SOSTIENI L’INDIPENDENZA DEL VENETO ADERENDO AI SUOI PROGETTI
Cari amici e simpatizzanti di Plebiscito.eu,
vi aggiorniamo in merito al progetto di criptostato e alle criptovalute ad esso collegate.
La prima criptovaluta ENK ha concluso la propria ICO lo scorso 20 Novembre e ora ha aperto a tutti la possibilità di acquisto direttamente dal sito di Enkronos al prezzo fissato dell’ICO (1 ENK = 0.003 ETH), pagando con carta di credito, paypal e le con le principali criptovalute (ETH, BTC, BCH, LTC, USDC). Per farlo collegatevi all’indirizzo https://content.enkronos.com/product/enk-token/.
Inoltre da qualche giorno è partita anche la prevendita (che durerà solo fino al 21 febbraio) di un’altra criptovaluta collegata sempre alla tecnologia di criptostato. Il suo simbolo è AQU e il suo nome completo è aQuest Token.
La piattaforma aQuest è un’app decentralizzata e unica nel suo genere che ti paga per il completamento di un’attività predefinita. La cosa più semplice del mondo, ma anche la più potente poiché permette di dare grande rilievo economico a tutte le attività digitali che gli utenti potranno compiere, creando di fatto un nuovo sistema di monetizzazione affidabile e automatico, che previene tanto i problemi di mancato pagamento per chi deve ricevere denaro, quanto i suoi costi per chi deve distribuirlo. Potete trovare più informazioni a tal proposito nel sito di aQuest: https://www.aquest.io/.
Grazie all’aiuto del nostro movimento potete fin d’ora utilizzare anche gli ENK eventualmente in vostro possesso per acquistare gli AQU token. La quotazione fissata di 1 AQU è pari a 0,006 Ethereum, quindi a regime con 2 ENK potrete acquistare 1 AQU.
In questo particolare momento di pre-vendita che prevede il 30% di sconto sul prezzo di acquisto, avete però la grande opportunità di acquistare 1 AQU, con soli 1,4 ENK invece di 2.
Per cui se per esempio avete 1000 ENK a disposizione, in questa fase potete acquistare 714 AQU invece che soli 500.
Per poter usufruire di tale occasione vi verrà in ogni caso richiesto di compartecipare con un nuovo acquisto minimo di 1.000,00 € in ENK, o in AQU, al fine di coprire i nostri costi di gestione e anche per aiutarci e sostenerci nella nostra progettualità per l’indipendenza del Veneto.
Per usufruire di tale offerta esclusiva, compilate il modulo seguente e riceverete quindi un’email contenente le istruzioni per aderire: http://blog.plebiscito.eu/pre-adesione-alla-pre-vendita-di-aqu-token-per-il-cripto-stato/.
Prima di aderire a tale offerta in ogni caso bisogna che vi consultiate con consulenti e specialisti di vostra fiducia, in quanto si tratta in ogni caso di un’operazione in ogni caso ad alto rischio e che richiede conoscenza di ciò che si sta facendo.
Potete aderire all’iniziativa anche direttamente dal sito nel quale si terrà la ICO di aQuest (https://www.aquest.io/), dove potere anche leggere tutte le istruzioni e condizioni dell’iniziativa, ma senza godere delle particolari condizioni riservate a Plebiscito.eu.
Per ogni approfondimento siamo a completa disposizione.
Staff Plebiscito.eu
UNA SFIDA CULTURALE
Questi signori li abbiamo già visti all’opera un secolo fa e hanno portato solo miseria e distruzione. Meglio, molto meglio, l’indipendenza del Veneto
Inutile nascondersi dietro a un dito. La presa del potere da parte dei sovranisti di destra e di sinistra in Italia ha radicalmente cambiato lo scenario, aggiungendo ulteriori motivi di grave preoccupazione per la situazione e ancor più per il futuro prossimo. Non si tratta solo più di slogan e di atti simbolici con utilizzo di atti spregiudicati quali la chiusura dei porti, come nel caso della Sea-Watch 3, con soli 47 migranti che diventano il casus belli dell’intera politica italiana di questi giorni, ma persino della violazione di basilari diritti umani e civili, come avvenuto a Cara.
Le battaglie per la difesa dei diritti umani e dei diritti civili non vanno più di moda, in un’epoca in cui sembravano essere stati catalogati ormai come una conquista definitiva. Purtroppo non è così. Se oggi sono in discussione i diritti civili conquistati da persone che si erano integrate perfettamente, che lavoravano e pagavano le tasse, i cui figli andavano nelle nostre scuole, domani potrebbe accadere a qualsiasi di noi, per qualche motivo: il colore della pelle, la propria religione, le proprie idee, o semplicemente per il fatto di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
La sfida odierna è prima di tutto una sfida culturale, che prevede il recupero della memoria storica. Perché ciò che oggi sta avvenendo in forme diverse è già avvenuto un secolo fa. E se oggi noi sappiamo già quale potrà essere il finale cui ci porterebbero questi avventurieri da strapazzo, allora è meglio fare come nel film “Back to the Future” e prendere provvedimenti subito per evitare che la storia si ripeti anche nelle sue forme più tragiche.
Me ne sono reso conto parlando negli ultimi tempi con persone insospettabili e moderate, imprenditori, professionisti, funzionari e quadri, insegnanti, dipendenti pubblici, che quasi inconsapevolmente si facevano portavoce dei mantra ripetuti senza soluzione di continuità dai piccoli Goebbels giallo-verdi. Dalle battaglie contro l’Europa e l’euro, all’ossessione contro i migranti, dall’intolleranza verso altri popoli e religioni, alle bufale in ogni ambito. La tecnica comunicativa non è nuova, risale appunto a un secolo fa, quando venne utilizzata dai nascenti regimi totalitari per costruirsi la base di consenso popolare che li avrebbe tenuti ben saldi al posto di comando fino alla loro fine e alla tragedia collettiva mondiale che avevano saputo scatenare. Con il beneplacito delle rappresentanze industriali e dei grandi gruppi editoriali, come anche oggi avviene in Italia, a cominciare da Confindustria, dal Corriere della Sera per finire ovviamente alla Rai, diventata il pollaio di casa dei neofascisti al governo.
La borghesia italiana, o il residuo che ne resta, è pienamente allineata a costoro, con qualche preferenza mostrata per Salvini, che tra i due gaglioffi vice-ministri vorrebbe rappresentarla in proprio, salvo danneggiarla economicamente. Questi signori, intendiamoci, sono i figli e l’inevitabile conseguenza dei vari Berlusconi, D’Alema, Prodi e Renzi che li hanno preceduti, preparando loro il terreno, suggerendo loro gli slogan e le battaglie sub-culturali.
Sul piano economico poi non ne parliamo, questi signori stanno dando il meglio. Mentre le nubi della recessione economica si stanno affacciando sull’Europa e in particolare sull’Italia, costoro hanno dato il via a una manovra assistenzialistica che, mentre aumenta le tasse a cittadini e imprese, si basa su populismo e clientelismo elettorale con il reddito di parassitanza garantito a chi se ne starà comodamente seduto sul divano e aumentando pericolosamente la spesa pensionistica portandola del tutto fuori controllo. Il tutto tra piani B (abortiti?) di uscita dall’euro e una generale visione pauperistica che somiglia a quelli dei Chavez e dei Maduro in Venezuela, che infatti si sono ben guardati dal condannare, al contrario di tutti i Paesi democratici del mondo.
Per noi veneti la questione non cambia, l’unica via di salvezza rimane l’indipendenza. La finestra temporale per conquistare il nostro obiettivo però si assottiglia, perché se oggi vengono messi in discussione anche i diritti civili più basilari, è chiaro che rimanere in Italia sotto il dominio di questi signori diventa un lusso che non possiamo più permetterci non solo da un punto di vista fiscale, dato che continua il furto di 15-20 miliardi di euro ogni anno sui circa 70 pagati in tasse dai veneti, ma anche sul piano civico, in quanto credo che a nessuno faccia piacere rimanere a guardare nuovi piccoli dittatori in erba crescere rapidamente a nostre spese. Ciò vale a maggior ragione per la Repubblica Veneta, che ha stabilito come inviolabili i diritti umani e civili di base.
Questi signori li abbiamo già visti all’opera un secolo fa e hanno portato solo miseria e distruzione. Visto che già conosciamo il finale del film, è meglio allora staccarsi subito dal peggiore burosauro del mondo occidentale prima che sia troppo tardi.
Meglio, molto meglio, l’indipendenza del Veneto.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
VENETO, ROTTAMA LA LEGA: MEGLIO L’INDIPENDENZA
Mentre lega e 5 stelle disegnano un futuro con un’Italia di pensionati, sussidiati e perdenti, Plebiscito.eu e Veneto Sì si organizzano per dare ai veneti prospettive del tutto diverse
Qualsiasi balla non può durare all’infinito. Oramai è passato qualche tempo dall’ennesima giravolta leghista, che oggi è diventato un partito nazzziunalee (per dirla all’Abatantuono), ma che nel contempo continua a imperversare in Veneto con le bugie sull’autonomia farlocca e solo di spesa, non certo fiscale.
Quando emergerà, così come noi vi abbiamo detto dal primo giorno, che Roma non molla l’osso e che il referendum autonomista del 2017 è stata una puttanata pazzesca e una colossale presa in giro cui si sono uniti tutti i partiti italopitechi e anche quelli pseudo-indipendentisti, allora la lega ridiventerà di lotta e di governo, per prendervi in giro ancora di più. Farà opposizione ai propri alleati e anche a sé stessa, pur essendo al governo e non in posizione secondaria, bensì da vero mazziere che distribuisce le carte e controlla il gioco.
Magari assisteremo a Salvini contro Di Maio la mattina, a Zaia contro Salvini la sera, per poi vederli tutti assieme allegramente mangiare nelle tavole romane imbandite grazie al furto dei soldi dei veneti, così come è sempre avvenuto negli ultimi trent’anni, pur con nomi diversi, ma con gli stessi identici meccanismi.
Che la lega sia diventato un partito di regime è oramai evidente anche ai ciechi. Quando rubi 49 milioni di euro e poi i giudici ti concedono comode rate senza interessi pagabili in 80 anni è chiaro che non dai più fastidio a nessuno: sei bello che assorbito dal sistema romano del magna-magna.
La regalìa della settimana scorsa a Banca Carige, è la cartina di tornasole: alla prima occasione utile i morti di fame ora giunti al potere si sono comportati come e peggio del PD. Salvo poi tentare di distrarre il “popolo” con le buffonate in maschera in anticipo sul carnevale: vi ricordate Salvini e Bonafede travestiti da poliziotti che accoglievano Battisti, un terrorista omicida come fosse un capo di stato? Cose da vomito, che non si sono mai viste neanche nella più ridicola repubblica delle banane dei film di Bud Spencer e Terence Hill.
Se l’autonomia del Veneto è una bufala utopistica, come noi diciamo in splendido isolamento da oltre 10 anni, l’alternativa è solo e unicamente l’indipendenza del Veneto. Che si può raggiungere solo se prima il Veneto rottama in grande velocità la lega bufalara. Il Veneto è sempre stato un laboratorio politico: qui sono nati i verdi, la liga stessa, Berlusconi, Renzi, i primi consiglieri grillini, Salvini stesso e ogni nuovo fenomeno che ha saputo anticipare una nuova stagione politica: ora è tempo per l’indipendenza.
Indipendenza che non potrà arrivare scimmiottando in peggio ciò che hanno fatto i catalani, ma solo attraverso un percorso originale che sappia esaltare le qualità migliori dei veneti: l’ingegno e la laboriosità. Ovvero la tecnologia e l’economia. Il modello lo abbiamo individuato da tempo e da tempo lo stiamo rendendo cosa pratica.
Mentre quindi i vari Salvini e Di Maio con l’ultima riformetta approvata ieri sera dal governo disegnano un futuro con un’Italia di pensionati, sussidiati e perdenti, Plebiscito.eu e Veneto Sì si organizzano per dare ai veneti prospettive del tutto diverse: ovvero quelle di un giovane e nuovo Paese Europeo tollerante e aperto alle sfide globali che ha voglia di crescere rapidamente e che sa affrontare le sfide dell’innovazione della modernità preparandosi e preparando i propri cittadini al meglio. Ciò è quanto ci hanno insegnato i nostri Avi, che oggi ci hanno consegnato una terra stupenda, con i segni della loro grandezza economica, culturale, artistica e dai quali dobbiamo raccogliere il testimone della storia per riprendere un cammino responsabile e virtuoso che ci assicuri un futuro di benessere e felicità.
Contribuisci tu per primo nel tuo piccolo già da oggi iscrivendoti online a Veneto Sì, ci vogliono solo trenta secondi: http://www.venetosi.org/adesione/
Gianluca Busato
Plebiscito.eu
IL VENETO NON VUOLE PIU’ MANTENERE IL COLABRODO ITALIANO
Mentre il governo italiano fa esercizio di retromarce senza vergogna, la situazione per quanto ci riguarda diventa ogni giorno più drammatica. Gli ultimi dati economici certificati dall’Istat hanno stroncato ogni velleità anche di timida ripresa economica: siamo alle porte di ingresso di una nuova fase recessiva, con il Pil che ha segnato un passo indietro nel 3° trimestre 2018.
In questo scenario l’unica cosa che non cambia è che il Veneto viene derubato fiscalmente per mantenere un colabrodo statale marcio e parassitario.
Crediamo che sia giunto il momento di interrompere questa emorragia fiscale sempre più insopportabile che sta uccidendo la nostra economia e il nostro tessuto produttivo. Diciamo basta alle sanguisughe italiane.
Ne parleremo nel prossimo dibattito pubblico “VENETO, EURO, SOVRANISMO, INDIPENDENZA” che si terrà il prossimo giovedì a San Fior (TV) presso l’hotel Palladio in via nazionale 88 a partire dalle ore 20.30.
Dai un segnale e partecipa per sostenere l’unica alternativa al disastro tricolore, l’indipendenza del Veneto!
Tutti i partecipanti inoltre riceveranno gratis come omaggio 500 ENK token (equivalenti a 200 €), la criptovaluta del Cripto-Stato, che ha concluso la propria fase di vendita pubblica, distribuendo token per 12,6 milioni di dollari equivalenti.
I posti sono limitati, per cui consigliamo di pre-registrarsi anche per velocizzare le operazioni di accredito all’ingresso. Per farlo basta compilare il modulo che si trova in http://blog.plebiscito.eu/news/6-dicembre-veneto-euro-sovranismo-indipendenza-a-san-fior-tv/
Plebiscito.eu – Ufficio Eventi
P.S.: chi volesse aiutarci attivamente ad organizzare eventi-dibattiti-serate in altre aree del Veneto ci contatti scrivendoci a info@plebiscito.eu
A proposito di chi diffama Plebiscito.eu e il Cripto-Stato
Che il mondo cripto non piaccia a tutti è noto, che ciò porti però a dire falsità forse fino al punto di diffamare è un altro conto. Ci riferiamo a un articolo pubblicato sul sito konsumer.it che oltre al solito pregiudizio contro i veneti unisce una serie di informazioni come minimo fuorvianti, con un tono generalmente offensivo.
Saltiamo i commenti generali e le opinioni personali dell’articolista, che tali rimangono, mentre non possiamo passare sotto silenzio le accuse che egli rivolge tanto al movimento Plebiscito.eu quanto alla società informatica incaricata di sviluppare la piattaforma digitale del Cripto-Stato.
Partiamo da quest’ultima. Il sito eVenetia.com prevede una normale registrazione degli utenti, con le informazioni minime necessarie ad evitare furti di identità, secondo le procedure note come KYC – AML (“Know Your Client” – “Anti-Money Laundering”), che si rendono sempre necessarie quando ci si registra in piattaforme che prevedono o possono prevedere anche transazioni di carattere finanziario o economico. Ciò è richiesto da tutti gli istituti bancari qualora poi ci si debba interfacciare con loro per gestire sistemi di pagamento. Ovviamente tutti i dati registrati sono gestiti in ossequio alla recente normativa europea sulla protezione dei dati personali (GDPR) e gli utenti hanno il pieno controllo di essi, con possibilità di cancellarli in ogni momento ed esportarli per utilizzarli in altre piattaforme. Come in qualsiasi piattaforma il responsabile del trattamento dei dati, il titolare dei dati, è il committente, ovvero Plebiscito.eu, mentre la società Enkronos è solo il service provider incaricato della gestione per quanto di sua competenza. Quando pertanto l’autore dell’articolo parla di “reati contro i dati personali” e di “appropriazione di dati personali a scopo commerciale nascosta con l’inganno di una iniziativa politica” si assume la responsabilità della falsità infamante che dice e si espone all’ovvia nostra azione di denuncia, che ci sarà, e di valutazione dell’eventuale danno che dovrà risarcire.
Passando invece alle accuse dirette a Plebiscito.eu, anch’esse contengono altre falsità, inesattezze ed accuse infamanti. Non è infatti vero che da parte del nostro movimento vi sia stata alcuna sollecitazione all’investimento, semplicemente vi è stata l’informazione di una particolare condizione di sconto sull’acquisto riservata solo ai nostri simpatizzanti. Con tanto di avviso a chiare lettere in cui si invitano i simpatizzanti stessi a consultare i propri consulenti e specialisti di fiducia prima di aderire, in quanto trattasi di operazione in ogni caso ad alto rischio. Per quanto riguarda i token stessi, come noto essi sono utility token, cioè gli elementi fondamentali per poter operare nella piattaforma digitale in sviluppo e non uno strumento di carattere finanziario.
Per quanto attiene inoltre la piattaforma inoltre è ovvio che essa comprende altre applicazioni oltre allo sviluppo della tecnologia del Cripto-Stato commissionata dal movimento Plebiscito.eu, ma questa è stata valutata dal movimento e da tutti coloro che vi aderiscono come una garanzia di sviluppo informatico ancora più potente e versatile, in quanto permetterà di implementare tool e funzionalità che altrimenti avrebbero chiesto un investimento impensabile per il movimento. Il fatto poi che ci sia rivolti a una società slovena e non italiana è stata una scelta dettata dal fatto di evitare intromissioni indebite da parte della macchina dello stato italiano che ha tutto l’interesse a continuare a spolpare i veneti per mantenere la propria condizione di burosauro parassita. Anche in questo caso ovviamente seguirà probabile denuncia verso l’articolista e il sito in questione con conseguente richiesta risarcitoria.
Plebiscito.eu