PAGARE LE TASSE A UNO STATO DELINQUENZIALE È PROFONDAMENTE IMMORALE
In questi giorni è balzato alle cronache l’ennesimo atto di repressione della (in)giustizia italiana verso alcuni cittadini veneti, che a dire dei magistrati inquirenti sarebbero rei di incitare “i contribuenti a non pagare le tasse, o a ritardarne il pagamento”.
Se questo fosse veramente il capo di accusa ce ne sarebbe abbastanza affinché tutti i 5 milioni di veneti (e non solo) si autodenuncino come colpevoli, dato che l’oppressione fiscale italiana è odiata in ogni dove. Il problema principale non è tanto nell’avversione al pagamento delle tasse di per sé, quanto al fatto che oramai in ognuno di noi vi è una consapevolezza profonda che il mostro burocratico italiano è ingordo e che quindi alimentarlo con il pagamento delle tasse è profondamente immorale, in quanto si percepisce un senso di collaborazionismo verso l’irresponsabile aumento vertiginoso della spesa pubblica, destinata per la gran parte al finanziamento di politiche di sottosviluppo e di clientelismo destinate a creare meccanismi che non esitiamo a definire di voto di scambio, attuati da tutti i partiti che si sono succeduti al potere a Roma e anche a Venezia.
La lista degli interventi locali finanziati grazie all’intercessione paternalistica del deputato, del senatore, del consigliere regionale è come risaputo infinita e si somma alle grandi manovre centralistiche all’insegna dello “spendi e spandi, tanto paga il pantalone veneto e lombardo”. Tutto ciò deve finire e ci pare che l’azione di terrorismo giudiziario e poliziesco verso i veneti indagati sia solamente l’espressione di un tentativo maldestro di praticare una politica di terrorismo politico verso chi cerca di ribellarsi all’esercizio mafioseggiante del potere, basato sul furto del frutto del nostro lavoro.
Se a ciò si aggiunge il fatto che la gran parte degli imprenditori già adesso fa abbondante pratica della tecnica di ritardo nel pagamento delle tasse come meccanismo “informale” di finanziamento, grazie alla possibilità di pagarle in ritardo con rateazioni che sono simili a tassi di interesse praticati dalle banche per finanziamenti che sarebbero comunque inaccessibili, si capisce come l’azione di questi giorni sia del tutto pretestuosa e non giustificata, quantomeno nei toni e nelle modalità.
Noi non siamo anarchici utopistici, ma nemmeno tifosi entusiasti degli stati para-comunisti che praticano una pressione fiscale reale del 70%, che oltre a contribuire all’aumento indiscriminato della spesa pubblica, opprime la crescita economica, creando le condizioni principali per l’aumento mostruoso del debito pubblico e della sottrazione delle risorse minime necessarie per poter adeguare il nostro sistema economico-produttivo che infatti nei decenni è andato a perdere di competitività rispetto al resto del mondo. Si spiega quindi anche la crisi di produttività che vede tutto lo stato italiano uscire sempre più velocemente dal novero delle nazioni civili del mondo.
Anche se non approviamo molti dei metodi adottati dai veneti indagati e perquisiti (e mai ne abbiamo fatto mistero), va loro la nostra solidarietà perché sono stati oggetto di una repressione ingiustificata. E, soprattutto, perché, in fin dei conti, pagare le tasse a uno stato delinquenziale che peggiora ogni giorno di più, è profondamente ingiusto ed immorale. È come pagare una sorta di riscatto a un delinquente.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
Comments (3)
BLIX
ci vorrebbe una norimberga per chi si e’ macchiato di repressione verso il
popolo veneto consapeli delle nefandezze dello stato italiano
caterina
non avevamo diffidato Equitalia a Padova di esercitare azioni repressive?… si tratta forse di modalità non seguite più che di sostanza, ma a volte l’esasperazione prevale e l’indignazione verso la tracotanza del potere esaspera gli animi…
Ci sono fior di economisti che teorizzano e di autori che scrivono libri dimostrando il furto che viene effettuato dallo stato attraverso l’imposizione… che fa questo Stato!… si accanisce con i più deboli e i meno attrezzati diventando ancora più odioso.
Duri
la strada è quella giusta