UN PLAUSO ALLA CIVILTÀ SCOZZESE E I PROSSIMI TRAGUARDI INDIPENDENTISTI
Al di là del risultato finale, il referendum per l’indipendenza della Scozia ha segnato un traguardo di civiltà democratica per il mondo intero e di ciò dobbiamo ringraziare il Popolo Scozzese e le sue leadership cui va il nostro plauso, saluto e augurio.
Essi hanno dimostrato quale siano le vere sfide del presente e del prossimo futuro. Il cammino verso l’indipendenza ha già tracciato un solco profondo nel quale coltivare il raggiungimento del nostro obiettivo di libertà.
Sebbene noi possiamo ammantare di paure oppure di sogni il romanzo della nostra visione indipendentista di difesa della dignità e di conquista della libertà dei Popoli, la consapevolezza che ci deve accompagnare oggi è che i Popoli votano sempre per ciò che interpretano come più importante e conveniente per il loro futuro.
La libertà e la dignità dei Popoli e il loro diritto all’autodeterminazione non hanno in ogni caso limitazioni geografiche. Stanno nel loro animo, nel loro cuore, nelle loro coscienze, nelle loro libere volontà.
Quando i Popoli si autodeterminano, in un senso, o nell’altro, non lo fanno mai contro qualcuno, bensì per il bene di tanti, di tutti, in Scozia come in Catalogna, in Veneto, come nelle Fiandre. Questo è il dato di fatto da cui partire per creare una nuova prospettiva virtuosa che possa permettere ai cittadini di ogni regione di avere la piena fiducia nel proprio futuro.
Per quanto riguarda i veneti, ora ci aspetta una nuova sfida che sapremo vincere, ovvero la capacità di rendere concreta la nostra indipendenza. Il 21 marzo scorso abbiamo ricevuto dal nostro Popolo il più alto mandato a rappresentarlo e stiamo da allora lavorando, senza sosta, per dare piena effettività a tutti i livelli e in tutti i settori alla compiuta indipendenza della Repubblica Veneta. Le volontà, i sogni del nostro Popolo e i suoi destini sono il nostro massimo anelito, consapevoli che stiamo vivendo la finestra storica in cui si è avviato un processo di cambiamento epocale.
Sono ancora tutti lì infatti i nodi della storia che caratterizzano il fallimento socio-economico dei leviatani multinazionali, in primis del burosauro italiano, dove l’oppressione fiscale nei confronti dei veneti ha raggiunto livelli di inciviltà assoluta. Gli unici che hanno stanno costruendo il pettine in grado di sciogliere tali nodi siamo noi.
Le ragioni che oggi determinano la chiave dell’inevitabile successo di domani dell’indipendentismo nel mondo sono infatti principalmente di carattere economico (e strategico).
Il salto di qualità che tutti i leader indipendentisti del mondo ora devono fare è pertanto di acquisire la capacità di creare il modello corretto per un’evoluzione morbida verso il nuovo equilibrio garantito dalla effettiva indipendenza dei propri Popoli in un mondo globale sempre più interdipendente. Noi stiamo lavorando a questo obiettivo.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
Comments (16)
Gianni
La Catalogna ha approvato il referendum per il 9 novembre!
andrea
Ieri è stato un giorno memorabile per due motivi:
1 è stato indetto un referendum indipendentista dando libertà ad un popolo di decidere, quello scozzese!
2 La Catalogna ha definito la data del loro referendum indipendentista per il 9 novembre!
Entro un mese sarà fissata la data del referendum Veneto
BYE BYE ITALIA
caterina
Andrea per fortuna noi Veneti un referendum a marzo l’abbiamo già fatto… sai che ce ne sarà un secondo? forse hai un filo diretto con Roma!…perchè Zaia oggi in TV non si è pronunciato in questo senso, ma nel solito piagnisteo recriminatorio…
silvia
quello scozzese deve essere necessariamente un apripista, indipendentemente dal risultato ottenuto. qualcosa di deve muovere, anche questo aiuta a sensibilizzare le coscienze. bisogna che se ne parli. auguri ai Catalani in Spagna e speriamo che presto si dia la possibilità anche ai veneti di pronunciarsi democraticamente.
caterina
Silvia, non so se per “pronunciarsi democraticamente” intendi un referendum cartaceo “istituzionale”… sinceramente non vedo niente di più democratico di quello che abbiamo fatto a marzo, tant’è vero che oltre il 64 per cento dei Veneti ha espresso la sua volontà, ed è stato possibile grazie a Plebiscito.eu, cioè ai Veneti non istituzionalizzati, e con modalità all’avanguardia… comunque sembrava fino a due mesi fa che Zaia e Regione volessero ripeterlo se non altro per recuperare il terreno…ma ad oggi nulla di fatto: Roma ha detto no! e dietro questo diniego da bravi scolaretti si son messi la coda fra le gambe e abbassato la testa…ma continuano a parlarne ai quattro venti, da tutti i media che gli si offrono per riempire palinsesti… se questi sono i governanti che abbiamo, meglio che andiamo avanti e fino alla meta senza di loro, sennò non se ne esce… loro continuano a riempirsi il portafoglio e i sudditi tirano la cinghia e le aziende migrano per sopravvivere… ma per loro perfetti romani, dai politici ai bidelli ai prefetti, chissenefrega! fin che dura…
In Italia siamo lontani mille miglia dalla democrazia britannica, dalla loro concretezza e pragmatismo e dal rispetto della dignità delle persone… almeno in casa loro, se non nelle colonie… noi siamo in casa nostra ma per Roma siamo le colonie, da sfruttare fin che può concentrata com’è solo su se stessa e le sue caste.
marco
Caterina,sei ammirevole tutto quello che tu dici potrebbe essere sottoscritto…..ad una condizione la certificazione dei voti, alla quale ormai io personalmente penso di non poter più’ sperare.tutto il resto conta purtroppo sempre di meno.”no certification..no party.”
andrea
Caterina, noi lo sappiamo che c’è stato un referendum elettronico dove la maggior parte dei veneti ha votato per l’indipendenza, ma la certificazione dei voti non c’è ancora e quindi dobbiamo procedere anche con il referendum ordinario. Dobbiamo percorre tutte le strade possibili!
Cosi per una via o l’altra ci arriviamo e ci arriviamo prima
non esiste un giusto o sbagliato ma tanti giusti e tutti pro Veneto libero. Per quel che mi riguarda se domani avessi mo la certificazione sarei apposto cosi ma intanto dobbiamo seguire tutte le strade possibili. A Busato e compagni va comunque l’onore di aver aperto il varco e son già entrati a far parte della storia!
MIKIVR
Intanto aumentano le similitudini con la Catalogna… oggi il parlamento regionale catalano ha approvato una legge per il referendum consultivo che si terrà il 9 novembre… e analogamente il governo spagnolo ha intenzione di dichiarare questa legge illegittima e preparerà il ricorso alla loro Corte costituzionale.
Forse n’altri e lori ghemo da darse pesè na man…
giancarlo
Anche a quei Veneti ancora silenti spero si siano accorti di quale democrazia, di quale sinistra, di quale libertà nei fatti godano i cittadini della SCOZIA,GALLES,INGHILTERRA E NORD IRLANDA.
Se facciamo un confronto con l’italia, qui da noi esiste solo una democrazia di facciata, ma dietro ad essa il peggio del peggio. La sinistra in Italia, assieme ai sindacati sono sempre state le vere palle al piede dell’italia che non decollerà mai se non con l’uscita del Veneto dall’italia e qualche altra regione in modo da costringere tutte le altre regioni ad un salto culturale che anche oggi manca del tutto o quasi.
Non spreco parole sulla cultura dei politici italioti, non ne vale la pena.
Se poi vogliamo parlare di libertà, beh allora siamo alla frutta.
La stragrande maggioranza dei mass-media italioti, ( TV,giornali etc.) oltre ad essere foraggiati con i soldi dei contribuenti, facendo così mancare loro la qualità e la libertà…hanno condizionato l’opinione pubblica rasentando perfino l’indecenza. Ma l’indecenza più grande è in coloro che ancora oggi danno credito a simili forme anti-democratiche nel vero senso della parola e vanno ancora ad acquistare i giornali o pagano il canone TV.
Concludendo, la SCOZIA è nonostante il NO,LIBERA, ha una sinistra moderna e avanzata e senza dubbio una democrazia interna ed esterna con l’U.K. che sinceramente le invidio e che qui da noi certe basi di democrazia ce le sognamo di notte, mentre di giorno non le si vede nemmeno con il microscopio.
Oggi non resta che prendere atto della scelta fatta in SCOZIA.
Per quanto riguarda noi in Italia, personalmente sono ancora più convinto di prima che dobbiamo lottare con forza e convinzione per addivenire a creare il nostro futuro da noi stessi e lasciare che gli altri convivino ancora per poco con il mostro fiscale italico che continua a fagocitare i soldi dei contribuenti per mantenere le varie caste e farla pagare ancora ai poveri cristi. Quando finirà ? Quando avremo la certificazione che attendiamo….
WSM
ALE
io ho paura che dopo l’insuccesso scozzese qui non cambierà niente, e io che sono nato italiano morirò putroppo con mio grande dolore come tale… busato ci servono prove concrete l’ideologia per quanto buona non basta, serve solo a farci ridere dietro dal mondo e non rispettare dal nostro avversario/padrone, in molti ormai pensano anche che i soldi che avete preso con l’esenzione fiscale e le offerte ve li terrete e tradirete così anche chi ha creduto nel progetto, non sono parole mie ma di moltissimi miei conoscenti.. io per quanto mi stia finendo ho ancora fiducia in voi ma ormai stiamo aspettando troppo, quanti anni vorrete far passare prima della certificazione dei voti?? ps WSM…
caterina
non credo proprio, Ale, che il mondo ci rida dietro, anzi, ci guarda con sempre più interesse, ovviamente non Roma che si sfrega le mani pensando che la vittoria, a metà, del no in Scozia la metta al riparo dalla critica che piove sempre più sugli stati centralisti… vedi anche la Spagna, dove comunque la Catalogna va avanti per la sua strada e in novembre si farà il suo referendum… è questione di che cosa s’intenda per democrazia, che a casa mia significa diritto dei popoli, non degli stati! a parer mio perciò la Scozia non solo non ha perso, ma con la sua azione ha vinto sul piano dell’immagine e, concretamente, a metà perchè ha portato a casa per ora un allargamento delle sue autonomie… che non è poco! Il sogno? solo rinviato…
Grazie alla Scozia il tema dell’indipendenza è trattato su tutti i media, e il Veneto è all’attenzione di tutti…e per ora è l’unico che con un’azione nata solo dal popolo è riuscito a fare in modo che si potesse pronunciare… questo per ora è il nostro primato e il nostro orgoglio… la concretizzazione dell’indipendenza speriamo a breve! d’altra parte diventa sempre più una necessità…è l’unica opzione per sopravvivere al dèfault dell’Italia, e forse dell’Europa com’è oggi.
Claudio
Ma state ancora aspettando la certificazione dei voti? Ma sono trascorsi solo 6 mesi, poveri ispettori avranno anche altro da fare.
Michele De Vecchi
Ogni tanto è bene ricordare le cose, perché sembra che qualcuno se le dimentichi: la commissione di controllo internazionale è composta da volontari che non fanno parte di Plebiscito.eu; la stessa commissione è indipendente nei tempi e nei modi di operare; inoltre, essa non percepisce alcun compenso per il lavoro svolto.
Quelli che criticano, prima di tutto dovrebbero dimostrare cosa hanno fatto volontariamente e gratuitamente per il raggiungimento dell’indipendenza del Veneto; altrimenti le loro presupposizioni digitali valgono quanto le chiacchiere fatte al bar sull’operato dell’allenatore della squadra calcista che in quel momento sta giocando la partita trasmessa per TV.
Claudio
Proclamare un risultato a poche ore dalla chiusura delle operazioni di voto e certificarlo (forse) dopo mesi è una scelta. Se fossi stato in Busato avrei organizzato una sorta di compenso per la commissione ma sarei andato a Roma con la certificazione dei voti entro qualche giorno al massimo. Temo che non ci sia nulla da certificare e si conta come sempre sulla memoria corta dei cittadini. Libero di credere alle favole Michele, auguri.
Michele De Vecchi
Caro Claudio, io non ci credo, io sono sicuro.
Pagare il lavoro della commissione avrebbe avuto due fattori negativi:
– trovare un bel po’ di soldi (tieni presente che Plebiscito.eu vive con le donazioni);
– essere additati come faziosi, ponendo il controllo dei voti ad una commissione a libro paga di Plebiscito.eu, facilmente classificabile a quel punto come imparziale e quindi non attendibile.
Se lo scopo di Busato fosse stato esclusivamente quello di creare visibilità, sarebbe stato tutto molto più semplice non menzionando nessuna commissione, declassando il voto digitale ad un mero sondaggio non verificabile; avrebbe ottenuto gli stessi benefici del referendum, senza le complicazioni derivanti dalle certificazioni.
Ma sei libero di credere quello che vuoi; una sola cosa: se tu fossi nei panni di Busato, rischieresti la tua carriera politica e la tua credibilità millantando in giro per il mondo un risultato del quale non hai già la piena certezza, sapendo che prima o poi la verità verrà a galla? Pensaci…
Un appunto, però, te lo voglio fare: lo scopo di questo referendum è di farci riconoscere a livello internazionale, portare i voti certificati a Roma non ci interessa non ci passa nemmeno per l’anticamera del cervello… L’unica cosa che Roma potrà fare sarà accettare quanto verrà de facto deciso dalla comunità internazionale!
Claudio
Michele, Plebiscito.eu è di proprietà di Busato. Verrà anche usato dai sardi. La piattaforma su cui si appoggia è un prodotto dell’azienda di Busato. Ecco se non volevate essere additati come faziosi si doveva cominciare a far notare queste cose. Sei così sicuro che lui non abbia qualche interesse? Mi ricordo di un cavaliere che con l’azienda in piena crisi e sull’orlo del fallimento è sceso in campo, ha fatto qualche legge per salvarsi le chiappe. Cose già viste ma forse ci vuole una mentalità aperta e furba per accorgersene, me ne rendo conto. A livello internazionale ci siamo fatti già conoscere per bene con lo scandalo del Mose con dei veneti doc all’opera, vogliamo aggiungere un referendum farlocco mai certificato? accomodatevi e auguri.