SOFFIA SEMPRE PIÙ FORTE IL VENTO DELL’INDIPENDENZA DEL VENETO
Riportiamo di seguito la relazione presentata da Gianluca Busato nell’evento di ieri a Treviso.
SITUAZIONE INTERNAZIONALE
Questi sono giorni molto importanti a livello internazionale per il diritto di autodeterminazione dei popoli. Gli scenari sono i più diversi.
Vicino a noi, nel cuore d’Europa, abbiamo addirittura una sentenza in Spagna che ha visto condannati a pene tra i 9 e i 13 anni per reati di opinioni i principali e pacifici leader politici e sociali catalani. Tale evento antidemocratico ha scatenato una protesta pacifica oceanica in tutta la Catalogna e anche in Spagna a sostegno dei propri leader e del diritto di espressione, che rappresenta una libertà fondamentale e un diritto umano basilare. Un intero popolo si sta svegliando, in quanto in discussione non c’è solo il diritto all’indipendenza, ma anche diritti umani e civili fondamentali e la stessa indipendenza del sistema giudiziario dalla politica.
L’Europa ha già condannato nel recente passato tali involuzioni del sistema giudiziario in alcuni Paesi dell’est, quali la Polonia e l’Ungheria, ora è tempo che anche la Spagna venga messa sul banco degli accusati da parte di Bruxelles.
Nel Kurdistan siriano assistiamo al vergognoso tradimento di Trump nei confronti dei propri alleati storici curdi, che in queste ore sono vittime di una guerra di invasione della parte della Turchia, a quanto pare anche con uso di armi chimiche e vietate dalle convenzioni internazionali. Quanto sta avvenendo in Kurdistan è una vergogna anche per l’Europa che non ha saputo mettere la museruola ad Erdogan, un odioso dittatore fanatico sulla porta di casa. Noi veneti lo ricordiamo bene, non sono passati molti giorni infatti dall’anniversario di Lepanto.
In Asia abbiamo quindi il caso della repressione cinese ad Hong Kong, dove anche una semplice richiesta di democrazia viene catalogata da Pechino come rivolta e attentato contro l’unità del Paese. Risulta invece chiaro che non vi è nella di più distante dall’occidente proprio della ostentata mancanza di rispetto dimostrata come sempre dal locale partito comunista per i più fondamentali valori di convivenza democratica, tanto ad Hong Kong quanto a Taiwan.
Risulta chiaro pertanto che la questione dell’indipendenza è più viva che mai e che non è possibile nemmeno per i regimi brutali passarla sotto silenzio. Da questo punto di vista noi veneti possiamo tranquillamente affermare di avere dei vantaggi, in quanto abbiamo potuto organizzare un referendum digitale per l’indipendenza senza che nessuno ci abbia messo in galera. Ciò ci incoraggia a riportare al primo punto dell’agenda politica la questione veneta.
AUTONOMIA
Oggi possiamo dire che è possibile farlo nuovamente, poiché l’inganno leghista dell’autonomia farlocca è finalmente stato smascherato. Noi lo sapevamo già e a differenza di qualche finto indipendentista lo abbiamo affermato con coerenza fin dai tempi del referendum di due anni fa, nel quale la supposta classe dirigente veneta ha preso in giro tutti i propri concittadini. Oggi tale burla viene meno. Tutti sanno che lo stato italiano non vuole e non può concedere alcuna autonomia fattuale, tanto meno fiscale, al Veneto. Se lo facesse, infatti, crollerebbe l’intero sistema partitocratico basato sulla concessione di favori, prebende, finanziamenti ai propri “clientes”, ai gruppi elettorali che si prostituiscono per qualche euro. Tale processo di autentico “voto di scambio” e di corruzione civica viene infatti sostenuto grazie alla rapina fiscale condotta essenzialmente nei confronti dei veneti e dei lombardi.
La lega in tale sistema svolge un ruolo chiave, dimostrato, ad esempio, dall’occupazione militare di tutte le aziende pubbliche in Veneto, riempite con i propri sostenitori, spesso persone di scarsa istruzione e nessuna competenza, ferrate solo nel servilismo di partito, mantenute da decenni grazie ai soldi dei cittadini.
INDIPENDENZA
È giunto nuovamente il momento di dire con forza che l’unica via d’uscita da tale situazione è l’indipendenza del Veneto. Qualsiasi termine che venga usato al posto di indipendenza significa che vi stanno prendendo in giro, esattamente come ha fatto la lega negli ultimi 30 anni passando per federalismo, secessione, devolution, macro-regione, autonomia e ora arrivando allo slogan anti-veneto “prima gli italiani”.
Abbiamo visto prima che nel nostro sistema la battaglia per l’indipendenza è meno complessa che non in altre parti del mondo, dove pure i popoli non vi rinunciano. Allora, a maggior ragione, noi dobbiamo perseguire questo obiettivo e percorrere la strada di libertà che ci spetta.
GOVERNO
Rivolgendo lo sguardo a cosa sta succedendo a Roma, va detto che dopo la “fuga” (o la caduta?) di Salvini dal governo italiano, è ripartito un classico governo di sinistra anche se in realtà tutti i governi italiani sono sempre stati di sinistra, anche quelli etichettati di destra, o sovranisti.
L’unico cambio di fatto, a parte qualche piccolo dettaglio, è negli slogan. Ora il governo strilla meno contro l’Europa e gli immigrati, ma fa esattamente le stesse cose del precedente. In particolare ciò vale per quel che ci riguarda più da vicino, ovvero la continua predazione delle risorse prodotte nel territorio del Veneto.
il ritornello del nuovo governo è infatti “dagli all’evasore”. In realtà questa presunta lotta all’evasione è una lotta ai risparmiatori, ai lavoratori, alle imprese, ai cittadini veneti in genere.
In letteratura economica non c’è infatti alcuna evidenza che imporre un tetto ai pagamenti in contante diminuisca l’evasione. Non lo diciamo noi io, lo dicono gli economisti di Liberi Oltre e dell’istituto Bruno Leoni. Ciò serve solo a mettere in difficoltà la popolazione più anziana e più povera e a riscuotere qualche applauso malriposto da parte dei soliti benpensanti.
L’idea poi di creare una sorta di grande fratello fiscale, come se già non bastasse quello attuale rasenta il limite della follia.
Di fatto in realtà tali misure servono solo a nascondere la consueta abitudine di spendere e spandere, in modo ovviamente improduttivo (anche se ciò è pleonastico, lo ammetto).
È dimostrato infatti che la crisi economica italiana e anche veneta sta nella produttività. Le imprese venete e italiane sono scarsamente produttive rispetto alle altre imprese di economie più efficienti in Europa e nel mondo. Ciò è determinato da diversi fattori, dalla poca innovazione, alla sottocapitalizzazione, dalle tasse sul lavoro alla mancanza di risorse specializzate. Sì, perché il paradosso è proprio questo: se da un lato infatti la disoccupazione per molti è un problema, dall’altro vi sono diverse imprese che faticano a trovare lavoratori qualificati. Ciò è dovuto a un sistema scolastico e formativo inadeguato, che di fatto ha la propria matrice nella riforma fascista di Gentile prima, cui poi si sono sovrapposte piccole riforme inutili dal ’68 in poi. Ad esso si unisce la scarsa dinamicità culturale di molta parte della popolazione che sembra non rendersi conto che 1 lavoro su 2 entro 5-10 anni sparirà per come lo conosciamo e che ci si dovrà abituare ad ampliare e a modificare nel tempo il proprio bagaglio di conoscenze per intercettare l’evoluzione del mondo del lavoro.
Una cultura para-sindacale della chimera del posto fisso unita allo snobistico atteggiamento di superiorità verso la cultura scientifica da parte di chi si sente ancora investito dell’eredità di Roma e del Rinascimento, dopo secoli di miseria hanno creato una situazione che vede l’Italia – e il Veneto – agli ultimi posti in Europa per numero di laureati, in particolare nelle materie scientifiche, le cosiddette STEM (scienza tecnologia ingegneria matematica) e in particolare tra le donne. Le donne italiane – e anche venete – infatti sono tra quelle che risentono della più alta differenza di salari verso gli uomini, dei più alti tassi di disoccupazione e del più alto tasso di povertà di tutta Europa.
Per non parlare dei giovani, che ormai vedono come unica prospettiva la fuga dall’Italia. Ogni anni emigrano 250.000 persone, tra cui circa 15-20.000 veneti, per la maggior parte giovani. Si tratta tra l’altro di persone che possono emigrare, perché hanno magari una laurea, oppure conoscono una lingua straniera, per cui ogni anno assistiamo all’impoverimento culturale e professionale crescente del nostro Veneto. Ogni anno che passa il Veneto diventa più vecchio, meno competitivo, con maggiore spesa previdenziale e minori capacità di far fronte alle esigenze di crescita e sviluppo.
INDIPENDENZA
Insomma è chiaro che qui ed ora non ci è più concesso nemmeno di sognare, costretti nell’incubo italiano. L’indipendenza è quindi una tappa obbligata per noi veneti prima che venga definitivamente scardinato il nostro sistema economico-produttivo che è integrato a quello europeo e tedesco in particolare. La nostra indipendenza pertanto assume una valenza più strategica di quella catalana agli occhi dell’azionista di controllo dell’Unione Europea. Se crolla il sistema produttivo veneto, la Germania ne avrebbe infatti un contraccolpo che non potrebbe ignorare. Inoltre tale processo ha carattere di urgenza, in quanto proprio l’emorragia costituita dall’emigrazione dei nostri giovani più capaci, unita alla curva di tendenza demografica che restringe ancor più la finestra temporale utile per agire, ci impone di fare scelte oggi, anche scelte che non vorremo fare.
CHE FARE? REGIONALI
Ci troviamo infatti a pochi mesi di distanza dalle prossime elezioni regionali e ci stiamo arrivando in condizioni non ideali in quanto a struttura organizzativa. Sinceramente penso che a pochi di noi faccia piacere avere a che fare con il sistema politico italiano, che ovviamente la fa da padrone anche in ambito regionale. D’altro canto l’attuale situazione non ci concede il lusso di poter scegliere né di poter delegare tale compito ad altri, in quanto non vediamo all’orizzonte rappresentative indipendentiste degne di tal nome. Di sicuro non possiamo etichettare come tale chi domani a Padova, facendo clamorosa retromarcia, si riunisce sotto il segno di un altro obiettivo, così come era ovvio dato che sostengono le maggioranze della lega in diversi comuni e in regione, avendo anche ottenuto diverse poltrone.
Restiamo pertanto noi. Solo noi. Lo dico con rammarico, in quanto ben volentieri lascerei la guida di tale progetto a persone più giovani e più capaci di me, sperando che si facciano avanti quanto prima. Oggi però non ci sono, per cui tocca a noi bere l’amaro calice e prepararsi alla partecipazione alle prossime elezioni regionali nel segno dell’indipendenza del Veneto.
Chiedo a tutti voi di aiutarci, in primis con il passaparola e con la raccolta firme che non sarà una passeggiata, come ben ricordiamo. Partecipate in prima persona e coinvolgete quante più persone possibili in tutto il Veneto. Ne va della sopravvivenza della nostra stessa identità culturale, sociale, civica ed economica.
L’indipendenza del Veneto è un obiettivo vitale e noi sapremo realizzarlo con l’aiuto di tutti voi.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
Comment (1)
caterina
Dall’unità d’Italia in poi è stato solo accentramento di potere al servizio delle potenze che l’avevano voluta per i loro disegni, distruggendo via via il valore e l’importanza di tutti i popoli della penisola che nei secoli avevano saputo esprimere…Orrnai è chiaro che fin che non sapremo rompere le catene non potremo mai risorgere… continueremo ad essere manipolati da coloro che sono più forti di noi, perché corroborati da vicende secolari, sfrutteranno la debolezza di un’Italia fragile di suo e manipolata da centosessant’anni da protagonismi del momento…Noi Veneti, i più coesi e i più martoriati, dobbiamo riprenderci in mano il nostro destino e, lungi dall’essere espressione di egoismo, saremmo di nuovo un faro, come lo fu la Serenissima Repubblica che seppe tener testa alle potenze consolidatesi .nei secoli e divenne miraggio come terra di libertà…E’ l’indipendenza che ci contraddistinse allora, e lo può fare anche oggi, come espressione non di egoismo ma di impegno a salvaguardia della libertà, che è la condizione necessaria per promuovere ancora al meglio lo sviluppo del nostro popolo veneto e di tutti quelli con cui ci vorremo relazionare per un progresso vero, sotto tutti i profili, umano e solidale, a beneficio non solo nostro ma di tutti quelli che con noi vorranno tessere reciproci rapporti… caterina .