NUOVA ZELANDA, NESSUN TERRORISTA OSI CITARE INVANO I NOMI DEGLI EROI VENETI MARCANTONIO BRAGADIN E SEBASTIANO VENIER
La storia veneta è all’insegna della pace, non dell’odio e della violenza. Lo riporta anche la nostra bandiera
È di oggi la triste notizia di un attentato terroristico contro due moschee in Nuova Zelanda che ha causato la morte di 49 persone. Oltre ad esprimere il nostro cordoglio alle vittime innocenti dell’ennesima strage in nome della violenza politica e del fanatismo religioso e ai loro familiari, la notizia ci preoccupa in particolar modo anche perché gli autori dell’efferata strage nelle armi utilizzate per l’atto terroristico infame hanno riportato i nomi di due eroi veneti della nostra storia, Marcantonio Bragadin e Sebastiano Venier, assurgendoli a simbolo del loro fanatismo sanguinario.
Tale accostamento ci fa inorridire, in quanto rifiutiamo categoricamente l’utilizzo di figure storiche di eroi di fondamentale importanza nella storia veneta da parte di terroristi e suprematisti bianchi folli e violenti.
L’azione dei nostri eroi va ricondotta a un’era di guerre di difesa e sopravvivenza che appartengono a un’epoca storica del passato, della gloriosa Serenissima Repubblica di Venezia. È prima di tutto vile, oltreché storicamente scorretto, utilizzare tali figure al di fuori dell’ambito pertinente. La loro è una vicenda storica militare all’insegna dell’eroismo e del coraggio, non certo della vigliaccheria di atti di cordardi vergognosi che uccidono cittadini inermi e pacifici presso luoghi di culto.
Nessuno osi citare la storia veneta per scopi di vile violenza e terrorismo, nessuno tenti di appropriarsi dei nostri simboli del passato per propagandare ideologie malate e deliranti all’impronta del fanatismo religioso e del razzismo.
La storia veneta è dei veneti, gli eroi veneti appartengono ai veneti e all’umanità intera e la loro memoria è sacra e deve servire a futuro monito per la difesa della pace, come ricorda anche la nostra bandiera, l’unica al mondo che riporta appunto la parola PAX.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
NEW SILK ROAD, BETWEEN ITALY, CHINA AND EUROPE THERE IS A GREAT ABSENT: VENICE
In these days there is much talk of the China-Italy Memorandum of Understanding that could be signed on the occasion of Chinese President Xi Jinping’s visit in Italy planned shortly.
We at Plebiscito.eu, who also were the first to indicate this opportunity 4 years ago when no one talked about it in Italy, to the point that some journalists had pointed us out as Martians, in these days and hours haven’t intervened much in the debate.
The reason is quickly stated: first of all, an agreement of international legal value is not currently under discussion, but rather a sort of agreement protocol which will then be substantiated with the true agreements that should follow. On the other hand, it is an attempt to recover some recent fools, such as the incredible diplomatic incident that occurred at the inauguration of the Year of Tourism 2018 Europe-China held at Palazzo Ducale in Venice in January last year. On that occasion the Chinese vice premier was snubbed by Italian institutional representatives.
Today, despite pressure from the EU, but above all from Trump, it seems that in the end the signature will be, even if it is not yet the last word, as per the tradition of cerchiobottismo, ambiguity and forked Italian tongue, testified by the the fact that the Belpaese never ended a world war on the side where it was at the beginning.
On the other hand, it is obvious in our area’s strategic interest to establish a good agreement with China, as this could give us a competitive advantage. It is clear that the US has a divergent interest, but it is also diverging from our interest, as we are Europeans and Asia is on our doorstep. Asia, indeed. This could be a good opportunity to understand that Asia is bigger than China. Last December, an economic partnership agreement and a strategic partnership agreement between the EU and Japan was approved, and it was a smart integration. And in Asia there are other economic powers with which Europe will have to make agreements of mutual interest: South Korea, Vietnam, Singapore, Taiwan, India, just to name a few.
However, this does not mean that there is a great absence from today’s debate in Italy: Venice, actually.
In fact, we cannot ignore the fact that Venice is the focal point of the Belt and Road Initiative, with the ideal intersection between land routes and sea routes. Not just from an ideal point of view, but from a substantial point of view.
Because it is certainly true that Trieste – in particular and thanks to its nature as an international free port that could make it play a lion’s share independently of Italy – and Genoa enjoy geographic positions and existing structures that qualify them for a primary role importance. But it is equally true that Venice and the Veneto Region as a whole enjoy the inescapable position of a natural hub in the corridor between the Mediterranean and Germany, the heart of Europe and in particular of link to the designated Duisburg railway hub.
And to make this happen, two works are still missing: the off-shore port of Venice and the Venice-Monaco motorway link.
We believe the time has come to leave servile shyness and attitudes to Rome of the Venetian political and entrepreneurial ruling class and begin to defend our real strategic interests. If it is impossible to do so, as we foresee, caged in the Italian bureaucratic monster, it will then be inevitable for all of us to opt for Veneto’s independence.
Gianluca Busato
President of Plebiscito.eu
NUOVA VIA DELLA SETA, TRA ITALIA, CINA ED EUROPA C’È UN GRANDE ASSENTE: VENEZIA
In questi giorni si fa un gran parlare dell’accordo (Memorandum of Understanding) Cina-Italia che potrebbe essere firmato in occasione della visita del presidente cinese Xi Jinping prevista a breve.
Noi di Plebiscito.eu, che pure siamo stati i primi a indicare questa opportunità ancora 4 anni fa quando nessuno ne parlava, al punto che qualche giornalista ci aveva additati come marziani, in questi giorni e ore non siamo intervenuti molto nel dibattito.
La ragione è presto detta: innanzi tutto non è al momento in discussione un accordo di valore giuridico internazionale, bensì appunto una sorta di protocollo di intesa che andrà poi sostanziato con i veri accordi che dovessero seguire. È d’altro canto un tentativo di recuperare alcune figuracce recenti, quali l’incredibile incidente diplomatico occorso in occasione dell’inaugurazione dell’Anno del Turismo 2018 Europa-Cina tenutosi a Palazzo Ducale a Venezia nel gennaio dello scorso anno. In tale occasione il vice premier cinese venne snobbato dai rappresentanti istituzionali italiani.
Oggi nonostante le pressioni da parte della UE, ma soprattutto da parte di Trump, pare che alla fine la firma vi sarà, anche se non è ancora detta l’ultima parola, come da tradizione di cerchiobottismo, ambiguità e lingua biforcuta italiana, testimoniata dal fatto che il bel(?)paese non ha mai finito una guerra mondiale dalla parte in cui si trovava all’inizio.
D’altro canto rientra banalmente nell’interesse strategico della nostra area stabilire un buon accordo con la Cina, in quanto ciò potrebbe darci un vantaggio competitivo. È chiaro che gli USA hanno un interesse divergente, ma esso è divergente anche dal nostro interesse, in quanto noi siamo europei e l’Asia è alle nostre porte. L’Asia, appunto. Questa potrebbe essere una buona occasione proprio per comprendere che l’Asia è cosa più grande della Cina. Lo scorso dicembre è stato infatti approvato un accordo di partenariato economico e uno di partenariato strategico tra UE e Giappone che rientra in questo quadro di integrazione intelligente. E in Asia vi sono altre potenze economiche con cui l’Europa dovrà stringere accordi di mutuo interesse: la Corea del Sud, il Vietnam, Singapore, Taiwan, l’India, solo per citarne alcune.
Ciò non toglie però che dal dibattito odierno in Italia vi sia un grande assente: Venezia, appunto.
Non si può ignorare infatti che Venezia rappresenta il punto focale della Belt and Road Initiative, con l’intersezione ideale tra le vie di terra e le vie di mare. Non solo da un punto di vista ideale, bensì sostanziale.
Perché è senz’altro vero che Trieste – in particolare e grazie alla sua natura di porto franco internazionale che potrebbe farle recitare una parte da leone indipendentemente dall’Italia – e Genova godono di posizioni geografiche e strutture esistenti che le qualificano a un ruolo di primaria importanza. Ma è altrettanto vero che Venezia e il Veneto nel loro insieme godono dell’ineludibile posizione di hub naturale nel corridoio tra il mediterraneo e la Germania, cuore d’Europa e in particolare di collegamento all’hub ferroviario designato di Duisburg.
E per far sì che ciò avvenga, mancano ancora due opere: il porto off shore di Venezia e il collegamento autostradale Venezia-Monaco.
Crediamo sia giunta l’ora di lasciare da parte timidezze e atteggiamenti servili verso Roma della classe dirigente politica e imprenditoriale veneta e iniziare a difendere i nostri interessi strategici concreti. Se sarà impossibile farlo, come prevediamo, ingabbiati nel mostro burocratico italiano, sarà allora inevitabile per tutti noi optare per l’indipendenza del Veneto.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
STOP ALLA RAPINA FISCALE ITALIANA IN VENETO. INDIPENDENZA PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI
lo stato italiano è ormai in un evidente avvitamento verso un 2019 di piena recessione e crisi, che purtroppo investirà duramente i nostri cittadini e le nostre imprese. Ciò vale doppiamente per il Veneto, in quanto noi siamo sottoposti a un vergognoso e ingiustificato furto fiscale. Come ben sappiamo, i nostri soldi vengono drenati a Roma per mantenere in piedi un assurdo colabrodo burocratico che altrimenti non si reggerebbe in piedi.
Le bugie governative nascondono l’esigenza che ben presto emergerà di altri 100 miliardi di euro, tra coperture necessarie per le mancate entrate derivanti dalle previsioni farlocche di crescita inesistente, le clausole di salvaguardia per evitare l’aumento vertiginoso dell’iva e il pagamento delle marchette elettorali di Salvini e Di Maio con quota 100 per le pensioni e il reddito di parassitanza, che andrà ulteriormente ad aumentare la disoccupazione.
Nel frattempo, per salvare Salvini da un processo (lui può, noi cittadini invece no), i 5 stelle hanno imposto il blocco dell’autonomia del Veneto (già farlocca di per sé) e della TAV, imponendo una logica di pauperismo sudamericanizzante: un quadretto da far paura a chiunque!
Le conseguenze di un disastro che ha le proprie cause in decenni di politica assistenziale e clientelare, iniziata dagli anni ’70 e quindi proseguita prima con i rampanti socialisti degli anni ’80, quindi con la seconda repubblichetta familiare dei vari Berlusconi, Bossi, Prodi, D’Alema, Renzi e paccottiglia partitocratica varia e che oggi vede i re degli ignoranti Salvini e Di Maio gestire il felice crollo nel burrone della miseria economica, morale, ed intellettuale.
Il nostro Veneto nel frattempo continua ad essere derubato e anche preso per i fondelli dai reggicoda locali dei capibastone romani. A cominciare da Zaia e da tutti i suoi surrogati, compresi gli pseudo-indipendentisti e autonomisti che supportano la lega fascio-salviniana nelle amministrazioni locali e regionale.
Vi ricordate quando mr. Zaia un paio di mesi fa aveva festeggiato il bel regalo dell’autonomia sotto l’albero di Natale? Beh, si era scordato di precisare l’anno, ovviamente.
Tanto pagate, voi cari veneti. Ancora per poco, temiamo, in quanto i geniacci sovranisti all’opera stanno smantellando quel poco che era rimasto del nostro tessuto industriale ancora vivo e dinamico, rischiando di condannarci a un’autentica desertificazione industriale che imporrà ai nostri giovani e anche ai meno giovani di emigrare ancor più di quanto già non facciano oggi, con cifre paragonabili a quelle del dopoguerra.
Tutto ciò è risolvibile? Sì, se da subito i veneti prenderanno coscienza dell’enorme pericolo che stanno correndo rimanendo attaccati al Titanic italiano ben avviato verso il disastro.
L’unica visione che possa assicurare al Veneto di restare agganciato all’Europa civile è quella di Plebiscito.eu. Per essere attuata c’è bisogno del vostro supporto, in ogni ambito. Facciamo presto, prima che il mostro italiano decida di toglierci anche le libertà fondamentali, ormai manca solo quello, dato che i soldi continua a rubarceli imperterrito.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
VENICE, PLEBISCITO.EU: JUAN GUAIDÒ IS THE LEGITIMATE PRESIDENT OF VENEZUELA
The Venetians are at the side of their compatriots living in Venezuela and of all the Venezuelans so that they can soon have a future of serenity and freedom. Also in Rome, an anti-democratic regime like that of Maduro is installed.
[Venice, 4 February 2019] – In these hours all the major European countries are recognizing Juan Guaidò as the legitimate President of Venezuela.
We recall that the constitutional mandate of President of Maduro ended on January 10, before new free and democratic elections could be held. However, on 10 January, Maduro himself proclaimed himself again by violating the country’s constitution and effectively preparing an anti-democratic coup.
Moreover, Article 233 of the Constitution of Venezuela gives the president of the National Assembly (Parliament) the role of temporary president, or substitute, until the restoration of the democratic order and the convening of new free elections. Among other things, the National Assembly is the only power left in Venezuela that has been elected by the democratic vote.
The President of the National Assembly is precisely Juan Guaidò, who therefore moved in the proper vein of the Venezuelan constitution and respect for democracy, unlike the dictator Maduro.
It is therefore false what many Italian newspapers wrote that Juan Guaidò “self-proclaimed” President. Instead he has moved with great courage and responsibility and in the flood of legality and defense of democratic freedoms, challenging the violent reaction of the regime of Maduro, which instead lacks any legitimacy and elective democratic representation.
Plebiscito.eu, the independence movement that has managed to bring the Venetian question to the attention of the whole world with the referendum of independence of Veneto in 2014, therefore recognizes Juan Guaidò as the legitimate president of Venezuela, who has already pledged to convene new free and democratic elections, to restore peace in one’s own country.
Plebiscito.eu also stigmatizes the cowardice of the Italian government that with its position of fake neutrality and false equidistance, actually reinforces the bloody dictatorship of the regime of Maduro, which in fact in recent days has thanked Rome.
Italy thus confirms itself to be an anti-democratic regime with a socialist imprint (like that of Maduro) which is based exclusively on the theft of the tax resources of the Veneto, today placing itself even more outside the civil and democratic Europe, with positions that see it aligned with the most intolerant and illiberal regimes.
The independent Veneto will instead be at the side of its European brothers, in the defense of the peace of democracy. We believe that the lesson of the last century was enough to leave aside any ideological adventure, even if the Roman regime shows to repeat the errors of the past.
We also remember that many Venetians live in Venezuela, since they have emigrated in recent decades and we are particularly close to them during these difficult days. We believe that the courageous and democratic action of President Juan Guaidò will give back to them and to all the Venezuelans a future of serenity and freedom.
Gianluca Busato
President of Plebiscito.eu