DISINTERMEDIAZIONE, LA RIVOLUZIONE DELL’UOMO CONTRO GLI STATI
Scenari e sfide dell’umanità nell’era della convergenza tecnologica
La rivoluzione tecnologica e l’aumento delle libertà di trasporto, di comunicazione e di commercio hanno portato le persone a cambiamenti nei comportamenti e nelle abitudini di vita che stanno plasmando un mondo nuovo con inevitabili ripercussioni anche nel funzionamento dei sistemi di potere.
Diventa infatti sempre meno necessario e sempre più più frustrante l’apporto non richiesto da parte di istituzioni e poteri pubblici per fornire servizi e regolare le relazioni umane in ambiti non più necessari e indispensabili come poteva avvenire qualche decennio fa.
È chiaro ed evidente che su alcuni aspetti globali e che richiedono quantità di risorse notevoli il singolo non può ovviare da solo, ma nel contempo le sfide sono diventate tali e tante anche in tale ambito che gli stessi stati, anche in forma aggregata non le possono affrontare né tantomeno gestire in esclusiva.
Le organizzazioni private economiche e finanziarie internazionali riescono a supplire all’insufficiente capacità sistemica delle istituzioni pubbliche, cui resta solamente il compito unico che possono svolgere, ovvero di enti regolatori, ma non più di gestori di poteri che li sovrastano.
Avviene quindi una nuova inedita alleanza di interessi tra gli individui e le organizzazioni internazionali, entrambi accomunati dall’obiettivo di ridurre la volontà prevaricatrice degli stati nazionali, dove si sono annidate invece caste di parassiti incapaci dedite solamente allo sfruttamento del lavoro umano e delle risorse e di una posizione di potere autocratica oramai antistorica.
Il processo si chiama disintermediazione e abbraccia ogni attività umana. La vittima predestinata è lo stato come sistema di potere antistorico.
Certo, gli ambiti di interesse pubblico diventano ancora più importanti in uno scenario simile, dove l’individuo e le sue naturali aggregazioni sociali (la famiglia, gli amici, la comunità locale, la propria attività economica) risultano sproporzionatamente più piccoli rispetto alle dimensioni delle organizzazioni internazionali. Le battaglie di difesa della dignità e della libertà umana, dell’ambiente, della salute, le scelte etiche e sociali tra le altre vi appartengono per definizione.
Gli Enti Regolatori, per definizione di natura pubblica, ovvero di nomina democratica e aperta, svolgeranno sempre più quindi le funzioni di difesa degli interessi dei propri azionisti, che sono i cittadini e le proprie forme sociali. Dovranno farlo sempre più in modalità liquida e diretta, disintermediata, pur mantenendo naturali aspetti di esercizio del potere. Gli “arcana imperia” cambiano e cambieranno sempre più, spostandosi nel controllo delle informazioni, della conoscenza, della tecnologia e della psicologia.
Queste trasformazioni “orizzontali” nella società avvengono mentre sono in gioco enormi cambiamenti di equilibri “verticali” nei sistemi statuali e interstatuali, con i movimenti dei blocchi geopolitici che cercano nuovi assetti.
Gli ambiti di attività pubblica saranno pertanto sempre più ristretti e frutto di una fonte di legittimità che parte dal basso e sarà espressa con maggiore frequenza e facilità, grazie alle tecnologie di comunicazione.
I naturali processi di “osmosi” faciliteranno la sconfitta di barriere economiche, fiscali, tecnologiche e conoscitive che permettono ad alcuni sistemi geopolitici ancora per poco di esorcizzare tale inevitabile tendenza.
La capacità di accompagnare le società umane nella transizione verso forme più sofisticate di relazioni interpesonali e interorganizzative, sociali ed economiche apriranno una nuova sfida che si chiama consapevolezza.
Il nuovo traguardo della tecnologia passerà attraverso la convergenza tra intelligenza artificiale, comunicazione, digitalizzazione, media e materiali per cercare di portare l’uomo più vicino alla comprensione e alla conoscenza di sé stesso e più in alto nella piramide di Maslow verso la propria autorealizzazione.
Aspetti che taluni, pochi saggi da milleni già praticano con metodi e comportamenti naturali.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
Comment (1)
Fil de Fer
La nuova Repubblica Veneta Federata dovrà tener conto che un buon governo starà alla democrazia come la disintermediazione starà al Popolo.
Il nuovo Stato Veneto sarà molto snello e digitale. Tutto sarà a conoscenza di tutti e tutti potranno partecipare alle scelte più significative del governo in carica. L’esempio Svizzero è una buona base di partenza e la Costituzione Islandese è un altro esempio da considerare seriamente e magari con qualche piccola aggiunta per ricordare chi siamo, e da dove veniamo.
Tutte le istituzioni Venete dovranno essere dedicate al bene comune del Popolo Veneto e alla difesa e conservazione della Patria Veneta.
Tutto dovrà girare attorno ad una immaginaria tavola rotonda i cui protagonisti saranno coloro che per consapevolezza, dedizione, responsabilità, competenza, onestà e provata onorabilità saranno riconosciuti dal Popolo Veneto come degni di fiducia nel governare il Veneto.
A ciò dobbiamo doverosamente aggiungere che a livello di Giustizia Veneta, coloro che rivestiranno tali cariche saranno soggetti a controlli preventivi e successivi del proprio patrimonio ivi compresi i propri famigliari sino alla terza generazione dal momento del conferimento dell’incarico istituzionale.
Le pene per coloro che dovessero rubare o effettuare malversazioni di qualsiasi genere per trarne vantaggi economici dovranno essere condannati a pene detentive tra i 20 e 30 anni e nei casi più gravi all’ergastolo ed alla confisca di tutti i loro beni.
Gli emolumenti per costoro, dovranno essere in linea con la media esistente nei paesi Europei e potranno godere di pochi benefits, se non per impegni e viaggi istituzionali. Tutto il resto dovranno pagarselo come se fossero normali cittadini. Le scorte armate riguarderanno solamente le più alte cariche istituzionali e solo con decreto legge per persone degne di essere protette, specie per motivi di sicurezza interna dello Stato.
Ogni cittadino potrà proporre un disegno di legge che dovrà essere valutato alla luce di esigenze prioritarie mai affrontate.
Ecco, lo Stato dovrà esserci ed essere forte per le cose essenziali di funzionamento e correttezza civile e quant’altro, ma dovrà essere nel contempo quasi inesistente per tutto ciò che oggi abbiamo come burocrazia folle e scriteriata che ha portato alla paralisi quasi tutto.
Ad una certa età è doveroso sognare e sperare in un mondo migliore per non essere uguali a coloro che invece di andarsene in pensione e lasciare il campo sgombro alle nuove generazioni, sono ancora aggrappati, incollati, alla sedia del potere fine a sé stesso e per sfruttare sino all’ultimo la società che li paga lautamente per curare gli interessi generali che invece non sono nemmeno nell’anticamera dei loro cervelli.
WSM
WSM