente nella nostra Repubblica Veneta indipendente e sovrana…
Roma addio! con le tue pastoie e le tue caste e le tue vessazioni gratuite e le tue spaventose incongruenze… ci verremo solo a trovare il Papa nell’Anno Santo sempre che non gli succeda qualcosa..
Noi Veneti vogliamo poter gridare presto: par tera par mar San Marco!
Giancarlo
Il 9 dicembre a Bruxelles, l’International Commission of European Citizens”, il coordinamento internazionale dei popoli senza stato d’Europa, diventa ONG.
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http://www.lindipendenzanuova.com/lintervista-luca-polo-il-9-dicembre-licec-diventa-ong-pronta-la-dichiarazione-di-bruxelles-sullautodeterminazione/
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Dopo di ciò probabilmente lo scenario sull’autodeterminazione dei popoli in Europa cambierà e di conseguenza la strategia o le strategie da seguire per ottenere il riconoscimento da parte dell’Europa della nostra autodeterminazione per uno stato indipendente e sovrano.
WSM
caterina
beh, non vedo che sia un gran passo di fronte a un diritto fondamentale dei popoli che è un grande tema politico e magari si vuol marginalizzare in una delle tante ONG che nascono come i funghi.. temo che si faccia finta di far qualcosa e intanto si creano carrozzoni che risucchiano fondi e distribuiscono posti, ingigantendo le burocrazie… L’Europa è maestra anche in questo, il suo problema oggi è far finta di far qualcosa per stare a galla destreggiandosi tra le potenze che contano…
comunque, staremo a vedere come si comporta riguardo al nostro obiettivo, ma certo non intravvedo nella mossa niente di buono.
Per fortuna i popoli hanno un peso che superano le burocrazie!
BLIX
senza nulla togliere al proggeto di plebiscito.eu , penso che qualsiasi azione che vada in direzione dell’autodetrminazione sia comunque una cosa buona.
pinKo palla
I nodi torneranno al pettine, il debito pubblico con il cazzaro è cresciuto di altri 200 miliardi mentre di ripresa economica nemmeno con il binocolo.
Molti veneti sono stati disillusi e sono incazzati, aspettavano l’autonomia e una riduzione considerevole della pressione fiscale che non è avvenuta.
Il gioco di prestigio che tiene in piedi il cazzaro sono gli 80 euro che si annullano totalmente se sommati alle tasse e all’aumento del costo della vita e dei prodotti.
E’ un periodo di stasi in cui programmare e studiare attentamente le strategicamente per poter cavalcare con maggiorre esperienza e vigore la prossima onda indipendentista che si sta presentando all’orizzonte.
W la libertà sovranità e indipendenza dei popoli!