INDIPENDENZA DEL VENETO, IL METODO FACILE FACILE PER OTTENERLA
Il vento dell’indipendenza soffia sempre più forte nel mondo, da Hong Kong al Veneto. Appuntamento a Vicenza giovedì 28 novembre
Il quadro internazionale ha visto in queste settimane le questioni dell’indipendenza riprendere forza in diverse nazioni senza stato, sotto diverse forme e in vari ambiti.
È di oggi la notizia di Hong Kong dove i candidati pro-democrazia hanno stravinto le elezioni locali, ottenendo quasi il 90% dei seggi rispetto ai rappresentanti favorevoli al regime comunista cinese. In Catalogna abbiamo pure visto di recente l’avanzata degli indipendentisti nelle elezioni politiche spagnole. Per quanto riguarda il Veneto come già annunciato Plebiscito.eu sta preparando la propria partecipazione alle prossime elezioni regionali del 2020.
Ma come concretamente si otterrà l’indipendenza del Veneto e perché è importante partecipare alle elezioni? Proviamo ad andare a vederlo più vicino.
Innanzi tutto, come più volte affermato, non sarà una sola azione che riuscirà a darci la libertà, bensì una strategia a tutto campo.
In tal senso va intesa la partecipazione alle elezioni. È infatti auto-evidente che la sola strategia elettoralistica non è sufficiente, in quanto lo stato italiano può avere gioco facile a disarticolare un proprio ramo istituzionale, quale a tutti gli effetti risulta essere una regione. D’altro canto è altrettanto chiaro che tale ramo istituzionale corrisponde anche al massimo livello amministrativo del territorio veneto e quindi non è esattamente un gioco da ragazzi per Roma spegnerlo dalla sera al mattino né soprattutto un’operazione senza conseguenze in termini di relazioni tra stato italiano e cittadini veneti. Questo lo insegna l’esempio catalano. Se Roma decidesse di attivare tale opzione, si identificherebbe di fatto come un potere oppressore, facilitando e amplificando la narrativa indipendentista nel territorio, oltreché i suoi risultati.
Come già più volte dichiarato saranno senz’altro più efficaci da un punto di vista pratico altre leve del potere, quali l’economia e la tecnologia, rispetto alla pura via istituzionale, per poter concretamente ottenere l’indipendenza. Così come, d’altro canto, l’entrare in regione può aiutare proprio a velocizzare la creazione dei presupposti necessari all’indipendenza, dalla creazione di una piattaforma informatica, relazionale ed operativa che potrà essere utile (se non fondamentale) allo scopo, all’effetto catalizzatore di spinte e decisioni di libertà economica che permettano sempre più l’emancipazione del tessuto socio-economico veneto, anche grazie a sistemi di capitale privato (private equity, venture capital, crowfunding e persino fund raising con metodi innovativi, per esempio tramite token) rispetto alla nefasta dipendenza dal settore statale italiano.
In una fase iniziale non sarà nemmeno necessario conquistare immediatamente la maggioranza alle elezioni, ma basterà riuscire a portare nell’agenda politica il tema dell’indipendenza. Sarà in un secondo momento che, una volta entrata in consiglio regionale, una forza autenticamente indipendentista potrà svolgere il ruolo di nucleo di aggregazione nel momento in cui i tempi saranno maggiormente maturi. Ricordiamo l’esempio storico della Slovenia, in cui gli indipendentisti, pur in minoranza, avevano saputo svolgere un ruolo simile nei momenti cruciali prima dell’indipendenza effettiva.
Diversamente sarà molto complesso anche solo provare a “contaminare” il tessuto politico veneto rispetto all’influenza italianista che oggi lo pervade. Non impossibile, sia chiaro, solo tremendamente più difficile.
Allo scopo saremo inoltre aiutati anche dal panorama che si è venuto a creare in Veneto all’indomani della sconfitta storica di chi propugnava l’autonomia del Veneto e ove ora si confrontano tre diverse componenti. La prima è la lealtà all’Italia, rappresentata al massimo da Salvini e dalla sua lega nazionalistica, con il suo “prima gli italiani”. La seconda è una sterile protesta, che vuole ancora l’autonomia del Veneto, o meglio l’autogoverno, rappresentata dal neonato partito dei veneti. Infine c’è l’exit, l’uscita dal sistema italiano, con l’indipendenza del Veneto grazie all’azione di Plebiscito.eu.
Per permettere l’avvio deciso di tale processo è quindi ora necessario “smuovere” da subito il pachiderma veneto, iniziando dalla partecipazione al prossimo evento “IN VENETO TORNA A SOFFIARE IL VENTO DELL’INDIPENDENZA” che si terrà giovedì 28 novembre alle 20.30 presso l’hotel Da Porto in via Sole 142 a Vicenza (pre-registrazioni online da https://blog.plebiscito.eu/pre-registrazione-a-in-veneto-torna-a-soffiare-il-vento-dellindipendenza-vicenza-28-11-2019/).
Partecipiamo numerosi e diamo il via al percorso concreto per l’indipendenza del Veneto.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
Comment (1)
caterina ossi
Dopo aver letto questo articolo mi sono convinta di tornare alle urne e votare per l’INDIPENDENZA del VENETO, o come si chiamerà, escludendo tutte le altre sigle nate recentemente, magari con buoni propositi, ma che sembrano più accondiscendere a protagonismi personali, ovviamente legittimi, ma che finiscono per annacquare tutto il formidabile lavoro già fatto con Plebiscito.eu che ci porto già nel 2014 vittoriosi all’importante dichiarazione dell’INDIPENDENZA del VENETO, rimasta per la totale inerzia degli organismi europei a giacere nei cassetti delle loro burocrazie… Il vento anche a livello europeo sta cambiando perché non siamo più soli a mirare a questa meta e, sono sicura, alla fine arriveremo al traguardo agognato, che rappresenta la vera vittoria dei Veneti di fronte al mondo degli uomini liberi e non sottomessi alle burocrazie infinite che incontriamo a tutti i livelli, e continuano a schiacciare l’aspirazione dei popoli all’INDIPENDENZA, unica via per ritornare ad essere protagonisti del proprio futuro.