CARO ZAIA, LA COLPA NON È DEI MEDIA INTERNAZIONALI, MA DEI POLITICI ITALIANI IDIOTI
Una crisi globale creata da apprendisti stregoni maldestri, che sono i veri parassiti in atto, più pericolosi del coronavirus Covid-19
Oggi Zaia se l’è presa con i media internazionali perché a suo dire descrivono il Veneto come appestato. Ma il Governatore più amato dagli italiani si è forse dimenticato che da 6 giorni l’unica notizia presente su tutti gli organi di informazione italiani è il coronavirus? E non si è forse neanche accorto che le tv italiane trasmettono ogni ora bollettini di guerra con toni da stato d’assedio? E si è forse pure scordato delle ordinanze da coprifuoco, talvolta anche poco chiare, comprese quelle emesse dalla sua Giunta, che si susseguono come fossimo in guerra? Se si fa appena attenzione a tutto ciò appare chiaro anche ai più distratti che i media internazionali hanno riportato semplicemente un piccolo, piccolissimo, estratto di tutto ciò. Anche perché Zaia pare dimenticarsi che la gloria e la grandezza di Venezia è unica al mondo per non sbatterla in prima pagina ovunque nel mondo quando i politici – non il virus, che probabilmente era già presente da noi da un mese – combinano un disastro globale di tale portata.
La verità è che l’Italia – e purtroppo per noi anche il Veneto – appare per ciò che è: un Paese in preda al caos più totale. Inutile prendersela con i cittadini che svuotano i supermercati: chiedetevi perché lo stanno facendo. Non è forse che i politici e i media italiani si sono abbuffati un pò troppo alla tavola imbandita della mega-notizia del coronavirus? Non è forse che è mancata, in modo grave e per certi aspetti irrecuperabile, la sobrietà nella gestione di una crisi che ha trovato evidentemente impreparato lo stato italiano nella sua totalità. Al punto di attaccare persino chi si trova in prima linea ad affrontare i pericoli, ovvero il personale medico e para-medico? Il problema non sono state le fake news, la vera questione – ancora irrisolta – è la totale inadeguatezza di chi ha gestito la situazione dal punto di vista politico e comunicativo.
La verità è che questa è una autentica crisi globale creata da apprendisti stregoni maldestri, che sono i veri parassiti in atto, più pericolosi del coronavirus Covid-19.
Mentre dal punto di visto sanitario vero e proprio, l’unico messaggio che va ripetuto è di ascoltare le sagge parole di Ilaria Capua, rispettare le regole comunicate dalle autorità sanitarie e misurare le parole, dal punto di vista generale solo oggi pare che inizi a spirare un vento un pò differente: alcune associazioni di categoria hanno infatti iniziato a svegliarsi dal torpore e stanno timidamente mandando messaggi ai politici affinché allentino la presa delle tanto decantate “misure draconiane”, importate paro paro da Wuhan a Codogno e a Vò.
Coronavirus/ Mettendo insieme vari input mi pare che sia in atto una pressione da parte delle categorie economiche per mitigare le misure di chiusura adottate
— dario di vico (@dariodivico) February 26, 2020
Passata la crisi sarebbe bene allora completare la disinfezione in atto rottamando in toto anche l’intera classe politica italiana, da destra a sinistra, senza eccezioni.
L’unico modo per farlo è ottenere l’indipendenza del Veneto. Oggi sarebbe anche più facile da fare, visto che nessuno ci vuole più e che con la probabile crisi economica che seguirà il disastro combinato dai politici italiani maldestri non potranno nemmeno più scorticare i veneti rubando loro i soldi delle tasse che non potranno più pagare.
Gianluca Busato
Plebiscito.eu
CORONAVIRUS: “DIME CAN MA NO TALIAN”
L’ineffabile Jori scrive: “Veneti peggio dei cani”.
E noi rispondiamo: “DIME CAN MA NO TALIAN”.
Meglio l’indipendenza del Veneto di questa italietta da operetta che non è nemmeno in grado di gestire la l’emergenza del coronavirus né tantomeno la comunicazione in tempo di crisi.
CORONAVIRUS, CRISI TUTTA ITALIANA: POLITICI MALDESTRI CHE GIOCANO CON LA PAURA
Seguiamo le regole delle autorità sanitarie nonostante la strumentalizzazione politica e l’esperimento di bio e psico-politica in atto. Se si blocca il motore economico di Veneto e Lombardia, morirà anche il parassita politico italiano
Oggi è martedì grasso, ma il Carnevale di Venezia 2020 annovera un tipo particolare di maschere: quelle dei politici italiani che farebbero bene a nascondere la propria faccia. In questi strani giorni infatti tracce di asburgica precisione (retaggio ancora presente in Veneto e Lombardia) unite all’italica cialtroneria hanno creato un mix psicotico letale che ora fa ancora più paura dello stesso coronavirus Covid-19. Il traffico nell’autostrada A4 tra ieri e oggi sembrava irreale. Mai avremmo pensato di avere nostalgia delle code chilometriche di camion, eppure è così.
Il mondo guarda all’Italia tra l’incredulo e il preoccupato e i segnali di borsa sono solo la punta dell’iceberg. Nessuno può sinceramente calcolare l’impatto che può avere il blocco di uno tra i principali motori produttivi d’Europa e del mondo, che già era sofferente di suo grazie alla mai risolta crisi di produttività che attanaglia il Belpaese da almeno tre decenni a causa di scelte politiche clientelari miopi e irresponsabili. Praticamente se è vero da un lato che la Cina è la fabbrica del mondo, dall’altro Lombardia e Veneto sono parte integrante e non sostituibile del motore industriale d’Europe: il Covid-19 in due mosse ha colpito l’economia mondiale al cuore. Con l’italica eccezione del pil generato da supemarket e farmacie prese d’assalto come neanche nell’ipotesi di un attacco nucleare.
Per quanto ci riguarda più da vicino, non vogliamo qui sovrapporci al terribile rumore politico che si sovrappone all’azione di tutela sanitaria in corso. Anzi, l’unico messaggio che vogliamo dare è di ascoltare le sagge parole di Ilaria Capua: rispettare le regole comunicate dalle autorità sanitarie e misurare le parole.
Ci limitiamo invece a rilevare quanto sia disgustosa la manovra di politicizzazione in atto da una parte e dall’altra, senza eccezioni, come sempre avviene in Italia.

Il risultato è un inedito esperimento di biopolitica e psicopolitica, con il controllo del movimento di decine di migliaia di persone direttamente nelle zone rosse (biopolitica) e di una quindicina di milioni indirettamente in Veneto e Lombardia (psicopolitica), mai registrato prima nel mondo “libero”. Quantomeno in Cina c’è un regime autoritario che “giustifica” tali azioni. In Italia, presunta democrazia, come noto, il regime è di tipo mediatico-parassitario e sta utilizzando in modo irresponsabile la leva della paura. Da un lato i media che da 4-5 giorni non riportano altra notizia, dall’altro i parassiti politici e corporativi che decidono d’un tratto di bloccare il corpo economico-civile cui succhiavano il sangue e che li manteneva loro malgrado.
Usiamo il tempo di coniugazione al passato, in quanto la cosa peggiore che possa fare un parassita è proprio di uccidere il corpo del parassitato. L’esperimento in corso da parte degli apprendisti stregoni della politica italiana porterà infatti grande consapevolezza alla causa di indipendenza del Veneto, anche se purtroppo il costo di tale operazione sarà enorme e difficilmente prevedibile.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
202X: DIAMO IL VIA AL NUOVO PROGETTO PER L’INDIPENDENZA DEL VENETO
Guardiamo con fiducia agli anni ’20 del nuovo millennio: il Veneto è infatti la regione in Europa con il consenso più alto per la propria indipendenza
Oggi si celebra l’ultimo giorno del secondo decennio del secondo millennio dopo Cristo secondo il calendario gregoriano. Merita quindi spendere qualche parola per fissare il momento storico in cui ci troviamo come veneti alla luce dei cambiamenti epocali di sviluppo umano e geopolitici in corso.
È doveroso infatti soffermarci un attimo proprio in queste ore in tale breve analisi, in quanto questo non è stato un decennio a caso per il Veneto. Poco meno di quattro anni fa ci siamo infatti nostro malgrado trovati a ricordare un secolo e mezzo di appartenenza forzata allo stato italiano, causata dall’ennesima guerra persa sul campo e vinta solo sulla carta dallo stato coloniale nato solo 5 anni prima.
Cosa molto più importante, cinque anni fa, dal 16 al 21 marzo 2014, abbiamo celebrato il Plebiscito Digitale per l’Indipendenza del Veneto, che il nostro movimento ha saputo co-organizzare assieme a diverse decine di comuni veneti e che ha visto un consenso travolgente con oltre l’89,10% dei votanti esprimersi a favore della Repubblica Veneta.
Tale straordinario successo ha costretto lo stato italiano a correre ai ripari concedendo per la prima volta alla Regione Veneto di indire tre anni e mezzo dopo un referendum di autonomia del Veneto, per quanto farlocco e mutilato nella sua forma e sostanza. Ciò avveniva attraverso il pronunciamento della Corte Costituzionale che la propria sentenza 118/2015 contraddiceva clamorosamente il proprio stesso operato di 15 anni prima all’epoca della sentenza 496/2000.
Dalla celebrazione di tale referendum per l’autonomia nell’ottobre del 2017, ovviamente vinto con un nuovo consenso plebiscitario, nulla è avvenuto finora e nulla avverrà nella sostanza anche nel futuro prossimo, come ben sanno le persone intellettualmente oneste, confermando che la reale autonomia del Veneto è un obiettivo politicamente ed economicamente impossibile da raggiungere nell’ambito dello stato italiano.
Ciò costituisce pertanto oggi un patrimonio di consapevolezza storica per noi indipendentisti veneti che ci permette di guardare con ottimismo agli anni ’20 del nuovo millennio che inizieranno da domani.
Pertanto oggi è il momento giusto per dare forma a un nuovo progetto e a una nuova pagina nella lotta democratica e pacifica per l’indipendenza del Veneto. Sarà quindi 202X il decennio decisivo per la nostra libertà? Noi riteniamo di sì, in quanto oggi il tema dell’indipendenza e dell’autodeterminazione dei popoli ha saputo imporsi come il tema più dirompente nell’agenda politica internazionale, con scenari irrisolti in diversi quadranti del mondo.
Noi sappiamo bene che il Veneto è forse la regione in Europa ove il consenso per la propria indipendenza riscuote la percentuale più alta e senz’altro maggioritaria tra i propri cittadini. Abbiamo quindi a disposizione l’elemento fondamentale per ottenerla in modo democratico. Si tratta quindi solamente di definire la corretta strategia per individuare e dotarci delle risorse fondamentali necessarie per ottenerla e di delineare il piano per la sua implementazione de facto e de iure.
Ecco perché oggi, nel fare a tutti gli Auguri per un felice 2020 guardiamo con grande ottimismo a questo decennio. Senza ovviamente dimenticare che, nel rispetto delle nostre serenissime tradizioni, tra un paio di mesi festeggeremo quello che nel nostro cuore è il vero anno nuovo secondo il Calendario Veneto.
Buon 2020 nel segno dell’indipendenza. WSM.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
INDIPENDENZA DEL VENETO, IL METODO FACILE FACILE PER OTTENERLA
Il vento dell’indipendenza soffia sempre più forte nel mondo, da Hong Kong al Veneto. Appuntamento a Vicenza giovedì 28 novembre
Il quadro internazionale ha visto in queste settimane le questioni dell’indipendenza riprendere forza in diverse nazioni senza stato, sotto diverse forme e in vari ambiti.
È di oggi la notizia di Hong Kong dove i candidati pro-democrazia hanno stravinto le elezioni locali, ottenendo quasi il 90% dei seggi rispetto ai rappresentanti favorevoli al regime comunista cinese. In Catalogna abbiamo pure visto di recente l’avanzata degli indipendentisti nelle elezioni politiche spagnole. Per quanto riguarda il Veneto come già annunciato Plebiscito.eu sta preparando la propria partecipazione alle prossime elezioni regionali del 2020.
Ma come concretamente si otterrà l’indipendenza del Veneto e perché è importante partecipare alle elezioni? Proviamo ad andare a vederlo più vicino.
Innanzi tutto, come più volte affermato, non sarà una sola azione che riuscirà a darci la libertà, bensì una strategia a tutto campo.
In tal senso va intesa la partecipazione alle elezioni. È infatti auto-evidente che la sola strategia elettoralistica non è sufficiente, in quanto lo stato italiano può avere gioco facile a disarticolare un proprio ramo istituzionale, quale a tutti gli effetti risulta essere una regione. D’altro canto è altrettanto chiaro che tale ramo istituzionale corrisponde anche al massimo livello amministrativo del territorio veneto e quindi non è esattamente un gioco da ragazzi per Roma spegnerlo dalla sera al mattino né soprattutto un’operazione senza conseguenze in termini di relazioni tra stato italiano e cittadini veneti. Questo lo insegna l’esempio catalano. Se Roma decidesse di attivare tale opzione, si identificherebbe di fatto come un potere oppressore, facilitando e amplificando la narrativa indipendentista nel territorio, oltreché i suoi risultati.
Come già più volte dichiarato saranno senz’altro più efficaci da un punto di vista pratico altre leve del potere, quali l’economia e la tecnologia, rispetto alla pura via istituzionale, per poter concretamente ottenere l’indipendenza. Così come, d’altro canto, l’entrare in regione può aiutare proprio a velocizzare la creazione dei presupposti necessari all’indipendenza, dalla creazione di una piattaforma informatica, relazionale ed operativa che potrà essere utile (se non fondamentale) allo scopo, all’effetto catalizzatore di spinte e decisioni di libertà economica che permettano sempre più l’emancipazione del tessuto socio-economico veneto, anche grazie a sistemi di capitale privato (private equity, venture capital, crowfunding e persino fund raising con metodi innovativi, per esempio tramite token) rispetto alla nefasta dipendenza dal settore statale italiano.
In una fase iniziale non sarà nemmeno necessario conquistare immediatamente la maggioranza alle elezioni, ma basterà riuscire a portare nell’agenda politica il tema dell’indipendenza. Sarà in un secondo momento che, una volta entrata in consiglio regionale, una forza autenticamente indipendentista potrà svolgere il ruolo di nucleo di aggregazione nel momento in cui i tempi saranno maggiormente maturi. Ricordiamo l’esempio storico della Slovenia, in cui gli indipendentisti, pur in minoranza, avevano saputo svolgere un ruolo simile nei momenti cruciali prima dell’indipendenza effettiva.
Diversamente sarà molto complesso anche solo provare a “contaminare” il tessuto politico veneto rispetto all’influenza italianista che oggi lo pervade. Non impossibile, sia chiaro, solo tremendamente più difficile.
Allo scopo saremo inoltre aiutati anche dal panorama che si è venuto a creare in Veneto all’indomani della sconfitta storica di chi propugnava l’autonomia del Veneto e ove ora si confrontano tre diverse componenti. La prima è la lealtà all’Italia, rappresentata al massimo da Salvini e dalla sua lega nazionalistica, con il suo “prima gli italiani”. La seconda è una sterile protesta, che vuole ancora l’autonomia del Veneto, o meglio l’autogoverno, rappresentata dal neonato partito dei veneti. Infine c’è l’exit, l’uscita dal sistema italiano, con l’indipendenza del Veneto grazie all’azione di Plebiscito.eu.
Per permettere l’avvio deciso di tale processo è quindi ora necessario “smuovere” da subito il pachiderma veneto, iniziando dalla partecipazione al prossimo evento “IN VENETO TORNA A SOFFIARE IL VENTO DELL’INDIPENDENZA” che si terrà giovedì 28 novembre alle 20.30 presso l’hotel Da Porto in via Sole 142 a Vicenza (pre-registrazioni online da https://blog.plebiscito.eu/pre-registrazione-a-in-veneto-torna-a-soffiare-il-vento-dellindipendenza-vicenza-28-11-2019/).
Partecipiamo numerosi e diamo il via al percorso concreto per l’indipendenza del Veneto.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu