NON È OBBLIGATORIO UN REFERENDUM PER OTTENERE L’INDIPENDENZA DEL VENETO
Plebiscito.eu appoggia Riccardo Szumski presidente del Veneto e persegue una piattaforma programmatica che ci porterà all’indipendenza attraverso un percorso alla “cecoslovacca”
Nel corso del dibattito sul futuro del nostro popolo che si è sviluppato nel corso degli ultimi anni sul tema dell’indipendenza del Veneto, spesso ci si è fermati su alcuni aspetti “tecnici” o procedurali che a ben vedere sono di poco significato.
Tale dibattito è emerso in seguito all’approvazione della legge 85/2006 che ha eliminato alcune norme vetuste e contrarie alla libertà di pensiero che impedivano anche solo la discussione a livello teorico sulla possibilità di indipendenza.
Chi scrive è stato in assoluto il primo a proporre il “percorso giuridico” per l’indipendenza del Veneto, sin dal tardo 2006, con presentazione pubblica avvenuta l’11 febbraio 2007 nel corso di un convegno organizzato all’hotel Viest a Vicenza.
I 3 capisaldi di tale percorso sono tutt’ora validi e possiamo ripeterli per maggiore comodità di tutti:
- Il diritto di autodeterminazione dei popoli è un principio di diritto internazionale universalmente riconosciuto e come tale diritto cogente per tutti gli stati, Italia, compresa, come sancito anche dalla legge 881/77 che ha recepito il trattato internazionale di New York del novembre 1966;
- In particolare ciò vale per il popolo veneto che si vede ulteriormente riconosciuto come tale dall’originale statuto della regione Veneto approvato fin dal 1971 con legge 240/71 e ulteriormente ribadito nell’ultima versione approvato dello statuto regionale;
- Finalmente tale percorso può essere praticato in Italia dopo che la legge 85/2006 ha abolito i reati di opinione in tema di indipendenza del Veneto o di parti del territorio italiano.
Negli anni seguenti il movimento indipendentista veneto grazie all’impegno di molti attivisti ed associazioni si è impegnato a convincere pertanto i propri concittadini dei vantaggi legati all’ottenimento dell’indipendenza del Veneto, dando vita a un vero e proprio “manifesto” in tal senso che sempre il sottoscritto ha avuto il privilegio di presentare fin dall’ottobre 2007 (“le ragioni dell’indipendenza”).
Attraverso varie fasi si è arrivati al 2012 quando, grazie ad alcuni sondaggi è apparso evidente che la maggioranza dei veneti era decisamente favorevole all’ipotesi di indipendenza del Veneto e quindi il dibattito interno al movimento indipendentista si è spostato all’individuazione delle modalità strategiche ed operative sul come ottenere praticamente l’indipendenza, dato che i veneti apparivano già ben convinti della sua opportunità.
La modalità operativa allora prescelta fu quindi individuata nell’opportunità di indire un referendum per l’indipendenza del Veneto.
La prima azione fu una pressione sulla classe politica regionale con una petizione popolare che spingesse il consiglio regionale a indire un referendum per l’indipendenza del Veneto.
Quindi, dopo l’approvazione della risoluzione regionale 44/2012 che sanciva in modo inequivocabile il diritto del popolo veneto all’autodeterminazione e all’indipendenza, constatato l’impasse che si era creato in consiglio regionale, fu prima teorizzato e quindi indetto da Plebiscito.eu e da una quindicina di comuni veneti e poi organizzato il referendum digitale di indipendenza del Veneto tenutosi tra il 16 e il 21 marzo 2014. Il risultato plebiscitario quindi ottenuto, certificato quindi dal comitato degli osservatori internazionali, costituiva il punto più alto mai ottenuto a livello politico nel percorso di indipendenza del Veneto. Infatti il dibattito da allora si è spostato dall’obiettivo raggiungibile dell’indipendenza del Veneto a quello irraggiungibile dell’autonomia del Veneto.
Ciò è avvenuto a causa dell’insistenza su un supposto “percorso istituzionale” all’indipendenza del Veneto, che consisterebbe nell’indizione di un referendum per l’indipendenza da parte della regione Veneto. Come dimostrato dall’iter seguito quindi dalla classe politica regionale tale percorso è risultato bloccato a causa dell’art. 5 della costituzione italiana, come sancito dalla corte costituzionale nel 2015.
A quel punto l’attenzione si è quindi diretta verso l’obiettivo dell’autonomia del Veneto, anche a seguito del voto popolare nel referendum regionale dell’ottobre 2017. Dopo quasi tre anni da tale evento è oggi chiaro ai più che l’autonomia del Veneto è un obiettivo irraggiungibile, in quanto per ottenere una riforma al pari per esempio di Trento e Bolzano servirebbe una maggioranza in parlamento dei due terzi, quando invece i parlamentari veneti sono solo l’8%.
Ecco quindi che ben presto tornerà chiaro a tutti che solo l’indipendenza del Veneto costituisce una reale alternativa alla schiavitù italiana. E con tale cambio di paradigma si ricomincerà a ragionare sulle modalità per ottenerla.
È bene quindi fin d’ora indicare il percorso, in modo da evitare di imboccare nuovamente vicoli ciechi, come nel caso dell’indizione di un nuovo referendum di indipendenza da parte del consiglio regionale.
È bene allora porsi una domanda: ma è realmente necessario che la regione Veneto indica un referendum di indipendenza e che solo dopo una conseguente vittoria referendaria si possa ottenere l’indipendenza?
La risposta è no. Infatti i percorsi pratici (e pacifici) per l’indipendenza di un popolo possono essere i più vari. Nel caso del Veneto probabilmente è più indicato un percorso analogo a quello che portò la Cecoslovacchia a separarsi tra Repubblica Ceca e Slovacchia. Ovvero un accordo politico, che potrà nascere nell’ambito più conveniente al momento.
In tale ottica deve leggersi l’opportunità che ci si presenta davanti con le prossime elezioni regionali, ove il candidato presidente Riccardo Szumski potrà giocare un ruolo fondamentale. Plebiscito.eu come già annunciato appoggia Riccardo Szumski presidente del Veneto e perseguirà una piattaforma programmatica concreta che ci porterà all’indipendenza del Veneto, costituendo le premesse operative per portarci a un accordo politico con lo stato italiano per ottenerla. Tale accordo sarà vantaggioso per tutte le parti e ben presto si aprirà una finestra storica in cui i vantaggi di tale sbocco saranno ben visibili a tutti.
Nelle prossime settimane entreremo nel dettaglio di tale proposta di programma da parte di Plebiscito.eu e che potrà essere condivisa con tutte le anime del movimento indipendentista veneto.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
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