L’AUTONOMIA DEL VENETO SAREBBE UNA COSA STUPENDA, SE CI SERVISSE ANCORA A QUALCOSA…
L’indipendenza del Veneto resta l’unica soluzione concreta per avere un futuro, in quanto la deriva della spesa pubblica e pensionistica ha annullato ogni spazio di manovra dentro la gabbia istituzionale avvelenata italiana
L’Autonomia del Veneto, ammettiamolo, sarebbe una cosa bellissima. Almeno a stare a quelli che sono gli obiettivi del governatore del Veneto Luca Zaia, ovvero di poter avere una autonomia fiscale “pari a quella delle province autonome vicine di Trento e Bolzano”.
Peccato però che oramai è troppo tardi per farcene qualcosa, almeno nel senso auspicata dal governatore.
Cosa sta succedendo infatti? Semplice, come spiegava un recente articolo dell’economista Lodovico Pizzati su noisefromamerika.org, la recessione che ha impallato la nostra economia ancora oggi ferma ha fatto sì che le entrate fiscali, al netto dell’inflazione sono rimaste le stesse del 2007, o forse anche diminuite un po’, mentre la spesa pubblica ha continuato a salire come se nulla fosse avvenuto nel frattempo, come se fossimo ancora negli anni del “boom economico”.
Nel 2014 (ultimi dati messi a disposizione dall’agenzia per la coesione territoriale) essa era arrivata quasi a 60 miliardi di euro, andando a mangiarsi quasi la metà del residuo fiscale di cui “godeva” il Veneto nel 2007.
Non solo, dato il trend demografico che vede l’inesorabile invecchiamento della popolazione del “baby-boom”, la curva della spesa previdenziale, che per il Veneto sta crescendo in media di oltre un miliardo e 300 milioni all’anno, è destinata entro pochi anni ad azzerare o quasi il nostro surplus fiscale.
Anche gestire localmente la spesa pubblica non ci permetterebbe di cambiare la drammatica situazione che riguarda il Veneto, in quanto la voce più semplice che Roma potrebbe trasferirci per accontentare Zaia sarebbe proprio la spesa pensionistica, una spesa di lungo termine che non ci lascerebbe alcuno spazio libero. A quel punto Venezia sarebbe nella stessa condizione di Trento e Bolzano e nessuno potrebbe più lamentarsi di una disparità di trattamento. Non ci sarebbe più “sperequazione finanziaria di carattere territoriale” e nessuna “illegittimità costituzionale”, per usare le stesse parole dello studioso Mario Bertolissi in un’intervista pubblicata oggi. La battaglia politica per la libertà del Veneto sarebbe bella che sepolta per sempre.
Il guaio è che la classe “dirigente” veneta non è consapevole di ciò, oppure sottovaluta il nodo che si sta stringendo attorno al cappio istituzionale in cui si è cacciata. L’unica via d’uscita è l’indipendenza del Veneto, che può essere ottenuta attraverso il progetto moderno di Plebiscito.eu, incentrato sull’uso sapiente di strumenti tecnologici ed economico-finanziari, le armi della modernità, e secondo un percorso pacifico e civico nell’ambito di quanto previsto dal diritto internazionale in tema di autodeterminazione dei Popoli.
Ciò ci consentirà di attuare le strategie necessarie ad intercettare le straordinarie opportunità che derivano dai grandi cambiamenti geopolitici e macroeconomici in atto, che vedono, ad esempio, Venezia e il Veneto essere il baricentro logistico dei nuovi corridoi di comunicazione e di trasporto intercontinentali tra Europa e Asia. Sono i grandi corridoi europei di comunicazione e le nuove Vie della Seta che sono in costruzione a partire dall’Asia. Per fare un piccolo esempio, già oggi essere parte dell’Italia ha fatto scattare l’allarme per lo spostamento della linea container diretta con l’Estremo Oriente da Venezia a favore di Capodistria. L’indipendenza ci serve per prendere le decisioni importanti per il nostro futuro in un mondo globale interconnesso che nel nostro quadrante sta vedendo emergere un hub cruciale.
Per tale ragione è necessario riportare al centro dell’agenda politica il tema dell’indipendenza del Veneto, partecipando in tanti domani venerdì 9 dicembre a Treviso (in piazza dei Signori, con inizio alle 19.30), lo stesso luogo dove due anni e mezzo fa abbiamo saputo imporre la questione veneta al dibattito in ogni sede e all’attenzione del mondo. Questa è la forza del Popolo e il Popolo Veneto deve saperla esercitare. Ora.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
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