4 MARZO: IO NON VOTO IL REGIME DEI MAGNACCIONI
#MINOVOTO è l’unica scelta utile e civica di difesa dall’arroganza demagogica irresponsabile dei partiti e dei loro capi famelici e ignoranti
È iniziata l’ultima settimana di una indecente campagna elettorale prima delle prossime elezioni politiche italiane del 4 marzo 2018. In teoria le elezioni dovrebbero sempre essere un momento importante, di partecipazione civica per dare vita al gioco democratico che regge una comunità.
Lo spettacolo cui stiamo assistendo in questi giorni d’altro canto rivela una situazione molto più triste e decisamente poco seria per lo stato italiano. Gli esempi di demagogia e tribalismo populista abbondano in ogni coalizione politica, non risparmiando nessun partito e nessun leader, tutti impegnati a far vergognare i propri concittadini di essere italiani (e per noi indipendentisti veneti questa tutto sommato non è una brutta notizia dato che finalmente si inizia a distruggere il mito ridicolo dell’italianità da operetta).
Certo, il voto è un diritto democratico, conquistato con il sacrificio di chi nei decenni e secoli scorsi ha combattuto per la libertà e per assicurare a tutti una conquista di civiltà. Tale diritto, d’altro canto, assume la sua forma più alta quando a fronte dell’irresponsabilità totale e collettiva dei partiti e dei politici italiani, i cittadini decidono di ribellarsi di fronte alla dittatura dell’ignoranza partitocratica, esercitando il proprio sacro diritto di astensione. Se il voto è un diritto, ciò significa che esiste infatti la libertà se votare oppure no. Quando sentite i Mattarella (e persino i Morosin!) dirvi che si deve assolutamente esercitare il voto, quasi fosse un obbligo, pensate che il messaggio è lo stesso che veniva propagandato in Unione Sovietica. Rispetto ai dilettanti comunisti sovietici, i politici italiani hanno saputo far di meglio, inventandosi il multipartitismo, che poi si unisce nel partito unico della spesa pubblica e della demagogia, tanto paga Pantalone!
E invece questa volta Pantalone non andrà a votare. Di fronte alla tirannia dei lestofanti che hanno distrutto il tessuto produttivo ed economico del Veneto esiste solo la difesa ultima e inviolabile della delegittimazione democratica.
Mi no voto, non mi voglio far imporre la deleteria pratica della scelta del male minore, in quanto anch’esso è incommensurabilmente deleterio rispetto alla nostra stessa sopravvivenza e libertà economica e civica. In particolar modo ciò è vero per il Veneto, che ancor più che in passato, oggi è relegato a mera colonia produttiva del regime dei magnaccioni.
Sembrano infatti tutti divisi su tutto, dall’immigrazione all’euro, dalle tasse alla globalizzazione, ma in realtà sono tutti uniti nello sperpero del denaro pubblico e nel combattere con ogni forza l’unica possibilità di salvezza che ha lo stato italiano, ovvero la responsabilizzazione finanziaria dei territori, che vede proprio nell’indipendenza del Veneto la propria punta di diamante.
Gli indicatori economici e sociali condannano il Belpaese all’irrilevanza globale e costringono i suoi cittadini alla fuga, all’emigrazione, al “si salvi chi può”, che vede ogni anno scappare dal peggior inferno civico ed economico del mondo occidentale qualcosa come 250.000 tra giovani e meno giovani, tendenzialmente i più preparati, o chi si le può ancora permettere. Tutti gli altri restano prigionieri di una gabbia istituzionale immonda, in cui si alzano ogni giorno di più le grida oscene dei capibastone politici, all’insegna del tribalismo e della demagogia più becera.
Quanto meno non diamo il nostro consenso a questi infami e non reggiamo loro il sacco mentre rubano e distruggono gli ultimi brandelli di civiltà di una entità geografica che ha visto il proprio periodico storico più glorioso proprio quando non esisteva uno stato centrale unitario, durante il Rinascimento.
Io il 4 marzo non voto – #MINOVOTO.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
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