INDIPENDENZA DEL VENETO: CHI FA DA SÉ FA PER TRE
Dal teatrino disperato della politica italiana si esce solo con gli strumenti privatistici della modernità: economici, tecnologici e di carattere internazionale
Tagli alla sanità. Disastri meteorologici spesso prevedibili senza le coperture economiche di emergenza per pagare i danni ambientali. Assenza di un qualsivoglia piano strategico, di sviluppo industriale, economico, sociale, o anche solo uno straccio, o una parvenza di esso. Taglieggiamento continuato pluriennale da parte dello stato centrale, con un residuo fiscale nei confronti dell’Italia che oscilla tra i 15 e i 21-22 miliardi ogni anno. Piagnistei continui privi di alcun effetto pratico.
Stiamo parlando ovviamente del Veneto.
Il Veneto di oggi è allo sbando, privo anche solo dell’ombra di una classe dirigente.
In un’Europa che sta assistendo in diretta alle lacerazioni e alle spinte geo-politiche e ora anche migratorie, il Veneto si trova come in un’isoletta spensierata dove i suicidi degli imprenditori oramai nemmeno più scuotono le coscienze e difficilmente fanno notizia.
I cimiteri industriali che sempre più continuano a corredare i panorami delle nostre periferie lasciano spazio alla pura arte retorica della comunicazione fine a sé stessa, che per quanto riguarda il Veneto è nelle mani del governatore e del suo partito, da sempre impareggiabile nello sfruttamento delle polemiche politiche e populistiche senza costrutto alcuno e della sua controparte, il pd, che recita il ruolo di primo attore del partito-stato che controlla il governo centrale.
E l’indipendenza del Veneto? Che fine ha fatto si chiedono in molti? A sei giorni dal voto catalano, in cui il Presidente Artur Mas e le forze catalane autenticamente indipendentiste hanno saputo creare una lista unitaria plebiscitaria che chiede ai cittadini catalani il via libera al processo di piena indipendenza della Catalogna, il Veneto pare aver fatto giganteschi passi indietro nel proprio percorso di autodeterminazione.
Le ultime elezioni regionali hanno infatti sepolto sotto le macerie chi non ha voluto riconoscere il significato del più grande evento indipendentista mai concepito e che ha saputo attirare in Veneto l’attenzione di tutti i media internazionali, ovvero il Plebiscito Digitale per l’indipendenza del Veneto del 16-21 marzo 2014.
L’illusione che vi fosse una via istituzionale regionale che portasse all’indizione di un referendum indipendentista “istituzionale” italiano indetto dalla Regione Veneto è stata definitivamente spazzata via dalla Corte costituzionale con la propria sentenza 118 del 29/04/2015. Secondo i Dioscuri dell’ortodossia costituzionale tricolore, non solo i cittadini veneti non hanno infatti il diritto di esprimersi sul proprio destino tramite referendum istituzionale regionale, ma nemmeno esso può essere oggetto di alcun tipo di provvedimento da parte di chicchessia, nemmeno il parlamento stesso, tanto da fargli scrivere che “l’unità della Repubblica è uno di quegli elementi così essenziali dell’ordinamento costituzionale da essere sottratti persino al potere di revisione costituzionale”.
Come abbiamo sempre affermato, dopo che l’89,10% degli elettori veneti aveva sancito la propria volontà sovrana a favore dell’indipendenza del Veneto nel marzo 2014, la via istituzionale regionale era divenuta semplicemente pleonastica (se non onanistica), un “di più” inutile, a maggior ragione considerata la natura autoritaria dell’impianto costituzionale italico.
Anche la via alle consultazioni per maggiori gradi di autonomia appare francamente insensata e rappresenta una totale perdita di tempo. Casomai, anche se solo come tattica, avrebbero dovuto essere portate avanti nel 2006, dopo la schiacciante vittoria con il 55,3% dei votanti del Veneto nel referendum costituzionale per la devolution. Appare poi chiaro che maggiore autonomia in uno stato come quello italiano appare una forma controproducente volta solo ad aumentare il sottobosco governativo e il potere del secondo attore del partito-stato italiano, la lega nord, che assieme al pd costituisce il fronte unito del gattopardismo tricolore, il cui motto è il sempiterno “cambiare tutto affinché nulla cambi”.
Quindi, in tale scenario, qual è la risposta più corretta da dare alla domanda “che fare?”
Per quanto ci riguarda, non siamo alla ricerca di risposte a tale domanda, in quanto le abbiamo già date.
L’unica via d’uscita alla situazione attuale per noi è semplice. Ed essa non è politica, è economica.
È autoevidente a tutti che nel mondo contemporaneo esiste infatti un primato di fatto dell’economia sulla politica, che è venuto meno solo in rarissime circostanze storiche. È altrettanto evidente che oggi sia vincente nel sistema economico-finanziario un modello capitalistico che trova più forza nel privato che nel pubblico. La soluzione reale e concreta per ottenere l’indipendenza del Veneto consiste pertanto nel creare un nuovo sistema economico veneto che non dipenda dal sistema politico italiano, del quale il sub-sistema regionale veneto ne è una diramazione sotto il suo pieno e totale controllo. Serve invece percorrere una via “privata”, eppur sistemica, alla piena indipendenza economica del Veneto.
È possibile realizzare ciò? Nel passato esso poteva apparire un compito superiore a qualsiasi capacità, ma grazie agli strumenti della modernità, economico-finanziari e tecnologici, oggi tale obiettivo, pur enormemente ambizioso, è divenuto alla portata di chi ne abbia sufficienti risorse, competenza, capacità e determinazione per affrontare una sfida di carattere internazionale.
In tale scenario si comprende perché Plebiscito.eu NON sta effettuando campagne territoriali e di comunicazione. Siamo semplicemente impegnati nella creazione del modello concreto per la piena indipendenza del Veneto, che seguirà la creazione del meccanismo di indipendenza economica degli imprenditori veneti dal sistema politico italiano.
Esso sta già avvenendo, nei fatti. Abbiamo competenze, capacità e determinazione da vendere e stiamo raccogliendo le risorse necessarie allo scopo. Quando avremo raggiunto una dimensione che non permetterà reazioni conservative, allora partirà anche la fase di comunicazione nel territorio. Fino ad allora lasciamo il campo a chi fa dei piagnistei o della lotta contro i mulini a vento il proprio programma d’azione da decenni a questa parte.
Noi invece, come sempre, preferiamo la concretezza dei risultati.
Fatta chiarezza ancora una volta del nostro percorso, si rende pertanto necessaria anche una trasformazione del movimento che lo supporta, Plebiscito.eu. Fin dalla sua creazione i risultati che abbiamo saputo ottenere sono stati resi possibili grazie alla straordinaria azione dei nostri impareggiabili volontari, che in grande numero si sono prodigati in un’azione nel territorio fantastica. Oggi è necessaria una nuova trasformazione da “volontari”, ovvero da persone che si rendono disponibili per un periodo di tempo limitato su base spontanea, ad “attivisti”, ovvero da persone che agiscono con dedizione totale, per il tempo di attività che riescono a garantire, a supportare le priorità d’azione individuate. Essendo oggi la struttura organizzativa totalmente dedicata alla crescita del “motore economico” propedeutico all’indipendenza, ovvero Plebiscito.eu Club, non possiamo purtroppo permetterci “fisicamente” il lusso di dedicare risorse ed energie in “autoconsumo” per altre attività, come inevitabilmente avviene in organizzazioni spontanee su base volontaria.
Il passaggio da volontari ad attivisti non è semplice e non è per tutti. A chi non sarà in grado di farlo, chiediamo pazientemente di aspettare il momento in cui ripartirà la nostra azione nel territorio. Chi non vuole aspettare e non comprende lo sforzo straordinario che è in atto nel presente, può sempre decidere di impegnarsi in altre organizzazioni o movimenti, se la propria priorità è il sentirsi impegnato e non il contribuire al progetto concreto di indipendenza che abbiamo concepito.
Da un punto di vista giuridico, la nostra forza deriva dall’essere il diritto internazionale un diritto “di fatto”. La base giuridica della nostra azione indipendentista affonda semplicemente in pilastri del diritto di autodeterminazione scolpiti dal diritto delle genti nel secondo dopoguerra, tra cui in particolare merita ricordare:
- L’art. 1 c. 2 dello Statuto dell’ONU, ratificato anche dall’Italia con la propria legge 17 agosto 1957, n. 848, che recita:
“(The Purposes of the United Nations are: …) To develop friendly relations among nations based on respect for the principle of equal rights and self-determination of peoples, and to take other appropriate measures to strengthen universal peace”.
(I fini delle Nazioni Unite sono di) Sviluppare relazioni amichevoli tra le nazioni, basate sul rispetto del principio di parità di diritti e l’autodeterminazione dei popoli, e prendere altre misure appropriate per rafforzare la pace universale “.
- I Trattati internazionali firmati a New York il 16 e il 19 dicembre 1966 e ratificati dall’Italia con Legge n. 881/1977, che all’art. 1 recita:
“1. Tutti i popoli hanno il diritto di autodeterminazione. In virtù di questo diritto, essi decidono liberamente del loro statuto politico e perseguono liberamente il loro sviluppo economico, sociale e culturale”.
“2. Per raggiungere i loro fini, tutti i popoli possono disporre liberamente delle proprie ricchezze e delle proprie risorse naturali, senza pregiudizio degli obblighi derivanti dalla cooperazione economica internazionale, fondata sul principio del mutuo interesse, e dal diritto internazionale. In nessun caso un popolo può essere privato dei propri mezzi di sussistenza”.
“3. Gli Stati parti del presente Patto, ivi compresi quelli che sono responsabili dell’amministrazione di territori non autonomi e di territori in amministrazione fiduciaria, debbono promuovere l’attuazione del diritto di autodeterminazione dei popoli e rispettare tale diritto, in conformità alle disposizioni dello Statuto delle Nazioni Unite”.
- Il Parere del 22 luglio 2010 (Kosovo) espresso dalla Corte Internazionale di Giustizia (CIG),
che ha sancito che, in tema di “conformità al diritto internazionale della dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo”, ha chiarito che come risulta dal testo della dichiarazione di indipendenza del 17 febbraio 2008 e dalle circostanze nelle quali questa è stata adottata, gli autori della dichiarazione (di indipendenza, ndr) non agirono nella loro qualità di membri di una delle istituzioni di autogoverno operanti nell’ambito della “cornice costituzionale” ma adottarono tale dichiarazione come individui che agivano di concerto in qualità di rappresentanti del popolo kosovaro al di fuori della cornice dell’amministrazione provvisoria. Cosa che fecero anche i dieci cittadini veneti chiamati a rappresentare le istanze derivanti dalla prevalenza dei Sì nel Plebiscito Digitale con la dichiarazione di indipendenza del Veneto proclamata a Treviso il 21 marzo 2014 (art. 11 del Regolamento Generale del Plebiscito Digitale, depositato presso tutti i Comuni del Veneto).
La sovranità dei veneti si attuerà compiutamente secondo le modalità effettive che essi sapranno dimostrare al mondo. Lasciamo pure il campo del teatrino della politica regionale veneta ai piagnoni da commedia dell’arte che calcano le scene del nostro martoriato Veneto, mentre realizziamo un progetto ambizioso, almeno quanto lo è stata l’organizzazione del referendum di indipendenza del Veneto: la “privatizzazione” del sistema economico del Veneto indipendente, con un’infrastruttura sistemica di supporto “politico” di natura transnazionale e internazionale, che ben presto, non appena le condizioni saranno sufficienti, saprà trasformarsi in men che non si dica nel sistema istituzionale di carattere pubblico della Repubblica Federale Veneta.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
Comments (41)
BLIX
Io confesso…che non ci capisco piu’ di tanto….comunque qualcuno mi puo’ dire
piu….terra a terra come e’ possibile sgangiare la produzione economica dalla
politica dello stato….che ci opprime ?
un caloroso grazie.
WSM
caterina
Blix, mi sembra chiaro il discorso…chi ha un’attività produttiva o ha capacità economica dovrebbe avere tutto l’interesse ad entrare in Plebiscito.eu Club per avere tutte le indicazione che gli servono per decidere per sé e per l’obiettivo finale che interessa a tutti… due mesi fa lo avevano spiegato a Villa Braida e vedo che le cose procedono in quel senso con adesioni giornaliere.
Stropol
Confeso che, in general, el ragionamento me piase. Dal punto de vista pratico anca la caduta de l’URSS la e vegnesta cossì…in 70 ani. Pian pian se à formà dei nuclei economici sempre pi forti, sempre pi indipendenti, sempre pi decisivi par l efetivo governo del teritorio fin che, a la caduta del muro, era ciaro che le elite economiche avea in man le carte par decider el futuro. Ghe ne do robe da dir, però. In URSS non ghe n era minace a la identità dei vari Popoli se non quela del governo comunista (che voleva eliminar religion e tradizion) e non ghe n era altri piani economici concorenti (e pi forti) de quei spontanei che naseva a ndava sostituendo i falimentari piani economici del Comitato Central. Ncò la situazion la e competamente diversa. Intant qualsiasi piano economico che parte no pol no tener conto del la influenza del presente piano economico (fortisimo) gestì da multinazional finanziarie e bancarie. Piano che prevede Euro, TTIP, Mercato Globale senza vincoli, egemonia economica e finanziaria anglostatunitense, ecc. e quindi distruzion de l economia Veneta. O te si pi forte de sto parecio – e ò e quasi imposibile senza na forza de Stato Sovrano – o te te acoda finendo par far dan a te steso. Dopo, ai tempi de l’URSS, no ghe era le presion mediatiche e geopolitiche che ghe ne ades. L’URSS viveva la so vita flematica e masenava al so interno co tuto el tempo che ocoreva. Ades, se anca n piano economico finanziario podese realmente ver posibilità in un tempo de un decimo de quel de l’URSS, meton 7 ani, visti i mezzi tecnologici moderni, l e comunque irilevante parchè fra 7 ani Veneti no ghen sarà pi. Ghe sarà el teritorio invaso dai clandestini, lo ius soli, el voto a tuti i residenti, el riconosimento de la shairia (la lege islamica)…magari anca i contributi a le copie gay e le tase su le fameje tradizionali. Co i tempi che core n progeto che l abie bisogn de pi de do mesi par partir e se relize a compimento en pi de 2 ani l e n progeto irilevante.
Quindi riprendendo quel che dis el Dotor Busato, – Le ultime elezioni regionali hanno infatti sepolto sotto le macerie chi non ha voluto riconoscere il significato del più grande evento indipendentista mai concepito e che ha saputo attirare in Veneto l’attenzione di tutti i media internazionali, ovvero il Plebiscito Digitale per l’indipendenza del Veneto del 16-21 marzo 2014. – (infati el voto l à confermà la voia de indipendenza) dirie che no darghe na risposta a tuti quei che in sta indipendenza ghe crede l e come cavarghe el NON e finir par sepelir soto le macerie i Veneti Indipendentisti. I quali riempiendose de fede e spetando la evoluzion del progeto economico i ris-cia de spetar n evento che, se anca n dì riusirà a veder la luce, no varà nesuna influenza su i reali problemi che a quel tempo i se trovarà a frontar parchè su zerte cose no se pol pì tornar indrio.
Me augure sinceramente de sbaliarme, ma se la indipendenza del Veneto la e fondà sol che su questo l e n sogno che finise qua.
Michele De Vecchi
Caro STROPOL, voi riprenda la fine del discorso de Busato, parchè me par che no te ghe gapie presta tanta atension…
“Chi non vuole aspettare e non comprende lo sforzo straordinario che è in atto nel presente, può sempre decidere di impegnarsi in altre organizzazioni o movimenti, se la propria priorità è il sentirsi impegnato e non il contribuire al progetto concreto di indipendenza che abbiamo concepito.”
Stropol
Caro Sior Michele, mi no me interesa che te me dè rason, tant, che me sbalie o no e che se sbalie o no el Dotor Busato, sarà comunque la storia dirlo e nisun podarà contadirla. L e ovvio che, se voi, pose ndar su qualsiasi altro movimento o farmen un par conto meo…dovrie eser altretnto ovvio che, se son nca qua, no l e parchè ghe guadagne schei o gloria, l e parchè vorie trovar n modo de veder comune che coinvolge tuti e porte a una efetiva e quanto pi veloce posibile reale indipendenza. Te capirà – par farte n esempio – che se te vede un che te par drio schiantarse, se no altro par puro spirito de solidarietà umnana te ghe dis – Vecio, varda vanti ! – se, dopo, quel l e pi bravo de quel che sembra magari l se ferma prima del mur, magari l era na finta, magari l a deciso de sciantarse a posta,…afari soi…, ma mi ò fat que che me sentive e sto ben co me steso. Senza ofender, ne mancarghe de rispeto a nisun, senza pretender de ver rason. El ategiamento, inveze, de chi che dise – Chi che l e d’acordo co mi me sta ben, i altri pol ndar a cagar – me par no sol presuntuoso, antipatico e pauroso (parchè nol vol confrontar el so pensiero par paura de scoprir alternative), ma anca par niente adatto a un che vol metarse a la guida de n Popolo. Se te vol guidar n Popolo me par pi adato che te sie la guida de tuti chi che e d’acordo e chi no e te zerche de unir el to Popolo e coinvolgerlo in vistade l obietivo. In caso contrario o te si n condotiero militar che e drio far na guera e no a temp par ndar masa sul sotile (no me par questo el caso) o te a idea de piantar na ditatura dove che tuti a da star ai to ordini…o, forse, semplicemente no te si in grado (nca parchè non te à scelto i consilieri giusti, no l e deto che sie par incapacità personal) de condure (co ducere = portar assieme) n Popolo, ma te te limita a provar la strada pi comoda savendo che no la e perfeta e no te vol sentirte dir altro parchè te te sente n colpa.
caterina
una fase di stallo, anche se operoso (ricordiamoci che le commissioni parlamentari continuano il loro lavoro), in attesa che si risvegli la classe dei “siori”… siamo nella situazione del 1797…Napoleone imperversa nel Veneto (oggi può chiamarsi Renzi o Equitalia), i Veneti che resistono e combattono dappertutto con tutte le loro forze e continuano a inviare richieste di interventi urgenti a Venezia, ai “siori” che sedevano in consiglio e stavano a guardare magari complottando col nemico… ma i “siori” di oggi non sono a Venezia, sono sparpagliati nel Veneto con le loro industrie grandi e piccole, o coi loro capitali talvolta enormi affidati ai caveaux delle banche e se li lasciano mangiare dagli strateghi economici internazionali piuttosto che usarli per aiutare la gente veneta nella lotta per la propria libertà…
abbiamo fra noi “siori” sordi e insensibili… tanti, sembra, stando a statistiche di chi conosce i segreti delle banche… adoperiamoci per scuoterli dal loro torpore, suscitiamo in loro un moto di orgoglio perché partecipino alla lotta che un popolo intero ha intrapreso… un popolo saggio che non vuole ricorrere alla violenza perché l’ha già provata troppe volte sulla propria pelle, ma si appella a chi fra loro è nella possibilità di usare le armi di oggi che sono i maledetti schei, senza i quali non si va da nessuna parte e nessuno ci dà retta…
credo che questo dovremmo fare oggi approfittando di tutti i nostri contatti…e, se altro non possiamo fare, parlare…
veroveneto
io,al contrario di stropol che par farse veder el gà da esser sempre contrario a ogni articoeo che mettì, vi sosterò e gavrò pazienza de spetare sta bea novità
Michele De Vecchi
Caro STROPOL…
ghe ne vemo xa visto par pi de vinti ani sogeti che par acontentar tuti e no perdar consenso i xe pasadi de pal in frasca sensa star tanto li a pensarghe: vemo sentio parlar de padania, de secesion, de autonomia, de federalismo, de federalismo a geometria variabie, de indipendensa, de novo de autonomia, de costi standard, e deso de unita nasionae ecc ecc…
Lu, caro signor STROPOL, se le ricorda ste robe? Mi si, e son stufo de xente che se comporta cusita.
Quindi, tanto meio uno che ga deciso de seguir na strada diversa e che la difende co i denti, a costo de sembra un atimo presuntuoso; e me piase tanto el fato che sto omo el continue par la strada sensa conpromesi, a costo de perdare par strada chi che no crede in lu.
enrico
Caro Giane,
prendo atto della tua scelta e me ne rammarico.
Plebiscito.eu poteva essere una grande cosa!
Auguri
WSM
stropol
Gentlisima Caterina, no te domanda mai parche’ in sti tempi tuto dipende dai schei e parche’ i te lasa parlar co relativa tranquilita’? Parche’ i schei li controla lori – i to nemici – e la informazion anca, quindi na marea de Persone che parla tute asieme l’una sora l’altra e deve comunque ndar da lori a tor schei l’a’ el risultato che tuti i e schiavi, i se a sfoga’ e nisun capise dove sta el vero. Quindi l e na marea de inicui incapaci de far na qualsiasi minima reazion. Quanto al Sior Michele devo dir che me trovo completamente d’acordo, ma, al contrario de quanto dise Veroveneto, no pose ver pasienza parche’ i problemi i ghe n e za nco’, e l e ciaro a tuti che alcuni ris-cia de deventar ireversibili. Quindi, se nca poderie concordar de masima co quel che dise el Dotor Busato (fuse questi tempi tranquili), so preocupa’ parche’ se trata de na strategia a lungo e lunghisimo termine che ris-cia de ser inutile se no la e pogiada su na strategia de breve e medio termine. Semo svantagiai su tuti i parametri: numero, tecnologia, potenza economica, legitimita’, dominio de l etere, posibilita’diplomatiche, ecc. se no scminzen a ocuparse del presente e del futuro breve i ne cava la tera da soto i pie’, e, se n di’, ne parera’ de ver bastanza acqua par stusar l’incendio podrie ser el di’ che l fogo se a za spento da solo parche’ no a resta’ nient da brusar.
caterina
Stropol, co e to metafore te se anca simpatico, ma sicome me par che te se omo de eta e de sapienza, te dovaria saver che se dovaria sostegner chi che ne ga portà dove nesun prima el ghe era riuscì…te pareo che nol gabia una vision ciara del percorso? sen noialtri che no l’avemo!..
vardete in giro: solo ciacoe, pro domo sua anzi pro scarsea soa co na presunthion che mi disaria infantile, e vutu che noi semo così ingenui da crederghe?
L’e ‘l momento de esser compatti intorno a chi che ne ga savest portar fin qua… co lu gavemo già fato le fondamenta solide del nostro futuro de libertà… ghe vorà ora tre mesi o tre ani par tirar su la casa? dipende dal nostro concorso a provedar a tut el resto che serve…par questo mi spere che la gente che la ga possibilità la se sveie!
Qualchedun ogni dì… anca incò un nuovo arrivato, bravo il nostro Busato!
oiram
bravo stropol ghe vole i fatti non le promesse.mi par essere andà in comune a firmare son stà fregà da una associazione comunale pro civ.
annibale51
@ Caterina: Mi sa che spetemo i siori semo messi male! Quali signori Caterina? I vecchi signori, i vecchi nobili veneziani sento dire che sono diventati internazionali, amici della nobiltà europea; altri sono decaduti. I nuovi signori come i fratelli Benetton o Leonardo Del Vecchio a vedere quello che fanno mi sembra che stiano ben alla larga dai movimenti indipendentisti. Del resto ci guadagnano bene con lo stato Italia. La vedo dura. Del resto c’ è stato un referendum…i quesiti erano chiari…i voti li abbiamo contati. A cosa servono i signori?
caterina
Annibale51, per quel che capisco io servono per aver la forza di impiantare una struttura, cioè uffici, gestione, comunicazione.
Stropol
Mi o’ paura che ufizi,gestion e comunicazio i serva a ben poco…cioe’ i serviria en secondo tempo. Prima serve che se fae quel che se dise, anca se se perde, anca se i ne masacra, dopo la zente la ne vien drio, visto che i a vota’. Ma finche se fa na dichiarazion de indipendenza e po se dise apertamente che – …non era fatta per avere, ne ha avuto, effetti…(Dott. Busato) – …ti, dopo na roba del genere te pol ver tuta la comunicazion che te vol, chi se fida? Spetar i schei, spetar i apogi, i veti incrosai…tanto, dopo, chi se a volesto ciapar la responsabilita’ dei problemi e dei destini dei Veneti no vol meterse a la testa del so Popolo par cambiar la situazion…spetar chi?
caterina
sei ingiusto Stropol, non sei obiettivo né concreto… dime come che se fa par far fronte a quel che ghe o apena scrit qua sora a Annibale 51… se ti te ga la bacheta magica usala per favore, o se te se in grado de far quel che l’e necessario parchè te se re mida metete all’opera… mi par la me speriensa so che par quel che doven far par rendere operativa la nostra indipendenza no basta pì l’entusiasmo e qualche migliaia di contribusion volontaria, ma ghe vol qualche milion e l’e quei che i Club de Plebiscito i pol apportar… par ora aven la sodisfasion di dirse e sentirse indipendenti a buon diritto sensa in pratica esserlo…
e sen ancora i primi, anca davanti i Catalani, che i ga seguì na strada diversa e non avendo risposto a una domanda secca come noi, vuoi una Repubblica indipendente e sovrana SI o NO, i xe là che ancora i deve combater nonostante che i ga otenu una magioransa de seggi de indipendentisti nea region…
Speren che i la spunte lo stesso, cossi no sarensi soli in Europa, anca se ognun el deve seguir la so strada secondo la so storia e ‘l so contesto…
veroveneto
caterina bel discorso, sei stata chiara. Stropol le qua soeo par farse notar come go sempre dito. La dichiarazione la se stata fatta e ora aspetemo el salto de qualità che ci porterà alla libertà.
oiram
el salto de qualità lè stà fato.ma indrio.
oiram
in catalogna ci sono riusciti. andando di città in città di paese in paese di casa in casa.
caterina
OIRAM qui sopra…di porta in porta…è quello che noi abbiamo fatto per il nostro Plebiscito della primavera dell’anni scorso, e come sai, siamo stati ancora più bravi dei catalani perché il risultato l’abbiamo ottenuto, netto e incontrovertibile e senza l’aiuto dei media!
Ora, se ti serve a placare la tua ansia, segui quanto ci viene suggerito… tirare dalla nostra parte Veneti di peso economico e imprenditoriale se ne conosci…diversamente lascia che lo facciano quelli che sono in grado di farlo e se invece ti accontenti di parole, in giro mi risulta che ci sono personaggi che si danno da fare e raccolgono firme e distribuiscono tesserini di appartenenza e immaginano petizioni… beh, noi sappiamo che ora non dobbiamo chiedere niente a nessuno ma dobbiamo riuscire a fare, contando solo su di noi perché i passi di legittimazione internazionale li abbiamo già fatti e siamo impegnati esclusivamente a renderli operativi…non dubitare, ci arriveremo!
Stropol
Perdoname Caterina, te me disi che so ingiusto, ma se quela sera in Piasa dei Signori chi ga parla’ dal palco gavese anca dito, na volta leta la dichiarazion de indipendesa, che no l era fata per aver efeti…ghe tocava scampar come n gevero parche’ so no l ghen ciapava tante che mai! Lora, dime, en Catalunya i se ga unio tuti, dai comunisti ao franchisti, europeeisti e no, eleti e no, parche’ el primo obietivo l e l indipendensa. Dopi i parlara’ del resto. Nonostante questo i fa fadiga, parche’ l’ influensa dei media e dei potentati finanziari la e forte. Lori pero’ i va vanti, no i parla mai mal un de quel altro, no i se divide su i detagli e, se ti te va a Barcelona a parlar spagnolo prima de risponderte i te traduse en Catalan. Qua la nostra principal ocupazion la e de parlar mal de i altri, a partir da la Lega e da Morosin – che dovarie eser i pi vesini – favorendo quei che ne vol morti e esendo noi i primi a imbroiar disendo cose che saven benisimo de no poder far. El referendum, geniale e riusitissimo, podeva eser na ocasion par unir tuti, in umilta’, in vista de un risiltato certo e vosuo dal Popolo. L e sta n treno perso, trsforma’ prima su na competizion eletorale incomprensubile e falimentare e des in na ocasion de afari evonomici che ris-cia de perderse nel tempo come mile altre. No sarie ora de riscominziar dal Referendum e tentar de far come in Catalunya, domandando scusa a tuti ???
caterina
Strpol, ti se un disfattista autodistruttivo… no te capisse che ghe se bisogno de gente costruttiva ora più che mai, no de quea che sa solche parlar ben, o la inventa stratagemmi par far parlar, di sé possibilmente, e cussì continuar a prender in giro la gente.
Michele De Vecchi
Caterina, lasa perdare… Ghe xe xente in giro che vien su sto sito a ronpar i maroni parché ghe brusa che nialtri semo i soi a far qualcosa, e ghe brusa ancora de pi quando ghe femo notare che staltri no i fa niente, o quel poco che i xe drio far no porta da nesuna parte…
Xente che ghe piase el tifo da stadio, e che ghe rode el fegato che a so squadra del cuor no la sia prima in clasifica, ansi, no le sia nianca drio xiogare el campionato!
Davide
Gli interventi di STROPOL sono sempre come un bombardamento di katyusha.
Gli interventi di OIRAM sono come colpi singoli di un cecchino.
Ma entrambi centrano sempre il bersaglio.
.
caterina
DAVIDE..e ti te saria el capo-ronda?
Davide
CATERINA…pur non conoscendo nessuno dei partecipanti a questo forum, preferirei senza esitazione la compagnia dei ‘San Tommaso’ come Stropol ed Oiram che quella di trinariciuti di guareschiana memoria come Voi e Michele de Vecchi!
caterina
tranquillo, Davide.. non ti capiterà d’incontrarmi.
basbo
Ragazzi, calmi.
Io credo nel percorso di Plebiscito.eu, e voglio crederci, perché altrimenti cos’altro abbiamo?…
Ammiro la devozione di alcuni, come @Caterina, che spesso può sembrare cieca fede, ma allo stesso tempo capisco i dubbi di altri, come @Oiram e @Stropol, che al contrario possono sembrare disfattisti.
Sono entrambi punti di vista legittimi, forse alimentati dal fatto che le informazioni sono poche, e ultimamente il discorso indipendenza sembra caduto nel dimenticatoio.
Capisco che i piani di azione prevedano un minimo di segretezza, soprattutto su internet, e credo veramente che si stia lavorando “sotto al cofano”, ma non prendiamocela con quelli che avevano/hanno/avranno perplessità, che abituati come siamo alle fregature in ogni ambito, possono essere compresi.
Diciamo che, allo stato attuale, per noi “esterni”, la questione si basa molto sulla fiducia: chi ce l’ha, chi no, chi la sta perdendo, chi (ma penso pochi) la sta acquistando.
Spero che questo progetto economico del club, o il discorso della cittadinanza digitale, vengano presto svelati, più che altro per tener viva la speranza!
oiram
a veroveneto.varda che mi a go sempre votà par plebiscito.a son vegnù rabioso par via de le 12000 firme.a confronto dei sbandierati milioni de voti.
Michele De Vecchi
Se qualcuno vuole sapere e vuole partecipare alle attuali iniziative di Plebiscito.eu (sebbene esse vengano tenute sotto un velo di riservatezza) gli basta contattare uno dei soci e chiedere di poter presenziare ad un incontro; verrà valutata la sua richiesta.
Le sedute del parlamento provvisorio sono invece aperte a tutti.
Quindi, se uno è veramente interessato ad informarsi basta che si attivi; altrimenti c’è solo la volontà di criticare senza nessun fine!
oiram
ancora a veroveneto. nel 2014 mi a ghi no portà 4 a votare famiglia.ti quanti.ciao.
veroveneto
Mario te convien star bon, parchè ti con mi non te poe competare coi i numeri. Francamente son contento che te ghe portà 4 a votar nel 2014 ma non son altrettanto contento a come te reagissi ora coi to commenti
oiram
son contento par ti. come reagisso se par sveiare gli incantati.
caterina
da L’INDIPENDENTE 14 giugno 2014 numero unico:
” All’indomani della Dichiarazione di Indipendenza del Veneto” leggo:
“Gli USA la fecero nel 1776 e nacquero nel 1783 dopo la sconfitta inglese. Ora io non immagino tempi così lunghi per il Veneto, anche perché magari gli USA avessero avuto oltre 2 milioni di individui a favore del progetto di Jefferson e compagno!…”
Bernardini che conosce come sono nati tutti gli stati del mondo ci aveva avvertito che dovevamo armarci di pazienza…
Importante è credere a quello che abbiamo fatto e aver fiducia in noi stessi e nella capacità dei nostri strateghi.
Guardiamoci in giro: cosa c’è, anzi chi c’è che ha raggiunto il nostro traguardo? ancora nessuno fra gli ultimi che ci hanno provato…
ed è il primo, ma è fondamentale! Adesso lavoriamo, ciascuno per quanto può, per arrivare ai successivi…non si può essere così inconsistenti per non dire di peggio da demolirci con le nostre mani…animo! prima cosa: fiducia in noi stessi! e diffondiamo questa fiducia senza nasconderci come carbonari, perché non lo siamo, e tutto il mondo lo sa anche se non se ne parla…specie ovviamente da noi, dove si danno un gran daffare a indottrinare i bambini come i balilla del tempo… se ne abbiamo intorno a noi facciamo da antidoto e cerchiamo di instillare loro il concetto di libertà e la conoscenza dei valori della nostra vera storia..
Stropol
Caterina, no core ndar tnat lontan…, da wikipedia: – Per quanto vi fossero già stati alcuni scontri fra i coloni ribelli e l’esercito britannico, essa segnò il vero inizio della Rivoluzione americana, che 7 anni dopo si sarebbe conclusa con la vittoria dell’esercito continentale di George Washington sulle forze di re Giorgio III.
Di fatto, il Congresso di Filadelfia, guidato da John Adams, rappresentò un momento di trasformazione della lotta dei coloni con la Gran Bretagna per la difesa dei propri diritti, in una vera e propria rivoluzione volta a rovesciare la politica esistente. Il documento non mirò propriamente a definire una nuova forma di governo, e pertanto non va confuso con la futura Costituzione degli Stati Uniti d’America. L’obiettivo fu invece quello di rafforzare il supporto interno alla propria battaglia, incoraggiando l’intervento a proprio favore di alcune potenze europee, in particolare della Francia. La dichiarazione venne richiesta e scritta da Thomas Jefferson. –
Cioè l esato contrario de quanto ven fat noi:
1. ghe n era za sta scontri;
2. la Dichiarazion rapresenta n momento de union e de trasformazion de la lota ( no de primato de chi à vu l idea );
3. la Dichiarazion la vien fata no par stabilir na forma de Stato, ma per stabilir de i obietivi e incoragiar i stranieri a intervenir in favore ( che significa che za se tentava raporti diplomatici co altri Stati );
4. vien fora 7 ani de guera, no de ciacole, de guera, prima de otener na parvenza de vitoria e, dopo, resta ncora tut da costruir…
Me spiase, mia cara, ma bisogna finirla de seguir le bale che i ne conta e informarse.
caterina
grazie dei dettagli, Stropol… a mi dea storia dei Stati Uniti, che fra l’altro rispeto a noialtri e xe nati l’altro ieri, no me importa gran che, anche se go un saco de parenti là, che magari i tifa par l’Italia, e quando che ghe parlo del Veneto indipendente i me varda anche storto, parchè noi sa che i so genitori i xe partidi da qua par la miseria che la decantata unità la gà portà… e magari i xe anca stati qua coi americani nea prima guera mondiale, Dio li perdoni, la strage inutile…e i compagne anca a thercar i nomi a Redipuglia…
Fra l’altro anche negli USA ci sono ad oggi 18 stati che vorrebbero essere indipendenti, ma affari soi… par ades i sbaglia anca mira e i bombarda un ospedal dove che l’e medici volontari a lavorar par salvar la gente..
Comunque, per tornare a noi, il riferimento fatto nel numero unico de L’INDIPENDENTE stava ad avvertirci che i passaggi dalla dichiarazione all’effettiva realizzazione dell’indipendenza sarebbero stati complessi e sicuramente richiedevano del tempo… abbiamo fatto il tentativo della scorciatoia che non ci è riuscito perché ci hanno tagliato al massimo i tempi a disposizione, per cui non ci resta che darci da fare per altre strade, ma sarebbe stupido che buttassimo al vento il lavoro già fatto.
Perciò, non scoraggiamoci, continuiamo a lavorare!
Andrea
Esatto, concordo totalmente. Una cosa essenziale è aver fiducia in noi stessi! Ed è altrettanto essenziale che tutti insieme si lavori per arrivare all’indipendenza delle nostre Terre. La Catalogna ha dato sicuramente una bella spinta favorevole a tutti quei popoli che come noi desiderano la libertá. La stessa Catalogna ci ha anche insegnato che UNITI si vince. Per cui ben vengano incontri, progetti e discussioni tra partiti e associazioni con idee anche diverse ma con un UNICO scopo in comune: l’indipendenza e la libertá del popolo Veneto.
oiram
a costo de sacri fici la repubblica del veneto non la vui doman ma ieri.
Stropol
Caterina, no butar al vento quel che za l e sta fat vol dir ndar fora da l isolamento e meter in pie’ n piano concreto de liberazion che incida da subito su la vita de tuti. Come dise giustamente Andrea, par far cossi bisogna eser uniti. Bon, lora parche’ se perden a parlar mal de tuti e continuen a proporse piani che ne vede ndar da soli su percorsi strani e complesi che, se anca vese n certo suceso, i porteria solo qualche picolo vantagio economico riserva’ a pochi ??? Caterina, sen noi che sen drio butar via el lavoro fato, questo l e el problema! Qua nesun vol imparar niente da la storia, tuti sa, se te parli te se traditor, ntanto dal Referendum l e pasa’ quasi do ani e ne la vita de la zente no a cambia’ niente. Satu che contenti che i e ? Atu idea de quanta credibilita’ abie guadagna’ Plebiscito ? Sen drio otener l efeto contrario: la indipendeza del Veneto la e drio deventar folklore de quei 4 mone de Veneti imbriagoni che tanto ghe piase smatezar e dopo no i e boni de combinar un c@xxo! Ottimo risultato, veramente, l e proprio el caso de ver fiducia e no cambiar niente…
giorgio da casteo
Tutto giusto e di larghe vedute. Ma intanto diventiamo sostenitori della Banka Etnika
caterina
Sì Giorgio, soprattutto col comercio inco de Venessia ch’el pianze se no ghe vien dentro par el Canal Grande i grattacieli del mare…giusto par umiliar in alteza i palassi storici e na volta o l’altra sucede calcossa de grave, magari na manovra sbagliada o un incendio e i se rovesa e i buta zo no solche la banchina ma el palazzo ducal e adio gloria… e sarà colpa nostra da no averlo evità e no aver provedest a tegner i grandi trafici fora dea laguna… no l’e bastà Napoleone, da un secolo se noialtri taliani de Roma che col delirio progressista aven mandà a farse benedir l’equilibrio de l’imediato territorio dell’entroterra e ades completen l’opera… bel progresso!