LA VIA POLITICA ALL’INDIPENDENZA RISCUOTE SUCCESSO
Dopo Eva Klotz (STF) per il Sud Tirolo, anche Junqueras (ERC) per la Catalogna indica la strada indicata da Plebiscito.eu per l’indipendenza del Veneto
Domani a Treviso daremo il via al progetto istituzionale della Repubblica Veneta. L’appuntamento è alle ore 9.30 presso l’hotel Maggior Consiglio. Sono previsti diversi interventi di presentazione delle prime idee programmatiche in vari settori.
Come veneti daremo il nostro massimo sostegno al Popolo Catalano, impegnato in una importante giornata di celebrazione della libertà di espressione, attraverso una consultazione popolare per l’indipendenza della Catalogna, che secondo modalità ovviamente caratteristiche, segue il corso dell’esperienza già fatta dal Popolo Veneto il 16-21 marzo 2014, con un pronunciamento plebiscitario a favore dell’indipendenza che ha raggiunto l’89,10% dei votanti con oltre 2 milioni e 100.000 veneti favorevoli.
Domani sarà anche il momento ideale per fare la chiarezza che serve sui percorsi per ottenere la piena indipendenza del Veneto, nel momento in cui si fa evidente che alcune proposte che facevano leva sull’impegno della Regione Veneto e della rappresentanza leghista sono venute meno, sacrificate sull’altare della politica italiana. La misera cifra finora raccolta di 76.000 euro sui 14 milioni necessari per poter dare corso alla legge regionale 16 lo stanno a testimoniare, seppellendo le residue speranze di alcuni di poter organizzare in breve tempo un nuovo referendum regionale per l’indipendenza del Veneto. A questo ritmo la cifra si raggiungerebbe nel 2029.
Ancor meno realistico è poi pensare di fare una dichiarazione unilaterale di indipendenza partecipando alle elezioni regionali come intendono fare alcuni indipendentisti o pseudo-tali in coalizione con la Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia et similia.
Sapere queste cose non è un male, in assoluto, anzi. Infatti, tali notizie permettono di fare chiarezza. Chiarezza innanzi tutto sul metodo da non seguire per realizzare concretamente l’indipendenza.
Il percorso individuato da Plebiscito.eu, che prevede invece un accordo politico che in cambio della nostra immediata indipendenza veda il pagamento di una parte del debito pubblico italiano in pro quota, ora riscuote sempre più successo e seguito anche internazionale. Dopo infatti la Süd-Tiroler Freiheit di eva Klotz, giovedì scorso è stata la volta di Oriol Junqueras, leader di Esquerra Republicana de Catalunya (ERC), primo partito catalano, che in un’intervista a Bloomberg ha ripercorso per la Catalogna la medesima strada aperta da Plebiscito.eu per il Veneto.
Ciò ci rende particolarmente felici, in quanto l’aver individuato per primi il percorso concreto per ottenere la nostra libertà implica anche la responsabilità di aver intrapreso una strada che assicuri la libertà e il benessere dei Popoli che seguono in modo civile e con mezzi della modernità la via della propria autodeterminazione. L’indipendenza, in un modo sempre più interdipendente, si persegue con la capacità certamente di dare ascolto ai segnali che provengono dalla pancia, ma anche facendo battere il proprio cuore, mettendo in moto la propria testa e perseguendo senza indugio l’azione di responsabilità che ne consegue.
Per questo i veneti consapevoli domani mattina si troveranno a Treviso, per dare inizio al Progetto Istituzionale della Repubblica Veneta.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
Comments (21)
fulvio
Domani mattina tutti a Venezia!
caterina
Fulvio, ma allora non hai capito niente… credevi forse di postare su un altro sito!… è altrove…
veroveneto
Domani mattina tutti a TREVISO!
veroveneto
Ragionando, chi ha votato il referendum digitale dovrebbe essere interessato più venire a treviso, visto che plebiscito.eu è stato l’unico a farci votare.
Simone
Mi sa che renzi ci manda l esercito a Treviso, come la catalogna adotta le Serenissime strategie anche renzi adotterà quelle del governo spagnolo
Giancarlo dal Portogallo
Oggi, domenica 11 di novembre, piccoli pensieri che mi passano per la testa, relativamente a questa importante giornata per moltissima gente.
Inquanto a Berlino si celebra il 25° anniverario della caduta del muro che divideva e toglieva la libertà, non solo a un popolo, ma anche a molti europei e non solo (che io ho vissuto da vicino – vivevo nella BRD), i catalani fanno il loro importante passa con un plebiscito che non si può chiamare così, perché proibito dal governo centrale madrileno e dal tribunale costituzionale, che fianlmente, al posto di difendere i diritti di un popolo, li reprime.
Vorrei ricordare che la propria Angela Merkel, originaria della DDR, fece questione di dire che quando il muro cadde «questo giorno fu un giorno que ci mostrò che il desiderio di libertà non può essere eternamente soppresso».
Libertà raggiunta senza violenza, di forma pacifica e democratica.
Quando è iniziata l’unificazione d’Italia, è iniziato un processo d’allargamento del territorio dei Savoia… e noi siamo stati assorbiti sotto uno slogan che non ci sta bene.
Noi non abbiamo bisogno di loro, noi abbiamo bisogno della nostra indipendenza e autodeterminazione.
Viva San Marco
Giancarlo dal Portogallo
OPS, 9 di novembre
giancarlo
Caro Simone, esternazioni di basso livello le tue.
Vorrei proprio vedere una cosa del genere e come finirebbe l’italia difronte
al contesto internazionale adottando misure così antidemocratiche.
Manco fossimo difronte ad una guerra civile conclamata.
Questa sera o domani mattina sapremo com’è andata a finire in Catalogna le votazioni e poi ne riparleremo.
WSM
giancarlo
Mai visto in vita mia che un referendum debba essere pagato direttamente dai cittadini.
Se non volevano farlo sarebbero stati più onesti a non votare alcunché !!
Adesso invece ci fanno la figura opposta, cioè di coloro che hanno paura di perdere la carega e quindi persone non interessate alla libertà del Veneto ma solo ai propri interessi personali o di bottega partitica.
Hanno solo da vergognarsi. Le urne sapranno fare giustizia!!!!
WSM
giancarlo
I DUE MARO’.
Che gli stati costituiti a fine 800 primi 900 siano solo ed unicamente per lo status quo tutti ormai lo sanno.
Che gli stati tutelino più loro stessi e relative istituzioni che i loro popoli a cominciare dall’italia dalla Spagna e dall’Europa…è cosa conclamata.
Ma che si arrivi a non difendere e liberare propri cittadini e magari militari come i nostri due Marò è una schifezza assoluta.
Per salvaguardare gli interessi dei soliti pochi…parlo di alcuni industriali si è arrivati ad abbandonare i due fucilieri e tutte le manfrine per fare vedere che si stava facendo qualcosa per loro sono tutte naufragate nel NULLA!
Lo dico con fermezza. Per me valgono più due persone che affari di milioni di euro. Lo dico anche con la massima forza, se io avessi avuti poteri per farlo avrei mandato al largo delle coste INDIANE una task-force del battaglione SAN MARCO per liberare e portare in italia i due Marò.
Uno stato che non riesce a difendere o liberare quando è necessario i propri cittadini è uno stato moralmente deplorevole e fallimentare.
Adesso c’è Gentiloni al ministero degli esteri….cosa potrà mai fare ??
Quando c’è un problema difficile da risolvere cosa si fa in Italia ?
SI CAMBIA !!! Non andava più bene la BONINO che era già a buon punto con l’INDIA….adesso signori italiani si cambia !! E via cos’ sempre !!!
V E R G O G N AAAAAA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
(Fil de Fer)
Claudio
Mi chiedo: in catalogna che parlano di intendenza da tempo immemore con un referendum simbolico come quello di plebiscito ottengono l’80% di si, ma va a votare solo il 30% degli aventi diritto. La butto li solo come riflessione perché a distanza di mesi della certificazione dei voti manco l’ombra e tutti ancora convinti che in Veneto abbia votato oltre il 50% dove, nel mio paese ad esempio quasi nessuno sapeva del referendum ed in municipio nessuno ha chiesto i dati anagrafici per l’invio delle lettere con i codici di voto. Continuo ad essere perplesso.
Luca
@giancarlo
il fatto che potrebbero essere colpevoli di omicidio è un fatto secondario?
@claudio
se continui ad essere perplesso ripassati il principio del rasoio di Occam
caterina
Claudio, dovresti prendertela forse col tuo sindaco che sarà fra quella ventina che non avendo voluto fornire per una propria restrittiva concezione della democrazia e del loro ruolo le liste elettorali non ha permesso a Plebiscito di inviare agli aventi diritto la lettera con il relativo codice segreto…per fortuna che si poteva supplire registrandosi via telefono o computer per avere un codice segreto da usare per votare e tanti così hanno fatto… e comunque il 64 per cento degli aventi diritto al voto l’hanno espresso, al punto di arrivare ai duemilionitrecentomilaepassa di voti dei quali l’89 per cento ha votato SI all’indipendenza per cui il 21 marzo a Treviso in una commovente esplosione di gioia è stata ufficialmente proclamata…
Ora pertanto si sta procedendo a mettere a punto quanto necessario per l’attuazione dell’indipendenza e non sentirti escluso! se vuoi dare anche tu il contributo della tua esperienza, basta che rispondi all’invito che è stato lanciato attraverso questo sito a tutti i Veneti… e, quanto al voto che è importante quando si vuol partecipare, vedrai quante volte saremo invitati a esprimerci nello stesso modo cioè via computer o telefono sulle decisioni che si andranno a prendere…perchè così funzionerà la democrazia diretta che nella Repubblica Veneta si instaurerà… in Svizzera lo fanno da tempo.
Peccato che non sei venuto a Treviso domenica scorsa…comunque ti assicuro, si stanno facendo passi da giganti…la meta è vicina!
luca
@caterina
mmm no. Le liste elettorali sono documenti pubblici, si possono richiedere per certi motivi pagandoli. Il sindaco non si può opporre a niente (anche perché le rilascia l anageafe) quindi li l errore è stato nell organizzazione.
P.s. nelle liste elettorali non c è il numero della carta d identità
Claudio
Caterina, non so perché’ ma i miei commenti non vengono pubblicati, forse sono scomodi? Il mio comune e’ a guida leghista e si tratta di uno dei comuni dove la richiesta del referendum e’ stato discusso e approvato in consiglio comunale. Tolto ogni dubbio su questo fatto la procedura e’ chiara: paghi per avere le liste elettorali che pero’ non sono agganciate al numero di carta d’identità. L’anagrafe del mio comune mi ha detto che dopo aver ricevuto richiesta da parte di plebiscito delle liste elettorali non hanno più pagato la tassa e quindi lei del mio comune non ha inviato nessun dato elettorale. Poi cosa vuoi: mi copio il n. di carta d’identità dei miei famigliari, li registro tutti con una propria email, voto per loro ed il gioco e’ fatto. Pensi sia complicato? Venendo alla Svizzera, be’ sappi che io da Veneto in Svizzera ci lavoro da qualche anno e ti posso dire che la democrazia diretta ha molte cose che non vanno, soprattutto quando i cittadini sono chiamati a rispondere su domande complesse di cui non conoscono i dettagli oppure i dettagli sono complicati per il cittadino medio. Sara’ un fatto ma negli ultimi 10 anni le votazioni popolari hanno avuto una media di affluenza del 45%, un po’ pochino non ti sembra per dire che i cittadini decidono per se stessi?
Claudio
Bello vedere che i miei commenti sono sistematicamente cancellati. Viva la democrazia.
caterina
Luca, ti mancano diverse informazioni…
io ho ricevuto come tutti nel mio comune la busta chiusa con dentro un codice segreto con cui votare col telefono o il computer…ma essendomi registrata prima per votare fornendo i dati del mio documento e ricevendo sul computer un codice personale da usare per votare ad apertura del referendum, mi è venuto comodo usare questo codice…se avessi usato poi quello che ho trovato nella busta, la risposta era “hai già votato”…non si può votare due volte!… l’elettronica ha fatto passi da gigante e dà molte più garanzie del cartaceo, come si sente spesso per le votazioni tradizionali… perciò nessuno ha ancora potuto smentire i risultati del referendum digitale che abbiamo fatto a marzo, al quale ha votato il 64 per cento degli aventi diritto al voto, di cui l’89 per cento ha scelto il SI all’indipendenza.
Forse il tuo voto non c’era…forse ti dispiace, comunque non avrebbe cambiato il risultato…se non ovviamente in misura milionesima di percentuale.
Claudio2
Caterina, ho provato a rispondere inverse volte ma mi cassano sempre i commenti (viva la democrazia). Il mio comune e’ a guida leghista ed uno dei comuni che ha approvato il referendum per l;’indipendenza. La questione e’ solo di regole, per chiedere le liste elettorali devi pagare, se paghi non c’e’ sindaco che tenga. Nel mio comune non hanno pagato quindi niente liste elettorali, fra l’altro le liste elettorali non sono legate alle carte d’identità. Secondo: a casa mia potevo copiarmi i numeri di CI di tutti i miei famigliari maggiorenni e votare per tutti loro senza che loro lo sapessero, concordi? Terzo: in Svizzera dove da Veneto lavoro la democrazia diretta funziona da anni ma a quanto pare non e’ un sistema così soddisfacente visto che negli ultimi 10 anni la media dei votanti rispetti agli aventi diritto e’ stata del 45%. Pare che su alcune questioni il cittadino medio non abbia la più’ pallida idea di cosa fare alle votazioni quindi non ci va.
PerCaterina
Il comune a cui ci si sta riferendo e’ uno dei firmatari del referendum ed e’ a guida leghista. La richiesta delle liste elettorali (che comunque non hanno nulla a che vedere con i numeri di carta d’identità) va presentata all’ufficio elettorale e si paga la tassa, tutto molto chiaro. Plebiscito non ha voluto pagarla pertanto le liste non sono state fornite. Detto questo per il sistema di voto ti posso garantire che in una famiglia di 5 persone maggiorenni basta che uno solo si prenda in carico le 5 lettere per attivare 5 indirizzi di posta elettronica e votare per 5 persone. Oggigiorno nei nostri computer ci sono gli scan delle carte d’identità di tutti i membri della famiglia quindi non e’ difficile abusare del diritto di voto. Puoi credere quello che vuoi ma dal comune di cui parlo di oltre 3000 abitanti non e’ uscito un dato relativo i residenti. Pensi che sia un caso raro? Ho chiesto spiegazioni e non e’ arrivata alcuna risposta. Buona giornata.
PerCaterina
In aggiunta rispondendo con lo stesso tono con il nickname e la mail associata precedente mi hanno sempre cancellato i commenti oppure tenuti in attesa di moderazione per giorni. Viva la nuova repubblica Veneta centrata sulla censura.
luca
@caterina
Che i numeri non possono essere smentiti é una tua opinione, come quella che qualcosa di “elettronico” funziona meglio della controparte tradizionale, però magari te ne sai più di me visto che ho solo una laurea in ingegneria informatica.
In realtà di punti deboli ce ne sono e sono stati fatti notare (mentre plebiscito ha dato solo i numeri di marzo) solo che non si vogliono vedere o che si etichetta chi lo fa come italiota/pagato dai partiti/troll etc etc.