TRAGEDIA DI REFRONTOLO: PARLARE DI PURA FATALITÀ APPARE RIDUTTIVO
Approfondimenti sui fenomeni meteorologici che imperversano nel territorio veneto di questa estate. La definizione “bomba d’acqua” è impropriamente usata al posto di “nubifragio”
Riportiamo di seguito alcuni approfondimenti sui temi metereologici e sul dibattito emerso in seguito alla tragedia di Refrontolo, al fine di fare chiarezza anche su improprie definizioni giornalistiche che circolano in questi giorni.
Bomba d’acqua: termine improprio per designare una precipitazione meteorica molto intensa che si verifica in un lasso temporale anche molto ridotto, entrato a sproposito nell’uso comune grazie al tamtam mediatico, maltradotto dall’inglese cloudburst. Il termine corretto da usare in italiano ed in gergo meteorologico è nubifragio.
http://it.wikipedia.org/wiki/Nubifragio
http://en.wikipedia.org/wiki/Cloudburst
L’evento di cui sopra può dare origine in determinate circostanze a fenomeni alluvionali improvvisi e violenti, designati col termine inglese flash-flood
http://en.wikipedia.org/wiki/Flash_flood
http://www.metoffice.gov.uk/learning/rain/flash-floods
Dal punto di vista strettamente meteorologico, possono essere diverse le modalità in cui si crea un fenomeno violento di questo tipo. In comune esiste sempre un intenso scambio energetico con moti convettivi tra i diversi strati dell’atmosfera. Alla base di questo scambio energetico esiste un gradiente termico tra masse d’aria diverse al suolo ed in quota, tanto maggiore è questo gradiente, tanto più forte sarà l’intensità delle precipitazioni che ne derivano.
http://www.focus.it/scienza/scienze/che-cos-e-una-bomba-d-acqua
http://www.scuolanauticadelta.it/1/la_bomba_d_acqua_459900.html
Per quanto riguarda l’evento specifico di Refrontolo del 02 agosto 2014, questo breve resoconto fornisce alcuni elementi tecnici interessanti:
Dalle informazioni raccolte, da sottolineare che pare non esistano dati certi e misurati sull’entità delle precipitazioni cadute sul luogo e disastro e soprattutto a monte, dove sembra che ci sia stato il vero e proprio nubifragio.
Però da informazioni raccolte in Rete, da testimonianze di persone che si trovavano nel punto del disastro e soprattutto a monte, nella zona delle Prealpi Trevigiane tra Miane e Tarzo, sembra in quest’ultima area siano caduti più di 70mm in un ora, da sommarsi a tutta la pioggia caduta nel mese di luglio (piu di 250mm) e a quella annuale che si attesta ad oltre 1.200mm. Quindi c’è da tenere conto dello stato particolare in cui si trovano tutti i terreni, non più in grado di assorbire ulteriori precipitazioni.
Pare probabile che il nubifragio che si è scatenato nella zona a Nord di Refrontolo sia stato causato tecnicamente da un forte temporale autorigenerante, fenomeno spiegato di seguito:
http://meteolive.leonardo.it/news/MeteoLive-school/18/cos-un-temporale-autorigenerante-/34476/
È importante considerare l’orografia e l’idrografia del territorio del Molinetto della Croda per capire come gli intensi fenomeni si siano concentrati in un’area limitata. Il nubifragio si è scaricato sulle pendici delle Prealpi andando a riempire velocemente due torrenti che fanno parte del bacino imbrifero del torrente Lierza, che arriva al Molinetto della Croda.
L’ultimo resoconto della Forestale sembra attestare che la causa principale sia stata proprio l’intensissima precipitazione piovosa, concentrata temporalmente e spazialmente in un’area limitata. Come sopra già evidenziato, la criticità è stata acuita dal particolare grado di stress del territorio, colpito da mesi da intense e continue precipitazioni, con diversi moti franosi generatisi. Quindi parlare di pura fatalità appare come minimo riduttivo.
http://www.oggitreviso.it/molinetto-forestale-cambia-versione-non-%C3%A8-stato-leffetto-tappo-93587
Tiziano Busato
Plebiscito.eu
Comments (4)
giancarlo
Xe da sempre che in italia no se fa manutension del territorio,dei argini dei fiumi,no se studia i terreni dove se edifica, no se fa gnente de gnente.
Nel Veneto ghe xe centinaia de situasioni che ancora dalla Serenissima no se fa gnente……xelo normale?
MA CERTO che xe normale, parkè in italia prima i gà da magnar e arrichirse i politici italioti ( compresi queli veneti ) e dopo, forse, vedaremo, ma chissa….vien el popolo e tuto el resto.
Che schifo !!! Che cialtroneria immensa che ghe xe in italia.
Me fa de pekà quei Veneti che crede ancora che l’italia la podarà salvarse….par intanto tiremola longa con i RENZI de turno e paghè….mi no pago….tuto quelo che i vè domandarà da adesso in poi…parkè dsarà cussita.
El debito publico el continua a aumentar…prima o dopo qulched’un ne chiederà conto e alora la sarà finida finalmente!!!
W SAN MARCO SEMPRE !!!
caterina
a me pare che di tutto quello che si dice del degrado del territorio italiano non c’entra per nulla il territorio intorno al Molinetto della Croda…che è curatissimo a monte e a valle, compreso anche lo spiazzo accando al corso d’acqua dove s’incanala quella che vien giù dalla cascata, che d’estate e d’inverno comunque non mi è mai capitato di vedere abbondante…
La fatalità e, se vogliamo, l’imprudenza data la stagione così piovosa, è stato aver piantato lì su quello spiazzo che è una naturale espansione dell’acqua quando è abbondante, dato che il letto del Lierza è largo ma assolutamente pochissimo profondo, il capannone per la festa dei omeni, che è sempre andata bene, al punto da diventare una tradizione, ma solo perchè sono sempre stati fortunati… purtroppo, o per fortuna finora!,
luca
E’ fuori dubbio che gli eventi climatici tendono a mutare con nubifragi intensi sempre piu frequenti, ma il territorio interessato in questo caso e’ tra i meglio conservati, e tra i piu’ belli, d’ Italia. La mano dell’ uomo si e’ integrata in armonia con l’ ambiente circostante, e le accuse di molti quotidiani nazionali appiano ingenerose. Chiunque produce vino sa quanto e’ importante l’ ambiente circostante ed e, interessato a mantenere anche parti boschive come avviene in altre zone di pregio, vedi per le zone del brunello o barolo.
La responsabilita’ va tutta cercata nella concessione di aree adibite a sagre dove non e’ assolutamente possibile collocare strutture permanenti o temporanee: nei pressi di zone fluviali o nella lanche non si e’ mai costruito. Speriamo che i soldi stanziati per la tutela del territorio non vengano spesi solo in consulenze o n inutili costosi corsi per la formazione come sull’ uso della motosega e simili idiozie.
GINO
secondo me c’è stata una casuale non prevista il tappo formatosi sul ponte del mulino dovuto a ramaglie ma soprattutto rotobal scivolate da dove erano state inavertitamente parcheggiate e questa se vogliamo è stata una negligenza imperizia dovuta all’uomo per il resto le colline coltivate a viti della zona sono le più controllate e manutentate in assoluto è comunque una grande perdita umana per il comprensorio dell’alto trevigiano