A proposito di chi diffama Plebiscito.eu e il Cripto-Stato
Che il mondo cripto non piaccia a tutti è noto, che ciò porti però a dire falsità forse fino al punto di diffamare è un altro conto. Ci riferiamo a un articolo pubblicato sul sito konsumer.it che oltre al solito pregiudizio contro i veneti unisce una serie di informazioni come minimo fuorvianti, con un tono generalmente offensivo.
Saltiamo i commenti generali e le opinioni personali dell’articolista, che tali rimangono, mentre non possiamo passare sotto silenzio le accuse che egli rivolge tanto al movimento Plebiscito.eu quanto alla società informatica incaricata di sviluppare la piattaforma digitale del Cripto-Stato.
Partiamo da quest’ultima. Il sito eVenetia.com prevede una normale registrazione degli utenti, con le informazioni minime necessarie ad evitare furti di identità, secondo le procedure note come KYC – AML (“Know Your Client” – “Anti-Money Laundering”), che si rendono sempre necessarie quando ci si registra in piattaforme che prevedono o possono prevedere anche transazioni di carattere finanziario o economico. Ciò è richiesto da tutti gli istituti bancari qualora poi ci si debba interfacciare con loro per gestire sistemi di pagamento. Ovviamente tutti i dati registrati sono gestiti in ossequio alla recente normativa europea sulla protezione dei dati personali (GDPR) e gli utenti hanno il pieno controllo di essi, con possibilità di cancellarli in ogni momento ed esportarli per utilizzarli in altre piattaforme. Come in qualsiasi piattaforma il responsabile del trattamento dei dati, il titolare dei dati, è il committente, ovvero Plebiscito.eu, mentre la società Enkronos è solo il service provider incaricato della gestione per quanto di sua competenza. Quando pertanto l’autore dell’articolo parla di “reati contro i dati personali” e di “appropriazione di dati personali a scopo commerciale nascosta con l’inganno di una iniziativa politica” si assume la responsabilità della falsità infamante che dice e si espone all’ovvia nostra azione di denuncia, che ci sarà, e di valutazione dell’eventuale danno che dovrà risarcire.
Passando invece alle accuse dirette a Plebiscito.eu, anch’esse contengono altre falsità, inesattezze ed accuse infamanti. Non è infatti vero che da parte del nostro movimento vi sia stata alcuna sollecitazione all’investimento, semplicemente vi è stata l’informazione di una particolare condizione di sconto sull’acquisto riservata solo ai nostri simpatizzanti. Con tanto di avviso a chiare lettere in cui si invitano i simpatizzanti stessi a consultare i propri consulenti e specialisti di fiducia prima di aderire, in quanto trattasi di operazione in ogni caso ad alto rischio. Per quanto riguarda i token stessi, come noto essi sono utility token, cioè gli elementi fondamentali per poter operare nella piattaforma digitale in sviluppo e non uno strumento di carattere finanziario.
Per quanto attiene inoltre la piattaforma inoltre è ovvio che essa comprende altre applicazioni oltre allo sviluppo della tecnologia del Cripto-Stato commissionata dal movimento Plebiscito.eu, ma questa è stata valutata dal movimento e da tutti coloro che vi aderiscono come una garanzia di sviluppo informatico ancora più potente e versatile, in quanto permetterà di implementare tool e funzionalità che altrimenti avrebbero chiesto un investimento impensabile per il movimento. Il fatto poi che ci sia rivolti a una società slovena e non italiana è stata una scelta dettata dal fatto di evitare intromissioni indebite da parte della macchina dello stato italiano che ha tutto l’interesse a continuare a spolpare i veneti per mantenere la propria condizione di burosauro parassita. Anche in questo caso ovviamente seguirà probabile denuncia verso l’articolista e il sito in questione con conseguente richiesta risarcitoria.
Plebiscito.eu
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