KURDISTAN E CATALOGNA, UN 1-2 CHE PUÒ DARE IL KO AL CENTRALISMO STATALISTA
Siamo alla vigilia di un grande momento di importanza storica. Per l’Europa occidentale, il referendum catalano potrà equivalere al crollo del muro di Berlino nell’Europa orientale, alimentando la volontà di indipendenza di Scozia, Fiandre e Veneto e di tutte le regioni storiche della UE
Il silenzio generale dei grandi commentatori sui grandi eventi di autodeterminazione dei popoli con i prossimi referendum di indipendenza di Kurdistan e Catalogna segna l’imbarazzo di molta parte delle élite politiche di gran parte degli stati centralisti.
Imbarazzo che talvolta lascia spazio al panico, come nel caso dei governi di Iraq e Spagna, dove traspare la sensazione di aver perso il controllo del territorio statale, a vantaggio di nuove realtà che emanano dai popoli.
Il Kurdistan darà inizio alle danze venerdì prossimo 25 settembre, coinvolgendo anche la provincia di Kirkurk nel voto del referendum di indipendenza, fortemente voluto dal presidente Barzani. Tale provincia non è curda da un punto di vista etnico, ma lo è diventata dal punto di vista socio-economico, poiché sono state le forze curde ad assicurarne la difesa e la stabilità, riconquistandola all’invasione dell’Isis, dopo che l’Iraq ne aveva perso il controllo. È inoltre particolarmente importante, per la presenza di un importante giacimento petrolifero, che garantirà al Kurdistan un’indipendenza anche economica di fatto. L’Iraq ovviamente protesta e in questi giorni approva misure tanto eclatanti quanto sterili che tentano di sottrarre il controllo legale del KirKurk ai curdi, ma il gioco appare disperato e senza speranza per Baghdad. L’ulteriore elemento che ha contribuito a creare le condizioni storiche favorevoli all’indipendenza del Kurdistan è dato proprio dalla sua natura di stato cuscinetto che si è venuto a formare tra potenze regionali che non sono riuscite a trovare un proprio equilibrio, Iran, Turchia, Iraq in primis, che con lo scoppio della guerra con lo Stato Islamico hanno visto gli eroici Peshmerga conquistarsi sul campo il diritto di fatto all’indipendenza, prima contenendo e quindi sconfiggendo l’Isis da un lato e nel contempo cementando il controllo del territorio, prima e più importante condizione propedeutica alla sovranità. Sarà quindi interessante nel prossimo futuro vedere se emergerà anche lo spazio per la creazione di un “grande” Kurdistan con la parte ora in territorio siriano e controllata sempre dai curdi, pur di altro orientamento politico rispetto al KDP di Barzani. Se ciò avverrà si concretizzerà la grande paura di Erdogan di un possibile collegamento con i curdi oppressi dalla Turchia, che costituiscono un quarto dell’intera popolazione dello stato turco.
Il prossimo 1° Ottobre sarà quindi la volta della Catalogna, che grazie a una classe dirigente indipendentista coraggiosa e preparata ha saputo ritagliarsi una finestra straordinaria per celebrare il proprio referendum di indipendenza. Referendum che vede il governo spagnolo di Rajoy disperatamente impegnato in una politica di censura e repressione d’altri tempi, che a molti fa temere un nuovo 1936. In realtà ciò che pare emergere in questi giorni è una straordinaria prova di unità e resistenza del Popolo Catalano. Ormai pare scontato che il governo catalano ad ogni livello abbia già intrapreso l’esercizio della sovranità e che a nulla possa servire il tentativo poliziesco e che puzza di regime antidemocratico da parte dello stato spagnolo di chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati. Qualche giorno Rajoy ha visitato Barcellona e ha dovuto rinchiudersi in una sala di un hotel, guardato a vista dalla Guardia Civil. Crediamo che il rapporto di fiducia e di normale obbedienza istituzionale tra il governo di Madrid e la classe dirigente catalana sia irrimediabilmente svanito. Anche il Popolo Catalano non ha più paura di mostrare la propria volontà di disobbedire al governo spagnolo, con manifestazioni di piazza continue contro i soprusi spagnoli che hanno ridato vita allo spirito dittatoriale di Franco.
Per quanto ci riguarda più da vicino, come europei, in particolare per l’Europa occidentale, il referendum di indipendenza della Catalogna ci pare un po’ un episodio analogo al crollo del muro di Berlino che aveva permesso all’Europa orientale di affrancarsi dal comunismo sovietico, dando vita a moltissimi nuovi stati indipendenti. Ora sembra di vivere la vigilia di quel momento, da questa parte d’Europa. Grazie a tale avvenimento storico sarà quindi più semplice ottenere l’indipendenza anche per altre regioni storiche d’Europa: la Scozia, le Fiandre, la Corsica, la Sardegna e il nostro Veneto in primis, dando vita all’allargamento interno dell’Unione Europea.
Comunque si svolgeranno, siamo alla vigilia di giorni di grande emozione e di fondamentale importanza storica nel segno della libertà.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
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