EVENETIA: IL CRIPTO-STATO VENETO NASCE IL 21 DICEMBRE 2017
Tre anni e mezzo dopo il Referendum di indipendenza del Veneto, prende forma la Repubblica Veneta Digitale. Tra pochi giorni al via il censimento popolare.
Il Cripto-Stato, la Repubblica Veneta Digitale, è una piattaforma digitale che ha lo scopo di semplificare la vita agli utenti che vi si iscrivono e che usufruiranno di servizi di pubblica utilità che nel tempo saranno offerti. Il suo nome è eVenetia, dal nome Venetia, che rappresenta l’antica denominazione del territorio ove vivono i veneti, anticipata dalla lettera e, a significare la natura elettronica della nuova entità istituzionale repubblicana veneta, nativamente digitale.
Le mutate condizioni tecnologiche, economiche e di comportamento umano che hanno caratterizzato in particolare l’ultimo secolo aprono la strada a nuove modalità di erogazione di tali servizi a un livello finora inedito, mettendo sempre più in discussione la natura monopolista degli stati classici nella loro erogazione.
Il Cripto-Stato intende restituire ai cittadini che vi aderiscono tutto il proprio potenziale di negoziazione verso i fornitori di servizi di carattere “pubblico”, mettendo a disposizione un ambiente nel quale possono usufruirne in modalità “protetta”.
La “Repubblica Veneta Digitale” è la prima entità statuale virtuale che mette a disposizione il servizio di censimento e di anagrafe pubblica attraverso la tecnologia del Cripto-Stato.
Il Cripto-Stato interpreta un inedito concetto giuridico internazionale di sovranità digitale. Gli stati non hanno di fatto alcuna reale giurisdizione nel cyber-spazio. Hanno senz’altro l’ambizione fin neanche tanto nascosta di controllare il cyber-spazio e di estendere la propria sovranità su di esso, ma la sua natura intrinseca extraterritoriale pone dei limiti operativi invalicabili alla loro azione.
Il conflitto giuridico in corso si vede bene dalle “crociate fiscali” degli stati contro i giganti di internet. Si tratta di una campagna senza senso. Facciamo un esempio concreto: se un’azienda acquista un servizio pubblicitario offerto da Facebook, esso viene fornito dalla società Facebook grazie ai software che essa ha sviluppato. Si può disquisire se tali software siano stati realizzati in California, oppure se fa fede l’organizzazione commerciale che li mette a disposizione, con sede in Irlanda, ma in ogni caso non sono di sicuro di competenza territoriale italiana. È comprensibile che in questi giorni Facebook abbia dichiarato di voler in ogni caso pagare le tasse anche localmente, ma è solo perché è una potenza e può permettersi di farlo, ma è in ogni caso un’ingiustizia e una forzatura. Nessun governo avrebbe il diritto di imporglielo, perché i servizi dopo la produzione vengono forniti attraverso la rete internet, che è sovra-territoriale, o quantomeno multi-territoriale, globale, per definizione. E anche per la parte di rete che insiste nello specifico territorio Facebook paga già il servizio per il suo utilizzo, attraverso gli internet service provider (i fornitori di servizi internet), così come pagano gli utenti che vi si connettono: per quale motivo dovrebbe pagare una seconda volta tali servizi, oppure dovrebbe pagarli di più? In futuro magari tale problema non si porrà neanche perché Facebook realizzerà una propria rete di interconnessione con proprie tecnologie (lo sta già facendo in alcuni Paesi del mondo poco connessi, ad esempio, con il progetto internet.org). Al di là della connessione, resta il problema di base. È come se un’azienda francese che vende un prodotto elettronico, oppure un servizio di consulenza ad un’azienda italiana, fatto salvo il rispetto delle leggi, dopo aver pagato le tasse al proprio stato francese su ciò che ha guadagnato, debba pagarle una seconda volta anche allo stato italiano, per qualche oscuro motivo. Perché? Se ciò fosse, sarebbe una sorta di dazio, di discriminazione fittizia che l’Italia imporrebbe alle ditte francesi nei confronti di quelle italiane.
Noi con la nostra azione ci inseriamo pertanto proprio in tale spazio “vuoto”, sfruttando i limiti e le incoerenze della sovranità territoriale italiana, in linea con quanto abbiamo fatto fin dall’inizio della nostra azione, che ha coinciso con l’organizzazione del referendum digitale di indipendenza del Veneto. Anche allora esisteva il problema giuridico di organizzare una consultazione referendaria regionale di autodeterminazione, in quanto la costituzione italiana, come quella spagnola, ha un articolo sull’unità e indivisibilità dello stato italiano, che impediva l’organizzazione di un referendum “istituzionale” sull’indipendenza. Contro tale barriera si è infranta, come ben sappiamo, l’azione della Regione Veneto, che ha ripiegato quindi su un più “bonario” quanto innocuo referendum per una presunta autonomia, svuotata in realtà di vero significato. Noi abbiamo superato tale blocco costituzionale proprio perché ci siamo mossi nel cyber-spazio, in un ambito non normato e in ogni caso dove qualsiasi stato ha difficoltà ad esercitare la propria sovranità. Secondo lo stesso principio ci muoviamo ora, forti del mandato plebiscitario digitale ottenuto tre anni e mezzo or sono.
Oggi la nascita del Cripto-Stato implica la partenza di una nuova fase nel processo di indipendenza: un vero e proprio processo pre-costituente che prevediamo possa durare 12-18 mesi prima dell’elezione di un’assemblea costituente (tale tempistica potrà variare in funzione di ragioni tecniche, economiche e di opportunità). Esso interpreta anche il merito della dichiarazione di indipendenza del Veneto, solennemente proclamata il 21 marzo 2014 a Treviso, dopo la travolgente vittoria nel Plebiscito Digitale. Rileggiamone le conclusioni.
“Considerata Sovrana la volontà popolare, in Nome di San Marco, del Popolo Veneto e del Diritto delle Genti, in omaggio alla democrazia e alla volontà generale, noi, oggi, venerdì 21 marzo 2014, decretiamo decaduta la sovranità italiana sul popolo e sul territorio veneto, e altresì ne decretiamo conseguentemente decadute le relative magistrature politiche”,
“dichiarando contestualmente l’indipendenza del Popolo Veneto e del suo territorio, con queste stesse parole presenti in questa dichiarazione, confermiamo e proclamiamo la
Repubblica Veneta”
“e demandiamo al Popolo Veneto la scelta dei suoi rappresentanti nell’Assemblea Costituente che darà al popolo veneto ora libero e al territorio veneto ora libero la forma di Stato che sarà, per volontà generale, e a maggioranza assoluta, ritenuta la più conforme, nei modi e nei tempi che il Popolo Veneto intenderà darsi”.
Rispetto a tale pronunciamento, il primo “territorio” veneto in cui eserciteremo la nostra indipendenza sarà proprio un non-territorio, il cyber-spazio, grazie alla nascita del Cripto-Stato. Il termine “Cripto” sta ad indicare la crittografia, tecnica utilizzata proprio in informatica per la protezione delle informazioni. Il Cripto-Stato nasce infatti sicuro per definizione.
Il primo e più importante ambito di protezione fornita è proprio l’identità “digitale” del cittadino che si registra al Cripto-Stato. Nessuna terza parte potrà accedere ai veri dati del cittadino che usufruisce di un particolare servizio, a meno che il cittadino stesso non decida di palesarsi. Sarà il Cripto-Stato stesso a fornire il servizio di certificazione dell’identità digitale del cittadino a terze parti, preservandone l’identità fisica.
Il Cripto-Stato inoltre osserverà i più alti standard di sicurezza oggi esistenti e rispetterà il terzo livello (il maggiore) di standardizzazione di sicurezza web Application Security Verification Standard (ASVS) come indicato dal protocollo OWASP (www.owasp.org).
Il termine “Cripto” però assume anche un’altra valenza, evocando le antiche cripte, che nascono dalle catacombe, luogo simbolico dove i primi cristiani trovarono riparo dalle persecuzioni dell’impero romano. Oggi, in termini e simbolismo rinnovati, il Cripto-Stato è il luogo dove trova difesa il diritto di autodeterminazione dei popoli, messo sotto grave attacco dallo stato italiano (così come dallo stato spagnolo per quanto riguarda la Catalogna), goffa eredità storica “wanna-be” del fu impero romano.
Oggi siamo alla nascita del primo “territorio” liberato, da cui potrà prendere forma la Repubblica Veneta, digitale, che nel tempo si arricchirà di funzioni e servizi che potrà mettere a disposizione dei suoi cittadini.
L’assemblea costituente della Repubblica Veneta sarà quindi il suo prossimo logico e inevitabile passaggio istituzionale, proprio come proclamato il 21 marzo 2014 in piazza dei Signori a Treviso. Ciò avverrà per tramite dello stesso Cripto-Stato e al suo interno. Finora l’attività istituzionale della Repubblica Veneta è rimasta confinata in un ambito meta-giuridico e molto limitato da un punto di vista pratico, per quanto fondamentale sotto il profilo dei principi.
Il ruolo del parlamento provvisorio eletto nel 2015 si è quindi di fatto completato, anche se esso rimane virtualmente ancora in carica: ha però inevitabilmente esaurito la sua spinta vitale, data la natura volontaristica dei suoi membri e oggi viene un po’ meno anche il suo ruolo istituzionale. Resta ancora attiva la delegazione dei dieci, come organo di garanzia, fino al completamento del processo costituente: da un punto di vista pratico va detto d’altro canto che anch’essa ha ormai ben poca residua energia vitale, dato che anch’essa ha una natura prettamente volontaristica. Per tale ragione resta attivo il governo provvisorio, in particolare il suo comitato esecutivo, come organo operativo che supporterà tale processo costituente.
Ora la battaglia per l’indipendenza si sposta in un altro terreno. Da un lato eVenetia, che raccoglie la sfida tecnologica, fondamentale per raggiungere un grado evolutivo superiore, dall’altro la sfida economica, con la nostra business community e l’opera fondamentale di matrice di relazioni internazionali rappresentata da Plebiscito.eu Club e dal network strategico che ha saputo ispirare e contribuire a realizzare.
L’indipendenza del Veneto avverrà perché Venezia è tornata al centro delle nuove mappe del mondo, grazie alla nuova Via della Seta.
Plebiscito.eu per primo ha intuito tale nuovo paradigma e da più di tre anni ha avviato un progetto strategico per cogliere le opportunità che derivano dai grandi cambiamenti geopolitici e macroeconomici in corso.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
Comments (3)
caterina
Plaudo all’invenzione strategica che sicuramente ci proietta nel futuro che si apre a tutti coloro che sono attivi e operano in qualsiasi attività!
Io che non lo sono più data la mia età vorrei sentirmi insieme a quelli che camminano avanti a me e, anche se non uso neppure un assegno per pagare quando ne sono richiesta, vorrei comunque inserirmi fra loro… sono residente nella Repubblica Veneta ed ho anche in tasca la carta d’identità che mi ha rilasciata…
Domanda: posso inserirmi nella nuova formula di eVenetia?
mi piacerebbe…è il futuro e non si sa mai!
Gianluca Busato
Buongiorno Caterina: tutti coloro che avevano già fatto la carta di identità della Repubblica Veneta sono stati automaticamente registrati anche in eVenetia, quindi anche lei risulta già censita in Anagrafe. Basta loggarsi con la propria email, dopo aver richiesto una nuova password direttamente dal sito.
AndreaT
Buona Sera,
Tempo addietro si era accennato al fatto di una possibile criptovaluta veneta.
Se forniste qualche informazione osso mettere a disposizione hardware per il mining