Regionali Veneto: dalle macerie venetiste ripartirà la battaglia per l’indipendenza
Zaia trionfa e i venetisti spariscono: bene, così non vi sono più ostacoli interni all’idea indipendentista
Come avevamo facilmente previsto le elezioni regionali del 20-21 settembre hanno visto il trionfo di Luca Zaia che ha ottenuto il 76,8% dei voti. Anche l’affluenza non è stata poi così bassa, con un 61,1% che dimostra come i veneti considerino importante il voto.
Tralasciando altre considerazioni, sul fronte venetista invece si registra il disastro assoluto, con il partito dei veneti che ha ottenuto lo 0,8% per il candidato presidente e l’1,0% come voti di lista. Nel contempo va rilevato invece che pur avendo preso ancora meno voti del pdv (0,6%), la lista di Simonetta Rubinato va apprezzata, oltre che per la scelta coraggiosa di staccarsi dai partiti nazionali, anche per uno stile nuovo che potrebbe in futuro portare qualcosa di buono. Un’altra lista venetista era presente nella coalizione di Zaia e con il 2,4% dovrebbe aver eletto un consigliere. Nella coalizione di sinistra invece la lista di Sanca Veneta ha ottenuto solo lo 0,1%.
In generale dispiace per i tanti amici che vi hanno dedicato tempi e soldi e che in queste ore forse saranno delusi per un risultato che speravano migliore.
Per quanto riguarda il pdv, che in teoria avrebbe dovuto rappresentare un’alternativa a Zaia, non vogliamo aggiungerci alla schiera di critiche della scelta sulla candidatura della persona, perché non la riteniamo un fattore essenziale nella sconfitta. Però pensiamo che sia necessario soffermarci su un grave errore politico che già più volte abbiamo messo in evidenza.
Il fatto di aver declinato il proprio programma politico sull’obiettivo dell’autonomia, o dell’autogoverno come sua evanescente alternativa, è stato a nostro avviso un errore fondamentale. Lo abbiamo ripetuto più volte e oggi va ribadito alla luce dei risultati elettorali fallimentari, che avevamo ampiamente previsto, l’ultima volta una settimana fa. L’insuccesso ovviamente comprende anche noi, in quanto, pur consapevoli di questi gravi errori di base del pdv, non siamo nemmeno riusciti a dare l’alternativa di voto ai veneti presentando la nostra lista di Plebiscito.eu. Purtroppo importanti carenze organizzative ce lo hanno impedito (e dovremo riflettere sul perché esse si siano verificate).
Tornando al pdv, la cosa grave è che tutti i leader del loro raggruppamento, non solo il candidato presidente, avevano fatto propria tale retromarcia. In tutta sincerità, sentire parlare di autonomia l’avvocato Morosin, già leader di Indipendenza Veneta, non si poteva proprio sentire. Non sappiamo perché fosse stata decisa tale retromarcia e quanto meno i risultati fallimentari di domenica e lunedì scorsi seppelliscono definitivamente la questione.
Noi lo abbiamo sempre ripetuto: i veneti non vogliono l’autonomia, i veneti vogliono l’indipendenza! È nella loro cultura, è nel loro sentire, è nella loro identità.
Certo, non vogliono un’indipendenza di chiusura, non hanno nulla a che fare con il cosiddetto sovranismo salviniano, che esce brutalmente ridimensionato in Veneto. Anzi, l’ideale di indipendenza del Veneto è una volontà di apertura al mondo. All’Europa. Anche all’Italia stessa, del cui abbraccio mortale giuridico e fiscale vogliamo però liberarci al più presto.
In Veneto dell’Italia non ne possiamo più e infatti i nostri giovani più preparati – e non solo i giovani e non solo i più preparati – emigrano sempre più spesso per crearsi un progetto di vita all’estero.
Sulle macerie delle ultime elezioni regionali si può e si deve costruire nuovamente la grande alternativa indipendentista, che rappresenta l’unica grande novità possibile di un Veneto altrimenti prigioniero del peggiore mostro burocratico del mondo occidentale.
Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi ci faremo interpreti di un dialogo con le forze sane dell’indipendentismo per tornare ad essere i protagonisti dell’agenda politica veneta, come lo eravamo sino a poco tempo fa. Per almeno un decennio tutto ciò che si è mosso in Veneto è stato concepito dal movimento indipendentista. Noi sappiamo che ciò è ancora vero e si tratta solamente di ritrovare le energie necessarie e di essere consapevoli della nostra vera forza, che è la forza stessa del Veneto.
Gianluca Busato
Plebiscito.eu
Rispondi