Aggiornamenti via Email
Movimento per l'indipendenza del Veneto
  • ADERISCI
  • CHI SIAMO
    • SOSTIENI L’INDIPENDENZA
    • EVENTI
    • AIUTA I VENETI IN CRISI
  • PROGETTO POLITICO
    • LE RAGIONI DELL’INDIPENDENZA
    • PROGETTO ISTITUZIONALE
  • E-SHOP
  • NEWS
  • CONTATTI
Dona

Categoria: news

IL VOTO UNANIME SUI MINIBOT DIMOSTRA CHE IN ITALIA NON ESISTE OPPOSIZIONE

IL VOTO UNANIME SUI MINIBOT DIMOSTRA CHE IN ITALIA NON ESISTE OPPOSIZIONE

1 Giugno 2019 0 Comments in editoriali news

Nel belpaese esiste un solo grande partito nazional-socialista. Indipendenza del Veneto unica via d’uscita

Dopo che mercoledì scorso il parlamento ha approvato all’unanimità una mozione che impegna il governo, tra l’altro, a dare il via ai miniBOT, solo ieri nel tardo pomeriggio qualche giornale italiano ha pubblicato qualche articolo che spiegava la pericolosità di tale iniziativa. E solo dopo che sul punto si erano pronunciati i media internazionali e i mercati e, soprattutto, un fiume di contestazioni in particolare su twitter e in particolare verso gli esponenti che a parole si definiscono europeisti, come +Europa e PD, che si erano uniti all’assurdo voto.

Come già spiegato da diversi esponenti tale strumento rappresenta un primo passo verso l’uscita dell’Italia dall’Europa, fatto senza tanti clamori e senza alcuna approvazione di fatto né del corpo elettorale sul tema né delle istituzioni a ciò deputate. E approvato all’unanimità, ripetiamo, da parte di tutti i partiti.

Sempre nel tardo pomeriggio di ieri si sono quindi susseguite alcune timide precisazioni, quale quella fornita ad esempio da Fusacchia di +Europa, o la richiesta di un nuovo ordine del giorno da parte del pd per escludere l’ipotesi di utilizzo dei miniBOT che avevano approvato e della cui mozione di approvazione erano addirittura co-firmatari tramite la loro vicecapogruppo alla camera Fregolent, che ora forse diventerà l’agnello sacrificale.

Non vogliamo qui soffermarci troppo sul disegno pure lucido nella sua follia del capataz economico della lega e leader dei noeuro Borghi (cercatevi in rete un paio di video del passato in cui esprime chiaramente il concetto) e neppure sugli spaventosi precedenti storici di attuazione di misure di tal fatta (si pensi solo alla Repubblica di Weimar del 1933 che ha spianato la strada alla presa del potere da parte di Hitler, o ai famigerati “Patacònes”, un nome, un programma, emessi dall’Argentina nel 2001).

Non dedichiamo troppo tempo a tale tematica di per sé, in quanto da un lato vi sono già interventi di persone molto più competenti di chi scrive che illustrano molto bene le tragiche conseguenze di un eventuale nefasto utilizzo di tali strumenti, mentre dall’altro merita qui rivolgere l’attenzione a un fatto che da un punto di vista politico è ancora più grave.

Parliamo della dimostrazione scientifica che tale votazione ha manifestato dell’assenza di qualsivoglia opposizione presente nel parlamento italiano e più in generale nel panorama civico tricolore.

Mercoledì si è avuta infatti la controprova che in Italia esiste un solo grande partito nazional-socialista, che si nutre in modo parassitario delle risorse fiscali ed economiche dell’intero territorio sotto scacco italiano. La sua più recente manifestazione di governo giallo-verde è semplicemente un nuovo capitolo nella continua commedia dell’arte della politica italiana, dove nuove maschere si affacciano sulla scena, tutte recitando il solito canovaccio dell’odioso nazionalismo italiano e del socialismo economico arruffone. In tale canovaccio l’Europa svolge il ruolo del cattivo, assieme ad altri figuranti fittizi, quali i migranti, i rom e altri che nel tempo vengono indicati come i “nemici dell’Italia”.

È la stessa narrativa modernizzata e parafrasata utilizzata nel ventennio e ancora prima fin dagli anni che hanno preceduto la grande guerra. È un filone in realtà che vede le sue radici proprio nel processo di unità d’Italia, le cui evidenze si ebbero con Depretis, l’inventore del trasformismo (appunto, le maschere eredità della commedia dell’arte), Crispi (una specie di piccolo Mussolini ante litteram) e persino Giolitti (il cui “battesimo” viene dallo scandalo della Banca Romana). E in tempi più recenti ciò vale per i vari Gronchi, Tambroni, Fanfani, Rumor, Moro, Andreotti, Craxi, fino a Berlusconi, D’Alema, Prodi e Renzi, solo per citare alcuni nomi più significativi.

Fin dalla sua nascita l’Italia infatti non ha mai avuto un reale processo di rinnovamento nemmeno della propria struttura statale burocratica, che ha visto un susseguirsi di nuovi strati addizionali e incrementali provenienti da nuove fazioni della commedia dell’arte che si sono sovrapposti e hanno integrato le vecchie strutture mai eliminate. Nemmeno dopo il fascismo le strutture della macchina burocratica dello stato hanno visto alcun rivolgimento strutturale, sino a creare il mostro parassitario odierno, i cui tentacoli si espandono ovunque, spesso nella totale nescienza delle altre parti del mostro.

L’importante era dare da mangiare a tutti, anche ai parvenu, ai nuovi attori che si affacciavano sul palcoscenico, senza mai togliere la pagnotta a quelli vecchi, ovviamente.

Ciò spiega anche le dinamiche che hanno portato al voto unanime di mercoledì. In Italia nessuno fa opposizione nel senso anglosassone del termine. No, sono sempre tutti al governo, qualche volta temporaneamente all’opposizione solo appunto per recitare un ruolo provvisorio nella commedia, per poi riapparire rinnovato sul proscenio. Persino una buona parte degli indipendentisti veneti si trova in questa situazione, venendo a noi. Basta vedere che siedono nelle giunte comunali e appoggiano la giunta regionale pur a parole combattendo la lega. Sono un po’ come Di Maio contro Salvini, al governo assieme e nemici sui giornali e nelle piazze.

E c’è ora qualcuno che si sorprende del fatto che l’astensione cresca in questo stato irriformabile?

È chiaro pertanto che l’indipendenza del Veneto è l’unica possibilità che persino l’Italia ha per risolvere i propri problemi atavici e genetici, ma che per raggiungerla bisogna agire nel tessuto sociale profondo e non certo nelle stanze del potere condivise con i cleptocrati, anche perché nessuno a un certo punto può notarne la differenza.

 

Gianluca Busato

Presidente – Plebiscito.eu

Read More
L’AUMENTO DELL’ASTENSIONE APRE LE PORTE ALL’INSTABILITÀ DELLO STATO ITALIANO

L’AUMENTO DELL’ASTENSIONE APRE LE PORTE ALL’INSTABILITÀ DELLO STATO ITALIANO

30 Maggio 2019 0 Comments in editoriali news

Aumentano le probabilità di indipendenza del Veneto

Negli ultimi giorni si è instaurato un dibattito informale su twitter a proposito dell’impatto dell’astensione nelle ultime elezioni europee e in particolare in Italia. A scatenarlo è stato un articolo di Wu Ming, secondo cui l’astensione rivela un’opposizione carsica

A tale visione fa da contraltare l’opinione di chi pensa che “i dati dicono che gli astenuti si distribuiscono in proporzione ai voti relativi”.

Non voglio qui entrare in tale dibattito che può essere approfondito in rete, bensì su un altro aspetto, ovvero il fondamentale effetto di retroazione (feedback) che il voto comporta su un sistema politico. È infatti autoevidente che in mancanza di un’efficace retroazione un sistema dinamico complesso (com’è un sistema politico) viene meno la capacità dello stesso di tenere conto dei risultati del sistema per modificare le caratteristiche del sistema stesso.

Ovvero viene a mancare l’aspetto fondamentale di autoregolazione di tale sistema, senza il quale lo stesso rischia fortemente di perdere la propria stabilità. Infatti in tale scenario il sistema tenderà a credere di “funzionare bene”, supplendo a tale carenza autoregolatrice di fatto con una sorta di “retroazione positiva” che va ad ad amplificare il funzionamento del sistema stesso, portandolo a una probabile instabilità e quindi a una divergenza.

Ritengo che questo aspetto venga spesso ignorato dagli analisti politici, in quanto nel passato abbiamo assistito a fenomeni di astensione dovuti alla maggiore irrilevanza della politica nei sistemi sociali, ove altri comparti avevano più peso di fatto nel sistema, come ad esempio il consumo, il risparmio, la giustizia. Quindi in tale prospettiva un cittadino non votante votava di fatto attraverso i propri acquisti, i propri viaggi (se non addirittura emigrando all’estero per lavoro o per scelta di vita), le cause che intentava e così via. Oggi il fenomeno astensionista in Italia è di tipo diverso, o, meglio, a tale componente storica si aggiunge una componente nuova (per quanto difficile da stimare quantitativamente) di chiara avversione al sistema politico italiano nel suo complesso. È questa quindi la componente che abbatte drasticamente la capacità di autoregolazione del sistema, lasciando aperta una falla enorme nella quale potranno inserirsi eventi che potrebbero essere anche drammatici, come per esempio, sotto il profilo economico e sociale, in caso di default del sistema e insostenibilità del debito pubblico italiano.

Per quanto ci riguarda tale scenario aumenta le probabilità di successo di un’azione politica che abbia per obiettivo l’indipendenza del Veneto.

Infatti, in caso di stabilità del sistema politico italiano, l’indipendenza troverebbe difficoltà ad emergere a causa del blocco “costituzionale” (per quanto discutibile) sull’unità e indivisibilità dello stato italiano, come dimostra il caso della Catalogna. In caso invece di instabilità del sistema politico italiano verrebbe meno anche la natura stessa di pilastro inamovibile di tale passaggio costituzionale, con una inevitabile supplenza che verrebbe esercitata da sistemi internazionali e sovrastatuali di ordine superiore, aprendo di fatto le porte al principio di autodeterminazione dei popoli anche per il Veneto.

Gianluca Busato

Presidente – Plebiscito.eu

Read More
CON I SOLDI SOTTRATTI AI VENETI SALVINI E DI MAIO PAGANO I DEBITI DI ROMA, DELLA CALABRIA E DI ALITALIA

CON I SOLDI SOTTRATTI AI VENETI SALVINI E DI MAIO PAGANO I DEBITI DI ROMA, DELLA CALABRIA E DI ALITALIA

24 Aprile 2019 0 Comments in editoriali news

L’indipendenza del Veneto resta l’unica via d’uscita dalla servitù all’Italia e non passa per la sudditanza ai partiti italiani

È una vergogna. Dopo i debiti di Roma, ieri il governo giallo-verde di Salvini e Di Maio ha deciso di ripianare i debiti della sanità calabrese. E chi sarà chiamato a pagare? Ovviamente i veneti, che invece di debiti non ne fanno, anzi, ogni anno si vedono rubare 15-20 miliardi di euro di surplus fiscale di tasse pagate dal nostro territorio e che nel nostro territorio non tornano mai indietro.

Così come avverrà per Alitalia, dopo che il governo ha deciso di abolire persino la scadenza del prestito statale di 900 milioni di euro.

Molti pensavano che visto il pd all’opera non si potesse vedere di peggio, ma i nuovi padroni dello stato italiano sembrano raggiungere vette prima impensabili di capacità di furto fiscale nei nostri confronti, oltreché di dabbenaggine e ora anche di dubbia onestà, visto il caso di squallida corruzione scoppiato ieri che vede al centro dell’attenzione il potentissimo sottosegretario Siri, consigliere economico di Salvini. Il dramma è che il tutto avviene con il beneplacito dei reggicoda locali di quei partiti, a cominciare dal governatore del Veneto Zaia che è sempre in prima fila a raccogliere voti per Salvini e per la lega che ha messo il nord in soffitta.

Dispiace quindi vedere anche i neonati partitini venetisti affidare le loro speranze proprio a chi ha già tradito il Veneto e non una sola volta.

Il riscatto della nostra terra non può di certo passare per i partiti italianicome la lega, i 5 stelle, il pd, forza italia, né tantomeno per chi appoggia questi briganti politici nelle giunte regionali e comunali in Veneto, pur dichiarandosi autonomista, o indipendentista.

L’indipendenza del Veneto passa per un’altra via. Oggi forse non vi sono ancora le condizioni materiali perché ciò concretamente avvenga, ma si sono insinuate crepe profonde nella stabilità del colabrodo istituzionale tricolore, che vedono sempre meno valore strategico nella ex portaerei del mediterraneo, la penisola italica.

Dall’insostenibilità finanziaria, che presto tornerà di attualità come anche riportava ieri Bloomberg, alle banche che sono ben lontane dall’aver risolto i loro problemi, alla congiuntura economica e allo sgarbo geopolitico verso l’occidente con la firma dell’accordo con la Cina i nodi che stanno per arrivare al pettine sono molti per il belpaese e potrebbe ben presto aprirsi un varco anche per le aspirazioni di indipendenza del Veneto, che vedono la nostra regione costantemente in testa in Europa nei sondaggi quale territorio che aspira alla propria libertà.

Le strade precedentemente chiuse per la Catalogna, potrebbero aprirsi da un lato per la Scozia grazie al pasticcio della Brexit e proprio per il Venetograzie allo scivolamento dell’Italia sempre più ai margini della rilevanza strategica atlantica.

Verrà quindi presto il momento per lanciare un’iniziativa politica che sia sganciata in modo totale dalla partitocrazia italiana e che si ispiri ai principi dell’autodeterminazione dei popoli e della difesa delle libertà fondamentali dell’individuo, riportando il Veneto nel cuore dell’Europa e finalmente libero da Roma.

Il Leone alato tornerà a ruggire.

Gianluca Busato

Presidente – Plebiscito.eu

 

Read More
VENETO, INDIPENDENZA, LIBERTÀ, TRA CENSURE DEL PASSATO E DEL PRESENTE

VENETO, INDIPENDENZA, LIBERTÀ, TRA CENSURE DEL PASSATO E DEL PRESENTE

26 Marzo 2019 0 Comments in editoriali news

Mentre l’Europa approva una legge contro la libera espressione in rete, la nostra terra continua a prendere solo sberle dall’Italia: è giunta l’ora di riprenderci in mano il nostro destino

Oggi l’europarlamento ha deciso di approvare la nuova direttiva UE per il diritto di autore in rete. Al di là della bella definizione e delle cronache entusiastiche che sentirete in ogni telegiornale e leggerete in ogni giornale, è chiaro invece che purtroppo l’europarlamento ha deciso di dare una mano alle inutili lobby degli editori moribondi e di soffocare nel contempo i nuovi media e i nuovi business digitali. Spiace che oggi sia il parlamento europeo a rendersi protagonista di una pagina triste che rischia di mettere a tacere le voci scomode e la forza propulsiva del web.

Politici rivolti al passato che chiudono le porte al futuro, un film già visto, ahinoi, soprattutto in Italia.

A parte quando il passato ovviamente è scomodo, com’è avvenuto qualche giorno fa in occasione della ricorrenza del 22 marzo 1848: in tale giorno Daniele Manin proclamava la Repubblica di San Marco a Venezia, a seguito dell’insurrezione della nostra capitale, che aveva avuto inizio il 17 marzo dello stesso anno, contro il governo austriaco. L’indipendenza è durata fino al 22 agosto 1849. Venezia quindi cadde, con la complicità del regno sabaudo che temeva la rinascita della Serenissima, che poteva compromettere i propri sogni colonialistici che sarebbero quindi sfociati nelle guerre di annessione che diedero vita infaustamente all’odioso stato italiano.

Il tempo è giunto nuovamente per riprenderci in mano la nostra storia e sganciarci anche dal regime odierno.

Il suo fallimento è infatti sotto gli occhi di tutti e le cose promettono di andare sempre peggio, come ha rilevato ieri anche il Fondo Monetario Internazionale, che ha lanciato l’allarme per la recessione italiana. Non era bastata la figuraccia di pochi giorni fa con la Cina, che dopo tanto strombazzare ha visto la chiusura solo di un misero accordo per la vendita di arance siciliane al primo produttore del mondo. Peccato che solo pochi giorni dopo la Francia abbia ridicolizzato il governo di Roma con la vendita di 300 Airbus al Celeste Impero. Un affare da 30 miliardi di euro, alla faccia dei memorandum firmati dall’Italia che hanno comportato anche  la sua prostituzione politica.

Il Veneto ovviamente in tutto ciò ha preso e prende solo sberle.

Infatti da un lato ci hanno fatto sparire dalla nuova Via della Seta (sebbene la Cina avesse indicato Venezia come baricentro della stessa tra vie di terra e vie di mare) e dall’altro l’altro ieri Salvini ha rinviato alle calende greche anche la pur ridicola pseudo-riforma di autonomia del Veneto, che prevede zero soldi e tanta vergogna per la lega e tutti coloro che l’hanno propagandata per prendere in giro i veneti ancora una volta.

Cari veneti, ormai è ora di abbandonare la lega e di indicarla come il primo nemico del Veneto, assieme a tutti coloro che la appoggiano nelle varie giunte comunali e regionale, che servono solo a spartirsi soldi, poltrone e potere.

L’unica via per uscire dall’incubo italiano si chiama indipendenza. Indipendenza e libertà!

Gianluca Busato

Presidente – Plebiscito.eu

Read More
NEW ZEALAND, NO TERRORIST DARES TO USE THE NAMES OF THE VENETIANS HEROES MARCANTONIO BRAGADIN AND SEBASTIANO VENIER

NEW ZEALAND, NO TERRORIST DARES TO USE THE NAMES OF THE VENETIANS HEROES MARCANTONIO BRAGADIN AND SEBASTIANO VENIER

15 Marzo 2019 0 Comments in editoriali news

Venetian history is dedicated to peace, not hatred and violence. Our flag also mentions it

Today we had the sad news of a terrorist attack against two mosques in New Zealand that killed 49 people. In addition to expressing our condolences to the innocent victims of yet another massacre in the name of political violence and religious fanaticism and their families, the news worries us also because the perpetrators of the brutal massacre onto the weapons used for the terrorist act infamous have reported the names of two Venetian heroes of our history, Marcantonio Bragadin and Sebastiano Venier, rising them to symbolize their bloody fanaticism.

This juxtaposition horrifies us, as we categorically reject the use of historical figures of heroes of fundamental importance in Venetian history by crazy and violent terrorists and white supremacists.

The action of our heroes must be traced back to an era of defense and survival wars that belong to a historical period of the past, of the glorious Serenissima Republic of Venice. It is first of all vile, as well as historically incorrect, to use these figures outside the pertinent area. Theirs is a historical military affair in the name of heroism and courage, certainly not the cowardice of shameful vile acts that kill unarmed and peaceful citizens in places of worship.

No one dares to cite Venetian history for purposes of vile violence and terrorism, no one tries to appropriate our symbols of the past to propagate sick and delirious ideologies to the mark of religious fanaticism and racism.

The Venetian history belongs to the Venetians, the Venetian heroes belong to the Venetians and to the whole of humanity and their memory is sacred and must serve as a future warning for the defense of peace, as our flag, the only one in the world that reports precisely the word PAX.

Gianluca Busato

President – Plebiscito.eu

Read More
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
  • 6
  • 7
  • 8
  • 9
  • 10
  • 11
  • 12
  • 13
  • 14
  • 15
  • 16
  • 17
  • 18
  • 19
  • 20
  • 21
  • 22
  • Aderisci
  • Chi Siamo
  • Progetto
    • Candidati per l’indipendenza
  • E-Shop
  • News
  • Contatti

Copyright © 2022 Plebiscito.eu. Tutti i diritti riservati. - Privacy Policy