IL CUNEO FISCALE : BREVI CENNI SUL CAMBIAMENTO RADICALE CON L’AVVENTO DELLA REPUBBLICA VENETA
Cuneo fiscale
Si definisce cuneo fiscale la somma delle imposte (dirette, indirette o sotto forma di contributi previdenziali) che pesano sul costo del lavoro, sia per quanto riguarda i datori di lavoro, sia per quanto riguarda i dipendenti (e i liberi professionisti). Detto ancora più semplice: il cuneo fiscale è la differenza tra quanto un dipendente costa all’azienda e quanto lo stesso dipendente incassa, netto, in busta paga. In Italia questa differenza è molto alta.
Il costo del lavoro
Per comprendere l’entità del cuneo fiscale e costo del lavoro in Italia si può fare riferimento a due diversi studi: quello dell’ISTAT (l’Istituto nazionale di Statistica) o quello dell’OCSE (l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).
L’ultima statistica dell’ISTAT è stata pubblicata lo scorso 27 settembre e fa riferimento al 2010. Risulta che il cuneo fiscale in Italia sia pari, in media, al 46,2 per cento del costo del lavoro. Il peso maggiore è per i datori di lavoro (25,6 per cento) e il restante 20,6 per cento dei contributi è invece a carico del lavoratore. Per capirci: significa che per ogni 100 euro pagati dall’azienda, la redistribuzione netta in busta paga del dipendente è 53,8 euro.
Secondo l’ISTAT, inoltre, il cuneo più alto è nel nord-ovest d’Italia con il 47 per cento, mentre al sud e nelle isole si ferma al 44,4 per cento: questa differenza dipende dalle imposte regionali. Ci sono anche differenze di genere: tra le dipendenti donne il costo del lavoro è mediamente il 74 per cento di quello dei dipendenti uomini e la retribuzione netta è il 76 per cento di quella maschile.
Il rapporto dell’OCSE inserisce nei calcoli anche IRAP (imposta regionale sulle attività produttive), TFR (liquidazione o trattamento di fine rapporto) e INAIL (assicurazione contro gli infortuni sul lavoro). Secondo l’OCSE, che ha dati più aggiornati, il cuneo fiscaleitaliano nel 2012 è stato pari al 47,6 per cento. Per ogni 100 euro di stipendio lordo, un’impresa o un datore di lavoro versa 32 euro allo stato (il 24,3 per cento del totale), mentre il dipendente contribuisce con il 23,3 per cento (31 euro). Questo significa che per ogni 132 euro spesi dall’azienda la redistribuzione netta in busta paga del dipendente è 69 euro.
In Italia e in Europa
Nel rapporto dell’OCSE l’Italia si trova al sesto posto nella classifica dei paesi europei per maggiore costo del lavoro, con 12 punti in più rispetto alla media generale. Ma l’Italia ha una delle tassazioni sul reddito più alte in assoluto: solo Belgio, Finlandia e Danimarca ce l’hanno più alta, ma con ben altri servizi (e a volte non prevedono tasse a carico dell’imprenditore, come la Danimarca). Sempre secondo l’OCSE, negli ultimi 10 anni (2002–2012) il cuneo fiscale italiano è aumentato dell’1 per cento mentre negli altri paesi, nello stesso periodo di tempo, c’è stata una riduzione generale dello 0,9 per cento.
Perché è importante
La riduzione del cuneo fiscale almeno in teoria trova tutti d’accordo: è chiesta da aziende e lavoratori, dai sindacati e da Confindustria. Questo perché, come spiega il Sole 24 ore «è il modo più veloce per riacquistare competitività, beneficiare della crescita della domanda estera» e aumentare il potere d’acquisto delle famiglie facendo arrivare più soldi nelle buste paga, cosa che nel medio periodo dovrebbe portare anche a una maggiore domanda interna. Senza contare che rendere le assunzioni meno onerose per le aziende dovrebbe aumentare occasioni e opportunità per chi sta cercando lavoro.
Con il Decreto Legge approvato venerdì 18 aprile 2014, il Governo italiano ha dato vita ad una serie di provvedimenti di rilancio dell’economia che prevedono, tra l’altro, un abbattimento del cuneo fiscale da effettuarsi mediante una sensibile diminuzione dell’Irpef (circa € 1.000 per i lavoratori dipendenti con reddito ai fini fiscali entro € 25.000 annui) nonché un calo dell’Irap “per le aziende” nella misura del 10% (dal 3.9% al 3,5%).
Il bonus Irpef sulle buste paga, tra l’altro, si applicherà in misura diversa a seconda di diversi scaglioni di reddito e rappresenterà una misura limitata al periodo maggio 2014 – dicembre 2014.
Infatti, per la fascia di RAL (retribuzione annua lorda) compresa tra i 16.000 ed i 25.000 Euro il bonus medio sarà di Euro 80 procapite, per la fascia al di sotto dei 16.000 Euro e fino a 8.000 Euro sarà pari al 4% del reddito annuo e per la fascia oltre i 25.000 Euro il bonus sarà ridotto proporzionalmente. Nessuna agevolazione spetterà ai percettori di reddito inferiore agli 8.000 Euro annui.
Con la futura ed imminente fiscalità Veneta, della neo-proclamata Repubblica Veneta, la suddetta articolata quanto ridicola politica di tagli e manovre fiscali/parafiscali, per poi alla fine della fiera vedersi ridurre l’incidenza del cuneo fiscale per aziende e lavoratori dipendenti, di qualche irrisorio punto percentuale, non avrà minimamente luogo e motivo di esistere.
Altra, più semplice, immediata e proficua sarà infatti la strategia economica della Repubblica Veneta: non elargendo (regalando) più un importo di oltre 20miliardi di Euro l’anno allo Stato straniero Italia, ma trattenendo detto importo (Tesoretto) all’interno e quindi a disposizione dei Veneti, si realizzerà, in concreto, il seguente scenario:
A) stipendio netto in tasca al lavoratore dipendente: dagli attuali (preso come stipendio di riferimento) € 1.200,00 ai nuovi € 1.700,00
B) costo complessivo a carico del datore di lavoro: dagli attuali (preso come stipendio netto del lavoratore l’importo di € 1.200,00 di cui sopra) € 2.700,00 ai nuovi € 2.200,00.
Quindi la summenzionata politica economica della Repubblica Veneta comporterà, senza alcun sforzo ne stratagemma legislativo ma semplicemente trattenendo all’interno delle “MURA VENETE” un “TESORETTO” annuo di oltre 20miliardi di Euro costituito dalle inique ed illegali tasse versate allo stato italiano, una riduzione del cuneo fiscale, rapportato all’esempio di uno stipendio netto di € 1.200,00, di circa 1.000,00 Euro mensili equamente ripartito tra lavoratore e datore di lavoro (€ 500,00 ciascuno) e senza alcun limite temporale!!!.
Dr. Alberto Marsotto
Plebiscito.eu
Comments (10)
Albert1
Già che ci siamo: sarà eliminato il sostituto d’imposta, vero?
annibale mantovan
Va bene i soldi ma…nel nuovo veneto ci sarà ancora la mafia? e la corruzione? ci sarà ancora la corruzione? e la prepotenza dei ricchi? e quella dei massoni?…ragazzi non solo soldi! e la solidarietà verso i poveri? Ce la mettiamo quella?…Ciao a tutti W S marco
Stefano__
Quindi da quel che ho capito si trattengo i famosi 20 miliardi e li si distribuisco tra i cittadini (gia’ una bella cosa) ma non si cambia una “pippa” del funzionamento delle imposte … sostanzialmente per dirla da un non Veneto “una cagata pazzesca!!!”
Mi par ragazzi che le idee sono poche e confuse …
WSM
giancarlo
Cari Annibale Mantoan e Stefano e Albert1 sarebbe stato il caso di non dare seguito ai vs. scritti, ma poiché si capisce lontano un miglio che non siete veneti e se lo siete è perché ideologicamente siete malati di comunismo….vi dico che siete voi che non avete chiare le idee.
Noi sappiamo cosa fare e dove andare…voi siete in alto mare su una nave che affonderà è solo questione di qualche mese ancora.
Se avrete bisogno di lavorare aspettate e poi vediamo se riusciremo a trovarvi un lavoro anche a voi.
Dubito però da come scrivete e pensate che siate persone affidabili e concrete perché sembrate solo dei quaquaraquà pure ignoranti in materie di cui non sapete assolutamente nulla visto le domande che fate !!!!
WSM
Albert1
@Giancarlo: mi sa che qui chi non ha capito una mazza è proprio lei! La mia è una domanda legittima, e muove da una semplice considerazione: non basta staccarsi dall’italia, bisogna pure ripudiarne le tante porcherie fiscali, tra le quali spicca certamente il sostituto d’imposta. Il fatto che esista anche in altri paesi è ininfluente. Dare ai dipendenti la busta paga “piena”, lasciando che poi siano loro a pagare le imposte le sembra una cosa tanto comunista? A me sembra l’esatto contrario, e consentirebbe agli imprenditori di fare gli imprenditori e bon – oggi sono costretti a fare pure i gabellieri, gratis per giunta!
Thomas
Effettivamente la domanda di Albert è più che legittima (a differenza delle provocazioni di altri).
Condivido appieno il fatto che bisognerebbe fare una riflessione seria (e a mio avviso neanche troppo veloce) per eliminare il sostituto d’imposta e far fare allo stato (e non al datore di lavoro) i propri compiti!
TI CO NU, NU CO TI!
Thomas
errata corrige: scusate, volevo dire neanche troppo lenta/macchinosa
annibale
Caro Giancarlo, aspetta un pochino prima di scrivere giudizi… ciao a tutti W S Marco
EDOARDO
hanno annunciato che ci saranno prelievi dai nostri conti…..
giancarlo
Sì prelevano il 26% sugli interessi attivi. Pagheranno coloro che hanno soldi e non i poveracci.
Per quanto riguarda la fiscalità della Repubblica Veneta penso che molto poco somiglierà a quella italiana. Penso anche che il normale cittadino dovrà poter scaricare tutte le spese che effettuerà in modo da combattere una volta per tutte le evasioni fiscali. In pratica avrà l’interesse massimo a ricevere fattura o scontrino che sia per potersi scaricare le spese.
Restano i grandi evasori che non avranno vita facile nel Veneto, ma dato che la tassazione non sarà mai a certi livelli italiani, anzi , tutti avranno interesse a pagare le tasse e vivere sereni e tranquilli e non come ora che molti sono costretti ad evadere quello che possono per sopravvivere…….
Ho cognizione di quello che scrivo perché lo stato italiano vuole tasse anche se magari un anno non hai guadagnato nulla o poco…NON TI CREDE MAI !!!
Non si può vivere in uno stato che è lui il primo a non rispettare i patti come quello di dovermi pagare diversi soldi e da 5 anni non riesco ad incassarli. Porc….basta….non torno più indietro manco morto !!!!
WSM