LA FISCALITÀ NON PUÒ E NON DEVE ESSERE L’UNICA FORMA DI LEGAME TRA L’INDIVIDUO E LO STATO
La repubblica veneta sta celebrando il suo Tea Party, come i patrioti di Filadelfia, e poi di Boston, e poi di Chestertown tra il 1773 e il 1774.
Nel frammento originario del Faust di Goethe, un personaggio esclama:
“Caro Sacro Romano Impero,
com’è che sei ancora intero?”
Non sarebbe rimasto vivo a lungo, nel 1806, dopo 1006 anni di vita gloriosa a lungo, e almeno un secolo e mezzo di decadenza, l’Impero veniva formalmente sciolto. L’Impero d’Austria che ne nacque, peraltro molto rispettoso della “nazione veneta” cui rese omaggio perfino l’Imperatore, non era né poteva essere più “sacro” o “romano”.
Quando vi è solo e soltanto un legame formale tra i cittadini e uno Stato, un legame di coercizione fiscale – ti prendo quel che io decido con la minaccia e l’uso della forza – quando ogni altro legame morale è dissolto, quel legame formale da solo dice solo due cose: che quello Stato è morto, e che l’individuo, il cittadino, la persona, è già libero, prima ancora che qualcuno lo riconosca come tale. Prima che la sua libertà, dichiarata, dia vita ad una nuova forma politica in cui oltre al legame di coercizione fiscale, vi siano altri legami e maggiori legami, di carattere morale. Essenziali per ogni comunità estesa, e per la famiglia stessa, la prima delle forme associative dell’individuo.
Vi Sono stati che hanno richiesto ai cittadini tributi di sangue mostruosi, come avvenne nella prima strage mondiale, e anche nella seconda. Perché proprio questi sacrifici immondi divennero miti fondativi di tali stati? Perché la retorica al servizio della politica truffaldina, menzognera, e assassina, poneva e pone una domanda allucinante: “Come, 600.000 individui hanno dato la vita per questo Stato, e voi, a cui non è più richiesta la vita, rifiutate la vostra proprietà, un sacrificio molto minore?”.
Sono le parole del Diavolo e la Chiesa dovrebbe evitare di sottoscriverle, dovrebbe avere almeno timore di un qualche Lutero digitale, che la ponga prima in ridicolo, e poi in crisi vera. Per fortuna non tutta la Chiesa la pensa così.
La fiscalità non può e non deve essere l’unica forma di legame tra l’individuo e lo Stato. La repubblica veneta sta celebrando il suo Tea Party, come i patrioti di Filadelfia, e poi di Boston, e poi di Chestertown tra il 1773 e il 1774.
Se viene legalmente operata una rivoluzione fiscale, è perché ormai viene riconosciuta la titolarità, alla repubblica veneta, della fiscalità. Proprio perché la repubblica veneta non fonda il legame tra i suoi cittadini e se stessa solo sulla fiscalità, poiché è appena nata. Vi sono motivi ideali, morali, nella nascita di ogni nuovo Stato, poiché nel vecchio Stato la forma di appartenenza era decretata, con la violenza, solo da motivi materiali. Nessuna intimidazione fonda la comunità umana. Quelle famiglie stesse, fondate sulla violenza, il ricatto e l’intimidazione, sono famiglie aberranti, sono deviazioni dall’ordine naturale, la cui sussistenza è precaria. Figuriamoci quando su intimidazione, violenza, e ricatto, si vogliono fondare comunità maggiormente estese di individui.
La Storia si ripete solo perché il Male non viene mai definitivamente sconfitto.
La vittoria di Dio su Satana è sempre rimandata in avanti, come l’angelo della Storia di Paul Klee, che un vento vorticoso trascina verso il futuro, con il volto però rivolto all’indietro, in un passato che è solo un mucchio di rovine, che s’accresce vertiginosamente.
La fiscalità deve fondarsi su di un nuovo patto costitutivo di una comunità che si dà spontaneamente la forma di nuovo Stato. Poiché lo Stato sottrae ricchezza per quel che dovrebbe essere il bene comune, o anche solo la quota di appartenenza ad un club esteso, nessuno Stato può sottrarre più del minimo dovuto, e stabilito democraticamente dagli stessi cittadini, e questo è nella repubblica veneta. Il bene comune è la sommatoria del bene di ogni singolo cittadino, e a quest’ultima sussidiario. Ogni stato che ponga nei propri principi fondativi, ovvero nella propria costituzione, la non sottoponibilità a decisione referendaria (ovvero sottragga alla decisione del popolo) delle proprie aliquote fiscali, è una dittatura. E come una dittatura deve essere trattato e considerato dal concerto delle nazioni.
La dittatura è la negazione non solo della civiltà del diritto, ma di ogni civiltà.
Gli Stati muoiono quando sottraggono la proprietà individuale nella misura in cui violando la proprietà, un diritto naturale, ne violano anche un altro, quello alla vita. Gli Stati che mettono in pericolo di vita i loro cittadini sono entità morte, sono sovrastrutture che occorre scrollarsi di dosso, sono il contrario, detto propriamente, di quel che dovrebbero essere e quello per cui sono nati secondo ogni dottrina liberale moderata, da John Locke in poi: non garantiscono e non proteggono, depredano e uccidono.
La repubblica veneta non sarà, anzi, non è così.
Vicenza, 11 aprile 2014
Paolo Luca Bernardini
Comments (26)
bellingianfranco
buona la programmazione magari con sms veneti vuole votata!!!!!!!!……………. WSM…….
GINO
grasie Bernardini par e to bee paroe
CrisV
Sempre eccelso il caro e dotto amico, Paolo Luca Bernardini.
Se mi è concessa una sola, semplice aggiunta, unirei questa citazione dello scrittore Curzio Malaparte :
” A giudicare dai lamenti, dalle minacce, dalle esortazioni e dalle preghiere dell’on. Scalfaro, si direbbe che l’Italia sia un sobborgo di Sodoma, la Bestia dell’Apocalisse, un museo dei vizi, una scuola di depravazione, una sentina d’impurità ed una nazione infine senza pudore né dignità. ”
(da Due anni di battibecco, 1953-1955, Aria d’Italia, 1957; citato in Roberto Gervaso, I sinistri, Ed. Mondadori)
AleD
Io avrei concluso con:
viva san marco, dio caro!
Sarebbe stata una chiusura perfetta.
CrisV
” Il Veneto è la mia Patria. Sebbene esista una Repubblica Italiana, questa espressione astratta non è la mia Patria. Noi veneti abbiamo girato il mondo, ma la nostra Patria, quella per cui, se ci fosse da combattere, combatteremmo, è soltanto il Veneto. Quando vedo scritto all’imbocco dei ponti sul Piave fiume sacro alla Patria, mi commuovo, ma non perché penso all’Italia, bensì perché penso al Veneto. ”
citazione di GOFFREDO PARISE (da Il Grande Libro del Veneto, a cura di Enrico Sturani, A. Mondadori Editore, 1985)
veroveneto
Grande crisv che bel inno me lo sto imparando a memoria e lo canto perché è una figata
Albert
Confrontate il contenuto con l’inno italiota,gente ! e meditate,meditate !
caterina
Un intellettuale che opera finalmente per costruire una società migliore e mette al servizio di questo obiettivo la sua cultura e il suo impegno di ricerca: nelle sue parole la storia, che diventa maestra di vita per quello di buono che ha prodotto e per quello di pessimo che dobbiamo individuare per evitarlo e combattere…
Disturba tanto a personaggi tipo Aled qui sopra che nelle nostre file possiamo annoverare personaggi illuminati come il Prof.Bernardini, che dà profondità e nutrimento al nostro faticoso ma entusiasmante percorso verso la libertà.
Grazie Professore!
Con gioia ancora più forte gridiamo Viva San Marco! sempre!
Gilles Olivier Lebrun-Piaser
Articolo molto interessante; bellissime fotografie !!! 😉
Alberto Veneziano
SOSTITUTO D’IMPOSTA
Io lavoro per qualcuno e quello mi paga, non sarebbe più semplice? Nella mia ingenuità immagino il mondo del lavoro regolato da questo banale rapporto, ma evidentemente sono un sempliciotto perché la realtà non è questa. Nella realtà colui a cui fornisco le mie prestazioni mi dà una fetta del compenso, una fetta sempre più ristretta, si dice meno di un terzo, e la fetta grossa la dà ad una entità terza che così ha deciso che debba essere.
Non mi ha certo chiesto se sono d’accordo, l’entità, ha deciso così per cui si fa così, chi è?
E’ lo stato padre padrone. Essendo io nato cittadino e quindi sottoposto alle leggi dello stato sono evidentemente da considerare un perfetto deficiente bisognoso di tutela. A quanto pare, se io fossi lasciato libero di disporre del mio compenso, lungi dal preoccuparmi del futuro, scialacquerei quasi tutto in nutella, droghe, giochi, suv e donnine. Per questo motivo è necessario e doveroso l’intervento di una organizzazione pluri articolata che mi salvi da me stesso.
Questa benefica e ramificata organizzazione, oltre a darmi un ottimo lavoro e una bella casa in ambiente curato e vivibile, amministra la giustizia celermente e con grande equità. Provvede a me qualora io fossi vittima di una malattia e lo fa in maniera solerte, efficiente e sempre con ottimi risultati. Fornisce ai miei figli una istruzione impeccabile, plasmando la materia grezza che io fornisco fino a farne dei cittadini esemplari, consapevoli ed impegnati. Fa in modo che io sia sempre pienamente occupato in attività che siano adeguate alla mia capacità in modo che io possa dare il mio contributo. Quando sarò in età da pensione potrò finalmente riposare, curato e vezzeggiato, potendo disporre di un congruo vitalizio.
Vista l’entità delle agevolazioni che ricevo, è abbastanza sorprendente che io sia così ingrato da pensare, come ho detto all’inizio, che forse sarebbe più semplice se lo stato non si dovesse prendere tanto disturbo, ma così è, l’uomo è ingrato. Ingrato e malfidente. Come dice il proverbio : “Chi non si fida non è a fidare”. E purtroppo, con la cenere sul capo, devo confessare la mia colpa: a volte ho brutti pensieri, a volte mi faccio traviare da cattivi compagni e comincio a dubitare.
In quella intrigante fonte di nequizia chiamata internet si scrivono cose tremende. Si arriva a dire che un uomo benedetto dall’alto con un cognome che di per sè è fonte di letizia, un cognome che evoca la primavera, rondini e resurrezione, un uomo che giorno e notte si occupa dei miei contributi per accrescerli a farmi avere un domani una degna pensione, si dice di quest’uomo che in realtà è un bieco accaparratore di poltrone. Si arriva ad insinuare che degli onesti servitori dello stato pur avendo un solo fondoschiena facciano a gara per riuscire ad avere più posti a sedere. Com’è possibile? Che senso ha? I peggiori insinuano che non siano le poltrone l’obbiettivo bensì i compensi che vi corrispondono!
Sotto questi colpi la mia fede vacilla. Vi sono loschi individui che hanno instillato nella mia mente debole il dubbio sul “sostituto d’imposta”. Dopo l’angelo custode che non siede più sulla mia spalla destra si vuole che io mi erga superbo ad esternare frasi eversive come quella che ho scritto all’inizio questo sfogo. Qualcuno mi aiuti a ritrovare la fede nello stato! Santa Boldrini martire aiuta un povero cittadino confuso.
AleD
@CATERINA: a me non da nessun fastidio, avevo solo messo li un suggerimento per chiudere il pezzo in modo perfetto.
Quando si incominciano a tirar fuori discorsi su religione, fede, male e bene applicando assolute certezze e condanne, beh, cari miei, si entra in pieno fanatismo.
Comunque, per carità, contenti voi…
mario
A breve ci saranno le elezioni europee, che succederebbe se il 70-80% dei veneti ( quelli favorevoli all’ indipendenza ) non andassero a votare.
Sarebbe un segnale abbastanza forte ?
Thomas
Finalmente è tornato AleD! Quasi quasi ne sentivo la mancanza (come no!).
Comunque condivido in pieno quel che dici sul fanatismo religioso. Per esempio è esecrabile pensare di essere il popolo eletto o che Dio si schieri dalla parte del tuo popolo in quanto tale.
Dov’è che questo accade? Mmmm fammi pensare…. ah ecco:
“Dov’è la Vittoria? Le porga la chioma, che schiava di Roma Iddio la creò”. Poi c’è anche quel “uniti per Dio” nell’ultima strofa ma sorvoliamo…
Di cosa si parlava? Religione, fede… ah ecco, Fanatismo!
mauro/1
Credo Mario che andare a votare sia un segno di civiltà, magari invogliati a votare candidati veneti.
caterina
a me, Mauro, per andare a votare non basta più che siano veneti, ma è fondamentale che non siano candidati di partiti… e oggi come oggi non ce n’è nessuno… capisco che uno può votare se dà un voto di affezione perchè il candidato è suo fratello o suo padre o suo protettore(!), ma se non ho indicazioni dalla neonata Repubblica Veneta su chi dobbiamo cercare di mandare in Europa perchè ci rappresenterà al meglio che gli sarà possibile, io non andrò a votare perchè mi sentirei di tradire me stessa che ho votato per farla nascere questa nostra Repubblica Vaneta!
AleD
@THOMAS: ma si dai, se c’è merda in giro perché non riusarla spacciandola però per novità? Perfetto.
giancarlo
Lo Stato Veneto che sogno è completamente diverso da quello Italiano da cui non dovremo copiare nulla.
Il nostro Veneto dovrà essere diverso e migliore.
Tutti collaboreranno alle sue istituzioni e dovrà diventare uno stato simbolo e di esempio al mondo come lo fù la Serenissima.
DURI AI REMI FIOJ CHE DOVEMO FAR TANTA STRADAAAAA!!!!
LA FAREMO INSIEME E GNISSUN RESTARA’ INDRIO.
WSM
mauro/1
Mario, pensavo che mi avresti risposto così, purtroppo non ho tanto tempo per scrivere, ma non ci dobbiamo dimenticare che in questa fase storica, gli eventi non li decidiamo ancora noi. E’altrettanto vero che certe prese di posizione possono cambiare questi eventi, ma non dimenticare che il futuro non è solo il VENETO ma anche il resto del mondo.A denti stretti a volte ci dobbiamo adattare, ma sono d’accoddo con te, non bisogna mollare.
mauro/1
… scusa Caterina.
Carla
Aled.Gente come te invece le novità non le ha.Tu parli di merda e sei merda secca.Inutile anche solo per concimare.
Gilles Olivier Lebrun-Piaser
Molto interessante come testo… E bellissime fotografie !
Gilles Olivier Lebrun-Piaser
Scusate fratelli ! Non avevo visto il primo commento… E vero che sono da poco su Linux SUSE e che devo abituarmi a usarlo… 🙂
AleD
@CARLA: bah, meglio una merda consapevole o una merda che deve ancora capire di esserlo, o che magari non potrà mai capirlo perché mai ci arriverà?
Non si diceva beata ignoranza?
CrisV
> Aled.
In quanto a ignoranza Aled, la tua è la sommità imperiale della stessa.
Seconda solamente alla tua tracotante demenza congenita, che suppone di fallare i nostri concetti identitari, sulla base di storture mentali vanesie.
” Guardate quest’uomo: sembra un deficiente e parla come un deficiente, ma non lasciatevi ingannare: è veramente un deficiente! ” ( Groucho Marx )
Per il deficiente : Da non confondersi con Karl Marx, ….mi raccomando 😀
Carla
Bravo Crisvi.Chi come Aled parla spesso di merda è perchè sa di essere una merda.Consapevole o meno sempre quella è.
Carla
Bravo Crisvi.Chi come Aled parla spesso di merda è perchè sa di essere una merda.Consapevole o meno sempre quella sostanza è.