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Plebiscito.eu verso il Congresso nel segno dell’indipendenza del Veneto

Plebiscito.eu verso il Congresso nel segno dell’indipendenza del Veneto

5 Luglio 2021 0 Comments in news

Durante l’INDEPENDENCE DAY del 4 luglio presentata a Padova la linea politica che verrà sancita dal prossimo congresso in autunno

Ieri si è tenuto a Padova il pre-congresso di Plebiscito.eu, il movimento per l’indipendenza del Veneto che ha saputo imporre la questione veneta all’attenzione del mondo. Durante la giornata organizzata in concomitanza con il 4 luglio, giorno dell’indipendenza americana, si sono susseguiti interessanti interventi ed è emersa la linea politica che verrà quindi portata all’approvazione nel prossimo congresso indetto sempre a Padova per il prossimo 19 settembre 2021.

Riportiamo di seguito il video con una sintesi degli interventi più importanti della giornata, mentre di seguito riportiamo il testo della premessa alla relazione presentata dal presidente di Plebiscito.eu Gianluca Busato.

“Cari amici di Plebiscito.eu, cari attivisti, cari volontari per l’indipendenza del Veneto,

ci ritroviamo dopo molto tempo in cui sono avvenuti fatti che hanno cambiato drasticamente lo scenario ad ogni livello, in Veneto, la parte che più da vicino ci interessa e ci appassiona, ma anche in Italia, lo stato padrone che tiranneggia la nostra terra e il nostro popolo, in Europa e nel mondo intero.

La crisi pandemica ha dato la stura a una inedita gara a livello globale che ha visto i politici e i partiti italiani primeggiare nell’utilizzo arbitrario delle armi delle più nefaste bio-politica e psico-politica che si siano mai viste al mondo e nella storia.

Politici come apprendisti stregoni che hanno fatto propria l’arma della paura per manipolare le persone costringendole ad auto-privarsi delle libertà fondamentali, la libertà di uscire di casa, la libertà di movimento, la libertà di lavorare, andando ben oltre le ragioni di precauzione imposte dalla crisi sanitaria, tanto che ancora oggi le prime pagine dei giornali italiani sono occupate manu militari dalle insulse e ripetitive statistiche sul covid, quasi fossero bollettini di guerra, con accenti sempre tragici che preconizzano morte e devastazione, senza mai lasciare alcuno spazio alla speranza e al sogno, con l’unica ovvia eccezione delle notizie sulla nazionale di calcio e poco altro. Si badi bene che non esiste Paese al mondo che abbia visto una tale campagna mediatica incessante tesa alla manipolazione psicologica dell’intera popolazione, il che fa capire come quello in atto da quasi un anno e mezzo in Italia è un vero e proprio golpe neanche tanto sotto traccia.

Ha quindi ragione chi parla di dittatura sanitaria, o nazi-sanitaria, anche se tecnicamente io la vedo più come un esperimento senza precedenti proprio di bio-politica (ovvero di politica che si basa sulla restrizione della libertà) e di psico-politica (politica che si basa sulla manipolazione psicologica di massa). L’esperimento può dirsi riuscito, o quasi, anche se a lorsignori resta ancora da completare l’opera.

È questo forse il punto di arrivo di una fase politica iniziata ancora qualche anno fa, proprio mentre noi celebravamo e vincevamo il referendum digitale di indipendenza del Veneto. Proprio in quei giorni si cominciava a vedere catapultato in tv un nuovo leader un po’ spettinato di un partito che ormai stava precipitando sotto il 4%. Un partito che fino al giorno prima era indipendentista e federalista si trasformava velocemente in un nuovo soggetto nazionalista, sovranista e fascista post-moderno, grazie al fondamentale apporto in primis proprio delle tv berlusconiane. Nel giro di poco tempo si cominciava a disegnare una nuova (vecchia) destra, così proprio come a sinistra si rimescolavano le carte tra 5 stelle, pd e marxisti vari per dare forma a una nuova (vecchia) melassa social-comunista che oggi è ritornata ai cari vecchi temi del populismo di sinistra.

Insomma oggi siamo sballottati da una parte da un populismo sovranista di destra in salsa salvin-meloniana (che proprio l’altro ieri hanno firmato un patto europeo contro il federalismo, che praticamente per quel che riguarda la lega equivale a sputare sulle foto di famiglia) e un populismo sovranista di sinistra letta-grillino con aggiunte di punte acidule maoiste-dalemiane da una parte e renzian-berlusconiane dall’altro. Una maionese impazzita che si basa ovviamente sul furto continuato e aggravato delle risorse economiche del Veneto e di chi lavora a favore del sempre più in forma parassitismo tricolore interclassista che abbraccia ogni insieme organizzato di elettori e portatori di interesse vari, dai sindacati agli imprenditori, passando per ogni tipologia di corpo intermedio dalle varie sigle.

Il fatto poi che a livello globale siano cambiati gli equilibri dopo la caduta di Trump cambia poco, purtroppo, per noi. I pagliacci tricolori passano rapidamente e agevolmente dall’indossare la giacca di Mao rispolverata da Xi Jinping per il 100° anniversario del partito comunista cinese (sic!) alla più rassicurante mise atlantista, passando per qualche comparsata a petto nudo di sapore putiniano anche se con qualche chilo di grasso in più per i troppi hamburger e spritz alle 10 del mattino. Spritz che aiutano i nostri prodi a districarsi tra Cina, Russia, UE, Nato, USA, Trump, Biden, autocrazie, democrazie, deep state, regimi e oligarchie varie.

Sono abituati così dai tempi del Gattopardo prima e di Depretis poi. Houdini fa un baffo ai maghi del trasformismo pezzente italico.

Questi signori hanno d’altra parte gioco facile e la colpa è tutta nostra. Loro possono fare i saltimbanchi e dittatori d’avanspettacolo perché ci sono i veneti che continuano a lavorare per loro e a mantenerli a ufo, facendosi derubare senza nemmeno più lamentarsi.

Veneto paga e tasi! Veneto paga e tasi! Veneto paga e tasi!

Il segreto del successo dei politici italiani incapaci, ignoranti, farabutti e nullafacenti è molto semplice ed è tutto qui.

Ecco perché riescono ad arrivare a creare una economia para-comunista dove la percentuale del pil che dipende dallo stato è al 70%. Sembra quasi una contraddizione in termini, un mistero della fisica come il volo del calabrone, ma in realtà si spiega con il fatto che ci sono i veneti che si spaccano la schiena. Diventa quindi una barzelletta avere un debito pubblico che veleggia verso i 2.700-2.800 miliardi di euro, con un rapporto sul pil proiettato al 160% e un deficit oltre il 12%.

Senza pensare al famoso PNRR, piano nazionale di ripresa e resilienza, con cui si prevede di gestire gli oltre 235 miliardi di euro per finanziare 6 missioni nell’ambito del programma Next generation Eu. C’è in giro qualche persona di buon senso che sinceramente crede che lo stato italiano possa uscire da tale piano sostanzialmente modernizzato e il Paese in una situazione migliore di oggi? La battaglia ideologica montata dalla sinistra contro un paio di consiglieri economici di area liberale (Riccardo Puglisi e Carlo Stagnaro) nominati in un gruppo di cinque persone all’interno del Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica che dovrà valutare l’impatto degli investimenti previsti dal PNRR fa ben capire e presagire come l’ala preponderante di stampo marxista intenda questi fondi come una sorta di manna e bengodi per continuare ad attuare insane politiche di spendificio a fini elettorali.

In tutto ciò Draghi serve solo appunto a mettere un bel vestito al più osceno tra i mostri politici del mondo occidentale e non solo, la bulimica partitocrazia italiana. Il partito unico della spesa pubblica, composto perlopiù da gente che non ha mai lavorato un giorno in vita sua, ben volentieri si veste a festa con Draghi per un anno al governo e poi magari per 7 anni al Quirinale, quale garante alla Einaudi del consueto e probabilmente sempre più osceno mangia e bevi pagato come sempre dai Veneti e dal Veneto che lavora.

Un Veneto che d’altro canto, pur essendo la regione d’Europa ove la percentuale di favorevoli all’indipendenza è la più plebiscitariamente maggioritaria che ci sia, resta ben ancorato al centralismo italiano grazie alla gentile collaborazione della lega italianista e del suo conducator locale, Luca Zaia. Il Veneto resta quindi bloccato, come la pallina impazzita nel flipper, tra dicotomie impossibili, tra Veneto e venetismo fallito, Veneto e lega, Veneto e Zaia, autonomia farlocca e autonomia promessa, senza in realtà mai riuscire a imboccare il vero motore del cambiamento che potrà essere la scelta tra schiavitù italiana, finta autonomia e vera indipendenza del Veneto. Una scelta che ovviamente è obbligata a favore dell’indipendenza del Veneto.

E qui arriviamo a noi, all’indipendentismo veneto e, per quanto ci riguarda, al ruolo di Plebiscito.eu” … (continua nel video).

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4 LUGLIO 2021. INDEPENDENCE DAY. SI PUÒ, SI DEVE. ORA

4 LUGLIO 2021. INDEPENDENCE DAY. SI PUÒ, SI DEVE. ORA

21 Giugno 2021 0 Comments in news

Nota Bene: la sede dell’evento del 4 luglio è stata spostata per ragioni organizzative presso l’Hotel FOUR POINTS by SHERATON a Padova (vicino al casello di Padova Est).

Cari amici e sostenitori di Plebiscito.eu e dell’indipendenza del Veneto,

dopo un lungo periodo in cui siamo stati costretti a sospendere gli eventi a causa della crisi pandemica e della sua fallimentare e tragica gestione da parte dello stato italiano, ora finalmente ripartiamo con le nostre attività.

Il momento non potrebbe essere più importante, se consideriamo la grave situazione economica, sociale e morale in cui versa il nostro Veneto.

Per ragioni organizzative, diversamente da quanto precedentemente comunicato, l’appuntamento di domenica 4 luglio 2021, a partire dalle ore 9.30, si terrà presso l’hotel FOUR POINTS by SHERATON in Corso Argentina 5 a Padova (vicino al casello autostradale Padova Est).

Il 4 luglio è tra le altre cose una data molto significativa per l’indipendenza, in quanto si commemora l’adozione della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America il 4 luglio 1776, con la quale le Tredici colonie si distaccarono dal Regno di Gran Bretagna.

Ora, 245 anni dopo tale evento, ci ritroviamo per riprendere un percorso verso la nostra di libertà.

Partecipa per costruire il futuro tuo e dei tuoi cari, pre-registrati ora all’evento compilando il modulo che trovi di seguito.

Ti aspettiamo!

WSM

Gianluca Busato

Plebiscito.eu

    Conferma presenza all'Assemblea Nazionale di Plebiscito.eu presso l'hotel FOUR POINTS by SHERATON a Padova il 4 luglio 2021

    Con la sottoscrizione della presente, ai sensi della nuova normativa sulla Privacy (D.Lgs. 196/ 2003 modificata dal D.Lgs. 101/2018 - Regolamento UE 2016/679) autorizzo Plebiscito.eu al trattamento dei miei dati personali secondo le modalità indicate nella nota informativa pubblicata all'indirizzo web https://plebiscito.eu/privacy

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    Con la Presidenza Biden tornerà a spirare forte anche il vento dell’indipendenza del Veneto

    Con la Presidenza Biden tornerà a spirare forte anche il vento dell’indipendenza del Veneto

    6 Novembre 2020 3 Comments in editoriali news

    Un cambiamento epocale negli USA, che porrà fine al sovranismo che aveva fermato anche la nostra corsa verso la libertà

    Mentre il conteggio dei voti anche negli ultimi stati va verso la conclusione, le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America dimostrano un esito oramai chiaro con l’elezione del Presidente Joe Biden sempre più certa, in particolare ora che il candidato presidente democratico guida la competizione in Georgia e si appresta a passare in vantaggio anche in Pennsylvania. Così ha parlato il popolo americano è questo è un fattore importante che andrà a caratterizzare per molti versi anche la politica mondiale nei prossimi anni.

    Nell’attesa di poter ufficialmente fare i complimenti a Joe Biden per lo straordinario risultato, auspichiamo fin d’ora che il nuovo corso americano riporti alla spinta verso il commercio internazionale e il multilateralismo responsabile, gravemente interrotti dalla politica isolazionista di Trump.

    Nel contempo speriamo anche che l’amministrazione Biden si mostri più attenta alle cause dei popoli impegnati per conquistare la propria libertà. Non dimentichiamoci infatti che il principio di autodeterminazione dei popoli prese una spinta decisiva nel secolo scorso proprio grazie all’azione di un presidente americano, Woodrow Wilson e ai suoi famosi 14 punti. È inoltre evidente a tutti che la Venetia, così come qualsiasi nazione senza stato impegnata nell’ottenimento della propria indipendenza, non possa che auspicare l’appoggio strategico degli Stati Uniti d’America che sono nati proprio grazie all’indipendenza ottenuta dall’impero britannico. Ciò sarà ancor più rafforzato se anche il partito repubblicano saprà lasciarsi alle spalle la stagione trumpiana e saprà riscoprire la propria autorità morale, recuperando le esperienze ricordate ormai con nostalgia delle presidenze Reagan e Bush (senior e anche junior).

    A tal proposito riteniamo senz’altro che la presidenza Biden ci aiuterà a lasciarci alle spalle l’infausta stagione sovranista che ha comportato come ben noto molti passi indietro anche nella Causa Veneta, favorendo invece il più becero nazionalismo italiano. Ciò aiuterà noi veneti a riscoprire lo spirito e la straordinaria energia del periodo 2012-2014 quando dimostrammo al mondo intero la nostra volontà di indipendenza.

    Prepariamoci pertanto a una nuova Primavera Veneta, tanto più necessaria mentre ahinoi stiamo entrando in una situazione ancora più drammatica dal punto di vista sociale ed economico a causa dell’assoggettamento all’incapace e ingorda classe dirigente italiana che sta portando il nostro popolo alla fame, senza nemmeno saperlo tutelare dal punto di vista sanitario per incompetenza e incuria, classici segni distintivi di uno stato oramai fallito in modo incontrovertibile.

    Noi sappiamo bene che nessun partito o soggetto italiano dispone di una ricetta per permettere all’Italia di uscire dal grave declino e degrado verso cui è sempre più destinata.

    Siamo ben consapevoli che l’indipendenza del Veneto è l’unica via di uscita dall’incubo italiano e ora finalmente si stanno ristabilendo le condizioni internazionali favorevoli per poterla ottenere.

    Gianluca Busato
    Presidente – Plebiscito.eu

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    Regionali Veneto: dalle macerie venetiste ripartirà la battaglia per l’indipendenza

    Regionali Veneto: dalle macerie venetiste ripartirà la battaglia per l’indipendenza

    22 Settembre 2020 0 Comments in editoriali news

    Zaia trionfa e i venetisti spariscono: bene, così non vi sono più ostacoli interni all’idea indipendentista

    Come avevamo facilmente previsto le elezioni regionali del 20-21 settembre hanno visto il trionfo di Luca Zaia che ha ottenuto il 76,8% dei voti. Anche l’affluenza non è stata poi così bassa, con un 61,1% che dimostra come i veneti considerino importante il voto.

    Tralasciando altre considerazioni, sul fronte venetista invece si registra il disastro assoluto, con il partito dei veneti che ha ottenuto lo 0,8% per il candidato presidente e l’1,0% come voti di lista. Nel contempo va rilevato invece che pur avendo preso ancora meno voti del pdv (0,6%), la lista di Simonetta Rubinato va apprezzata, oltre che per la scelta coraggiosa di staccarsi dai partiti nazionali, anche per uno stile nuovo che potrebbe in futuro portare qualcosa di buono. Un’altra lista venetista era presente nella coalizione di Zaia e con il 2,4% dovrebbe aver eletto un consigliere. Nella coalizione di sinistra invece la lista di Sanca Veneta ha ottenuto solo lo 0,1%.

    In generale dispiace per i tanti amici che vi hanno dedicato tempi e soldi e che in queste ore forse saranno delusi per un risultato che speravano migliore.

    Per quanto riguarda il pdv, che in teoria avrebbe dovuto rappresentare un’alternativa a Zaia, non vogliamo aggiungerci alla schiera di critiche della scelta sulla candidatura della persona, perché non la riteniamo un fattore essenziale nella sconfitta. Però pensiamo che sia necessario soffermarci su un grave errore politico che già più volte abbiamo messo in evidenza.

    Il fatto di aver declinato il proprio programma politico sull’obiettivo dell’autonomia, o dell’autogoverno come sua evanescente alternativa, è stato a nostro avviso un errore fondamentale. Lo abbiamo ripetuto più volte e oggi va ribadito alla luce dei risultati elettorali fallimentari, che avevamo ampiamente previsto, l’ultima volta una settimana fa. L’insuccesso ovviamente comprende anche noi, in quanto, pur consapevoli di questi gravi errori di base del pdv, non siamo nemmeno riusciti a dare l’alternativa di voto ai veneti presentando la nostra lista di Plebiscito.eu. Purtroppo importanti carenze organizzative ce lo hanno impedito (e dovremo riflettere sul perché esse si siano verificate).

    Tornando al pdv, la cosa grave è che tutti i leader del loro raggruppamento, non solo il candidato presidente, avevano fatto propria tale retromarcia. In tutta sincerità, sentire parlare di autonomia l’avvocato Morosin, già leader di Indipendenza Veneta, non si poteva proprio sentire. Non sappiamo perché fosse stata decisa tale retromarcia e quanto meno i risultati fallimentari di domenica e lunedì scorsi seppelliscono definitivamente la questione.

    Noi lo abbiamo sempre ripetuto: i veneti non vogliono l’autonomia, i veneti vogliono l’indipendenza! È nella loro cultura, è nel loro sentire, è nella loro identità.

    Certo, non vogliono un’indipendenza di chiusura, non hanno nulla a che fare con il cosiddetto sovranismo salviniano, che esce brutalmente ridimensionato in Veneto. Anzi, l’ideale di indipendenza del Veneto è una volontà di apertura al mondo. All’Europa. Anche all’Italia stessa, del cui abbraccio mortale giuridico e fiscale vogliamo però liberarci al più presto.

    In Veneto dell’Italia non ne possiamo più e infatti i nostri giovani più preparati – e non solo i giovani e non solo i più preparati – emigrano sempre più spesso per crearsi un progetto di vita all’estero.

    Sulle macerie delle ultime elezioni regionali si può e si deve costruire nuovamente la grande alternativa indipendentista, che rappresenta l’unica grande novità possibile di un Veneto altrimenti prigioniero del peggiore mostro burocratico del mondo occidentale.

    Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi ci faremo interpreti di un dialogo con le forze sane dell’indipendentismo per tornare ad essere i protagonisti dell’agenda politica veneta, come lo eravamo sino a poco tempo fa. Per almeno un decennio tutto ciò che si è mosso in Veneto è stato concepito dal movimento indipendentista. Noi sappiamo che ciò è ancora vero e si tratta solamente di ritrovare le energie necessarie e di essere consapevoli della nostra vera forza, che è la forza stessa del Veneto.

    Gianluca Busato

    Plebiscito.eu

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    Nessuno per l’indipendenza? Nessuno da votare!

    Nessuno per l’indipendenza? Nessuno da votare!

    13 Settembre 2020 4 Comments in editoriali news

    Il 20 e 21 settembre prossimi si terranno le elezioni regionali e sono ancora molte le persone indecise sul da farsi. È giusto quindi spendere alcune parole per rendere nota la nostra posizione in merito al voto, per quanto l’esito appaia scontato dall’inizio, con sondaggi che danno il governatore uscente riconfermato con risultato plebiscitario, addirittura superiore al 75-80%.

    Un po’ meno scontata è invece la percentuale di astensione che sarà registrata e che forse potrà essere l’unico dato realmente interessante che potrà uscire dalle urne, persino per un popolo abituato ad affluenze altissime come quello veneto.

    In ogni caso, i candidati presidenti sono 9 e a quanto pare sono tutti, senza esclusione, accomunati dallo stesso, si fa per dire, obiettivo programmatico: l’autonomia del Veneto. Anche i candidati sono praticamente tutti irreggimentati dentro il “perimetro costituzionale” e persino coloro che in passato hanno magari condiviso con noi la battaglia per l’indipendenza del Veneto si guardano bene anche solo dal pronunciare la parola proibita, se non come spauracchio.

    Insomma, proprio nel momento in cui l’obiettivo dell’indipendenza del Veneto poteva emergere come elemento distintivo per assicurare anche un vantaggio competitivo, anche chi la sbandierava come proprio punto fermo irrinunciabile, oggi ha preferito fare una penosa retromarcia e adeguarsi all’andazzo comodo poltroneggiante dell’autonomia differenziata (un po’ come la raccolta).

    In tale triste scenario per chi allora dovrebbe o potrebbe votare chi invece vuole l’indipendenza del Veneto?

    Beh, la risposta è facile. Se nessuno dei candidati presidenti è per l’indipendenza, allora l’indipendentista non voterà per nessuno di essi!

    In estrema sintesi, ognuno faccia ovviamente ciò che vuole in libera coscienza, ma per quanto riguarda Plebiscito.eu, l’indicazione di voto sarà proprio di non votare per nessuno, perché nessuno si merita di essere votato.

    Francamente sembra che l’orologio della politica veneta sia tornato indietro di 15 anni. Ci dispiace solo di non essere riusciti a dare una chiara alternativa di voto per l’indipendenza del Veneto. Il progetto di libertà non passa di certo per le prossime elezioni regionali. Queste saranno invece le macerie su cui si potrà finalmente far ripartire il percorso solo temporaneamente interrotto verso la nuova Repubblica Veneta.

     

    Gianluca Busato

    Presidente – Plebiscito.eu

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