C’ERANO UNA VOLTA L’IMPRESA E LA FAMIGLIA
LA VOGLIA DI RISCATTO PER UN FUTURO CHE RIPORTI DIGNITA’, SERENITA’ E PROSPERITA’ A TUTTO IL POPOLO VENETO.
Cari amici Veneti, imprenditori e non, volontari di Plebiscito.eu e non, simpatizzanti di movimenti indipendentisti veneti e non, voglio condividere con tutti voi la nostalgia e la triste mescolanza di ricordi relativi ad un’era sociale ed economica che questa Italia, ormai decotta, corrotta, senza più anticorpi sociali, economici, finanziari e politici non potrà mai più dare a nessuno di noi!!.
Ma non solo: ci costringerà con coercizioni e soprusi, come sta già facendo, a pagare a caro prezzo quel trentennio più vicino a noi, ovvero 1970 – 2002, durante il quale chi più e chi meno, ha potuto costruire o comunque ha cercato in serenità e con soddisfazione di costruire il proprio presente e soprattutto il proprio futuro.
Mi ricordo, quando cominciai nell’estate del 1993, il praticantato di commercialista presso uno Studio professionale del Veneziano, ebbene, fare impresa significava fare IMPRESA, ossia prefissarsi un arco temporale in cui raggiungere determinati obiettivi di produzione, di fatturato, di reddito, di incremento occupazionale.
Ricordo con estrema amarezza che non vi erano gli strumenti “AMMAZZA” azienda quali sono gli Studi di Settore, non vi era lo strumento “AMMAZZA” persone fisiche qual è il Redditometro.
E ancora, l’Azienda di credito faceva l’AZIENDA DI CREDITO, ovvero, previa opportuna istruttoria, concedeva il giusto credito (finanziamenti al consumo, mutui garantiti per acquisto di attività commerciali, mutui casa, prestiti per acquisto macchinari ed attrezzatture) ad imprese e famiglie..
Ricordo che i quadri e le pagine di un modello 740 (oggi modello Unico/PF) per le ditte individuali e persone fisiche piuttosto che di un modello 750 per le società di persone (oggi modello Unico/SP), erano la metà di quelle attuali, e, a fine maggio o fine giugno, la stagione dei dichiarativi (intesa sia come presentazione del modello che del versamento delle imposte) si era conclusa. Oggi invece, si spediscono le dichiarazioni entro il 30 Settembre e si va avanti a pagare rate sino a novembre.
Ricordo pure il volano di spesa e conseguentemente di consumi dovuti alla libera circolazione del denaro contante, seppure con il tetto massimo di 15.000 euro, per non dire della possibilità di essere affidati dalla banca sulla scorta di un bilancio con un discreto utile (reale ovviamente) e al bisogno con il supporto di capitale a garanzia (fabbricati, terreni), non come oggi solo ed esclusivamente sulla base di un buon Rating, di Basilea 2, di Basilea 3 etc.
Cari amici ho fatto questa breve nostalgica premessa, perché mai come in questi giorni, tra i clienti che quotidianamente contatto e frequento per ragioni legate alle “amate” scadenze ITALIANE, ed anche tra conoscenti e amici con i quali scambio una pizza o un caffè,. è stata pronunciata tanto insistentemente la frase:
“NON SE NE PUO’ PIU’! NON SO SE RIESCO AD AVERE RISORSE ECONOMICHE SUFFICIENTI PER ARRIVARE FINO A SETTEMBRE! QUAND’E’ CHE, VOI DI PLEBISCITO.EU PRESUPPONETE ALL’INCIRCA DI LIBERARCI DA QUESTO INFERNO?”
Mai come in queste settimane, cari amici, mi sono trovato nella veste di un triste reporter di situazioni economiche difficili, disperate, forse irrisolvibili, di persone che fino a qualche anno fa avevano un discreto tenore di vita e che adesso, per chiusura dell’azienda dove ricoprivano un ruolo di responsabili o meglio ancora di manager, o per cessazione delle commesse/ordini da parte dei migliori clienti se titolari di impresa, o ancora per mancato incasso dei loro crediti, ora sono costretti a vivere in casa e a carico dei propri anziani genitori (i più fortunati), o nelle peggiori delle ipotesi, vanno a mangiare un pasto caldo alla Caritas!!!
Vedete cari amici Veneti, la crisi socio-economica è ormai trasversale: interessa il dipendente privato con mansioni di operario o impiegato, il libero professionista, l’imprenditore artigiano e commerciale, l’industriale, il manager dipendente d’azienda, il dipendenrte pubblico.
La metastasi italiana non risparmierà nessuno. Mi piace, e spero capiate il mio tono sarcastico, paragonare l’Italia attuale al Titanic durante l’affondamento: ebbene, come nel caso del transatlantico le persone benestanti alloggiate nei pontili più alti, affondarono qualche ora dopo rispetto alle persone meno abbienti allogiate nei pontili più bassi, ma comunque il loro tragico destino fu comune, così a livello socio-economico nell’Italia odierna, le persone più abbienti o più agiate vedranno la loro fine economica e finanziaria un pò più lentamente rispetto alle persone meno abbienti o più disagiate, ma l’inevitabile e tragico destino sarà lo stesso.
Cari amici Veneti, chi vi scrive e senza peccare di presunzione, ha affrontato nella sua pur modesta carriera professionale, una quantità importante di casistiche e tematiche alcune volte intricate, alcune volte come si fa, collaborando con i colleghi, ma credetemi, e qui mi sento impreparato e per questo chiedo l’aiuto di tutti voi nessuno escluso, non ho mai affrontato la disperazione e l’insoddisfazione così come traspare tra la gente in questi mesi.
Ogni giorno, che sia al bar, che sia nel capannone del mio cliente, che sia al supermercato, che sia in coda alle poste, noto e sento un unico invalicabile sentimento di rassegnazione e di ingiustificato passivo attendismo del destino che qualcuno vorrà crearci.
Ed è proprio qui che volevo arrivare:
cari amici Veneti, svegliamoci da questo torpore. Siamo finalmente e definitivamente artefici del nostro destino. Non basta, per rifarci all’esempio del Titanic, che i Veneti vogliano cambiare gli ufficiali e l’equipaggio tutto della nave, se prima non si cambia la nave. Un equipaggio sano ed efficiente non servirebbe a nulla se la nave da condurre fa acqua da tutte le parti!!!!
Il primo ed irrinunciabile passo è quello di riprenderci e rifondare da cima a capo il nostro VENETO!!!
E c’è solo un sistema: appropriarci del potere economico e finanziario, diventare gli unici detentori e gestori delle risorse economiche e produttive del Veneto.
Ma questa azione di appropriazione legittima quanto inevitabile ed urgente delle risorse economiche della nostra terra e delle nostre imprese, non può prescindere, anzi ne è la diretta conseguenza, dall’azione di OBIEZIONE FISCALE che da mesi il movimento Plebiscito.eu sta divulgando e propinando in modo instancabile ed encomiabile in ogni angolo del Veneto!!!
Cari amici Veneti, non incappate nel tragico errore di essere superficiali e pressapochisti, interpretando questo appello come l’ennesima noiosa pantomina ed esposizione accademica di un consulente fiscale deluso e stanco dell’andazzo del paese Italia in cui vive.
Credetemi, patrioti Veneti, quello che ho cercato di trasmettervi con impegno e ardore in questo scritto, come d’altronde durante le serate organizzate da Plebiscito.eu in giro per il Veneto, non è finto o scenico allarmismo, ma semplicemente uno scenario reale e dimostrabile con dati alla mano, di disperazione e rassegnazione quotidiana di imprese e famiglie che non hanno più la certezza non solo di un futuro a breve termine, ma neppure di cosa gli accadrà la prossima settimana.
Le argomentazioni e i discorsi che occupano la giornata di una famiglia o impresa media, non sono più quelli del tipo dove potremmo andare questo week-end, ci si potrebbe iscrivere ad un corso di inglese, sentiamo la concessionaria ”x” se ci rientra la vecchia auto di dieci anni per una un po’ più nuova, vorrei informarmi per un macchinario nuovo per la ditta, vorrei fare dei colloqui per assumere un dipendente in più, anche part-time, ma solo ed esclusivamente questi: ha telefonato il Direttore della banca perché abbiamo quasi 3 rate in arretrato del mutuo, domani devo andare dal commercialista per le rate della cartella Equitalia, devo licenziare due dipendenti perché sono 5 mesi che non riesco a pagargli lo stipendio, devo andare dall’Avvocato perché ho circa una decina di clienti che non mi pagano più la fonitura del materiale, etc….
Ritengo, poichè il conto alla rovescia è già iniziato da un pezzo, dobbiamo tutti urgentemente rimboccarci le maniche e fare una valutazione quanto mai serena ma al contempo obiettiva e seria della situazione che ci sta investendo:
l’Italia dei Vostri nonni, non c’è più!!! Ricordatevi che tutto il continuo sfornare leggi sul lavoro, sulle imprese, sulla fiscalità, sull’istruzione, sulla sanità, è solo ed unicamente fatto per dare agli Italiani parvenza di attivismo e laboriosità di un Governo e di una classe politica Italiota che devono rigorosamente sottostare ai voleri ed alle strategie politiche, economiche e finanziarie dello Stato Germania e di poche famiglie di Banchieri mondiali.
Questo paese Italia gravemente malato e tenuto in vita dalle macchine, come fosse un vegetale, ha invece ancora un organo sano e pulsante: il Veneto.
Sta solo e solamente a noi, cari amici Veneti, salvare questa parte del corpo Italia ancora efficiente e funzionante, per poco se non ci affrettiamo, con un’unica azione veloce e incisiva: l’OBIEZIONE FISCALE TOTALE!!!
LOBIEZIONE FISCALE dev’essere un’azione di massa impressionante: non perdiamo questo treno che ci porta via dal campo di concentramento ITALIA. Non rendiamoci tristemente famosi per avere voluto accettare e sottoscrivere la nostra condanna a morte morale, economica e sociale. Non costringiamo per inerzia e ingiustificata paura i nostri figli a lasciare questa stupenda e unica Terra Veneta. Non rendiamo inutile l’azione immane che tutti i volontari di Plebiscito.eu hanno fatto e stanno facendo per liberare il Veneto da questo italico inferno.
Non buttiamo stupidamente al vento l’unica irripetibile occasione per gridare al mondo intero: VENETI UNICI ARTEFICI E CONDOTTIERI DI UNA REPUBBLICA VENETA LIBERA, PROSPERA, SOVRANA E INDIPENDENTE!!!.
Alberto Marsotto
Segretario – Soccorso Veneto
A SCUOLA DI MACELLERIA DAI POLITICI ITALIANI
ECCO DI SEGUITO, UN CORSO VELOCE DI 13 PUNTI DI ALTA “MACELLERIA”, A CURA DEI POLITICI ITALIANI
1) I politici italiani sono dei super macellai, perché in questo paese si lavora e nelle tasche dei cittadini resta il 15 – 20% del guadagno, l’altra parte finisce nelle tasche dello Stato, istituzioni locali e lobby d’affari costruite a misura per distruggere le famiglie e le imprese.
2) I politici italiani sono dei veri macellai perché continuano a rincorrere un qualcosa che non esiste, l’euro, pur sapendo che lo stesso ha ridotto alla fame l’80% della nazione.
3) I politici italiani sono dei macellai perché mezzo popolo non lavora e loro continuano a inasprire la pressione fiscale pur sapendo che i cittadini non possono pagare perché non hanno una sicurezza economica stabile.
4) I politici italiani sono dei macellai perché stanno sottraendo al popolo le ricchezze costruite con enormi sacrifici con la lira, e, ora, con l’euro, lo stato macellaio, con la compiacenza della “dittatura europea”, gliele sta togliendo.
5) I politici italiani sono dei macellai perché non hanno pagato le imprese, ma hanno preteso dalle imprese che pagassero tasse su quello che loro non hanno corrisposto.
6) I politici italiani sono dei macellai perché hanno costruito un sistema di riscossione che è un’usura legalizzata a tutti gli effetti. Con Equitalia hanno distrutto economicamente famiglie e imprese. Equitalia è stata quell’arma per fare un prelievo pulito ai cittadini: se il cittadino aveva un debito di 100 euro è diventato di 1.000 euro con sanzioni, interessi e aggi di riscossione. Questa si chiama usura.
7) I politici italiani sono dei macellai perché stanno pignorando mezza nazione per fare i comodi dell’Europa.
8) I politici italiani sono dei macellai perché mentre i cittadini muoiono di fame, i loro stipendi sono rimasti inalterati, come sono rimasti inalterati i privilegi della casta.
9) I politici italiani sono dei macellai perché attraverso le società partecipate hanno distrutto il capitale economico degli italiani.
10) I politici italiani sono dei macellai perché nonostante tutto, continuano a fare debiti lasciando lievitare sempre più all’insù il debito pubblico.
11) I politici italiani sono dei macellai perché hanno tolto agli italiani l’articolo uno della Costituzione italiana: “L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro”, in cambio, però, continuano a sciupare i soldi degli italiani.
12) I politici italiani sono dei macellai perché non hanno il coraggio di ammettere che hanno fatto fallire l’Italia, visto che chi siede in parlamento sono sempre gli stessi dal 1980.
13) I politici italiani sono dei macellai perché hanno fatto perdere la dignità a tutti quei cittadini che non riescono più non solo a pagare le tasse, ma anche i propri dipendenti, le bollette di casa, la rata del mutuo, e che per la vergogna di non essere più in grado di far fronte alle spese, si impiccano in casa o in capannone (tre alla settimana)
Cari cittadini e contribuenti Veneti, abbiate una volta per tutte la dignità e l’intelligenza di non rappresentare carne macinata per questi macellai che Vi governano. Vogliate bene a Voi stessi, ai Vostri figli, alla Vostra Terra, ai Vostri beni: FATE OBIEZIONE FISCALE E SUBITO.
Non abbiate paura, perché qualcuno vi inculca false o inesatte informazioni, che fare obiezione fiscale significhi farVi portare via i Vostri averi. L’obiezione fiscale che Vi viene chiesto di fare, nasce e si sviluppa nel massimo rispetto della legge fiscale italiana vigente, senza mai oltrepassare nel modo più assoluto il “recinto” della legalità italiana. Anzi è proprio non fare obiezione fiscale e quindi accettare passivamente le continue torture e vessazioni di questo Stato Italia corrotto ed irriformabile che Vi porterà alla sicura ed inesorabile perdita di qualsiasi forza economica quale la casa, il capannone, il lavoro, il deposito in banca etc.
Ve lo dico, cari cittadini e contribuenti Veneti, con cognizione di causa: “chi ha tempo non aspetti tempo” . Già dal prossimo autunno per non dire dal 2015, non ci sarà più tempo, cari concittadini Veneti, per cercare rimedi, per inventarsi chissà quali soluzioni per trovare riparo dallo Tzunami economico/finanziario che sta investendo l’Italia.
Un ultimo accorato appello: non abbiate paura di anticipare il Vostro coraggio di fare obiezione fiscale, perché ogni giorno ed ogni settimana di indecisione e di ritardo nel farla, li ricorderete domani a Voi e ai Vostri figli come l’imperdonabile errore di aver sottoscritto la Vostra e la Loro fine economica, sociale e morale!!!.
Alberto Marsotto
Segretario – Soccorso Veneto
QUANDO FARE OBIEZIONE FISCALE SIGNIFICA AUTOFINANZIARSI A TASSO AGEVOLATO
E’ una mannaia senza precedenti quella che da diversi anni si abbatte su famiglie e imprese italiane: il Fisco è diventato opprimente e i politici italiani stanno ammazzando un popolo interno sotto le scure delle tasse e sempre tasse. L’imposizione fiscale per legge ormai è insostenibile. Stato, Comuni e Regioni prelevano l’ 80% di quello che guadagnano gli italiani. In queste ore si fanno i conti con una tornata di tasse che distrugge la tranquillità di tutti.
Ma non è finita, l’accoppiata vincente IMU-TASI fa tremare i polsi degli italiani, che segnano massima temperatura. È un inferno senza fine che adesso vede le Amministrazioni locali pronte a dissanguare i cittadini al posto dello Stato centrale. I dati forniti da Confesercenti dimostrano come si è superato il limite della sopportazione. Dal 2010 al 2013 gli italiani hanno dovuto pagare 34 miliardi di euro di tasse. Soldi che sono usciti dalle tasche dei cittadini per far fronte agli innumerevoli balzelli imposti a livello sia centrale sia locale.
Gli italiani continuano a pagare caro per uno Stato inefficiente. Strette tra tagli lineari e Patto di stabilità interno, le Amministrazioni locali hanno ridotto le voci di spesa ma, guarda caso, hanno aumentato le entrate, quelle tributarie: addizionali Irpef, Irap, smaltimento rifiuti, balzelli che hanno portato i cittadini a non poter correre più dietro alle troppe richieste di pagamento. Secondo le stime di Anama Confesercenti, le imposte sulla casa sono passate, dal 2005 al 2013, da 28 a 52 miliardi di euro l’anno. Siamo alla follia pura: per correre dietro alle imposizioni dell’Europa si sta impoverendo uno Stato: questa si chiama irresponsabilità amministrativa.
Ebbene, cari cittadini Veneti, abbiamo oltrepassato la metà del mese di giugno 2014, e registriamo vergognosamente alcuni dei seguenti dati di fatto:
1) l’80% (con picchi sino all’87% in certi settori di attività) delle aziende italiane non ha pagato le tasse a maggio;
2) si contano in Veneto, dai 2 ai 3 suicidi alla settimana, per crisi economica;
3) due telefonate su tre dei clienti che telefonano in studio per le tasse, iniziano con pianto e disperazione;
4) una buona percentuale dei clienti aziende e privati, mi chiede informazioni sui tempi e costi di un finanziamento bancario per pagare le tasse;
5) TUTTI I CLIENTI, AMICI E CONOSCENTI SANNO DELLA CORRUZIONE DEI POLITICI ITALIANI, DEI LORO SPRECHI, DEI LORO SPORCHI GIOCHI DI POTERE.
Ora, cari cittadini Veneti, alla luce dei 5 punti precedenti, mi permetto di farVi una domanda:
– cosa Vi spinge a ritenere ancora giusto e nobile pagare l’80% di tasse ad uno Stato che dopo aver preteso ed intascato da ognuno di Voi un tale pizzo, anziché darVi protezione e lavoro Vi istiga al suicidio ?
La risposta è una sola: ognuno di Voi ritiene ogni giorno immorale e deleterio corrispondere un pizzo dell’80% allo Stato Italia perché finanzi e soddisfi i vizietti privati dei suoi corrotti e politicamente inguaribili governanti, ma ognuno di Voi ha allo stesso tempo, una paura tremenda di staccare la spina del “distributore Veneto” di pizzo allo Stato Italia.
Ma allora, vi chiedo ulteriormente:
– cosa vuol dire aver paura di staccare la spina del “distributore Veneto” di pizzo all’Italia? O meglio, perché arrivati alla metà di giugno 2014, con l’azione di tortura fiscale ed economica che lo Stato Italia sta conducendo quotidianamente, sino a portare all’esasperazione le aziende e le famiglie (ricordo i suicidi settimanali), siete ancora maledettamente indecisi su ciò che è autocondanna a morte e su ciò che invece rappresenta l’unica via di fuga da questo inferno (obiezione fiscale)?
Perché mai, ancora dopo circa 2 mesi di campagna informativa, pressoché quotidiana, da parte del movimento Plebiscito.eu, con la quale sono state spiegate e rispiegate le modalità perfettamente legali attraverso le quali fare obiezione fiscale, senza nessunissimo problema e rischio per i Vostri beni, mostrate siffatta riluttanza e refrattarietà a compiere un’azione che Vi libera dall’attuale inferno fiscale e sociale?
Vedete cari cittadini Veneti, chi Vi scrive, in poche righe cercherà di dare, con cognizione di causa, il giusto antidoto alle Vostre ingiustificate paure:
1) fare obiezione fiscale significa non lasciare più l’80% del Vostro reddito, faticosamente e meritatamente prodotto, allo Stato Italia perché paghi i capricci e i vizi personali della propria classe politica corrotta e indegna;
2) fare obiezione fiscale significa evitare che il Nostro vicino di casa, un Nostro collega, un Nostro amico si suicida per vergogna di non essere più in grado di pagare le raccapriccianti tasse italiane o i propri dipendenti;
3) fare obiezione fiscale significa che i cittadini/contribuenti Veneti non chiamano più il proprio consulente fiscale in un clima di disperazione e di pianto, per non essere in grado di pagare le immonde tasse italiane
4) fare obiezione fiscale significa non dover più chiedere un finanziamento alle banche italiane per pagare le ripudianti tasse italiane.
Relativamente a quest’ultimo punto (n. 4), Vi porto cari cittadini Veneti, un esempio pratico, basato su dati effettivi chiesti ad un Direttore di una Banca veneta, che Vi dimostrerà come l’obiezione fiscale, oltre a costituire l’unico e tranquillo sistema di salvataggio dal massacro fiscale ed economico dello Stato Italia, rappresenti pure un ottimo strumento, in quanto vantaggioso, di autofinanziamento per il pagamento delle imposte.
Ecco quanto:
– il 16 giugno ( o 7 luglio) 2014 mi ritrovo con 10.000 euro di IRPEF da pagare.
1) Decido di rivolgermi alla mia banca per un finanziamento di pari importo, quindi pari ad euro 10.000, per la durata di 5 anni (60 mesi).
Al tasso TAEG del 10,50% dovrò corrispondere alla fine dei 5 anni di finanziamento la somma di euro 12.896,00, quindi un surplus a titolo di interessi bancari di euro 2.896,00.
2) Decido di fare obiezione fiscale ed attendere l’arrivo dell’”Avviso bonario”.
Tale Comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate, mi verrà notificata non prima di maggio/giugno 2015, periodo entro il quale (1 anno circa dal mancato versamento delle imposte) non avrà luogo nel modo più assoluto alcuna azione esecutiva, in quanto suddetta eventuale azione potrà aver luogo solo ed esclusivamente dopo il ricevimento della cartella esattoriale da parte di Equitalia, ossia circa maggio/giugno 2016.
L’”Avviso bonario” oltre alle tasse non pagate, ovvero euro 10.000,00, prevederà anche il pagamento di una sanzione del 10% (euro 1.000,00) e degli interessi moratori al tasso legale dell’1% annuo (euro 100,00).
Potrò rateizzare l”Avviso bonario” in un numero massimo di 20 rate trimestrali (5 anni) sostenendo un tasso di interesse a titolo di rateizzazione di circa l’8%.
Ebbene dal confronto finanziamento bancario – obiezione fiscale (Avviso bonario) pari all’importo di euro 10.000,00, emerge immediatamente quanto segue:
a) costo del finanziamento bancario 28,96%
b) costo dell’obiezione fiscale 19 – 19,3%
Inoltre:
– la rata del finanziamento bancario inizia a decorrere dal mese successivo all’ottenimento, quindi da luglio/agosto 2014, mentre la rata dell’”Avviso bonario” inizia a decorrere da giugno/luglio 2015;
– per l’ottenimento del finanziamento possono essere richieste firme a titolo di garanzie personali di terzi (il coniuge, il genitore) mentre per la concessione della rateazione da “Avviso bonario” nessuna garanzia di terzi è richiesta;
– per la concessione del finanziamento bancario si sostengono le spese dì istruttoria, mentre nessuna spesa va sostenuta per la rateazione dell’”Avviso bonario”.
– il mancato puntuale pagamento di una rata del finanziamento bancario, mi può creare lo spiacevole inconveniente della segnalazione “nel sistema” quale cattivo pagatore, mentre il mancato puntuale pagamento di una rata (eccezion fatta per la prima) dell’”Avviso bonario” non comporta alcun problema ed alcuna segnalazione, poiché basta pagarla entro la scadenza della rata trimestrale successiva, pagando un 3,75% + 1% a titolo di ravvedimento operoso;
– l’”Avviso bonario” può essere compensato in tutto o in parte da un eventuale credito d’imposta (IRPEF, IRAP, IVA) derivante dalla Dichiarazione Annuale (Redditi, Irap, Iva) dell’anno successivo, mentre un finanziamento bancario non è mai compensabile con un credito d’imposta e pertanto va sempre pagato per intero.
Non resta che concludere con la seguente doverosa riflessione:
– cittadino/contribuente Veneto non gettare al vento questa unica, più che rara, opportunità di liberarti mani e piedi dalle catene del terribile e disumano inferno fiscale italiano, tanto più quando fare obiezione fiscale significa autofinanziarsi ad un tasso del 19% circa contro un tasso del 29% di un finanziamento bancario.
Alberto Marsotto
Segretario – Soccorso Veneto
Formazione Uffici Pubblici sull’Obiezione Fiscale – Padova
Continua il tour di formazione per l’obiezione fiscale degli uffici pubblici della Repubblica Veneta. L’ultimo incontro è stato quello di Vicenza e Verona, dopo il successo del primo incontro a San Zenone degli Ezzelini promosso dallo stesso plebiscito.eu.
Il terzo incontro avrà luogo nella mattina di Sabato 21 Giugno 2014 alle ore 09:00
presso l’ufficio pubblico di Loreggia: ditta Mason Asfalti in Via dell’Artigianato, 14 – Loreggia (PD).
Il corso si propone di togliere in modo definitivo ogni dubbio, perplessità o difficoltà espressiva nel rapportarci con i cittadini che desiderano aderire all’obiezione fiscale.
Si avrà modo e tempo di fare tutte le domande necessarie per tornare a casa con le idee chiare e diventare a nostra volta portavoce dell’iniziativa e affrontare l’argomento dell’obiezione fiscale con serenità e padronanza dell’argomento.
Per chi vuole prendere appunti si chiede di venire muniti col necessario. Durante lo svolgimento non verrà fornito alcun materiale in modo da rimanere concentrati sull’esposizione, eventuali dispense verranno inviate successivamente via email da leggere con calma.
Durata: Fine lavori entro le 12:30
Relatore: Dott. Alberto Marsotto – Commercialista
Plebiscito.eu
Repubblica Veneta
IL CITTADINO VENETO AD UN BIVIO: OBIEZIONE FISCALE O FIRMA DELLA PROPRIA CONDANNA A MORTE FISCALE, ECONOMICA, CIVILE, MORALE.
Il terribile scenario economico e finanziario che riguarderà il futuro prossimo dello stato italiano non da’ assolutamente scampo ai cittadini: o perdere tutto, cercando chissà, una vita dignitosa e serena per se’ e la propria famiglia in altri “lidi” come la Tunisia o le Canarie, o decidersi una volta per tutte a fare obiezione fiscale totale di massa e uscire da questo inferno quotidiano.
Di seguito saranno brevemente citate le “sorpresine”, vi garantisco, tutt’altro che rassicuranti, che coinvolgeranno il “bel paese” italico, e la soluzione dell’obiezione fiscale veneta, per evitare, nel rispetto della massima legalita’ italiana, di essere schiacciati e trucidati da dette novità normative.
Azioni vessatorie (di repressione, di ricatto, di polizia), già in essere, dello Stato Italiano verso le aziende e le famiglie:
- Tassazione diretta (IRPEF, IRAP, IRES) + indiretta (IVA, IMPOSTA DI REGISTRO, IMPOSTA DI BOLLO, ACCISE) + giungla delle imposte locali (IMU, TASI, TARI, BOLLO AUTO) che arriva alla disumana soglia del 75/80 per cento.
- Determinazione del reddito (minimo e quindi imposto) delle aziende e delle famiglie, al di fuori di ogni criterio logico e realisticamente economico, ma piuttosto, facendo ricorso a strumenti di ricostruzione “standardizzati” del reddito stesso, vale a dire basati su elementi statistici e probabilistici non fondati sulla verità. Mi riferisco agli Studi di Settore e al Redditometro.
- Giustizia Tributaria non imparziale: il cittadino – contribuente destinatario di un Avviso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate, illegittimo, o di una cartella Equitalia che palesa parecchi vizi di illegittimità, ripone fiducia nella giustizia tributaria ed impugna l’Avviso di Accertamento o la cartella esattoriale, proponendo ricorso alla competente Commissione Tributaria Provinciale. Ma qui casca il palco: il Giudice tributario è un dipendente dello Stato, cioè di una delle parti del processo tributario (Agenzia Entrate e/o Equitalia) e, quindi, non giudicherà in modo sereno, libero, super-partes… ma……
- Blocco dell’utilizzo in compensazione o della richiesta di rimborso dei miei crediti erariali (IRPEF, IRAP, IVA) se ho un debito iscritto a ruolo (cartella esatoriale) non pagata e non impugnata, superiore ad Euro 1.500,00 (perfino).
- Blocco del pagamento degli appalti, in presenza di un DURC negativo, se non ho pagato, il più delle volte per difficoltà economiche, l’INPS e l’INAIL personali o dei dipendenti. Ma perché lo Stato si deve intromettere nei rapporti privatistici tra ditta appaltante e ditta appaltatrice, prevedendo sanzioni impressionanti per la ditta appaltantante che si sia “affidata” ad una ditta appaltatrice non in regola con i versamenti INPS e INAIL?
- Tassazione di quelli che sono gli strumenti del lavoro, per poter fare impresa, come per esempio il capannone artigianale o il negozio dove commercio la frutta e verdura o vendo abbigliamento. Fra poco mi vedrò tassato anche il trapano, il bancone dell’albergo, l’autobetoniera?!?.
- Burocrazia ammazza aziende e famiglie: ci vogliono settimane per non dire alcuni mesi per mettere “in piedi” e far funzionare a tutti gli effetti un’azienda in Italia, contrariamente a quanto accade nella vicina Austria, dove per costituire una società commerciale e renderla operativa sono richiesti non più di 12-15 giorni.
- Legiferazione e proliferazione di leggine e leggiuccie inutili e spesso contrastanti tra loro: ricordo che le scadenze in Italia sono circa 271 l’anno, per una media di una scadenza al giorno!!!
- Legislazione fiscale volutamente complessa, articolata e nebulosa: ricordo che gli 80 euro mensili del Governo Renzi, attribuiti sotto forma di credito d’imposta, ai lavoratori dipendenti che percepiscono un reddito lordo annuo non superiore ad una determinata soglia, sono solo ed esclusivamente frutto di un’operazione di propaganda elettorale, molto abile ad aver creato confusione e facili entusiasmi tra il popolo dei beneficiari. Infatti, in molti casi, questi fatidici 80 euro verranno divorati dalla nuova TASI, le cui modalità di conteggio e pagamento non sono ancora chiare, e quindi non ancora esattamente stabilite da migliaia di Comuni italiani. Questo, cittadini Veneti, è il modo di fare leggi e fiscalità dello Stato Italiano.
- Violazione quotidiana di alcuni tra i più importanti articoli della Costituzione (italiana appunto) quali: art. 24 (diritto di difesa), art. 36 (diritto di ogni lavoratore ad una vita dignitosa), art. 42 (garanzia della proprietà privata), art. 53 (partecipazione alla spesa pubblica in ragione della propria capacità contributiva), art. 97 (buon andamento ed imparzialità della Pubblica Amministrazione).
Ora, ai precedenti 10 punti, aggiungo le terrificanti sorpresine accennate in premessa, che andranno a rallegrare le nostre future giornate sotto il nome di FISCAL COMPACT e di ERF. Cerchiamo in breve di capire cosa sono e che minaccia rappresenteranno nel prossimo futuro.
A) FISCAL COMPACT
Bisogna ricordare innanzitutto che i mesi precedenti alla firma del trattato (marzo 2012) erano stati tra i più complicati nella storia dell’euro e dell’Unione Europea: le economie di molti paesi, soprattutto quelli mediterranei, erano state messe in grande difficoltà dalla crisi. Costretti a indebitarsi per fare fronte alle loro spese nonostante le ridotte entrate fiscali, questi paesi non potevano fare altro che offrire interessi sempre più alti agli investitori per ottenere denaro in prestito. La crescita verticale degli interessi unita alla crisi di produttività e ricchezza aveva portato esperti e analisti persino a dubitare, in alcuni casi, che quei debiti potessero essere mai ripagati.
Una delle iniziative prese dai paesi dell’Unione Europea in quel periodo – non l’unica, ma certamente la più controversa – fu il Fiscal Compact, un trattato per stabilire norme e vincoli validi per tutti i paesi firmatari e intervenire in particolare sulla politica fiscale dei singoli paesi. Sia simbolicamente sia materialmente, comportò la cessione di una fetta della propria sovranità economica di ogni paese a un ente sovranazionale, l’Unione Europea. Il Fiscal Compact in questo senso non fu una novità assoluta, anzi: i sui predecessori più importanti furono il Trattato di Maastricht in vigore l’1 novembre 1993, e il Patto di Stabilità e Crescita sottoscritto nel 1997.
Cosa prevede il Fiscal Compact
Fra le molte cose contenute nel trattato, le più importanti sono quattro:
– l’inserimento del pareggio di bilancio (cioè un sostanziale equilibrio tra entrate e uscite) di ciascuno Stato in «disposizioni vincolanti e di natura permanente – preferibilmente costituzionale» (in Italia è stato inserito nella Costituzione con una modifica all’art. 81 approvata nell’aprile del 2012);
– il vincolo dello 0,5% di deficit “strutturale” – quindi non legato a emergenze – rispetto al PIL;
– l’obbligo di mantenere al massimo al 3 per cento il rapporto tra deficit e PIL, già previsto da Maastricht;
– per i paesi con un rapporto tra debito e PIL superiore al 60 per cento previsto da Maastricht, l’obbligo di ridurre il rapporto di almeno 1/20esimo all’anno, per raggiungere quel rapporto considerato “sano” del 60 per cento. In Italia il debito pubblico ha sforato i 2000 miliardi di euro, intorno al 134 per cento del PIL. Per i paesi che sono appena rientrati sotto la soglia del 3 per cento nel rapporto tra deficit e PIL, come l’Italia, i controlli su questo vincolo inizieranno nel 2016. Per lo Stato Italiano, salvo smentite, si parla di un costo – taglio spesa – di circa 40 miliardi annui.
B) ERF (European Redemption Fund)
I tedeschi hanno proposto una sorta di pilota automatico per rispettare il Fiscal Compact, con la creazione dell’ERF, ossia di un Fondo a livello europeo, dove far confluire l’importo dei vari debiti pubblici degli Stati dell’Eurozona per la parte eccedente il 60% del PIL.
Lo studio è stato commissionato a 11 esperti, nessuno dei quali italiano, che hanno fatto proprie le proposte dei consiglieri economici della signora Merkel.
L’ERF verrebbe garantito dagli Stati membri attraverso i loro asset pubblici patrimoniali, riserve auree e da almeno una percentuale della fiscalità riscossa a livello nazionale, IVA compresa. Questo Fondo emetterebbe bond europei caratterizzati da una rigorosa scadenza di 20, al massimo 25 anni. In questo lasso di tempo, tutti gli Stati aderenti avrebbero, inoltre, l’obbligo di assettare il proprio rapporto debito/PIL al 60%.
Tradotto in soldoni, per quanto riguarda lo Stato italiano, significa che dovranno essere conferiti all’Europa 1.168 miliardi. Al momento, perché ovviamente questa cifra sale mese dopo mese.
Per uno Stato messo male come l’Italia, ovviamente, non vi è nessun tornaconto o interesse economico a far parte di tale Fondo, poiché, l’ERF si comporterebbe, tanto per essere concreti, come un curatore fallimentare che tutela gli interessi del creditore, non certo quelli del debitore.
Ebbene, alla luce dell’azione di Stato-Polizia già messa in atto da parecchi anni dall’Italia (secondo i precedenti 10 punti), che ci toglie il respiro prosciugandoci qualsiasi risorsa economica, frutto del nostro quotidiano lavoro, che ci toglie la voglia di un sorriso, la speranza di programmare il futuro nostro e quello dei nostri figli, che cancella la dignità spettante ad ogni cittadino come diritto acquisito con la nascita, che fa scappare milioni di cittadini italiani all’estero, con la speranza di trovare altrove i diritti, la dignità e la serenità qui calpestati, nonché alla luce del terribile futuro economico/finanziario che ci verrà imposto con il FlSCAL COMPACT e l’ERF dall’Unione Europea, Vi sottopongo cittadini-contribuenti Veneti, una domanda, che, purtroppo, vi porrà davanti ad una scelta obbligata da prendere velocissimamente:
IO CITTADINO VENETO, SCELGO DI ADERIRE ALLA NOBILE AZIONE DI OBIEZIONE FISCALE, NEL RISPETTO DELLA LEGGE ITALIANA, O SCELGO CON ISTINTO SUICIDA ED AUTOLESIONISTA DI FIRMARE LA CONDANNA A MORTE FISCALE, ECONOMICA, CIVILE E MORALE DELLA MIA AZIENDA E DELLA MIA FAMIGLIA, ACCETTANDO E RISPETTANDO LA VESSAZIONE FISCALE DELLO STATO ITALIANO?
Ritengo personalmente che giunti alla situazione drammatica che coinvolge il Paese Italia, alla quale va aggiunto lo tsunami economico/finanziario europeo che investirà lo Stato italico nel prossimo futuro (2016), e considerato che il conto alla rovescia della Clessidra sta per terminare, si sia davanti ad un inevitabile bivio::
O
faccio obiezione fiscale di massa per far sì che un numero più elevato possibile di aziende e di famiglie non facciano più arrivare “ossigeno” (tasse) allo Stato Italiano già agonizzante, permettendo così all’FMI (Fondo Monetario Internazionale) di decretare in modo Ufficiale e Documentato lo Stato di fallimento dell’Italia, e, di conseguenza, permettere e spianare il percorso di sovranità ed indipendenza della Repubblica Veneta,
O
per la falsa ed inventata paura, frutto molte volte di errate e tendenziose informazioni da chi di dovere, di vedersi pignorare tutti i beni o di vedersi recapitare una raffica di accertamenti nel caso aderisca all’obiezione fiscale (paure che non devono sussistere per le motivazioni tecniche che lo Staff di Plebiscito.eu da ormai 2 mesi vi sta scrupolosamente spiegando sia con serate informative sia con documentazione postata sul sito www.Plebiscito.eu) firmo la condanna a morte personale e della mia famiglia sia dal punto di vista economico, civile e morale.
Un punto controverso e non sufficientemente chiaro, che ho avuto modo di riscontrare nelle varie serate informative sin qui organizzate e tenute da Plebiscito.eu è il seguente: il cittadino Veneto è straconvinto che la causa della perdita della sua ricchezza (la casa, le macchine, il capannone etc.) perché oggetto di pignoramento da parte dello Stato Italiano, sia il fare obiezione fiscale, ed invece sta proprio qui il punto equivoco, che una volta per tutte deve essere risolto.
Fare obiezione fiscale nel rispetto della legalità, per le imposte erariali (IRPEF, IRAP, IVA entro il limite annuo dei 50.000 euro) può comportare al massimo, come dazio da mettere sul piatto della bilancia, il pagamento di una sanzione al 10% + l’1% annuo di interesse di mora, ricevendo l’Avviso bonario non prima di 10/12 mesi dal mancato pagamento delle imposte. Tra le altre cose, l’Avviso bonario è rateizzabile per certi importi, fino ad un massimo di 20 trimestrali (5 ANNI) con l’applicazione di un tasso d’interesse per la rateazione, sicuramente più vantaggioso di un finanziamento bancario di pari durata (5 anni) richiesto per bisogno di liquidità.
Anche per le imposte locali (quali ad esempio l’IMU) l’obiezione fiscale comporta un “peso” soltanto di natura sanzionatoria, seppure nella misura del 30%, mai assolutamente di natura pignoratizia, e, comunque, l’Avviso di accertamento dei tributi locali (IMU, TARI. etc.) non viene emesso mediamente, prima di 24/36 mesi dal mancato pagamento. L’Avviso di accertamento dei tributi locali, può essere rateizzato presentando apposita domanda al competente Comune.
Se poi, l’obiezione fiscale si vuole spingere oltre (cartella esattoriale con sanzione al 30% e tasso di interesse più elevato dell’Avviso bonario o dell’Avviso di accertamento comunale), anche per questa fattispecie è stato più volte dettagliatamente spiegato come esercitarla, nel rispetto delle Legge italiana e senza incappare nel pericolo del pignoramento da parte di Equitalia.
Il vero e concreto pericolo per la propria ricchezza (le proprietà immobiliari, la pensione, lo stipendio, il conto corrente bancario, gli investimenti azionari etc.) che il contribuente Veneto non ha ancora ben individuato e compreso, sta proprio nel mantenere un atteggiamento passivo di rassegnazione ed accettazione dello stato economico/finanziario attuale, rappresentato da una legislazione fiscale ossessionante e schiacciante al punto tale da non costituire più (ad onor del vero non l’ha mai fatto) una contropartita per l’offerta dei servizi (sanità, difesa, istruzione, cultura, ricerca, ambiente etc.) ai propri cittadini, bensì, una sorta di idrovora per il risucchio di tutte le nostre risorse (anche immobiliari) al fine di colmare l’insanabile debito pubblico creato volutamente ad arte, da classi dirigenti politiche incompetenti ed irresponsabili, la cui unica mansione è sempre stata quella di trasferire la ricchezza dalle tasche degli italiani alle proprie, per soddisfare immorali ed ignobili privilegi di casta.
Poiché seppure schiacciante ed insostenibile, l’imposizione fiscale italiana non è più sufficiente, da sola, a colmare le falle finanziarie ed economiche causate dalla ripudiabile classe dirigente italica, ecco allora che l’Unione Europea ha pensato (non solo per l’Italia, ma di fatto sarà lo stato più bistrattato) di imporre in casa italiana, un’ulteriore stretta finanziaria e, quindi, anche fiscale, per aziende e famiglie: il FISCAL COMPACT e l’ERF, come sopra spiegati.
Mi chiedo, sinceramente, come in un Paese che registra due suicidi a settimana per crisi economica, si possa pensare di sopravvivere con l’ulteriore terrificante morsa fiscale/economica che sta giungendo dall’Unione Europea.
Se tenete alla Vostra azienda, ai Vostri beni, ai Vostri familiari, alla Vostra terra, a valori irrinunciabili come la dignità e la libertà, non resta che una ed una sola scelta, Cari Veneti: fare obiezione fiscale in massa e subito, non rimane più tempo!!!
Alberto Marsotto
Segretario – Soccorso Veneto