APPLE-UE, L’EUROPA SI FA UN AUTOGOAL
L’isolazionismo internazionale e l’ipertassazione iniqua sono politiche autolesionistiche che colpiscono prima di tutto i cittadini e i lavoratori europei. Incassare i 13 miliardi di euro della multa ad Apple per l’Irlanda e l’Europa è come “mangiare i semi delle patate” invece delle patate stesse. Decisione contraria agli standard fiscali internazionali dell’Ocse.
L’Europa con un uno-due forse involontario prima per bocca dei propri stati membri boccia di fatto il trattato di parternariato transatlantico con gli USA, quindi commina una multa ad Apple per presunti “aiuti di stato” da parte dell’Irlanda nei suoi confronti. Tali decisioni appaiono intempestive nel momento in cui la UE deve ancora fare i conti reali con la Brexit e si trova nel contempo azzoppata dagli stati dell’Europa meridionale con bilanci fallimentari e fondamentali economici dubbi, a cominciare dall’Italia ormai nuovamente in recessione e che con oltre l’11% del pil dell’eurozona da sola ne minaccia la stabilità.
In particolare, colpire l’Irlanda oggi significa in particolare azzoppare la tigre celtica che rappresenta l’economia europea più vivace in questo periodo. Demotivare i migliori della classe implica psicologicamente prima ancora che economicamente fare una scelta di mediocrità e non basata sulla meritocrazia.
Tra l’altro la decisione va in controtendenza con gli standard internazionali che in ambito Ocse stanno delineando le linee guida che ispirano l’azione degli Stati in merito alle decisioni sulla fiscalità internazionale.
Inoltre, tale cambio di prospettiva pone la stessa UE ulteriormente in contrasto con gli USA proprio su tale punto, in quanto, pur preavvisata di ciò, a causa della natura retroattiva della decisione e del fatto che le tasse pagate all’estero da società USA sono deducibili negli Stati Uniti, la multa UE a Apple si tradurrà in sconto fiscale futuro e in minore entrate fiscali per gli USA, che quindi saranno coloro che resteranno con il cerino acceso in mano alla fine.
Oltre ai cittadini e ai lavoratori europei, ovviamente, dato che Apple dopo tale fulmine a ciel sereno ha già annunciato che rivedrà pesantemente le proprie politiche di investimento e di occupazione in Europa (nella sola Irlanda i dipendenti sono quasi 6.000).
Come ha be detto il ministro delle finanze irlandese Michael Noonan, accontentarsi di incassare i 13 miliardi di euro di multa da Apple, per l’Irlanda (e anche per l’Europa) significa mangiarsi i semi delle patate, invece delle patate stesse.
Le uscite di questa settimana paiono quindi dettate da puro autolesionismo, anche se a ben vedere forse sono solo la dimostrazione tecnica dell’assenza di una strategia europea, causata a sua volta dall’assenza di reale unione politica.
Poco male, se non fosse che l’incapacità europea di recitare un ruolo strategico consapevole si traduce nell’esposizione dei suoi cittadini alle angherie degli stati nazionali che pure sono in crisi catatonica. Per i veneti in particolare questa non è una buona notizia, in quanto già subiamo l’oppressione italiana e molti speravano che propria l’Europa potesse rappresentare un’ancora di salvataggio utile per ottenere la propria indipendenza e perseguire il proprio benessere.
Se d’altro canto l’Unione Europea dovesse a propria volta scegliere la strada dell’isolazionismo si imporrebbero scelte strategiche diverse per poterci consentire di vivere in uno stato libero che sia al servizio dei cittadini e non un loro parassita dedito principalmente alla ipertassazione iniqua e autolesionistica.
Gianluca Busato
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