UNA REGRESSIONE CENTRALISTA
Breve critica al progetto di revisione costituzionale c.d. Boschi.
Si esprime vivo apprezzamento per coloro che, con grande sprezzo del pericolo e del caldo afoso, decidessero di affrontare l’impresa di leggere il DDL 1429 ovvero il disegno di legge costituzionale, dal significativo titolo: “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte seconda della Costituzione”, presentato dal Presidente del Consiglio Renzi e dal ministro Boschi ed appena approvato dal Senato.
Il complesso testo, che risulta di non facile lettura, merita ben più approfondita disamina e valente critica di quella espressa da queste poche righe.
Pur dubitando che lo stesso riesca a superare le prossime tre votazioni (due alla Camera ed un’altra al Senato, per il meccanismo della c.d. Navetta Costituzionale di antica e meritoria ideazione) son certo risulterà fonte d’ispirazione per una valanga di giuristi e m’attendo di venire presto sommerso da dotti commenti.
Per il momento, a caldo ed in senso non figurato, mi pare di poter affermare che il disegno di legge approvato pecca su due fronti almeno: il primo è quello che vorrebbe le norme costituzionali di cristallina chiarezza; il secondo è l’esigenza di coerenza e logicità.
Invero, pure la lettura della relazione introduttiva non aiuta, anzi si ha l’impressione che gli obiettivi dichiarati siano stati grandemente mancati.
Il testo è stato oggetto di feroci critiche anche in sede parlamentare, come dimostrato dalla respinta “questione pregiudiziale QP1” (primo firmatario Crimi, seguito da altri 39 senatori) che, sollevata preliminarmente la questione dell’incapacità del presente Parlamento a votare una riforma così rilevante a seguito della sentenza n° 1/2014 Corte Costituzionale (la quale, si rammenta, ha dichiarato parzialmente illegittima la legge elettorale 270/2005) sinteticamente rileva: 1) l’introduzione del criterio dell’elezione indiretta del Senato delle Autonomie contrasta con il principio di sovranità popolare; 2) le modalità elettive prescelte accentuano il carattere oligarchico del Senato stesso; 3) non ha senso prevedere lo scudo immunitario in funzione dei poteri limitati riservati ai senatori, già rappresentanti nelle autonomie locali, con evidente disparità di trattamento con altri pari grado; 4) attribuire competenze di revisione costituzionale a senatori non eletti da suffragio popolare contrasta con i fondamentali principi democratici dell’ordinamento; 5) l’eccessivo peso decisorio dei senatori nominati dal Presidente della Repubblica (ben ventuno) oltre ai senatori a vita già in carica (peraltro senza limiti di mandato) è incongruo e fonte di squilibri interni; 6) i poteri concessi dall’art. 10 al Governo, nella fattispecie d’intervenire sulla calendarizzazione dei lavori parlamentari, risultano in aperta violazione del principio di separazione tra le funzioni esecutiva e legislativa; 7) l’ampliamento dei poteri del Governo in materia di decretazione d’urgenza è eccessivo; 8) al Senato sono riservati poteri eminentemente consultivi.
Mi sento di condividere tutte le critiche presentate dai Quaranta ed aggiungo ulteriori perplessità.
Trovo del tutto bizzarra la scelta della composizione futura del Senato delle Autonomie, che si rammenta includerà: di diritto, i Presidenti delle Giunte Regionali e delle Province autonome di Trento e Bolzano, nonché i sindaci dei Comuni capoluogo di Regione e Provincia autonoma; con elezione indiretta e voto limitato, per ciascuna Regione, due membri eletti dal Consiglio Regionale e due membri eletti dal collegio elettorale dei Sindaci della Regione.
A questi si aggiungono ventuno emeriti cittadini nominati dal Presidente della Repubblica oltre agli attuali senatori a vita (ed ex Presidenti della Repubblica).
Del tutto evidente è lo squilibrio tra senatori eletti (pur indirettamente) e quelli nominati. Disarmonia che peraltro si estende alla rappresentatività delle singole Regioni, poiché non viene parametrata alle dimensioni generali o densità di popolazione (il Molise avrà gli stessi rappresentanti del Veneto) tanto da far dubitare che la Corte Costituzionale, se applicherà i principi espressi con la sentenza n° 1/2014, digerirà la riforma.
Del tutto bizzarra la scelta di durata del mandato: pari a quella degli organi elettivi di provenienza per gli eletti; sette anni per i ventuno nominati; a vita per i senatori omonimi e per gli ex Presidenti della Repubblica. Un vero rompicapo.
Surreale la questione degli emolumenti: alla prevista gratuità del mandato per gli eletti (non mi è dato capire che accade per i nominati) è contrapposta la cospicua indennità goduta dagli attuali senatori a vita ed ex Presidenti della Repubblica; insomma, tra i futuri senatori ci saranno figli e figliastri…
Verrebbe da chiedersi perché una persona di chiara fama debba accettare l’incarico e la nomina, visto che i poteri del futuro Senato sono poco più che consultivi.
Infatti, è alla futura Camera dei Deputati che sono riservate quasi tutte le funzioni legislative (con eccezione delle riforme costituzionali e poche altre) senza che il Senato delle Autonomie possa seriamente interferire con il manovratore (correttamente è stato osservato che la funziona di controllo è praticamente azzerata).
Quello che tuttavia colpisce di più è la revisione in senso fortemente centralista dei poteri legislativi ripartiti tra Stato e Regioni.
Il futuro art. 117 della Costituzione ridurrà di molto lo spazio di competenza esclusiva delle Regioni stesse (praticamente annullato) con espressa previsione di una clausola di supremazia della legislazione statale su quella regionale,
In pratica è previsto che, per ragioni superiori d’interesse nazionale, lo Stato possa scavalcare ogni limite imposto a livello locale (ad esempio, se voglio fare una discarica di rifiuti nucleari, la Regione si limiterà ad un parere non vincolante).
Non è comunque la sola norma a destare perplessità, in quanto anche la previsione dell’obbligo per l’Ente locale (Comune, Città metropolitana o Regione, attesa l’eliminazione delle Province) di coprire integralmente le spese di propria competenza con risorse finanziarie locali, pur sommate al fondo perequativo, pare chimerica.
Come può l’Ente locale, cui è sottratto ogni potere normativo e fiscale, in assenza di una consistente riduzione del prelievo statale, soddisfare l’obbligo impostogli?
Il progetto di riforma votato è chiaramente improntato a principi accentratori dei poteri, sia legislativi che amministrativi, e rappresenta un totale azzeramento del cammino compiuto a partire dagli anni ’70 (vedi ad esempio il DPR 24 Luglio 1977 n° 66) fino alla riforma costituzionale del 2001 (Legge Cost. N° 3/2001).
Più che frutto di una evoluzione, lo stesso pare seguire un percorso retrogrado e neppure tanto conforme agli impegni internazionali assunti dallo Stato italiano (ad esempio la European Charter of Local Self-Government, European Treaty series n° 122, in vigore dal 01.09.1990).
Il giudizio sommario non può pertanto che essere fortemente negativo e francamente i toni di giubilo, che hanno accolto l’approvazione del testo proposto, risultano del tutto incomprensibili.
Avv. Franco Correzzola
Comments (32)
paolo miante
Le motivazioni sono comprensibili. La dittatura partitocratica esige maggior potere.
caterina
spero che cercar di capire le finalità e le incongruenze che hanno generato tante diatribe e alla fine un’infantile contentezza del governo sia un esercizio gratuito tanto per tenere allenato il cervello.. io sinceramente mi auguro che presto abbiamo cose molto più concrete e proficue cui occuparci per dare alla nostra Repubblica Veneta un’impostazione essenziale e lineaare dove anche la gente possa capire il senso delle decisioni cui poter partecipare applicando al massimo un regime di democrazia diretta…
Questo stato che si chiama Italia è impazzito in una devastante masturbazione con leggi e codicilli a salvaguardia non si capisce più di che e di chi, col risultato che chi si troverà al potere usurpato avendo ingannato il popolo alla fine lo userà come gli pare.
Lasciamolo a se stesso e prima che finisca per irretirci di nuovo voltiamogli le spalle e andiamocene a gambe levate!
Maurizio
Un bailame incredibile, aggiungiamo caos al caos e in prima battuta si arriverebbe a pensare che “so pazzi sti romani” se non che non posso credere in una pazzia collettiva ma piuttosto come dice Paolo dalla confusione totale maggior potere occulto “ai manovratori”. Non c’è scampo… unica soluzione quella già individuata e da mettere in ATTO. INDIPENDENZA e SOVRANITA’ al VENETO.
leonardo
io sono un indipendentista super convinto.volevo chiedere quando sapremo una risposta delle nostra certificazione del 21/03 non sui voti perche’ secondo me non ci sono dubbi che la gente ne ha pieni i c……i dell’italia succhiasangue e vite.ma dell’ente internazionale che ci dice bene abbiamno riconosciuto la vostra indipendenza da oggi in data tal di tale siete uno stato autonomo.grazie ed attendo risposta
leonardo
ormai sono passati 5 mesi,spero che per settembre di avere delle risposte.comunque io ho gia votato e per me e’ valido il referendum del 21/03/2014.comunque se fosse rivoterei fino alla fine dei miei giorni per l’indipendenza del veneto,per i miei figli.como possiamo restare in uno stato senza sovranita’ monetaria,come si pagano i debiti senza soldi?
leonardo
BRAVISSIMA CATERINA.condivido in pieno tutti i tuoi commenti.sei giusta ed pragmatica.siamo un popolo che ci hanno distrutto in soli 5 anni.tasse,burocrazia,ed menefreghismo totale da parte di tutti gli enti statali e parastatali.c’e’ l’abbiamo con roma ma la colpa della caduta veneta e’ anche della regione e della moggior parte dei comuni anche loro mangioni e ladri.solo capici di favoritismi ad amici e parenti.che schifo.per cambiare non basta staccarsi da roma,ma bisogna ricostruire da zero tutta la struttura dei comparti veneti comunali e regionali.cioe’ tutti a casa mangioni.viva la revolution
leonardo
si potrebbe avere dei dati riguardanti l’adesione all’obblizione fiscale?grazie
leonardo
cara roma e’ gia nota alla storia la tua prepotenza ed usurpazione su altri popoli.per unire tutti sotto il sacro romano impero.ma alla fine vince sempre il popolo piu’ combattente.e noi vinceremo ed metteremo a ferro e fuoco roma i dittatori democratici bastardi.
mauro
Questi i veneti NON li conoscono affatto.Possono fare tutto quello che vogliono,ma quando la misura è colma sono tutti cazzi loro,e stavolta l’indipendenza se la prendono con le cattive.
marco
Lo Stato italiano è fallito e irrecuperabile ed ha i mesi contati!
Chi vuole sacrificare il proprio lavoro, il proprio futuro e quello dei propri figli per tenere in piedi uno Stato fallito si faccia avanti…
mauro/1
Un invito a tutti, scriviamo pure tutte le nostre amarezze, magari anche mandando affanculo qualcuno, ma ricordiamoci che le lotte si possono e si devono vincere, se giuste, soltanto con un’organizzazione ponderata. Ci chiederanno di andare a manifestare nelle piazze e gridando slogan pro- indipendenza, cercheremo di ottenere quanto ci aspetta. Facciamolo SENZA VIOLENZA!!!
pippo
Ecco, questa l’è n’altra de quele frasi che no capiso e no rieso a digerir. “Seza Violenza”.
Ovvio che tuti i vorie che per otener qualcosa bastase domandarla, ma altretanto ovvio che ognun difende i so interesi e che qaulcun podria anca difenderli in modo poco coreto. Alora come la metemo ?
Andemo a Roma e ghe disemo (sotovoze) “mi voria esar indipendente” e lori i te dise ” si, ceo, va pur par la to strada, fa un referendum che deve partecipar almanco el 99.9% de la popolazion e tutti, esclusi i 90enni, deve esar compagnai dai Noni. Se a quel punto vorà l’idipendensa almanco el 105% dei votanti te si libaro !”
Visto che i e lori che fa le regole…
Se un no vol eser el primo a alzar le man l’à tuto el dirito de no farlo, ma ognun bisogna che l’abie la consapevoleza che se el to aversario deventa nemico e nol se rende l’unico modo de vinzer l’è darghen de più de quele che te ciapi. In fin dei conti no esiste nela storia uno Stato che non sia nato da na guera e el fondamento steso de la parola Stato l’è el principio de la guera se non altro par el fato che a lo stato vien internazionalmente riconosua discrezion ne l’uso de la violenza concretizada nel Esercito e nei Corpi de Polizia e nesun pol mai punir la violenza de uno Stato se non con na guera. L’unica indipendenza nata fin’ora co ‘n semplice referendum l’è stada la division tra Cechia e Slovacchia, altissimo esempio de democrazia, nato però da do regioni che era già indipendenti ancora ai tempi del Comunismo.
giancarlo
NO COMMENT !!
Ormai stiamo arrivando piano…piano alla fine della commedia italiota.
Non passeranno che pochi mesi e poi tutti ci troveremo difronte il mostro italiota dichiarato fallito con tutte le conseguenze del caso.
Ormai è chiaro che abbiamo tutti addosso ed il primo che muoverà contro l’italia sarà seguito dagli tutti gli altri speculatori con conseguenze devastanti per le tasche degli italioti.
Noi Veneti allora dovremo fare un’azione decisa ed irreversibile dichiarando a tutto il mondo che non facciamo più parte dell’italia e chiedendo al contesto internazionale di essere immediatamente riconosciuti onde evitare più spiacevoli conseguenze. E’ chiaro ormai a tutti che il silenzio assordante del popolo italiota e se vogliamo anche della minoranza Veneta….avrà prima o poi la sua rivalsa inevitabile sul sistema ormai decotto e senza vie d’uscita.
L’effetto domino è iniziato ancora 3 anni or sono in silenzio e senza che nessuno lo denunciasse….oggi è così avanzato che personalmente non vedo possibilità di fermarlo. Troppo tempo a parlare e contrapporsi senza fare praticamente nulla di nulla.
Questo mio scritto non è pessimismo, ma semplicemente realismo…cosa molto rara oggi in italia e talvolta anche nel Veneto.
WSM
mauro/1
Per chi ha comunque in mano il potere di movimentare masse sufficientemente forti, da creare interesse e non solo, per raggiungere l’obbiettivo di indipendenza, si facciano avanti. La stragrande maggioranza di persone vuole un cambiamento, dentro o fuori dall’ITALIA, per cui “AVANTI SAVOIA” dicevano, ma in questa epoca AVANTI VENETO!!!
marco
Tutti i Veneti vogliono l’indipendenza, ma ora ci vuole un innesco che ci porti al risultato, quella scintilla che ci porti fuori dal pensiero al fatto compiuto, abbiamo bisogno di una linea guida d’azione!
marco
E’ bene che si sappia che ci spremeranno quel tanto che possono ma non faranno mai fallire questo stato per un semplice motivo:
– siamo una vacca da mungere!
Più spirito indipendentista e più lo spread e tasse scenderà, meno spirito indipendentista e più lo spread e tasse saliranno…
LOVATO
abbiamo votato, cioè espresso la nostra volontà. praticamente siamo tutti d’accordo che l’italia non ci appartiene più se non come stato confinante. quello stato che fa le sue scelte e non le nostre e di molte altre regioni. dal 21 marzo abbiamo iniziato il processo di indipendenza totale, richiederà tempo ma sempre meno se tutti ci crediamo e agiamo con i mezzi pacifici che ci vengono chiesti. cosa rischiamo di più di quello che stiamo già rischiando? a dire il vero un rischio grosso c’è….è quello di meravigliare il mondo per la RINASCITA della REPUBBLICA VENETA del suo POPOLO SOVRANO.
giancarlo
Mi sono sempre chiesto come mai gli imprenditori Veneti, invece di optare in massa per l’indipendenza, preferiscono delocalizzare le proprie aziende e creare disoccupazione nel Veneto. Che logica è mai questa?
Se l’italia non gli và più bene…e questo è acclarato e provato nei fatti, allora perché non optare per uno Stato Veneto Indipendente il quale darebbe sicuramente maggiori garanzie a loro di buon governo e particolarmente condizioni economiche e burocratiche di sicuro interesse?!
E’ un mistero !
Qualche imprenditore Veneto di una certa importanza saprebbe darmi una motivazione accettabile di questa scelta della delocalizzazione, invece di fare fronte comune per avere uno STATO VENETO moderno e federato? Senza contare tasse più basse, iva quasi dimezzata, cuneo fiscale molto interessante e via dicendo ?
Se non riceverò alcuna risposta allora vuol dire che gli industriali sono quasi tutti collusi con questo sistema italiota, ma voglio essere ingenuo e pensare che non è così.
WSM
igor
Mi me rendo sempre pì conto che al de là de far tutou In modo pacifico,che approvo fin a un certo punto, bisogna costituire anca un esercito,na milizia,parché son convinto che chei maiali de italioti,anca se riusimo a aver l’indipendensa in modo legae,i ne manda l’esercito par invadarne e no asarne ndar via.dovemo aver modo de difendarse,se sucede,parché go paura che all’ONU e aea Europa no ghe intaresa gnente de naltri
MIKIVR
Gianfranco:
secondo me gli industriali non si fidano, non pensano sia possibile la nascita di un nuovo stato indipendente… e pensare che se fossero loro i primi a fidarsi trascinerebbero con sé tutti gli altri, anche i più diffidenti…
MIKIVR
Igor:
anch’io non mi fido molto dell’ONU e soprattutto dell’Europa… sono fatte da persone… e ultimamente le persone stanno mostrando il peggio di sé stesse. Chi ci dice che lo stato italiano non abbia “contatti di comodo” anche con quelle istituzioni che dovrebbero salvaguardare le persone e le loro idee?
Quando chiederemo all’ONU di riconoscerci come stato e ci sentiremo dire di no forse capiremo tante altre cose… e allora cosa faremo? Una guerra civile? Non è nella ns. indole…
giancarlo
Nessuno vorrebbe una guerra civile.
Ma, se è vero come è vero che un referendum ha sancito che la maggioranza dei Veneti ha votato per l’indipendenza, beh, tanto vale che i Veneti abbiano anche un proprio esercito per difendersi dagli stati stranieri che volessero impedire l’autogoverno e la costituzione delle istituzioni Venete.
Lo dico sul serio questo.
Naturalmente bisogna vedere anche adesso se il silenzio sino a qui attuato da Roma…..valga il nostro di silenzio.
Forse un po’ di chiasso li sveglierebbe dal torpore in cui sono caduti.
Un po’ di rumore… tanto da creare i presupposti d’ascolto che ci meritiamo, visto che loro non sono nemmeno più capaci di tenere a galla la baracca che loro hanno creato. Mi riferisco non ai politici di ultima nomina…..ma a coloro che hanno sgovernato il paese italico negli ultimi 40 anni.
Oggi, siamo più consapevoli che l’unità d’italia ha portato solo guerre, fame, emigrazioni che tutt’ora continuano, e una falsa democrazia e una falsa carta costituzionale dove molti articoli non sono mai stati resi praticabili o meglio attuati.
I troppi disonesti che hanno imperversato in tutte le istituzioni italiote…e che tutt’ora imperversano… non ci meritano più. Anzi forse è meglio dire che vogliamo letteralmente scappare da questo mare malato e putrido in cui ci hanno tenuti a mollo per troppi anni.
Se ne facciano una ragione prima che sia troppo tardi!!!
WSM
caterina
Se ne facciano una ragione prima che sia troppo tardi!!!… no, no a questo punto lasciamoli dormire, anzi non cerchiamo neppure di svegliarli perchè farebbero solo danni coi loro tentativi maldestri di spargere fumo sugli occhi facendo finta di far qualcosa…
Piuttosto svegliamoci noi e lesti lesti prendiamo la via di fuga, cioè, restiamo e cambiamo tutto prima che se ne accorgano anche che esistiamo…
Viva San Marco!!! sventoliamo alta la nostra bandiera!
marco
In Veneto pensiamo solo a lavorare…
Al sud pensano solo alla politica e a come derubarci del frutto del nostro lavoro…
Il sud italia è deserto industriale…per loro lavoro equivale ad assistenzialismo statale.
marco
marco
Oggi sono le lobby della finanza a dettare la politica europea e italiana, per loro i debiti qualcuno li ha fatti e non importa chi ma qualcuno deve pagare…
Ci sono i Rothshield e le altre famiglie mafiose dietro le quinte che si intendono molto bene con i politici come il venduto di Renzi che si ostina a tenere in piedi questo Stato per l’interesse di questi lobbisti il cui unico fine è garantirsi ritorno degli investimenti e perseverare nelle loro speculazioni a scapito di imprese e lavoratori. A questi parassiti oggi interessano solo i saldi!
L’autonomia non è praticabile perchè ai 21 miliardi annuali dei Veneti non vogliono rinunciarci e le aziende Venete riprenderebbero competitività mentre loro vogliono la svendita…e le tasse in Veneto no caleranno di una virgola anzi!
Quelli della stanza dei bottoni non possono nemmeno permettersi l’uscita dall’euro perchè sarebbe la rovina del loro sistema bancario che si è costruita un impero di nulla sul nulla e che ora deve consolidare tirando la rete.
In Veneto (come anche per le altre regioni che vogliono crescita e lavoro) esiste una sola via di libertà segnata e obbligata e si chiama Indipendenza!
Uscire da questo Stato e quindi da questo stato di cose!
L’estate sarà stata fresca ma avremo un autunno molto caldo, scommettiamo?
c.m.
Fioi e fradei volevo farve un saluto e che sia sta’ un bel ferragosto , visto che el prossimo sara’ l’ ultimo da sciavi de roma . Con le bone o con le cattive el prossimo sara’ da liberi. Wsm
Francesco
Per questo dobbiamo renderci indipendenti al più presto!
Blix
L’Ipocrisia europea,
gentili amici, vi sottopongo quanto segue :
solitamente quando il popolo si lamenta che la vita e’ cara, che lo stipendio non basta piu’, ecc… gli viene propinato che la colpa e’ del caro euro/dollaro, oppure
che siamo un popolo non piu’ competitivo, che il mercato si e’ bloccato perche i russi a seguito delle sanzioni non comprano piu’ e via discorrendo…
Pero’ vorrei sottoporvi una considerazione ; le oligarchie europee hanno scoperto
che….(guarda un po’) i consumi interni non….tirano piu’…cosa significa questo ? – che per l’europa e’ solo importante l’esportazione infischiandosene
della situazione del popolo il quale anche se non ha da sbarcare il lunario…
per l’europoa…va’ bene cosi’- anzi quel po’ di reddito che rimane al popolo gli
viene tolto cosi’ che loro (le oligarchie europee) ne possano fare l’uso che meglio
credono (salvataggio banche fallite, tangenti, pagare i debiti del gas all’ucraina e’ si perche’ l’unico problema che aveva l’lucraina era il grosso debito del gas verso la russia), ma’ l’europa sospinta sottobanco dall’america
ha pensato bene di favorire le insurrzioni di piazza fino a far scappare l’ex
presidente filorusso ianucovic (cosi’ che ora l’america non manchera’ tanto che andra’ a piazzare i suoi missili in ucraina sempre per favorire la distensione).
Meditate gente meditate !!
giancarlo
Credo che prima o poi questo sistema mondiale crollerà proprio sotto l’egida di sé stesso dato che i popoli sono il 99% e chi detiene il potere e meno dell’1%. Il Veneto è l’esempio lampante di questo inizio crollo e non ci sarà nessuno che potrà fermare la frana che sta travolgendo tutti e tutto.
Ormai è chiaro che tutti gli europei sono più che convinti che questa europa è un fallimento totale e a nulla servirà a coloro che hanno qualche interesse a tenerla in vita o farla sopravvivere. Il popolo vince sempre ed è solo questione di tempo e basta.
Se chi detiene il potere fosse intelligente ( si, perché non lo sono, dato che pensano solo ed esclusivamente a loro ed ai loro interessi…) saprebbe che il gioco è durato sin troppo a lungo. Anche il papa ha detto che il mondo è stanco di guerre….io aggiungo che è anche stanco di vedere ancora povertà, miserie e bambini che muoiono di fame.
Ecco, adesso dovrebbero capire perché il popolo Veneto, alla faccia di chi ancora dice che non esiste un popolo veneto, vuole, desidera, lotta e vincerà per lavorare su ideali e concretezze che sfuggono ai vari potentati perché diventati “stupidi ed ignoranti” poiché anche il Padre Eterno si è stancato di loro dato che ha dovuto constatare che l’intelligenza è loro sfuggita di testa per lasciar posto all’ingordigia più bieca.
Rubano anche adesso, continuano a rubare anche ora.
Finirà.
Finirà.
WSM
GINO
Bene ho letto tutti i post scritti qua sopra e sento ancora tanta confusione , chi parla ancora di chiedere indipendenza, ad Roma, chi addirittura istituire un esercito (qualcuno ghe gaveva prova tempo fa col TANKO ruspa).TOSI no ghe semo, l’indipendensa no xe ke te la fe in do tre mesi ,la xe un percorso personae de ognino de nojaltri e più ke semo prima republica sarà .Go leto de ki domanda l ONU L’EUROPA cosa fali par nojaltri.L’ONU è un ente sovrastati i cui soci sono gli stessi stati che appartengono alla federezione europea.Uno dei soci fondatore europeo è l’Italia.Volete spiegarmi come potrebbe fare l’europa a favorire una nascita di una republica che sarebbe il risultato di una scissione da uno stato membro della comunità europea. L’italia che è socia come stato fondatore della nascita della comunità europea come può accettare la nascita della repubblica veneta?. LA STRADA E IL PERCORSO E’ STATO PIU’ VOLTE INDICATO PRIMA AZIONE LEGGITTIMAZIONE tramite il referendum democratico fatto dal 16 al 21 di marzo il cui risultato è stato un SI DAL PESO POLITICO RILEVANTE POTERE DEMOCRATICO DERIVATO DIRETTAMENTE DAI CITTADINI. SECONDA AZIONE : ESERCIZIO, TUTTI QUELLI CHE HANNO VOTATO SI DEVONO ESERCITARE IL LORO VOLERE IN TUTTE LE FORME DEMOCRATICHE NON VIOLENTE RISPETTOSE DELLE LEGGI,.
TERZA FASE RICONOSCIMENTO DA TUTTI GLI ALTRI STATI O GRA PARTE DI ESSI
WSM
marco
SENZA SCENDERE IN PIZZA NON SI COMBINERA’ NULLA!
BISOGNA ORGANIZZARE IL GIORNO DELLA RIVOLTA FISCALE ALLO STATO ITALIANO.
TASSE MASSIMO 20% IN COSTITUZIONE O INDIPENDENZA!
LA COSA E’ IMPRATICABILE E QUINDI SI ANDRA’ PER L’INDIPENDENZA.
MOVIMENTI AUTONOMISTI TUTTI UNITI MI RACCOMANDO!