SCOZIA, CATALOGNA, VENETO: INDIPENDENZA UGUALE PROSPERITÀ
Il referendum per l’indipendenza della Scozia è una buona occasione anche per mettere le élite mondiali di fronte ad alcune responsabilità e domande circa il futuro delle comunità e il benessere ricercato dai Popoli con la propria indipendenza, in un mondo sempre più interdipendente.
I Popoli infatti non restano fermi ad aspettare un destino che appare loro infausto e le risposte a tali domande le forniscono in base all’offerta politica esistente.
I “forni” dell’arte di governo della polis sono come noto di diversa tipologia ed estrazione e in un momento in cui appare chiara ed evidente a tutti la necessità di cambiare.
I grandi stati multinazionali di eredità perlopiù ottocentesca semplicemente non funzionano più e non sono più in grado di offrire ai propri cittadini e alle loro comunità locali un sistema di salvaguardia delle libertà fondamentali e di rispetto della loro dignità.
Una legge della fisica, che vede l’energia legata al lavoro, viene ancor prima delle leggi economiche e non può più essere elusa, sotto il peso insopportabile dei debiti sovrani di stati elefantiaci che hanno messo a repentaglio le prospettive delle presenti e future generazioni. Le comunità e le regioni produttive del mondo non possono più assistere passivamente alla distruzione del frutto del loro lavoro da parte di caste parassitarie, profondamente corrotte e incapaci che detengono il potere grazie al meccanismo assistenziale che lo determina.
Questo vale in Veneto, come in Scozia, in Catalogna come in Lombardia e dovunque si creino delle situazioni di oppressione economica, che deriva spesso da precedenti e spesso sussistenti oppressioni culturali.
Oggi nelle aree produttive del mondo e in particolare nel cuore dell’Europa occidentale si sono sviluppati movimenti e organizzazioni che vogliono restituire ai propri Popoli, grazie al diritto di autodeterminazione, la possibilità di essere nuovamente artefici dei propri destini.
Le ragioni oggi sono principalmente di carattere economico, inutile nascondersi dietro il paravento di questioni di carattere etnico o culturale, che rappresentano invece la chiave che nel passato veniva usata per la liberazione dei Popoli.
I grandi cambiamenti della storia d’altro canto avvengono sempre per ragioni di carattere economico, che sono il detonatore delle grandi scelte epocali.
Tornando alle proposte tra le quali scegliere, semplificando, oggi ve ne sono due, principalmente, che emergono come novità rispetto allo status quo.
C’è una proposta di carattere populista e demagogica, che si rifà a concetti appunto ottocenteschi rivisti alla luce odierna e che è imperniata su un’evoluzione delle formazioni politiche di destra estrema. A nostro avviso questa proposta rappresenta i fantasmi del passato che nessuno vuole più vedere ritornare ad agitarsi nel presente.
E poi c’è la via intrapresa dai Popoli che stanno tracciando il solco profondo nel cammino verso la propria libertà. Tale percorso di indipendenza non può di certo essere fermato e nel contempo, per quanto riguarda noi veneti, se sapremo essere capaci di attuare il piano strategico che Plebiscito.eu sta preparando in queste settimane costituirà una nuova prospettiva di crescita benefica per tutti.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
Comments (5)
giancarlo
Come non essere d’accordo con Gianluca.
E’ la logica dei fatti che conferma che noi Veneti non possiamo più sopportare la logica parassitaria delle tante caste italiote.
Come fanno gli italioti, ma anche tanti Veneti a non capire che se restiamo fermi a subire quello che ci stanno preparando le caste ( perché loro vogliono continuare a m a n g i a r e il nostro pane ) saremo condannati a non avere alcun futuro e speranza così come nostri figli e nipoti ???
Dicono che il prossimo anno il PIL Avrà un piccolo +. Io mi permetto di dire che il prossimo anno sarà peggiore, molto peggiore del 2014. E, scusatemi, ci vorranno almeno altri 10 anni prima che ci si possa riprendere un po’. Nel frattempo….UN CIMITERO di imprese,lavoratori,giovani e alla fine anche i pensionati saranno presi dentro alla frantuma ossa umane italiota.
In attesa del referendum Scozzese che dovrebbe vincere andiamo avanti a tutti i costi e con qualsiasi mezzo per arrivare allo scopo finale.
Ancora grazie a Gianluca e ai 10 Saggi….
WSM
Gianni
Mi sembra interessantee lo posto:
http://www.dirittodivoto.org/dblog/articolo.asp?articolo=514#commenti
Gianni
http://www.dirittodivoto.org/dblog/articolo.asp?articolo=516
caterina
hai fatto bene Gianni a richiamare quell’articolo, perchè mette in luce quanto è diversa la considerazione del valore e la libertà degli individui nel mondo anglosassone rispetto a quello italiota romano.
Vittorio
Se vogliamo ottenere di più dobbiamo seguire le orme scozzesi. Al referendum sono arrivati compatti per un fronte unito passando all’interno e non all’esterno della politica britannica.L’SNP è presente da tantissimo tempo, compatto, all’interno del parlamento inglese.In Scozia esiste un parlamento scozzese… noi vogliamo intraprendere questa lunga strada oppure no? Basterà il nostro referendum?