Recovery Fund: l’Italia azzeri il residuo fiscale del Veneto
Ora che Roma è riuscita nell’impresa di derubare Berlino, Vienna, Amsterdam, Stoccolma, perché dovrebbe continuare a sfruttare noi veneti?
Come cambiano le cose per noi veneti dopo il recente Consiglio Europeo che si è concluso con l’approvazione del Next Generation EU Recovery package? In teoria dovrebbero cambiare per il meglio, in quanto sono stati concordati una serie di interventi che potrebbero garantire nei prossimi anni trasferimenti diretti per 390 miliardi di euro fino al 2026 più 360 miliardi di euro di prestiti (Recovery Fund). Per quanto riguarda l’Italia si parla di 209 miliardi di euro (derivanti da 81,4 miliardi di sussidi più 127,4 miliardi di prestiti), il che costituisce un sicuro successo per il premier Conte.
L’Italia pertanto per l’ennesima volta è stata graziata dalla cattiva Europa.
Ovviamente questi fondi sono legati alla predisposizione di iniziative e “piani di ripresa e resilienza” con tempistiche e impegni di spesa precisi. Ma noi sappiamo bene quanto i politici italiani siano abili nella menzogna e pertanto crediamo che nessuno dubiti neanche per un istante e neanche i più rigorosi tra i “frugali” che in realtà lo stato italiano utilizzerà questi soldi per continuare la propria oscena politica clientelare e parassitaria come ha fatto da 50 anni a questa parte quasi senza soluzione di continuità. Non ci allineiamo quindi al coro di “responsabili” che chiedono che ora l’Italia faccia riforme lungimiranti perché sappiamo bene che ciò non potrà essere. Una mala pianta dà frutti malati e l’Italia è una mala pianta da estirpare.
Una cosa però sì la chiediamo. Che l’Italia utilizzi queste risorse per azzerare il residuo fiscale del Veneto. Ora che lo stato italiano social-comunista imprenditore e nazionalizzatore è riuscito infatti ad ingannare e a ingabbiare gli altri leader europei e visto che quindi saranno gli operai tedeschi, gli impiegati olandesi, gli artigiani austriaci a pagare affinché gli italiani possano andare in pensione 6-8-10 anni prima di loro, perché mai noi veneti dovremmo continuare a farlo?
Quale esigenza c’è ora da parte di Roma di continuare a sfruttare il Veneto se è riuscita nell’impresa di derubare Berlino, Vienna, Amsterdam, Stoccolma?
In virtù di tale ragione lo stato italiano si impegni ad annullare il residuo fiscale vantato dal Veneto, quei 15-20 miliardi di euro che ora i politici italiani possono recuperare altrove, da qualche altro pollastro in Europa. Noi, nell’attesa che qualche Paese Europeo si svegli, nel frattempo confucianamente ci sediamo sulla riva del fiume ad osservare gli eventi.
Azzerando il nostro residuo fiscale con le risorse europee, Roma metterà a tacere la questione veneta, che altrimenti dal prossimo autunno promette di diventare incandescente a livello sociale, anche in virtù di una mancanza di rappresentanza politica per il prevedibile futuro, dato che i politici veneto-italiani hanno preferito vigliaccamente rifugiarsi in massa nell’utopistica richiesta di un’autonomia che oggi appare alla quasi totalità come l’ennesima bufala approntata per turlupinare i cittadini veneti.
L’unica via per uscire dall’incubo italiano si chiama indipendenza del Veneto e oggi ciò è vero più che mai.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu

L’INDIPENDENTISMO È LA PRIMA FORZA DEL VENETO
Sosteniamo Riccardo Szumski candidato Presidente del Veneto, l’unico che oggi può avvicinarci concretamente alla nostra libertà
Il Veneto nell’era covid-19 sta attraversando un periodo particolarmente complesso e difficile. Moltissime persone si trovano in grave crisi economica e tante imprese lottano addirittura per la sopravvivenza. Nonostante tale situazione, il Veneto ha in sé sempre una forza magica che altri territori non hanno: la voglia di farcela e di darsi da fare per superare ogni situazione drammatica. Lo abbiamo dimostrato nella nostra storia, che negli ultimi due secoli ha visto la nostra terra campo di battaglia per guerre terribili scatenate per lo più dai Savoia prima e dallo stato italiano poi.
La forza dell’indipendentismo in Veneto nasce prima da tutto da ciò: da un’autentica innata consapevolezza che un veneto sa far fronte alle situazioni anche più tragiche, sa rimboccarsi le maniche e ricrearsi il proprio destino e la propria fortuna.
Questo lo sa bene lo stato italiano che ci tiene schiavi derubandoci di 15-20 miliardi di euro di ogni anno solo con le tasse raccolte nel nostro territorio e spese altrove.
Lo sanno bene i politici di ogni partito italiano che sul furto delle nostre risorse hanno costruito la propria rendita.
Lo sanno bene nel mondo, dove la sola parola Venezia evoca gloria e potenza e suscita ammirazione e rispetto ovunque.
Intimamente lo sappiamo anche noi veneti, che tutto sopportiamo, spesso in silenzio, magari maledicendo nel nostro intimo i politici italiani e anche quelli veneto-italiani che portano l’acqua con le orecchie a Roma ladrona.
Il sostegno al progetto di indipendenza del Veneto è plebiscitario, come abbiamo ben dimostrato proprio noi di Plebiscito.eu, portando la questione veneta all’attenzione del mondo intero.
Oggi ci troviamo alla vigilia di una grande opportunità, perché è proprio nel momento della disattenzione da parte dei tuoi avversari storici che si nasconde la massima opportunità strategica di cogliere tutti di sorpresa. Tutti a parte i veneti, che sono nati pronti per la propria indipendenza.
Forza ragazzi, cogliamo questa opportunità di libertà, non facciamoci coinvolgere dalla negatività italiana. Sosteniamo con forza Riccardo Szumski che è il perfetto Presidente del Veneto e l’unico che oggi può avvicinarci concretamente a tale obiettivo.
Nel recente passato nazioni che si trovavano in condizioni ancora più difficili della nostra ci hanno dimostrato che nessuno può fermare un popolo che vuole la propria indipendenza.
Dimostriamo allora al mondo che il popolo veneto vuole la propria indipendenza e andiamo a prendercela! Sosteniamo Riccardo Szumski candidato presidente del Veneto!
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
NON È OBBLIGATORIO UN REFERENDUM PER OTTENERE L’INDIPENDENZA DEL VENETO
Plebiscito.eu appoggia Riccardo Szumski presidente del Veneto e persegue una piattaforma programmatica che ci porterà all’indipendenza attraverso un percorso alla “cecoslovacca”
Nel corso del dibattito sul futuro del nostro popolo che si è sviluppato nel corso degli ultimi anni sul tema dell’indipendenza del Veneto, spesso ci si è fermati su alcuni aspetti “tecnici” o procedurali che a ben vedere sono di poco significato.
Tale dibattito è emerso in seguito all’approvazione della legge 85/2006 che ha eliminato alcune norme vetuste e contrarie alla libertà di pensiero che impedivano anche solo la discussione a livello teorico sulla possibilità di indipendenza.
Chi scrive è stato in assoluto il primo a proporre il “percorso giuridico” per l’indipendenza del Veneto, sin dal tardo 2006, con presentazione pubblica avvenuta l’11 febbraio 2007 nel corso di un convegno organizzato all’hotel Viest a Vicenza.
I 3 capisaldi di tale percorso sono tutt’ora validi e possiamo ripeterli per maggiore comodità di tutti:
- Il diritto di autodeterminazione dei popoli è un principio di diritto internazionale universalmente riconosciuto e come tale diritto cogente per tutti gli stati, Italia, compresa, come sancito anche dalla legge 881/77 che ha recepito il trattato internazionale di New York del novembre 1966;
- In particolare ciò vale per il popolo veneto che si vede ulteriormente riconosciuto come tale dall’originale statuto della regione Veneto approvato fin dal 1971 con legge 240/71 e ulteriormente ribadito nell’ultima versione approvato dello statuto regionale;
- Finalmente tale percorso può essere praticato in Italia dopo che la legge 85/2006 ha abolito i reati di opinione in tema di indipendenza del Veneto o di parti del territorio italiano.
Negli anni seguenti il movimento indipendentista veneto grazie all’impegno di molti attivisti ed associazioni si è impegnato a convincere pertanto i propri concittadini dei vantaggi legati all’ottenimento dell’indipendenza del Veneto, dando vita a un vero e proprio “manifesto” in tal senso che sempre il sottoscritto ha avuto il privilegio di presentare fin dall’ottobre 2007 (“le ragioni dell’indipendenza”).
Attraverso varie fasi si è arrivati al 2012 quando, grazie ad alcuni sondaggi è apparso evidente che la maggioranza dei veneti era decisamente favorevole all’ipotesi di indipendenza del Veneto e quindi il dibattito interno al movimento indipendentista si è spostato all’individuazione delle modalità strategiche ed operative sul come ottenere praticamente l’indipendenza, dato che i veneti apparivano già ben convinti della sua opportunità.
La modalità operativa allora prescelta fu quindi individuata nell’opportunità di indire un referendum per l’indipendenza del Veneto.
La prima azione fu una pressione sulla classe politica regionale con una petizione popolare che spingesse il consiglio regionale a indire un referendum per l’indipendenza del Veneto.
Quindi, dopo l’approvazione della risoluzione regionale 44/2012 che sanciva in modo inequivocabile il diritto del popolo veneto all’autodeterminazione e all’indipendenza, constatato l’impasse che si era creato in consiglio regionale, fu prima teorizzato e quindi indetto da Plebiscito.eu e da una quindicina di comuni veneti e poi organizzato il referendum digitale di indipendenza del Veneto tenutosi tra il 16 e il 21 marzo 2014. Il risultato plebiscitario quindi ottenuto, certificato quindi dal comitato degli osservatori internazionali, costituiva il punto più alto mai ottenuto a livello politico nel percorso di indipendenza del Veneto. Infatti il dibattito da allora si è spostato dall’obiettivo raggiungibile dell’indipendenza del Veneto a quello irraggiungibile dell’autonomia del Veneto.
Ciò è avvenuto a causa dell’insistenza su un supposto “percorso istituzionale” all’indipendenza del Veneto, che consisterebbe nell’indizione di un referendum per l’indipendenza da parte della regione Veneto. Come dimostrato dall’iter seguito quindi dalla classe politica regionale tale percorso è risultato bloccato a causa dell’art. 5 della costituzione italiana, come sancito dalla corte costituzionale nel 2015.
A quel punto l’attenzione si è quindi diretta verso l’obiettivo dell’autonomia del Veneto, anche a seguito del voto popolare nel referendum regionale dell’ottobre 2017. Dopo quasi tre anni da tale evento è oggi chiaro ai più che l’autonomia del Veneto è un obiettivo irraggiungibile, in quanto per ottenere una riforma al pari per esempio di Trento e Bolzano servirebbe una maggioranza in parlamento dei due terzi, quando invece i parlamentari veneti sono solo l’8%.
Ecco quindi che ben presto tornerà chiaro a tutti che solo l’indipendenza del Veneto costituisce una reale alternativa alla schiavitù italiana. E con tale cambio di paradigma si ricomincerà a ragionare sulle modalità per ottenerla.
È bene quindi fin d’ora indicare il percorso, in modo da evitare di imboccare nuovamente vicoli ciechi, come nel caso dell’indizione di un nuovo referendum di indipendenza da parte del consiglio regionale.
È bene allora porsi una domanda: ma è realmente necessario che la regione Veneto indica un referendum di indipendenza e che solo dopo una conseguente vittoria referendaria si possa ottenere l’indipendenza?
La risposta è no. Infatti i percorsi pratici (e pacifici) per l’indipendenza di un popolo possono essere i più vari. Nel caso del Veneto probabilmente è più indicato un percorso analogo a quello che portò la Cecoslovacchia a separarsi tra Repubblica Ceca e Slovacchia. Ovvero un accordo politico, che potrà nascere nell’ambito più conveniente al momento.
In tale ottica deve leggersi l’opportunità che ci si presenta davanti con le prossime elezioni regionali, ove il candidato presidente Riccardo Szumski potrà giocare un ruolo fondamentale. Plebiscito.eu come già annunciato appoggia Riccardo Szumski presidente del Veneto e perseguirà una piattaforma programmatica concreta che ci porterà all’indipendenza del Veneto, costituendo le premesse operative per portarci a un accordo politico con lo stato italiano per ottenerla. Tale accordo sarà vantaggioso per tutte le parti e ben presto si aprirà una finestra storica in cui i vantaggi di tale sbocco saranno ben visibili a tutti.
Nelle prossime settimane entreremo nel dettaglio di tale proposta di programma da parte di Plebiscito.eu e che potrà essere condivisa con tutte le anime del movimento indipendentista veneto.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
PLEBISCITO.EU: RICCARDO SZUMSKI È IL PRESIDENTE IDEALE DEL VENETO
Gianluca Busato: “Zaia parolaio inconcludente sull’autonomia. Il coraggio istituzionale del Sindaco di Santa Lucia di Piave unito alla sua concretezza di amministratore amato dai cittadini lo rendono il candidato perfetto per avvicinarci all’indipendenza del Veneto, unica alternativa al disastro italiano”
– COMUNICATO STAMPA –
[Venezia, 19 giugno 2020] – Come più volte constatato, l’attuale situazione in cui versa il territorio veneto è molto grave a causa dell’assoggettamento allo stato italiano, che si trova in crisi profonda e per molti versi irreversibile sotto il piano sanitario, economico, sociale e giuridico.
L’incapacità e l’inadeguatezza a tutelare la salute dei cittadini dimostrata dallo stato italiano durante questa emergenza dovuta al pericolo da contagio da coronavirus covid-19 è solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai colmo.
La situazione è gravissima e da un punto di vista finanziario per famiglie e imprese del Veneto il prossimo futuro sarà ancora più drammatico, con prospettive già per l’autunno di numerose chiusure di attività, di fallimenti e conseguente difficoltà sul lato dell’occupazione e della mancanza di redditi.
Il prodotto interno lordo pro-capite del Veneto stava timidamente cercando di risalire negli ultimi anni, pur non riuscendo ancora a riportarci ai livelli precedenti al 2010. Ora con ogni probabilità ci troveremo di fronte a una grave recessione che riporterà il pil a livelli degli anni’ 90 se non peggio, con una perdita che potrebbe essere tra il 10 e il 20%, al di là delle ottimistiche previsioni governative.
A piovere sul bagnato saranno le probabili scellerate decisioni governative di attaccare i risparmi privati tramite la collocazione di “titoli pubblici di guerra” (per citare l’ultraottuagenario presidente della Consob Savona) oppure tramite l’imposizione di una tassa patrimoniale, o di altri strumenti coercitivi quali prelievi forzosi sui conti correnti dei risparmiatori e delle imprese.
È quindi evidente a tutti che il Veneto ha bisogno di un’accelerazione verso la propria indipendenza, che è l’unica via di uscita concreta per risolvere le problematiche attuali e future e consentirci di sottrarci all’abbraccio mortale di uno stato fallito e parassitario oramai irriformabile.
In tale prospettiva, Plebiscito.eu, il movimento per l’indipendenza del Veneto che ha saputo imporre la questione veneta all’attenzione del mondo intero grazie all’indizione del Plebiscito Digitale del 2014, oggi vede con grande favore l’azione portata avanti dal sindaco di Santa Lucia di Piave Riccardo Szumski.
Il comune di Santa Lucia di Piave fu infatti uno dei municipi che nel 2014 approvò l’indizione del referendum di indipendenza del Veneto e il fatto che Riccardo Szumski ne abbia riconosciuto la validità dei risultati oggi lo pone come persona di sicura ispirazione nel panorama civico del Veneto.
Riccardo Szumski è un sindaco e un politico pragmatico, popolare, di buon senso, dedito al fare, un medico, amato dai suoi concittadini e da un numero sempre maggiore di cittadini veneti grazie sia alla sua concretezza amministrativa sia al suo coraggio istituzionale, civico e politico che lo rende un esempio per tutti.
Per tale ragione Plebiscito.eu ritiene che oggi Riccardo Szumski sia il candidato ideale alla presidenza della regione Veneto e aderisce senz’altro al suo appello di entrare a far parte delle Unità di Resistenza Veneta sia come movimento sia a livello individuale di attivisti e simpatizzanti che condivideranno tale scelta. Plebiscito.eu pertanto aiuterà Riccardo Szumski nel territorio per rafforzare la sua organizzazione e permettere di affrontare le prossime sfide elettorali in tutto il Veneto, a cominciare dalle prossime elezioni regionali e comunali.
Plebiscito.eu ovviamente resterà perfettamente attivo come movimento e fondamentale catalizzatore per dare al Veneto una visione che ci possa permettere di entrare nel futuro da protagonisti a tutela del benessere, coniugando innovazione e capacità di intraprendere. Noi siamo consapevoli che i grandi cambiamenti avvengono quando vi sono le condizioni storiche favorevoli: è allora che i regimi cadono, i sistemi economici collassano e le persone scelgono in maggioranza di cambiare, sempre più spesso pacificamente e senza violenza alcuna e ciò che fino a prima pareva impossibile, poi ad un certo punto diviene l’unica soluzione ragionevole e concreta.
Gianluca Busato, presidente di Plebiscito.eu ha dichiarato: “Sul piano della presunta riforma dell’autonomia del Veneto, Zaia si è dimostrato un parolaio inconcludente e il suo partito nazionalista è il primo avversario della volontà di cambiamento del Veneto. Notiamo con piacere invece che il coraggio istituzionale dimostrato dal Sindaco di Santa Lucia di Piave Riccardo Szumski unito alla sua concretezza di amministratore amato dai cittadini lo rendono il candidato presidente perfetto per avvicinarci all’indipendenza del Veneto, unica alternativa al disastro italiano. C’è chi dice che l’indipendenza del Veneto sia impossibile, ma chi mai avrebbe potuto pensare negli anni ’70 e ’80 che Germania est e ovest potessero riunirsi nuovamente? Oppure che la Jugoslavia cessasse di esistere e che dalle sue ceneri nascessero Slovenia, Croazia, Serbia e tutti gli stati balcanici indipendenti che hanno quindi visto ottenere la propria indipendenza? Viene allora da pensare che se è crollata addirittura una superpotenza come l’Unione Sovietica, perché mai lo stato italiano dovrebbe esistere per sempre?”.
Ufficio Stampa Plebiscito.eu
L’INDIPENDENZA DEL VENETO È UN’UTOPIA, O È FORSE L’IPOTESI PIÙ PROBABILE?
Nel momento in cui il futuro dell’Italia pare segnato, non è forse il momento in cui diventano possibili anche i cambiamenti più incredibili?
Molti osservatori ritengono che impegnarsi per l’indipendenza del Veneto sia una inutile perdita di tempo, in quanto tale obiettivo sarebbe impossibile da raggiungere: “non succederà mai” dicono. La prima osservazione che ci sentiamo di fare è che questa era stata la diagnosi anche in merito a grandi cambiamenti che nel frattempo sono avvenuti in tutto il mondo. Solo per citare alcuni esempi, dalla caduta dell’apartheid, alla fine dell’Unione Sovietica, all’indipendenza di molti stati, che dal secondo dopoguerra ad oggi sono triplicati in numero sono infatti moltissimi gli eventi che la storia recente ha visto accadere contro le previsioni negative dei più prima che accadessero.
In realtà, quando vi sono le condizioni storiche favorevoli, gli eventi anche di grande portata avvengono, i regimi cadono, i sistemi economici collassano e le persone scelgono in maggioranza di cambiare, sempre più spesso pacificamente e senza violenza alcuna.
Ciò che fino a prima pareva impossibile, poi ad un certo punto diviene l’unica soluzione ragionevole e concreta. Con il senno di poi gli osservatori allora faranno la gara a commentare ciò che nel frattempo è avvenuto contro le loro previsioni di qualche tempo prima.
Chi infatti mai avrebbe potuto pensare negli anni ’70 e ’80 che Germania est e ovest potessero riunirsi nuovamente? Oppure che la Jugoslavia cessasse di esistere e che dalle sue ceneri nascessero Slovenia, Croazia, Serbia e tutti gli stati balcanici indipendenti che hanno quindi visto ottenere la propria indipendenza? Viene allora da pensare che se è crollata addirittura una superpotenza come l’Unione Sovietica, perché mai lo stato italiano dovrebbe esistere per sempre?
Se a tali considerazioni si aggiunge il fatto che la stessa Italia pare godere di tutto fuorché di buona salute e di grande equilibrio allora forse anche le previsioni più pessimistiche rispetto alla possibilità di ottenere l’indipendenza del Veneto dovrebbero essere riviste al rialzo.
Altri osservatori poi commentano che rispetto all’indipendenza del Veneto sarebbe più semplice e forse auspicabile ottenere l’autonomia del Veneto, o una reale riforma federale dello stato italiano. A sorridere in tal caso siamo noi, in quanto è dalla nascita dello stato unitario italiano che ogni ipotesi di autentica riforma federalista è stata sempre sconfitta sul nascere e chi la proponeva è stato puntualmente sconfitto politicamente.
Purtroppo lo stato italiano soffre di alcune malattie congenite che impediscono a priori la nascita di un sistema federale. È molto più probabile e semplice in effetti che un territorio come il Veneto possa ottenere l’indipendenza piuttosto che la maggioranza dei parlamentari italiani approvi la reale autonomia del Veneto, rinunciando nel contempo agli strumenti facili facili di cui gode per attuare politiche di stampo elettoralistico. Anzi, la malattia si è estesa proprio ai parlamentari veneti che preferiscono ottenere qualche più o meno misera mancetta elettorale per i propri collegi e gruppi di pressione e interesse, piuttosto che combattere per rivendicare il controllo delle risorse finanziarie prodotte dal proprio territorio. In realtà l’autonomia del Veneto si è trasformato in uno slogan vuoto semplice che può essere brandito dai politici veneti per indicare il nemico nei parlamentari di altre regioni del sud, che nel frattempo hanno imparato il giochetto e lo hanno fatto proprio inveendo contro i politici del nord.
In questo momento storico l’Italia appare sussidiata dalle istituzioni europee, la Banca Centrale Europea con le proprie politiche di Quantitative Easing, e ora anche l’Unione Europea, con l’annunciato Recovery Fund, oltreché con altri strumenti finanziari. È un segreto di pulcinella il fatto che tali strumenti siano a tempo e non potranno di certo durare all’infinito e che anzi i nodi italiani irrisolti di una produttività sempre più in crisi, di un debito pubblico insostenibile e di una curva demografica che non lascia speranza alcuna per il futuro si aggraveranno sempre di più anche favoriti da tali politiche che favoriscono la sempre maggiore irresponsabilità delle classi dirigenti italiane.
Sarà allora che il “too big to fail” (= troppo grande per fallire) come d’incanto si trasformerà in “too big to save” (= troppo grande per essere salvato) e lo stato italiano potrà diventare una zavorra insostenibile anche per l’Europa.
In quel momento, se tutto non sarà distrutto, vi potrà essere un momento magico in cui il Veneto potrà giocare le proprie carte e assicurare quella stabilità che nessun altro potrà o vorrà assicurare, mercanteggiando la propria permanenza in Europa con l’indipendenza. È una finestra temporale storica che si potrà aprire tra non molto tempo e che se saremo abili potremo utilizzare, nell’interesse di tutte le parti.
In tale scenario, che è tutto fuorché improbabile, anzi probabilissimo, potrà verificarsi l’indipendenza del Veneto, ad esempio con un percorso di tipo “ceco-slovacco”, ovvero con un accordo che avverrà, perché converrà a tutti, al Veneto, ovviamente, ma anche all’Europa e all’Italia, che potranno in tal modo evitare una crisi dagli effetti imprevedibili. E più in generale converrà anche a livello globale, perché una crisi europea non conviene proprio a nessuno.
È vero, in termini teorici ciò potrebbe essere evitato se nel frattempo in Italia si formasse una classe dirigente preparata, adeguata e responsabile che mettesse mano alle riforme in modo serio. Ma se dobbiamo fare un semplice calcolo di probabilità, questa ci pare proprio l’opzione più estrema e assurda e anzi sconsiglieremo chiunque dal perdere tempo nel perseguire un’ipotesi così irrealistica come quella di salvare l’attuale Italia dal suo fallimento strisciante culturale, economico e sociale. Era molto più probabile che restasse in piedi l’Unione Sovietica.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu