LACRIME E TASSE? NON DAPPERTUTTO.
Relazione introduttiva al Dibattito Territoriale “Quale fiscalità nella Nuova Repubblica Veneta?” a Cittadella il prossimo 27 Giugno 2014 ore 20:45 presso sala convegni Torre di Malta
“Quando tassiamo trattiamo con il fuoco e, senza un attento controllo possiamo facilmente bruciare fino alle fondamenta tutto ciò che abbiamo costruito, e le nostre speranze per un mondo migliore possono andarsene in fumo.”
L’avvertimento che ci dà Charles Adams sembra calzare alla perfezione con quanto sta accadendo oggi in Veneto, come in altre (poche) regioni produttive della penisola.
Il rischio di perdere in breve tempo alcuni tra i più fitti reticoli produttivi del pianeta è sotto gli occhi di tutti. Ma, se la voracità fiscale dello stato centrale non accenna a diminuire, dimostrando l’ottusità tipica del parassita che, incurante della sorte dell’organismo ospite, ne prosciuga ogni energia, condividendone, alla fine, il triste ed inevitabile destino, d’altro canto una parte della popolazione e la quasi totalità delle classi dirigenti e politiche venete non sembrano avvertire pienamente la pericolosità della situazione.
Eppure, l’urgenza di sciogliere l’abbraccio mortale è impellente. A parere di chi scrive, decenni di propaganda, di istruzione veicolata, di informazione a senso unico erano ben riuscite a camuffare agli occhi di molti la vera natura dell’imposizione fiscale, che è sostanzialmente violenta e va a ledere uno diritti connaturati alla natura stessa dell’uomo: la proprietà privata. Il baratto “imposte in cambio di beni e/o servizi pubblici” ha costituito per decenni la giustificazione in base alla quale i cittadini hanno accettato le limitazioni alla propria libertà rappresentate dalle tasse. Giustificazione che, però, in Veneto non regge più.
Con riguardo alla classe politica il discorso è diverso. Essa è parte attiva di quel meccanismo perverso di accaparramento di risorse private di cui è destinataria e non può che desiderare il mantenimento dello status quo. La questione dell’indipendenza è la prova emblematica di questa dicotomia tra classi dirigenti e popolazione. Nell’inerzia colpevole di quelle, i cittadini-contribuenti, vittime innocenti dell’espropriazione fiscale italiana, hanno autogestito grazie a Plebiscito.eu, un referendum digitale che ha proclamato il 21 Marzo la Repubblica Veneta. Ma vi sono Paesi in cui lo scambio tra settore pubblico e cittadini-contribuenti è ancora sostanzialmente equilibrato. E possono fornire ispirazione per la fiscalità della neonata Repubblica.
Il loro studio evidenzia quanto siano collegati fisco, assetto istituzionale, qualità della democrazia. Una fiscalità leggera si accompagna solitamente ad un assetto di tipo federale e ad un governo in senso lato di ampio respiro democratico. Un esempio particolarmente calzante è quello della Confederazione Elvetica, che tra l’altro, per consistenza demografica si avvicina molto alla realtà veneta.
Riscoprire la natura coercitiva e violenta delle imposte, quanto vadano ad impattare nella sfera di libertà del singolo individuo, quanto elevato sia il rischio di alimentare con esse una macchina burocratica costosa quanto inutile e distruttiva e studiare altre realtà statuali equilibrate nonché rispettose delle esigenze dei singoli e delle comunità, sono attività utili ad attrezzare quel bagaglio di conoscenza indispensabile per affrontare consapevolmente, intelligentemente e soprattutto rapidamente, il passaggio storico dal carrozzone Italia ad una Repubblica Veneta che non ne sia un modello in scala ridotta, ma piuttosto novello scrigno di democrazia, libertà e giustizia. A Cittadella, Venerdì 27 Giugno, nell’ambito della Conversazione Nazionale Veneta “Libro Bianco” si tratteranno queste tematiche in un Dibattito Territoriale dal titolo: “Quale fiscalità nella nuova Repubblica Veneta?”
Gianfranco Favaro
Delegazione dei Dieci
Repubblica Veneta
Originale: repubblicaveneta.info
Comment (1)
mauro/1
http://www.oggitreviso.it/non-date-pi%C3%B9-voce-quei-politici-54915