“NUOVO” REDDITOMETRO: FUNZIONAMENTO ED ACCORGIMENTI DIFENSIVI
I funzionari del Fisco hanno già iniziato il controllo in modo automatico dello stile di vita degli italiani incrociando le spese sostenute con i redditi disponibili. Lo fanno accedendo a ben 128 banche dati che registrano le spese di ognuno e tra le quali, a mero titolo esemplificativo, spese per assicurazioni, mutui, acquisti di case, vacanze, utenze, elettrodomestici, arredamenti, iscrizione a circoli o club sportivi, acquisto di autovetture e/o motocicli etc.
Se le spese superano di oltre il 20% il reddito dichiarato, il contribuente può essere chiamato dal Fisco a rendere conto dei motivi del suo comportamento “anomalo” e, se non è “convincente”, parte l’accertamento fiscale vero e proprio. I controlli sono retroattivi, cioè riguardano le spese sostenute dal 2009 in avanti. Le prime richieste di verifica sono già arrivate a casa dei contribuenti.
I contribuenti che entreranno nel mirino dello strumento di accertamento saranno chiamati a giustificarsi anche prima dell’emanazione dell’atto impositivo nel corso dei vari incontri obbligatori con il Fisco. In caso di incongruenze, infatti, tra i dati in possesso dell’Amministrazione Finanziaria e il reddito dichiarato, il diretto interessato sarà invitato presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate per fornire ulteriori dati e notizie utili sulla sua situazione reddituale. Nel caso poi in cui il Fisco le ritenesse insufficienti, il contribuente sarà nuovamente chiamato in contraddittorio per l’accertamento con adesione.
Una volta capito come funziona il redditometro, la domanda è come fare a difendersi dallo stesso, come evitare di ritrovarsi in un ufficio dell’Agenzia delle Entrate a dover rendere conto del proprio tenore di vita:
a) Conservare gli scontrini, le fatture, le ricevute. Ci dovremo trasformare tutti in piccoli archivisti. Ovviamente lo scontrino del caffè potremo anche buttarlo, ma sarà meglio conservare quello dell’acquisto di un televisore, le ricevute delle spese condominiali, la fattura dell’acquisto del divano, il bollo dell’auto, i premi di assicurazione per responsabilità civile, l’iscrizione a club o a circoli. Se avremo comprato una casa o una macchina, sarà importante provare tutte le spese fatte per il mantenimento della casa o dell’auto: così il Fisco potrà capire se siamo noi o è qualcun altro il reale usufruttuario di quel bene.
b) Preferire i pagamenti tracciabili. Evitare di pagare in contanti, soprattutto quando si tratta di spese ingenti. Pagare con carta di credito, bancomat o bonifico bancario, facilita il lavoro del redditometro, rendendo tracciabile chi paga e chi usufruisce di beni e servizi. Se le spese per ristrutturare una casa sono state pagate con un bonifico che parte dal nostro conto corrente, il Fisco avrà la certezza che siamo noi e non altri quelli che stanno godendo del bene-casa.
Se non abbiamo attuato queste semplici misure di prevenzione, oppure se il Redditometro si è insospettito ingiustamente riguardo al nostro tenore di vita, potremo ancora difenderci durante la fase dell’accertamento e del contraddittorio.
Una volta chiamato in contraddittorio, infatti, il contribuente potrà eventualmente contestare il ricorso alla ricostruzione sintetica perché alcuni beni considerati dall’Ufficio procedente, sono di fatto nella disponibilità di terzi, i quali, in tutto o in parte, ne sostengono le relative spese o perché alcuni beni o servizi, in realtà, sono destinati all’attività d’impresa o professionale del contribuente stesso.
Se, invece, l’accertamento sintetico appare utilizzabile, il contribuente potrà dimostrare che il finanziamento della spesa o la capacità contributiva desunta dal redditometro derivano da risparmi di annualità precedenti, redditi esenti (rendite per invalidità permanente o per morte, borse di studio, pensioni di guerra), redditi assoggettati a tassazione alla fonte mediante ritenuta (interessi su conti correnti bancari e postali), o da altri accadimenti, quali donazioni dirette e indirette, estranei alla determinazione del reddito imponibile.
Il contribuente potrà, inoltre, dimostrare che le spese sono state sostenute in conseguenza di smobilizzi (cessioni) patrimoniali o che in realtà sono state sostenute da terzi.
Per farlo, però, dovrà presentare – come precisato dalla giurisprudenza sul vecchio redditometro – una copia degli assegni circolari emessi in favore dei venditori e gli estratti conto intestati a coloro che hanno sostenuto la spesa.
Per gli incrementi patrimoniali, non vi sarà più, dal 2009 in poi, la presunzione di formazione del reddito per quote costanti. Pertanto sarà necessario giustificare che
il bene è stato acquistato grazie a denaro elargito da altri soggetti (familiari, istituti di credito) o mediante risparmi che sono stati accumulati nel corso degli anni. In riferimento a quest’ultimo caso, può essere opportuno accantonare annualmente (o con cadenza minore) somme per l’acquisto futuro per esempio di un immobile e che lo faccia in modo da poter sempre dimostrare la causalità tra risparmio e acquisto effettuato.
Se l’immobile fosse acquistato grazie a denaro proveniente da terzi (per esempio familiari), è consigliabile evidenziarlo in via cautelativa nell’atto notarile di acquisto.
Alberto Marsotto
Rag. Commercialista
Plebiscito.eu
Comments (3)
puffo
E se un no vol assolutamente colaborar ??? La prima cosa da far, secondo mi, l’è un ricorso alla corte per i Diritti dell’Uomo parchè la legge fiscale italiana l’è l’unica che prevede la colpevolezza fin a prova contraria. Dovria eser al contrario: lori dovarie provar che mi ho fat qualcosa de illecito, no mi giustificarme !!!
ermanno
e ancora co le regoe delo stato taglian.
quando ze che comisièna far su serio e parlar d indipendenxa ?
giancarlo
Per fortuna quando avremo creato tutte le nostre istituzioni Venete e tutto sarà operativo, dovendo pagare meno tasse, si parla di un 20% di irpef e di un 15% di IVA, ritengo che nessuno farà più l’evasore fiscale perché converrà a tutti essere in regola.
Pensiamo al costo del carburante che non sarà più come quello italiota, pensiamo che non ci sarà più il canone TV, o il bollo auto, o le marche da bollo
o altri mille balzelli. Ci saranno poche voci di tasse e con percentuali quasi dimezzate a quelle italiote. Dunque la nostra libertà sarà anche quella di spendere meno tempo, fatiche e preoccupazioni con un fisco Veneto “umano” e non vorace e distruttivo.
Sembra già un paradiso rispetto all’inferno odierno che dobbiamo tutti sopportare.
La nostra potenza economica Veneta ce lo permetterà e più semplificheremo la vita ai cittadini ed alle aziende e più investitori stranieri crederanno al nostro Stato e verranno ad investire questa volta veramente e concretamente.
WSM