L’inflazione nel Veneto: cause, conseguenze e soluzioni
Come affrontare efficacemente l’aumento dei prezzi dei beni e dei servizi nel nostro territorio
[Disclaimer: video, voce e testi creati con software di intelligenza artificiale]
L’inflazione può avere conseguenze significative per il Veneto, in particolare alla luce dello svantaggio fiscale che la regione ha a causa del residuo fiscale di 15-20 miliardi di euro che viene impiegato in altre regioni italiane. Quando i prezzi dei beni e dei servizi aumentano nel tempo, ciò può rendere più difficile per le famiglie venete acquistare ciò di cui hanno bisogno, soprattutto se i loro redditi non aumentano allo stesso ritmo. Inoltre, l’inflazione può rendere meno attraente investire in Veneto, poiché i rendimenti delle attività finanziarie potrebbero non essere sufficienti a compensare l’aumento dei prezzi.
Per affrontare efficacemente l’inflazione nel Veneto, è importante considerare sia la domanda che l’offerta e agire di conseguenza. Ciò potrebbe includere l’adozione di politiche che promuovono la crescita economica, come investimenti in infrastrutture, formazione e sviluppo delle competenze, nonché il sostegno alle aziende locali per aiutarle a competere con successo sui mercati globali. Inoltre, potrebbe essere necessario prendere in considerazione misure per gestire la domanda, come ad esempio l’adozione di politiche fiscali mirate o il monitoraggio dei prezzi dei beni e dei servizi.
È altrettanto importante che gli economisti e i decisori politici affrontino il tema dell’inflazione in modo più specialistico e concreto, fornendo dati e una discussione più approfondita. Solo allora potremo comprendere meglio questo fenomeno complesso e trovare soluzioni efficaci per affrontarlo. Inoltre, è fondamentale che il Veneto abbia una voce forte e autorevole nei dibattiti sull’inflazione a livello nazionale e internazionale, al fine di proteggere gli interessi della regione e garantire un futuro prospero per le sue famiglie e le sue imprese.
I CADORNA IN GUERRA CONTRO IL VENETO
Apprendiamo che gli eredi del generale Cadorna – probabilmente il più fallimentare, incapace e crudele ufficiale nella storia dello stato unitario italico guerrafondaio e forse primo responsabile della disfatta di Caporetto – hanno denunciato un indipendentista veneto, Michele Favero, cui va la nostra piena solidarietà, perché avrebbe offeso il loro antenato sconfitto dalla storia. E addirittura un giudice ha dato loro ragione, con conseguente condanna a risarcire i danni, pignoramento dei conti correnti del malcapitato etc etc. Ci chiediamo se allora, applicando lo stesso principio del valore giuridico delle frasi storiche, gli eredi dei poveri soldati mandati a morire dal Cadorna, inventore in chiave moderna della criminale pratica della decimazione, possano rivalersi sugli eredi del sanguinario generale chiedendo loro i danni di guerra causati dalla cecità e dall’ingiustificabile atteggiamento barbaro del Cadorna, il cui comportamento fu definito “selvaggio, che nulla può giustificare” persino dalla Commissione d’inchiesta di Caporetto. Sarebbe bello che chi ha visto i propri antenati morire ammazzati per le decisioni dettate dall’odio di tale generale vincesse oggi in tribunale chiamando a rispondere del suo operato i suoi eredi, pignorando le loro proprietà e i loro conti correnti, come d’altro canto loro fanno con chi osa criticare un autentico macellaio della storia. Ma esiste un tale giudice in Italia?
Gianluca Busato – Plebiscito.eu
DOPO LA DISFATTA DELLA LEGA DI SALVINI È L’ORA DELL’INDIPENDENZA DEL VENETO
Mentre continua il saccheggio fiscale del Veneto viene meno l’ostacolo principale alla nostra libertà

Le elezioni politiche del 25 settembre rappresentano il funerale dell’incoerente strategia della lega salviniana. Non si può infatti predicare allo stesso tempo “prima gli italiani” e poi rivendicare (per finta) l’autonomia (farlocca) di Veneto e Lombardia. O sei nazionalista italiano, oppure sei il partito della questione settentrionale, ma non puoi essere entrambe le cose.
Per qualche anno la lega tricolore era riuscita a racimolare voti, ma ora finalmente l’inganno è stato rivelato. Certo, per rendere evidente tale incoerenza sono serviti molti errori di percorso, prima con il governo con il m5s, che aveva visto l’approvazione del reddito di cittadinanza, poi con la farsa del Papeete, per passare poi al governo con lega e m5s, addirittura con appoggio del lockdown duro e irrazionale e di provvedimenti illiberali, il tutto condito con la figuraccia in Polonia, fatti che hanno minato la credibilità del Capitano, forse per sempre, togliendole tutti quei voti (efimeri) che nel frattempo aveva. Tale lezione vale tra l’altro anche per chi ha vinto le ultime elezioni: tanto rapidamente si possono conquistare i favori dell’elettorato, quanto ancora più velocemente li puoi perdere. A maggior ragione quando essi sono legati a promesse elettorali irrealizzabili.
La debacle della lega porta con se anche l’interrogativo sulla questione veneta. Cinque anni dopo il referendum per l’autonomia, quel patrimonio politico è andato oramai perduto. E pare quantomeno difficile che possa essere recuperato da chi non ha fatto praticamente nulla per sfruttarlo. La lega infatti in questo quinquennio è stata sempre al governo, ma non ha mai fatto nemmeno finta di perseguire l’autonomia. Che in ogni caso era svuotata fin dalla partenza, perché come ben sappiamo essa era priva di risorse finanziarie.
Ma non è che nel frattempo la situazione in Veneto sia migliorata. Anzi, è ben che peggiorata! La crisi energetica, figlia di decisioni politiche irresponsabili che hanno reso l’Italia e il Veneto dipendenti dal gas di Mosca, dopo aver abbondonato il nucleare per ragioni populistiche si uniscono al quadro già drammatico di un territorio le cui risorse sono depredate dallo stato centrale che ogni anno ci sottrae 15-20 miliardi di euro per dare forma a uno dei più odiosi furti fiscali della storia.
Il Veneto oggi da un lato è intrappolato nella gabbia istituzionale italiana – che rappresenta un’autentica palla al piede – e dall’altro continua ad essere terra di saccheggio fiscale – cosa che ci lega le mani dietro alla schiena: è chiaro che in questa situazione competere a livello europeo e internazionale diventa una sfida titanica.
Certo, poi i veneti sono bravissimi lo stesso, come dimostra la decisione di aprire entro qualche anno nel veronese, a Vigasio, la nuova gigafactory di chip Intel con la creazione di 5 mila posti di lavoro e con un investimento iniziale di circa 4,5 miliardi di euro che dovrebbe aumentare nel tempo.
Ma non possiamo più affidarci solo alla buona stella e alla fascia di eccellenza. Il sistema Veneto ha bisogno oramai di essere riformato e potenziato dalle fondamenta, a cominciare proprio dall’infusione di tecnologia, che è la prima componente che permette una crescita economica. E per la quale servono una migliore istruzione e un migliore sistema-paese, dato che quello attuale è alla disperazione. Ciò sarà reso ancora più necessario nei prossimi anni che vedranno sparire moltissime occupazioni e che devono vederci preparati a creare nuove tipologie di lavori e professionalità.
Come possiamo farlo se restiamo agganciati al Titanic italiano zavorrato da un debito pubblico sempre più insostenibile, da una scarsissima produttività e da un apparato pubblico bulimico quanto inefficiente?
L’unica via di uscita da questo incubo è l’indipendenza del Veneto. Dato che il soggetto politico che rappresentava il più grande ostacolo al suo conseguimento è ora in una crisi che quantomeno lo paralizzerà per un bel po’ in una lotta intestina di potere, noi indipendentisti veneti abbiamo il dovere di organizzarci e di attuare finalmente una strategia che porti alla nostra libertà nel più breve tempo possibile.
Vi sono le condizioni adatte, possediamo gli strumenti giuridici ed economici necessari, è tempo ed ora che diamo forma ad una classe dirigente indipendentista degna di questo nome.
Gianluca Busato
Plebiscito.eu
Este, un Leone sull’arcobaleno: i Veneti per noi sono tutti uguali
Leggere le cronache di Este sulla vicenda della panchina arcobaleno fa venire tanta tristezza ma non sorprende nessuno.
Sappiamo che c’è una certa cultura, quella che adesso sta governando Este, che è allergica a riconoscere i diritti delle persone.
Se non sei dei ‘loro’, allora diventi quasi una rottura, una seccatura, qualcuno da odiare.
Noi ci siamo sempre battuti per i diritti dei popoli e degli individui. I Veneti sono una realtà plurimillenaria (e proprio Este ne rappresenta una delle splendide e più antiche testimonianze) che chiede di veder riconosciuti diritti fondamentali.
Non dipende solo da Este, naturalmente. Ma i simboli sono importanti perché segnano la strada. Allora noi siamo pronti a farcela la nostra panchina, e a colorarla di arcobaleno con sopra il leone di San Marco, per unire tutte le realtà che lottano per vedersi riconoscere i più fondamentali diritti civili e politici.
Per noi i veneti sono tutti uguali, senza distinzione ideologiche, di religione, o di orientamento sessuale. Ci importa, semmai, di quello che fanno quando sono alla guida di un Comune e quello che ha fatto l’amministrazione di Este non ci piace per niente.
Per noi Veneto è chi Veneto fa!
Mario Sandrin – Plebiscito.eu
Con la Presidenza Biden tornerà a spirare forte anche il vento dell’indipendenza del Veneto
Un cambiamento epocale negli USA, che porrà fine al sovranismo che aveva fermato anche la nostra corsa verso la libertà
Mentre il conteggio dei voti anche negli ultimi stati va verso la conclusione, le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America dimostrano un esito oramai chiaro con l’elezione del Presidente Joe Biden sempre più certa, in particolare ora che il candidato presidente democratico guida la competizione in Georgia e si appresta a passare in vantaggio anche in Pennsylvania. Così ha parlato il popolo americano è questo è un fattore importante che andrà a caratterizzare per molti versi anche la politica mondiale nei prossimi anni.
Nell’attesa di poter ufficialmente fare i complimenti a Joe Biden per lo straordinario risultato, auspichiamo fin d’ora che il nuovo corso americano riporti alla spinta verso il commercio internazionale e il multilateralismo responsabile, gravemente interrotti dalla politica isolazionista di Trump.
Nel contempo speriamo anche che l’amministrazione Biden si mostri più attenta alle cause dei popoli impegnati per conquistare la propria libertà. Non dimentichiamoci infatti che il principio di autodeterminazione dei popoli prese una spinta decisiva nel secolo scorso proprio grazie all’azione di un presidente americano, Woodrow Wilson e ai suoi famosi 14 punti. È inoltre evidente a tutti che la Venetia, così come qualsiasi nazione senza stato impegnata nell’ottenimento della propria indipendenza, non possa che auspicare l’appoggio strategico degli Stati Uniti d’America che sono nati proprio grazie all’indipendenza ottenuta dall’impero britannico. Ciò sarà ancor più rafforzato se anche il partito repubblicano saprà lasciarsi alle spalle la stagione trumpiana e saprà riscoprire la propria autorità morale, recuperando le esperienze ricordate ormai con nostalgia delle presidenze Reagan e Bush (senior e anche junior).
A tal proposito riteniamo senz’altro che la presidenza Biden ci aiuterà a lasciarci alle spalle l’infausta stagione sovranista che ha comportato come ben noto molti passi indietro anche nella Causa Veneta, favorendo invece il più becero nazionalismo italiano. Ciò aiuterà noi veneti a riscoprire lo spirito e la straordinaria energia del periodo 2012-2014 quando dimostrammo al mondo intero la nostra volontà di indipendenza.
Prepariamoci pertanto a una nuova Primavera Veneta, tanto più necessaria mentre ahinoi stiamo entrando in una situazione ancora più drammatica dal punto di vista sociale ed economico a causa dell’assoggettamento all’incapace e ingorda classe dirigente italiana che sta portando il nostro popolo alla fame, senza nemmeno saperlo tutelare dal punto di vista sanitario per incompetenza e incuria, classici segni distintivi di uno stato oramai fallito in modo incontrovertibile.
Noi sappiamo bene che nessun partito o soggetto italiano dispone di una ricetta per permettere all’Italia di uscire dal grave declino e degrado verso cui è sempre più destinata.
Siamo ben consapevoli che l’indipendenza del Veneto è l’unica via di uscita dall’incubo italiano e ora finalmente si stanno ristabilendo le condizioni internazionali favorevoli per poterla ottenere.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu