Il regime di Mosca svela il suo piano: lo sterminio di massa del popolo ucraino e uno stop all’Indipendenza dei Popoli
Un editoriale delirante di Ria Novosti spiega il fine ultimo dell’invasione russa dell’Ucraina e del genocidio in corso, estendendolo a tutto l’Occidente
Qualche giorno fa abbiamo definito la Russia di Putin l’impero del male. Oggi pensiamo che anche questa definizione sia fin troppo ottimistica, dopo aver visto le immagini del genocidio compiuto a Bucha e in altre città dell’Ucraina da parte dei soldati russi. E non si può più accusare solo Putin di tali nefandezze, in quanto il livello di appoggio popolare nella popolazione russa verso tali crimini è così esteso da rendere tutti i russi responsabili, così come i tedeschi e gli italiani lo furono dopo la seconda guerra mondiale, al punto da pagare le proprie colpe con forti limitazioni di sovranità. Così come è ampio il consenso che Putin gode presso ampi strati di popolazione anche in occidente, grazie a un’opera certosina di disinformazione che non ha mai avuto praticamente soluzione di continuità dalla caduta dell’Unione Sovietica e dalla sua presa del potere al Cremlino.

Tacendo i ridicoli e non meno disgustosi tentativi (smentiti, come si può leggere qui) di delegittimare i video che riprendevano le strade piene di cadaveri dopo la fuga senza dignità dell’esercito russo da Bucha e da tutta l’area di Kyiv, la cosa che oggi ci ha fatto trasalire di più è una sorta di editoriale pubblicato dall’organo ufficiale del regime russo Ria Novosti, in cui un certo Timofey Sergeytsev teorizza che l’operazione di “denazificazione” dell’Ucraina deve evolversi nello sterminio di massa di tutti gli ucraini, nella loro “rieducazione”. Alcuni passaggi sono agghiaccianti e merita riportarli per capire fino in fondo cosa vuole ottenere la Russia da questa guerra che ha voluto a tutti i costi.

Questo Sergeytsev, dopo aver teorizzato la completa liquidazione di tutta la classe dirigente ucraina con parole folli, continua così: “tuttavia, oltre ai vertici, è colpevole anche una parte significativa delle masse, che sono naziste passive, complici del nazismo. Esse hanno sostenuto e assecondato il potere nazista. La giusta punizione di questa parte della popolazione è possibile solo attraverso una giusta guerra contro il sistema nazista”.
E ancora: “Un’ulteriore denazificazione di questa massa di popolazione consiste nella rieducazione, che si realizza attraverso la repressione ideologica (soppressione) degli atteggiamenti nazisti e una severa censura: non solo nell’ambito politico, ma anche necessariamente nell’ambito della cultura e dell’istruzione”.
Ovviamente tale “opera” non può che essere condotta dalla Russia secondo il fine teorico: “La denazificazione può essere effettuata solo dal vincitore, il che implica (1) il suo controllo assoluto sul processo di denazificazione e (2) il potere di garantire tale controllo. In questo senso, un paese denazificato non può essere sovrano. Lo stato denazizzante – la Russia – non può procedere da un approccio liberale riguardo alla denazificazione. L’ideologia del denazificatore non può essere contestata dal colpevole sottoposto a denazificazione”.
E tale processo non potrà essere breve, ovviamente: “I termini della denazificazione non possono in alcun modo essere inferiori a una generazione, che deve nascere, crescere e raggiungere la maturità nelle condizioni della denazificazione. La nazificazione dell’Ucraina è continuata per più di 30 anni, almeno a partire dal 1989, quando il nazionalismo ucraino ha ricevuto forme legali e legittime di espressione politica e ha guidato il movimento per “l’indipendenza” verso il nazismo”.

La colpa come sempre è dell’occidente è addirittura del concetto stesso di indipendenza di una nazione: “La particolarità della moderna Ucraina nazificata sta nell’amorfa e nell’ambivalenza, che permettono al nazismo di essere mascherato da desiderio di “indipendenza” e da un percorso “europeo” (occidentale, filoamericano) di “sviluppo” (in realtà – al degrado)”. E alla fine, in tale quadro allucinante, i nazisti ovviamente siamo noi occidentali: “Tuttavia, tutto quanto sopra non rende il nazismo ucraino una “versione leggera” del nazismo tedesco durante la prima metà del 20° secolo. Al contrario, poiché il nazismo ucraino è libero da tali strutture e restrizioni di “genere” (essenzialmente tecnologia politica), si dispiega liberamente come base fondamentale di qualsiasi nazismo – come razzismo europeo e, nella sua forma più sviluppata, americano”.
Persino il nome di Ucraina dovrà essere cancellato: “il nome “Ucraina” non può essere mantenuto come titolo di qualsiasi entità statale completamente denazificata in un territorio liberato dal regime nazista”.
Anche il concetto di Ucraina neutrale va stretto a questo teorico putinista: “In effetti, le loro aspirazioni politiche non possono essere neutrali: l’espiazione della colpa davanti alla Russia per averla trattata come un nemico può essere realizzata solo facendo affidamento sulla Russia nei processi di restaurazione, rinascita e sviluppo. Nessun “Piano Marshall” dovrebbe essere consentito per questi territori. Non può esserci “neutralità” in senso ideologico e pratico, compatibile con la denazificazione. I quadri e le organizzazioni che sono lo strumento della denazificazione nelle repubbliche appena denazificate non possono che fare affidamento sul supporto militare e organizzativo diretto della Russia”.
Poi si passa direttamente ai concetti di pulizia etnica, senza tanti fronzoli: “La denazificazione sarà inevitabilmente anche una deucrainizzazione, un rifiuto dell’inflazione artificiale su larga scala della componente etnica dell’autoidentificazione della popolazione dei territori della Piccola Russia storica e della Nuova Russia, iniziata dalle autorità sovietiche. Essendo uno strumento della superpotenza comunista, dopo la sua caduta, l’etnocentrismo artificiale non è rimasto senza proprietario. In questa veste ufficiale, passò sotto l’autorità di un’altra superpotenza (il potere che sovrasta gli stati): la superpotenza dell’Occidente. Deve essere restituito ai suoi confini naturali e privato della funzionalità politica”.

Con chicche come questa: “L’ucrainismo è una costruzione artificiale antirussa che non ha un proprio contenuto di civiltà, un elemento subordinato di una civiltà aliena e aliena”.
Il finale dell’editoriale costituisce quindi un avvitamento delirante su sé stesso di tali teorie che sono in realtà esemplificative del regime rosso-brunato che questi signori di Mosca intendono estendere alla stessa Europa, a noi stessi, alla nostra civiltà, al principio di Autodeterminazione dei Popoli, il loro nemico dichiarato.
Crediamo che esista un limite invalicabile oltre il quale nulla è più giustificabile. Intrattenere rapporti con costoro, farsi portavoce della loro opera di disinformazione di regime significa rendersi corresponsabili dello sterminio di massa di civili che l’esercito russo sta perpetrando in Ucraina.
Così come significa essere corresponsabili di Putin il dichiararsi contrari al rifornimento di armi legittime all’eroico popolo ucraino, ai partigiani ucraini impegnati nella loro resistenza, difesa e ora persino nella loro sopravvivenza umana e culturale.
Nel momento stesso, infatti, in cui l’organo ufficiale del regime russo teorizza in modo diretto lo sterminio di massa degli ucraini in quanto tali, la loro “rieducazione” di massa, la loro “pulizia etnica”, la cancellazione della loro koinè culturale e della loro stessa identità e persino del loro nome, noi non possiamo più dire “non lo sapevamo”.

In particolare, il passaggio contro l’indipendenza dell’Ucraina quale “peccato originale” dovrebbe far capire bene quanto stia a cuore il principio di Autodeterminazione dei Popoli a questi soggetti.
Ora lo sappiamo, ce lo hanno detto in modo ufficiale. E tra l’altro è fin troppo chiaro che i prossimi ad essere oggetto di tali “attenzioni” siamo proprio noi europei, senza distinzioni.
Slava Ukraini! Viva il Veneto indipendente! Viva la libertà di tutti i popoli del mondo dalle dittature!
Gianluca Busato
Plebiscito.eu
Rispondi