VENETO INDIPENDENTE, UN NATURALE HUB STRATEGICO TRA EURASIA E OCCIDENTE ATLANTICO
L’emergere delle reti infrastrutturali globali darà enorme valenza ai nodi di tali reti, ovvero alle città. La Repubblica Veneta sarà una megalopoli orizzontale interconnessa di raccordo fondamentale negli equilibri transcontinentali
Ogni tanto è necessario fare il punto della situazione per chiarire il quadro generale ed evitare che la nebbia dell’incertezza contribuisca a far oltremodo confusione.
Il Veneto appare intrappolato in un grande gioco che a prima vista appare più grande di noi. Si stanno infatti contrapponendo forze e tensioni geopolitiche e macroeconomiche che hanno tra loro interferenze sia negative sia positive.
Dopo il mondo bipolare USA – URSS dissoltosi quasi trent’anni fa oggi si sta ricomponendo un quadro globale che vede diversi quadranti e forze interagire per delineare nuovi scenari. Dal micro al macro possiamo raffigurare Veneto, Italia, Europa, Occidente, Eurasia. L’ultimo scenario è sicuramente il più nuovo tra tutti ed è l’effetto di una strategia concepita dalla Cina fino dalla fine dell’Urss e oggi in fase di parziale attuazione. Lo descrive benissimo Parag Khanna in una presentazione effettuata alla Global Infrastructure Initiative della McKinsey.
La sfida infrastrutturale globale è, secondo tale visione, il fattore principale che plasmerà gli equilibri mondiali nel prossimo futuro. Essa copre tutte le esigenze di connettività: trasporti, comunicazione, energia. L’emergere delle reti globali a propria volta darà enorme valenza ai nodi di tali reti, ovvero alle città. O meglio alle megalopoli, o grandi aggregazioni urbane che emergeranno nel mondo.
La partita del futuro per il Veneto è tutta qui. Noi infatti abbiamo una caratteristica naturale di trovarci in un’area di enorme vocazione logistica e geostrategica, da sempre al centro di rotte commerciali e di interscambio culturale, tanto da averli saputi esaltare nella nostra età dell’oro, ovvero durante i 1100 anni di indipendenza della Serenissima Repubblica Veneta.
Il Veneto del prossimo futuro si trasformerà in una straordinaria megalopoli orizzontale interconnessa che costituirà un hub strategico globale di interconnessione tra l’area euroasiatica, l’Europa e l’occidente atlantico. Per tale ragione ancor più che per qualsiasi altro motivo l’indipendenza del Veneto diventerà di interesse generale.
Ciò implica che bisogna saper capire chi sono gli interlocutori chiave che determineranno tali equilibri e porsi nella condizione ideale per intercettare le opportunità straordinarie che derivano dai cambiamenti epocali in atto. Cosa che Plebiscito.eu sta facendo ormai da un anno e mezzo abbondante.
Ciò significa che la contrapposizione con l’Italia non avrà ragion d’essere nel futuro, in quanto l’Italia è periferica rispetto a tale visione. Se non pensassimo a tale scenario, la sfida odierna per l’ottenimento dell’indipendenza del Veneto apparirebbe titanica. Il quadro italico visto con gli occhiali di oggi apparirebbe infatti completamente occupato. Da un lato i partiti centralisti italiani che hanno trovato nel pd e forse domani nel partito della nazione il proprio collante, con l’emergere di un piccolo regime orwelliano che ha controllato totalmente i mezzi di comunicazione italiani, che d’altro canto appaiono sempre più localistici in chiave globale e pertanto destinati nel prossimo futuro a scomparire o ad essere marginali. Dall’altro lato la lega nord e i partiti di destra a lei ormai collegati, che a ben guardare sono l’altra faccia della moneta del regime italiano, tanto da averne condiviso per molti anni nell’ultimo ventennio una miope e autodistruttiva politica statalista e autoreferenziale che ha gravemente compromesso la produttività italiana.
Il quadro veneto appare ancora più chiuso. Solo a guardare la battaglia indipendentista possiamo individuare tre gruppi tra loro contrapposti: 1) Plebiscito.eu, 2) la lega nord e 3) tutti gli indistinti movimenti indipendentisti minori. Plebiscito.eu si differenzia dagli altri due perché moderno e perché si collega alla visione della Serenissima come esempio di modernità e liberalità dell’epoca da attuare oggi nel Veneto indipendente in chiave moderna. L’impossibilità di una unione con la lega è dettata dalla natura “padana” e oggi “italiana” di quel movimento, il che la rende antitetica alla nostra natura “veneta”, oltreché dalla sua natura nostalgica che invece la accomuna ai piccoli movimenti indipendentisti veneti. L’impossibilità di un’unione con i movimentini indipendentisti è a maggior ragione dovuta al fatto che essi sono ancorati al passato e oggi non riescono a tradurre in una visione moderna il loro incubo nostalgico. Non lo diciamo, noi, ma l’università di Harvard, dove uno studente ha svolto la propria tesi di laurea proprio su Plebiscito.eu.
Se guardiamo quindi alla situazione odierna e prossima ventura con gli occhiali italiani e veneti, il quadro appare difficile. Se invece inforchiamo gli occhiali dei grandi cambiamenti globali in atto, si comprende che ogni organizzazione politica che si affanna nel suolo occupato oggi dallo stato italiano è destinata come minimo al fallimento. A parte chi ha capito la grandezza della sfida in atto e le sue logiche conseguenze.
E allora una visione di ciò che abbiamo fatto, delle reazioni che abbiamo innescato e di quanto oggi sta avvenendo nei confronti di Plebiscito.eu aiuterà a comprendere che non c’è partita.
Facciamo allora un flashback.
Quando abbiamo annunciato il Referendum digitale di indipendenza del Veneto, i nostri avversari non ci credevano. E noi lo abbiamo fatto.
Poi ci hanno detto che i numeri erano falsi. E noi li abbiamo certificati. Due volte, tecnicamente e diplomaticamente. E loro zitti.
Quando abbiamo annunciato che le banche venete sarebbero crollate e che i loro dirigenti erano marci, i nostri avversari le hanno difese.
Noi abbiamo dato vita allora a un progetto per rendere il Veneto indipendente economicamente dal sistema banco-centrico, attraverso la creazione di un nuovo sistema di capitali privati che, ad esempio, negli Stati Uniti porta alle idee imprenditoriali e alle nuove imprese innovative 9 volte i fondi portati dalle banche. I nostri avversari ridevano e ci accusavano di pensare solo ai soldi.
Ora le banche sono crollate e i nostri avversari piangono il morto. Noi invece procediamo con il nostro progetto per dare una soluzione reale ai veneti.
Da pochi giorni abbiamo annunciato la creazione del Cripto-Stato, la Repubblica Veneta digitale che permetterà ai veneti che vi avranno accesso di accedere a servizi pubblici, di condurre la propria vita e di fare affari in modo più vantaggioso (e non soggetto alla tassazione italiana). I nostri avversari sono divisi tra chi non ci ha capito nulla e chi invece ripete il solito ritornello: “non ci riusciranno”, oppure “è una truffa”, oppure “non serve a niente”.
I nostri avversari non si sorprendano allora quando saranno sconfitti per l’ennesima volta. Noi li avevamo avvisati.
Questo è Plebiscito.eu. Il resto è solo un noioso e sterile lamento.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
Comments (5)
Fil de fer
Very, very interesting vision of the world !!
Una interessante visione del mondo !!
Ma allora con questa visione futura del mondo l’italia sembra tagliata fuori completamente!?
Per il Veneto resta importante la scelta della Cina di stabilire a Venezia il proprio terminal di arrivo e partenza delle proprie merci da e per l’Europa e forse per altre aree più atigue.
E’ quindi salvifica la lotta che Plebiscito.eu sta facendo per rendere effettiva l’indipendenza del Veneto da una italia destinata alla marginalità nonostante le potenzialità anche oggi esistenti, ma che sono continuamente mortificate da una politica miope e che non vede al di là del proprio naso. Diciamo meglio che non vede al di là dei propri interessi partitici.
E’ con soddisfazione che la speranza dei Veneti di ritornare padroni del proprio futuro, con questa visione viene quasi concretizzata dai fatti che avverranno e che stanno già avvenendo.
Quindi avanti e lasciamo che gli altri…..si crogiolino nei piccoli tentativi o risultati che non salveranno la sgangherata italietta dei partiti italioti che se serve ancora dirlo hanno fallito completamente la loro funzione e oggi sono diventati un nulla parlante e basta.
WSM
Giancarlo
Mi sovviene che il Kossovo quando dichiarò unilateralmente la propria indipendenza, molti stati esteri si affrettarono a riconoscere il Kossovo come nuovo stato indipendente.
A fronte di ciò mi chiedo, visto che la Cina sarà l’interlocutore più importante, oltre alla Russia, se non sia il caso di iniziare dei contatti diretti al fine di estromettere l’italia ed inserirci come interlocutori più validi con la Cina e la Russia al fine di essere riconosciuti al più presto come stato indipendente. Sto correndo troppo ?
Non credo, dal momento che per una tale visione occorrono i suoi tempi, iniziare già adesso mi sembra utile e strategico.
Confidiamo che il Triumvirato ed il Governo, assieme al Presidente di Plebiscito trovino motivi per intraprendere questa strada….che prima percorriamo e meglio sarà.
WSM
francesco
Concordo con Giancarlo e penso che questa possa essere una mossa strategicamente molto valida. Avere come alleati sia la Russia che la Cina facilita di molto l’ottenimento dell’Indipendenza.
BLIX
Mi unisco anchio alle considerazioni di francesco.
wsm
caterina
lo fummo per secoli cerniera fra est e ovest, e oggi i veneti senza corone in testa ma con la patria nel cuore lo sono ancora, attivi, geniali, laboriosi e…silenziosi!
Diamogli voce, che si sentano finalmente orgogliosi di essere veneti, che possano anche partecipare al nostro percorso, perché sarebbe finalmente per tutti il riscatto da una troppo lunga e deleteria servitù!
Finalmente liberi di esprimere appieno le nostre potenzialità saremmo nuovamente una potenza e un faro!
La libertà è nel nostro dna e insieme la misura, il gusto, il senso della giustizia, l’attitudine a risolvere problemi e contrasti difficili con pragmatismo e valutazioni ponderate..
oggi più che mai il Veneto indipendente è una necessità oggettiva oltre che il sogno e la speranza di tutti noi che ci viviamo, e l’orgoglio di appartenenza di coloro che per le esigenze del vivere se ne sono dovuti allontanare…