SE MACRON ATTACCA L’ITALIA FA IL GIOCO DEL VENETO INDIPENDENTE
Il nemico del nostro nemico si trasforma automaticamente in nostro amico
Duecentovent’anni dopo la furia imperialista dell’Hitler ante-litteram, il dittatore còrso Napoleone Bonaparte, che accoltellò alla schiena uno tra gli stati più avanzati d’Europa del 2° millennio, la Serenissima Repubblica di Venezia, che seppe ispirare anche la forma di stato di altre potenze, quali l’Olanda, il Regno Unito e gli Stati Uniti d’America, oggi assistiamo alle prime azioni di un presidente francese che pare ricalcare lo stereotipo della grandeur, in chiave neogollista e pure un po’ bonapartista. La vittima designata nello scacchiere del Mediterraneo e del Sud Europa è l’Italia, con partite secche che si giocano in questi giorni su più fronti: immigrazione, Libia, Stx-Fincantieri, Tim (dove il vero stratega è Bolloré, patron di Vivendi, azionista di riferimento di Telecom Italia).
Tutti i giornali italiani parlano di “attacco all’Italia” e le solite mille baggianate patriottarde, intese a difendere il “patrimonio nazionale”. Stupidaggini insensate che tra l’altro perdono di ogni senso, se si pensa che l’Italia più di un anno fa sprecò l’asso pigliatutto in Libia, quando a marzo 2016 ebbe l’occasione servita da Washington su un vassoio d’argento di capitanare una missione “boots on the ground” che Renzi con la sua consueta miopia si lasciò sfuggire per incapacità strategica.
Ma non vogliamo qui dare lezioni allo stato italiano, ce ne sono fin troppi impegnati su un fronte destinato al fallimento. No, vogliamo solo capire come l’offensiva naturale francese si inserisca in ottica veneta, non italiana, di cui, ci vorrete scusare, non ce ne importa un beneamato fico secco, se non per riflesso sulla nostra condizione.
La domanda è: è un bene per il Veneto se il sistema familistico relazionale parassitario tridolore che domina l’Italia dalla sua nascita oggi subisce un colpo che ci auguriamo possa essere letale?
La risposta è: Sì! Sì! Sì! Sì! L’interesse strategico del Veneto è in contrasto con quello della classe dirigente italiana, in quanto essa fonda il suo dominio proprio sullo sfruttamento parassitario del Veneto.
Se la Francia si porta a casa qualche “campione nazionale” italico, oppure se scalza l’Italietta dei privilegi dallo scacchiere libico, o se si dimostra incapace di difendere Fincantieri, alla fine il danno maggiore è proprio all’impianto dell’élite dominante italiana, la stessa che tiene sotto scacco proprio il Veneto e che dimostra la propria totale inaffidabilità al mondo.
E allora il nemico del nostro nemico si trasforma automaticamente in nostro amico. Dopo 220 anni chi causò la caduta della Serenissima oggi potrebbe dare inizio alla caduta di chi completò l’opera di tradimento delle nostre istanze, quell’Italietta da cui ogni anno fuggono 250.000 sudditi per cercare speranze che qui sono loro negate.
Per cui, ben venga Macron, ben venga Bolloré e chissà che si portino all’inferno tutti i reggicoda del burosauro più odioso del mondo occidentale.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
Comment (1)
caterina
pero’ mamma mia! come si assomigliano…se si portasse via il nostro nemico magari anche ci riesce fulminandolo con gli occhi!….d’altra parte la Fincantieri finita a Saint Nazare meglio che all’interno di una laguna, come la mortifera raffineria di Marghera… le scelte logistiche strategiche italiote, irrispettose dei territori occupati che non gli fregava niente a nessuno da Roma di devastare…