SULLA CRIMEA LA REGIONE VENETO HA LA LINGUA BIFORCUTA
Quale credibilità ha in tema di Diritto di Autodeterminazione di altri Popoli un ente locale italiano che ha tradito il proprio? Per il Veneto con la criptomoneta e il criptostato veneto vi sarà invece un fuggi fuggi generale dallo stato italiano. Addio iva, addio fisco italiano, addio regime statale italiano.
Oggi è in approvazione una risoluzione della Regione Veneto sulla questione della Crimea che punta a «promuovere la costituzione di un comitato contro le sanzioni alla Russia, per il riconoscimento del diritto di autodeterminazione della Crimea e per la difesa delle produzioni venete».
Al di là della sua effettiva e concreta utilità, risulta un po’ strano che la Regione Veneto si pronunci in tema di diritto di autodeterminazione di altre realtà quando non ha saputo né voluto difendere il proprio.
Non lo ha fatto, ad esempio, rivolgendosi alla Venice Commission del Consiglio d’Europa né alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo né alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea né alla Corte di Giustizia Internazionale dell’Onu né a qualsiasi altra istituzione o organizzazione internazionale per difendere il proprio di diritto all’autodeterminazione.
Badiamo bene tra l’altro che tale azione non era solo auspicabile ma era ed è ancor oggi un dovere istituzionale in particolare del presidente della giunta regionale Zaia e del presidente del consiglio regionale Ciambetti che risultano inadempienti a quanto deliberato dallo stesso consiglio regionale del Veneto con propria risoluzione 44/2012.
Ricordiamo infatti che con tale atto – tutt’ora in vigore e mai da nessuno né impugnato né contestato – il consiglio regionale il 6 ottobre 2012 ha sancito “il proprio diritto ad una democratica e diretta consultazione referendaria per la libera espressione del diritto di autodeterminazione nel quadro e con gli strumenti previsti dalla legalità, anche internazionale, vigente”.
Ricordiamo anche che con lo stesso atto il consiglio regionale ha impegnato il Presidente del Consiglio regionale del Veneto (allora ed oggi Zaia) ed il Presidente della Giunta regionale del Veneto (oggi Ciambetti) “ad attivarsi, con ogni risorsa a disposizione del Consiglio regionale e della Giunta regionale, per avviare urgentemente con tutte le Istituzioni dell’Unione europea e delle Nazioni Unite le relazioni istituzionali che garantiscano l’indizione della consultazione referendaria innanzi richiamata al fine di accertare la volontà del Popolo Veneto in ordine alla propria autodeterminazione”, nonché “a tutelare in ogni sede competente, nazionale ed internazionale, il diritto del Popolo Veneto all’autodeterminazione”.
Cos’hanno fatto lorsignori allo scopo?
Nulla. Sono stati infatti attori passivi, tradendo il loro preciso dovere istituzionale così come approvato dal consiglio regionale sia tradendo la sovranità popolare espressa dal Referendum di indipendenza del Veneto del 16-21 marzo 2014, che potevano difendere presso la Venice Commission, o altra istituzione internazionale sia addirittura verso i provvedimenti regionali bocciati dalla Corte Costituzionale per i quali non hanno mosso un dito.
Come amministratori lorsignori hanno già perso di credibilità per aver trascinato il Veneto nella più profonda crisi strutturale dal dopoguerra.
A parte le squallide vicende del Mose e delle rapine perpetrate ai danni di risparmiatori e investitori in Veneto Banca e in Popolare di Vicenza, i dati del tracollo socio-economico veneto sono infatti spaventosi.
Il Pil del Veneto tra il 2007 e il 2014 è crollato del 9,4%. Quello procapite è diminuito del 12,2%, ritornando a valori precedenti il 1995 e registrando una perdita di circa 4 mila euro rispetto al massimo del 2006/2007.
Gli investimenti fissi lordi sono ai livelli del 1997 con una diminuzione, tra il 2007/2014, del 28%.
Oggi gli amministratori italiani del Veneto si impegnano in una finta autonomia senza leva fiscale, che tanto, visto il trend demografico e il calo delle entrate causato dalla crisi, arriverà di fatto entro un paio d’anni, al netto della spesa previdenziale, rendendo ancor più funesto l’abbraccio con lo stato italiano.
La decisione odierna di votare una risoluzione farsesca, tra l’altro priva di valore e contraria alla risoluzione dell’Onu n. a/68/l.39, che approva per altri popoli ciò che nega al proprio, è solo un’arma di distrazione di massa per il Popolo Veneto e si aggiunge al disastro amministrativo facendo perdere definitivamente alla Regione Veneto anche ogni credibilità a livello internazionale.
In tale scenario risulta quindi ancor più chiaro come solo il progetto di indipendenza del Veneto e il nuovo modello economico di Plebiscito.eu possano portarci fuori dal degrado italiano.
Come annunceremo quindi domenica prossima 22 maggio a Vicenza (ore 9.30 c/o AC Hotel), quando daremo il via alla criptomoneta veneta e daremo accesso al criptostato veneto vi sarà un fuggi fuggi generale dallo stato italiano. Addio iva, addio fisco italiano, addio regime statale italiano.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
Comments (2)
Mauro1956
SPERIAMO.
caterina
Per chi oggi siede su uno scranno ben pagato in virtu’ di una insensata gestione politica romanocentrica non c’e’ logica che tenga ne’ dignita’… l’unica cosa che conta e’ conservare il proprio personale interesse fin che dura … fanno anche finta di non accorgersene.. importante e’ non disturbare il manovratore, ma finira’ ..e presto speriamo!