Indipendenza del Veneto: qualcuno a Berlino e a Washington potrebbe gradire
L’Italia sta entrando in rotta di collisione con l’Europa e la nostra libertà potrebbe essere nell’interesse di più di qualche potente attore
Molti amici e simpatizzanti veneti ci contattano chiedendoci di frequente le stesse domande: quando riusciremo ad ottenere l’indipendenza del Veneto? E come sarà possibile conquistarla? Ciò avviene particolarmente in questi giorni in cui la crisi del coronavirus ha prima mietuto molte vittime e ora comincia a far sentire il suo effetto anche dal punto di vista economico, con crescenti preoccupazioni per famiglie e imprese sul come affrontare un futuro che appare sempre più incerto.
Tale quadro preoccupante viene ahinoi particolarmente incupito dall’azione della classe politica italiana che si conferma una autentica iattura ad ogni livello. Come già commentato più volte, noi veneti abbiamo avuto la fortuna di avere un team tecnico sanitario di eccellenza con grandi scienziati, quali il prof. Andrea Crisanti, il prof. Stefano Merigliano e altri che sono riusciti a convincere la regione Veneto a “disubbidire” alla linea italiana permettendoci un contenimento del virus decisamente migliore rispetto alla vicina Lombardia, nonostante il contagio iniziale fosse avvenuto negli stessi tempi e in modalità simili.
Al di là della questione sanitaria, ora però emerge la gravità della situazione in cui versiamo anche dal punto di vista economico. L’infausta decisione del governo italiano di “spegnere” il sistema produttivo italiano ha infatti causato una paralisi economica, con la perdita di molti posti di lavoro e la chiusura di molte attività, ad iniziare dalle piccole imprese nei settori del turismo e della ristorazione, ma anche in tutto il mondo del retail e dei piccoli negozi, molti dei quali ancora non sanno quando potranno riaprire l’attività (sempreché siano sopravvissuti).
In questo scenario è quindi evidente che le risposte alle domande iniziali non sono né semplici né scontate. Per potervi rispondere a nostro avviso merita rifarsi all’esperienza di altre nazioni che hanno saputo ottenere l’indipendenza in diverse epoche storiche, ben consapevoli delle forti differenze al contorno di ogni situazione. Ogni processo di indipendenza a ben guardare sembra un piccolo miracolo, in quanto il nuovo stato che prende vita sembra spesso un Davide che sconfigge il ben più grande e forte Golia.
A ben guardare però qualche aspetto comune è sempre presente in quasi tutti questi processi di emancipazione popolare. E un fattore tra tutti risulta decisivo. Parliamo della capacità di crearsi un’alleanza internazionale che le classi dirigenti indipendentiste di questi nuovi Paesi hanno saputo dimostrare. Ecco perché nella risposta ai quesiti iniziali ci rifacciamo proprio a tale principio.
Il Veneto diventerà indipendente quando saprà costruirsi delle relazioni “privilegiate” con importanti partner internazionali. Così come poco più di un secolo e mezzo fa l’Italia seppe creare il proprio stato indipendente grazie all’appoggio delle potenze dell’epoca, in primis la Gran Bretagna, oggi il Veneto deve percorrere la stessa strada facendo proprio tale paradigma.
Noi crediamo in particolare che sarà cruciale il momento in cui verranno al pettine gli insormontabili nodi creati dal debito pubblico italiano, che già oggi è elevatissimo e promette di diventare mostruoso a breve. Appaiono infatti a dir poco ottimistiche le previsioni del governo italiano di raggiungere un rapporto debito pil del 155-160% così come appare fin troppo contenuta la stima di una perdita di pil del 10%. Non sarebbe affatto da sorprendersi se ci trovassimo con un pil che arretrerà del 15-20% rispetto al 2019 e di un debito del 180-200% rispetto al pil da qui a 6-12 mesi.
Tali cifre sono apocalittiche, ma ahinoi non così improbabili. Tant’è vero che ogni 2-3 giorni appare il politico o il banchiere di turno a ripetere il solito mantra: piuttosto che far nuovo debito è meglio attingere ai soldi dei risparmi degli italiani. Ultimo, ma non certo per importanza, il CEO di Intesa Sanpaolo Carlo Messina che sabato scorso ha proposto un piano assurdo di sovietizzazione del risparmio italiano, che secondo qualcuno apre la strada in realtà a un’ipotesi di blocco della libera circolazione dei capitali in Unione Europea.
A noi pare evidente che il percorso intrapreso dall’Italia e supportato da tutto il mainstream mediatico e politico possa entrare e con tutta probabilità entrerà in rotta di collisione con l’Unione Europea e con gli obiettivi strategici dei suoi più importanti Paesi in un periodo medio di 12-18 mesi. A quel punto lo scenario folle che si aprirà sarà quello dell’Italexit, con l’uscita dell’Italia dalla UE e dall’euro.
Ecco, questo è l’incidente “internazionale” cui secondo noi bisogna prepararsi. E che noi crediamo possa aprire nuovamente una finestra di opportunità possibile per l’indipendenza del Veneto e forse anche di altre regioni del nord Italia, Lombardia in primis. È infatti chiaro a tutti che il sistema produttivo veneto è perfettamente integrato con quello europeo e con quello tedesco in particolare. La Germania e gli altri stati del nord Europa in tale contesto avranno il grande vantaggio e la grande opportunità di favorire la nostra indipendenza, risolvendo il problema italiano senza buttare a mare il suo reticolo industriale.
Non dimentichiamoci poi che la Germania è stata forse il puntello fondamentale anche per l’ottenimento dell’indipendenza di altri paesi europei nella storia moderna, a cominciare da Slovenia, Croazia, Montenegro e così via. E che oggi appoggia la Scozia nel suo tentativo di indipendenza, che qualora diventasse maggioritario nella popolazione troverebbe un sicuro alleato a Berlino e quindi di conseguenza anche a Bruxelles.
Anche gli Stati Uniti potrebbero vedere di buon occhio un nuovo assetto statuale, che paradossalmente rafforzerebbe la loro influenza nell’area mediterranea e indebolirebbe i piani di influenza cinese e russa che negli ultimi anni paiono aver fatto breccia a Roma.
Prepariamoci pertanto nei prossimi mesi ad assistere a stravolgimenti del normale quadro di interpretazione dei fatti e organizziamoci per poterne essere protagonisti, riprendendo la nostra gloriosa storia di indipendenza interrotta brevemente poco più di un paio di secoli or sono.
Gianluca Busato
Plebiscito.eu
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