L’AUMENTO DELL’ASTENSIONE APRE LE PORTE ALL’INSTABILITÀ DELLO STATO ITALIANO
Aumentano le probabilità di indipendenza del Veneto
Negli ultimi giorni si è instaurato un dibattito informale su twitter a proposito dell’impatto dell’astensione nelle ultime elezioni europee e in particolare in Italia. A scatenarlo è stato un articolo di Wu Ming, secondo cui l’astensione rivela un’opposizione carsica
A tale visione fa da contraltare l’opinione di chi pensa che “i dati dicono che gli astenuti si distribuiscono in proporzione ai voti relativi”.
Non voglio qui entrare in tale dibattito che può essere approfondito in rete, bensì su un altro aspetto, ovvero il fondamentale effetto di retroazione (feedback) che il voto comporta su un sistema politico. È infatti autoevidente che in mancanza di un’efficace retroazione un sistema dinamico complesso (com’è un sistema politico) viene meno la capacità dello stesso di tenere conto dei risultati del sistema per modificare le caratteristiche del sistema stesso.
Ovvero viene a mancare l’aspetto fondamentale di autoregolazione di tale sistema, senza il quale lo stesso rischia fortemente di perdere la propria stabilità. Infatti in tale scenario il sistema tenderà a credere di “funzionare bene”, supplendo a tale carenza autoregolatrice di fatto con una sorta di “retroazione positiva” che va ad ad amplificare il funzionamento del sistema stesso, portandolo a una probabile instabilità e quindi a una divergenza.
Ritengo che questo aspetto venga spesso ignorato dagli analisti politici, in quanto nel passato abbiamo assistito a fenomeni di astensione dovuti alla maggiore irrilevanza della politica nei sistemi sociali, ove altri comparti avevano più peso di fatto nel sistema, come ad esempio il consumo, il risparmio, la giustizia. Quindi in tale prospettiva un cittadino non votante votava di fatto attraverso i propri acquisti, i propri viaggi (se non addirittura emigrando all’estero per lavoro o per scelta di vita), le cause che intentava e così via. Oggi il fenomeno astensionista in Italia è di tipo diverso, o, meglio, a tale componente storica si aggiunge una componente nuova (per quanto difficile da stimare quantitativamente) di chiara avversione al sistema politico italiano nel suo complesso. È questa quindi la componente che abbatte drasticamente la capacità di autoregolazione del sistema, lasciando aperta una falla enorme nella quale potranno inserirsi eventi che potrebbero essere anche drammatici, come per esempio, sotto il profilo economico e sociale, in caso di default del sistema e insostenibilità del debito pubblico italiano.
Per quanto ci riguarda tale scenario aumenta le probabilità di successo di un’azione politica che abbia per obiettivo l’indipendenza del Veneto.
Infatti, in caso di stabilità del sistema politico italiano, l’indipendenza troverebbe difficoltà ad emergere a causa del blocco “costituzionale” (per quanto discutibile) sull’unità e indivisibilità dello stato italiano, come dimostra il caso della Catalogna. In caso invece di instabilità del sistema politico italiano verrebbe meno anche la natura stessa di pilastro inamovibile di tale passaggio costituzionale, con una inevitabile supplenza che verrebbe esercitata da sistemi internazionali e sovrastatuali di ordine superiore, aprendo di fatto le porte al principio di autodeterminazione dei popoli anche per il Veneto.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
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