QUALE FUTURO PER IL VENETO, STRETTO TRA REFERENDUM-BURLA E IGNORANZA TECNOLOGICA?
Alla vigilia di un inutile appuntamento referendario di puro interesse elettoralistico appare con evidenza l’inadeguatezza dell’intera classe dirigente veneta che non sa dare alcuna risposta sensata alle sfide del presente e del prossimo futuro
Capiamo benissimo che l’intento di Zaia e della lega sia solo di tipo elettoralistico, mentre quello del pd veneto sia quello di non farsi sradicare del tutto da ProseccoLand, ma, quanto meno per finta, uno dovrebbe cercare di capire cosa questi signori vorrebbero darci ad intendere in previsione (e soprattutto a seguito) del referendum-burla sull’autonomia farlocca che nella migliore quanto utopistica tra le ipotesi servirebbe solo a rafforzare il potere dei partiti italiani in Veneto.
Qual è il modello insomma che questi signori hanno in mente per il futuro del Veneto?
Mentre Russia, Cina e Stati Uniti d’America mostrano i muscoli sull’intelligenza artificiale, sulle ICO (Initial Coin Offering), sull’Internet of Things ed altre amenità sconosciute a Palazzo Balbi, cosa ne pensano, se ne pensano, i nostri baldi eroi veneti, da Luca Zaia a Simonetta Rubinato, passando per i mille nani che calcano la scena politica regionale, o i rampolli di buona famiglia, tipo i vari Matteo Marzotto, amici di Gianluca Vacchi?
Cosa pensano lorsignori per fare per aumentare, ad esempio, il numero di brevetti ad alta tecnologia registrati all’Ufficio Europeo Brevetti, che secondo le ultime statistiche disponibili su Eurostat ci vedono fermi a quota 3.915, ben lontani ad esempio dai 92.437 dell’Oberbayern o dai 136.56 del Noord-Brabant o dai 79.817 di Karlsruhe?
L’altro ieri Vladimir Putin ha affermato che la nazione che guiderà la ricerca sull’intelligenza artificiale sarà anche quella che di fatto governerà il mondo, facendo poi rispondere a Elon Musk che la competizione sulla superiorità in tale campo a livello di nazioni potrebbe portare allo scoppio della Terza Guerra Mondiale.
China, Russia, soon all countries w strong computer science. Competition for AI superiority at national level most likely cause of WW3 imo.
— Elon Musk (@elonmusk) September 4, 2017
Bene, qual è il piano strategico degli attuali governanti del Veneto, che vorrebbero avere maggiore autonomia, in termini generici, su un punto che ben presto farà la differenza tra chi conta e chi è contato? Non è accettabile che un leader politico possa definirsi tale se non ha uno straccio di consapevolezza di cosa si stia parlando!
L’Estonia, che già offre un programma di residenza digitale a chiunque nel mondo, qualche giorno fa ha lanciato l’idea di adottare delle criptomonete chiamate estcoins, anche allo scopo di finanziare la crescita della propria “nazione digitale” attraverso un’ICI (Initial Coin Offering, proprio ieri bandite dalla Cina). Noi lo abbiamo annunciato ancora a dicembre 2016 per la Repubblica Veneta Digitale e prima della fine dell’anno daremo pubblicamente il via alle danze. Abbiamo iniziato proprio questa settimana lo sviluppo informatico delle API (Application Programming Interface, che costituiscono una sorta di dna dell’applicazione di cripto-stato) e entro fine anno apriremo le registrazioni al pubblico al Cripto-Stato Veneto. La più importante caratteristica della Repubblica Veneta Digitale sarà la totale protezione delle identità dei suoi residenti digitali, attraverso un’anonimizzazione totale degli utenti in ogni processo e transazione.
Lo sviluppo del Cripto-Stato è solo la punta di diamante di una strategia che mira a fare della Venetia un riferimento assoluto nel campo dell’intelligenza artificiale, dotandola di una tecnologia proprietaria entro un periodo di 5-10 anni, per ridare alla Serenissima Repubblica Veneta un futuro degno del nome che si è conquistato nel suo glorioso passato. A questo scopo abbiamo dato il via a un centro di ricerca e sviluppo che tra l’altro avrà il compito di supportare la nascita di nuove attività imprenditoriali grazie all’azione della comunità d’affari sinergica che abbiamo creato.
Nel frattempo ci piacerebbe capire che cosa invece intendano fare coloro che oggi pensano di ricevere consensi travolgenti su un progetto referendario di autonomia che, per usare un eufemismo, ha il piccolo difetto di dover passare attraverso le forche caudine del governo e del parlamento, che dovrà approvare una legge dello stato per dare una qualche forma alle volontà ben note del Popolo Veneto.
Non si è inoltre ancora ben compreso come questi signori intendano muoversi e cosa intendano fare, per cambiare solo un po’ la prospettiva, per intercettare le grandi opportunità per il Veneto che possono derivare dalle Nuove Vie della Seta, il piano Marshall che prevede la costruzione di nuovi grandi corridoi di comunicazione intercontinentale via terra e via mare tra Asia ed Europa e che vede proprio Venezia e il Veneto hub strategico dello snodo mare-terra tra Asia, Mediterraneo ed Europa. Non è infatti dato sapere nemmeno di una singola dichiarazione di lorsignori su un tema che sta plasmando un nuovo equilibrio geopolitico e macroeconomico. Così come le uniche affermazioni su un altro versante, il CETA, il trattato di libero scambio tra Unione Europea e Canada, sono all’insegna del populismo più becero e della disinformazione più assoluta, che hanno la piccola controindicazione di mettere a grave rischio l’interesse economico del Veneto, per puro calcolo elettoralistico (malfatto) di brevissimo termine.
Insomma, una volta finito di vendere e bere il prosecco e dopo aver fatto l’occhiolino ai ciarlatani del no-vax, quale futuro ha in mente per la nostra terra l’attuale classe politica e industriale veneta? Se, come pare a giudicare dalle loro dichiarazioni e “piani” svelati, vi siano solo le bollicine, senza neanche voler considerare poi le tracce della loro azione del recente passato, dal Mose alla Pedemontana, per finire con le Banche Venete, forse a noi veneti conviene proprio costruirci una classe dirigente totalmente nuova e non compromessa con lorsignori.
Chi vorrà avere un assaggio di cosa ci riserverà il futuro del Veneto, potrà farlo partecipando al prossimo evento pubblico “Le Nuove Vie della Seta, nel nome di Marco Polo. Il Veneto tra Asia ed Europa”, serie che stanno riscuotendo molto successo. Il prossimo appuntamento è per giovedì 14 settembre alle 20.30 a Grantorto (PD), presso il Centro Culturale Zecchinelli in Via Roma 37 (di fronte al Municipio).
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
Comment (1)
caterina
quanto mi dispiace essere troppo avanti con gli anni… si intravvede un nuovo mondo che avanza e chissà se riuscirò a entrarci… Uno di quei salti nello sviluppo socioeconomico che sara’ determinato dall’applicazione di scoperte e possibilità offerte dalle nuove tecnologie un tempo inimmaginabili…come dire il salto dal lume ad olio all’elettricita’… forse anche una scissione tra la terra che si calpesta coi piedi e quella immateriale dove si radica la propria attivita’ che pure vi si svolge sopra.. spero di arrivare a vedere come si concilieranno le cose, a beneficio della liberta’ e del benessere individuale e sociale, che e’ l’obiettivo a cui miriamo.
Una cosa e’ certa: andiamo avanti per la nostra strada, perche’ politica e politicanti veneti/italiani si agitano pro domo sua e producono solo fumo.