UNA QUESTIONE IRRISOLTA: METTERNICH AVEVA RAGIONE!
Il voto alle elezioni politiche dimostra la profonda divisione dello stato italiano. Plebiscito.eu riapre il cantiere dell’indipendenza del Veneto
In questi giorni sono apparse diverse mappe “tematiche” che mostrano l’analogia “cromatica” tra l’esito del voto del 4 marzo 2018 con altre votazioni o situazioni storiche. Dal referendum tra monarchia e repubblica, alla mappa della penisola prima dello stato unitario. Se ne è accorto anche qualche autorevole commentatore, anche all’estero, come Ian Bremmer, che ha twittato l’immagine del voto, “ritratto di una nazione divisa”.
Portrait of a divided nation
(ht @fwred) pic.twitter.com/WWz5NHRtSw— ian bremmer (@ianbremmer) March 5, 2018
In realtà nessuna tra le forze politiche italiane (sia tra i vincitori sia tra gli sconfitti) ha in mano la possibilità di risolvere tale problematica. Forse, a distanza di poco più di un secolo e mezzo, toccherà dar ragione al principe di Metternich quando scrisse la sua famosa frase:
« La parola “Italia” è una espressione geografica, una qualificazione che riguarda la lingua, ma che non ha il valore politico che gli sforzi degli ideologi rivoluzionari tendono ad imprimerle ».
Dopo una “rivoluzione” durata più di 150 anni le cose non sono cambiate, anzi!
Anche le speranze che molti riversano nella possibilità di ottenere l’autonomia del Veneto e più in generale una utopistica riforma federale dell’assetto istituzionale italiano non cambieranno la sostanza dell’impossibilità pratica di armonizzare realmente tali differenze verso l’alto. Ci pare infatti impossibile pensare che sia possibile costruire sufficiente consenso attorno a un progetto di federalismo reale, che comprenda anche l’autonomia tributaria, dopo che in 150 anni ogni tentativo in tal senso è andato fallito miseramente.
Anche chi vuole perseguire l’obiettivo del federalismo converrà inoltre che esso potrà essere possibile solo attraverso una contrattazione ove le parti abbiamo un potere negoziale reale (non certo come avviene oggi, dove lo stato centrale ha sempre l’ultima parola). E tale potere negoziale può essere esercitato solo attraverso un processo di autodeterminazione dal basso, non certo per gentile concessione dall’alto che non avverrà mai, come mai è avvenuta nella storia dello stato unitario italico. Oggi, grazie alle mutate condizioni politiche in Italia, potrebbe, ad esempio, essere finalmente possibile indire un referendum di autodeterminazione del Veneto ottriato dal governo centrale, dato che le principali forze uscite dal cataclisma elettorale di domenica scorsa hanno sempre affermato di rispettare il diritto di autodeterminazione dei popoli. La concessione di un referendum implicherebbe naturalmente la disponibilità seguente a negoziare un accordo sull’indipendenza, o sul federalismo se l’esito del voto fosse non chiaro. Oppure, ancora, da oggi è diventato possibile perseguire un percorso politico, sempre partendo dal Veneto, la regione più matura in tal senso (o anche da altre regioni se fosse possibile), che sfoci in un accordo consensuale sull’indipendenza sull’esempio di quanto avvenuto tra Repubblica Ceca e Slovacchia.
È necessario però partire subito a dare il via alla creazione di un progetto politico in tal senso, in quanto bisogna essere preparati al biennio 2019-2020 nel quale si verificheranno una serie di eventi macroeconomici e politici tali da riaprire una finestra possibile di cambiamento.
Per tale ragione, Plebiscito.eu, che da sempre ha come obiettivo l’ottenimento della piena indipendenza del Veneto con mezzi pacifici, legali e democratici e che ha saputo dare visibilità internazionale alla questione veneta, apre ufficialmente il cantiere dei lavori per l’indipendenza del Veneto, senza pregiudiziali verso nessuno.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
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