DALLA CATALOGNA AL VENETO: L’INDIPENDENTISMO PRONTO A NUOVE SFIDE SUL VERSANTE ECONOMICO
Alla luce delle vicende catalane e delle reazioni dei vecchi stati multinazionali e dell’Unione Europa, appaiono ancora più profetiche le scelte di Plebiscito.eu di dotarsi di un’infrastruttura relazionale globale
Le recenti vicende dell’indipendentismo catalano hanno messo in evidenza alcuni aspetti critici su cui il nostro movimento si è impegnato particolarmente negli ultimi tre anni. Ci riferiamo alle inevitabili tensioni socio-economiche derivanti dal confronto tra i rappresentanti istituzionali catalani e lo stato spagnolo che hanno scatenato timore di instabilità, con conseguente spostamento della sede sociale prima delle maggiori banche dalla Catalogna alla Spagna e quindi di importanti aziende.
Per quanto ogni fase di cambiamento possa essere associata a traumi più o meno accentuati che minano la stabilità e la certezza economica, fattori principali di tenuta delle attività economiche, emerge un quadro e una sfida che la leadership indipendentista di ogni Paese deve far propria per garantire il maggior tasso di successo possibile al proprio progetti politico.
Negli ultimi 10-15 anni la narrativa indipendentista ha fatto passi da gigante rispetto al passato, garantendo in molte regioni, in particolare in Europa, Catalogna, Scozia e Veneto in primis, un enorme avanzamento delle proprie istanze e del consenso popolare attorno ai propri programmi. In Veneto si sconta ancora la presenza di un ingannevole partito-civetta come la lega ex-nord, ma grazie a movimenti civici particolarmente ispirati l’indipendenza è divenuto il fattore più importante e qualificante dell’intera agenda politica regionale.
Oggi si richiede un salto di qualità, in quanto le vicende della Brexit prima, della reazione violenta della Spagna poi e dell’attuale chiusura dell’Unione Europea a prospettive di allargamento interno ai nuovi stati indipendenti di Scozia, Catalogna, Veneto e di ogni altra regione ove sono in corso campagne di autodeterminazione impongono una risposta in termini programmatici.
L’Unione Europea infatti appare assolutamente cieca e sorda di fronte al proprio interesse, arroccandosi a difesa delle entità statuali multinazionali quali Spagna e Italia che hanno dimostrato tutta la loro inadeguatezza a far proprie le sfide della modernità: tali stati infatti sono troppo piccoli per far fronte alla globalizzazione e troppo grandi per garantire la necessaria flessibilità e omogeneità.
Come sempre, a nostro avviso, la migliore risposta sta nell’alzare il livello della nostra proposta.
È fondamentale pertanto che i movimenti indipendentisti sappiano recitare un ruolo da protagonisti anche a livello internazionale, in particolare in ambito economico. Ciò può essere reso possibile dai grandi progetti internazionali in corso, le Nuove Vie della Seta su un versante geopolitico e i grandi accordi intercontinentali quali il CETA dall’altro.
Il primo fattore che spiega l’inevitabilità dell’indipendenza del Veneto, per quanto ci riguarda più da vicino, è proprio la geopolitica. Nel momento in cui infatti procede l’implementazione dei nuovi corridoi di comunicazione globale euroasiatici, diventa essenziale per noi rafforzare le strutture che abbiamo saputo creare al fine di intercettare le opportunità che derivano dai cambiamenti epocali in atto. Emerge infatti un ruolo centrale per Venezia e il Veneto, nuovo baricentro strategico tra le vie d’acqua e di mare tra la Cina e il vecchio continente, che determineranno un quadro di nuova stabilità e certezza economica. Solo la classe dirigente indipendentista, che, grazie alle scelte coraggiose di Plebiscito.eu, ha saputo intuire per prima tale sfide e anticiparle in splendida solitudine creando un’infrastruttura relazionale globale, può assicurare agli operatori economici di casa nostra e internazionali la tutela dei propri interessi in un quadrante sempre più strategico per il business.
Ciò avviene proprio nel momento in cui lo stato italiano si appresta invece ad entrare in una fase di grande instabilità politica ed economico-finanziaria dovute alle prossime elezioni da un lato e all’avvicinarsi della fine della politica di quantitative easing della BCE dall’altro: nello stesso momento il Veneto potrà garantire proprio la necessaria stabilità grazie al proprio ruolo di hub strategico dei nuovi flussi di prossima realizzazione, che potrà essere tutelato al meglio solo con la piena indipendenza.
In tale quadro con tutta evidenza saranno le banche, le multinazionali e tutti i maggiori operatori economici stranieri che avranno tutto l’interesse a posizionarsi in questo hub a fare la gara per aprire una sede nel Veneto indipendente. E anche chi oggi si oppone a tali progetti, farà la gara per favorirli.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
Comments (2)
Guido
Io credo che il referendum per l’autonomia stiai ad indicare la volonta’ di indipendenza
caterina
in una fase di totale incertezza in Europa per l’evoluzione politica in corso in diversi stati solo i grandi progetti in corso di realizzazione sembrano offrire agganci sicuri cui conviene puntare, e maggiormente al Veneto per la sua collocazione… La concretezza ci ha sempre contraddistinto, ed oggi è più opportuna che mai per arrivare all’obiettivo…