COVID-19, IL VENETO FACCIA DA SÉ
Se l’Italia non saprà attuare sistemi efficaci per contenere il coronavirus, il Veneto adotti i modelli di successo di Sud Corea, Taiwan, Singapore, Hong Kong e Israele
In questi giorni di quarantena generale forzata possiamo approfittarne per non trovarci ancora impreparati il prossimo 4 aprile quando tutti speriamo possa concludersi. Se infatti nel frattempo avremo raggiunto il picco e la curva di contagiati nel tempo iniziasse a discendere, forse potranno essere allentate alcune misure di sicurezza. In tal caso però il rischio che l’epidemia possa ripartire non sarebbe assolutamente eliminato. Come infatti riporta uno studio pubblicato nella celebre rivista scientifica Lancet, esiste una probabilità del 50% che possa innestarsi un’epidemia a partire da soli 4 casi in un determinato territorio. E ciò vale per noi a maggior ragione, in quanto siamo senz’altro distanti anche solo da ipotesi di raggiungimento dell’immunità di gregge.
Cosa faremmo allora in tal caso? Bloccheremmo tutto di nuovo? Con conseguente continuato stress sanitario, sociale, economico, finanziario?
O forse non conviene approfittare di queste 3 settimane per iniziare a prepararci e a predisporre un altro modello di contenimento per ovviare a tale situazione?
Perché nel frattempo non imparare dai Paesi che hanno dimostrato di saper contenere il diffondersi e soprattutto la letalità del virus, che in Italia, e soprattutto in Lombardia, appare francamente eccessiva e preoccupante? A parte infatti altre sue cause, o concause, che andranno capite probabilmente a bocce ferme, sicuramente ad elevare la letalità contribuisce lo stress del sistema sanitario e la saturazione (o quasi) del numero di unità di terapia intensiva.
Per ovviare a tutto ciò alcuni Paesi hanno adottato strategie alternative. Parliamo ad esempio di Sud Corea, Taiwan, Singapore, Hong Kong e Israele.
Azione molto veloce, test estensivi con alto numero di tamponi il più possibile mirati (condotti in drive-in, senza far uscire le persone dall’auto) e tracciamento geolocalizzato, con uso di applicazioni su smartphone hanno permesso infatti il contenimento e la focalizzazione delle azioni di confinamento dei contagiati, senza dover procedere al blocco totale del Paese.
Ecco come fanno i tamponi i tedeschi. Sono partiti forse dopo, ma ora si sono organizzati. #COVID19 pic.twitter.com/xLy4erkYGA
— Gianluca Busato ?☠️????????? ?? (@gianlucabusato) March 12, 2020
Anche i paventati timori di abuso della privacy degli utenti sono del tutto infondati in quanto stiamo parlando di servizi anonimi che proteggono l’identità delle persone.
In tal modo il virus diventa un po’ meno un morbo nero che non sappiamo dove possa essere e sempre più un fenomeno circoscritto nello spazio e nel tempo, geolocalizzato grazie all’uso della tecnologia e di sistemi che si avvalgono dell’utilizzo estensivo da parte degli utenti.
Nei giorni scorsi già abbiamo mostrato la web app predisposta dal sistema sanitario di Singapore, qualche giorno fa il Sistema Sanitario della Sud Corea ha invece illustrato ai media internazionali le chiavi di successo del modello da loro adottato.
???South Korea Press Conference Summary 030920 #COVID19
“Korea has faced difficulties w #COVID19 as the previous model of isolation/quarantine no longer seemed feasible.
Rather, we believe that we have created a new model fit for a pandemic in a globalized world.” /1
— Hannah Nam MD (@HannahNamMD) March 11, 2020
In questi giorni diversi accademici e professionisti hanno invano cercato di convincere il governo italiano a scegliere la strada dell’innovazione tecnologica e digitale adottata da diversi Paesi con successo, ma tutto si è rivelato inutile e il massimo che lo stato italiano è stato in grado di produrre è stato un modulo cartaceo di autodichiarazione, classico esempio di mostro partorito dal burosauro tricolore.
Il modello Singapore contro il virus: quick action, extensive testing, and relentless tracking. L’esatto contrario degli USA, scrive @techreview del #MIT. E’ stato inutile e frustrante segnalarlo, da subito, alla politica italiana, che resta sorda, cieca e goffa. @AlfonsoFuggetta https://t.co/Oey81GXwhk
— C.A. Carnevale-Maffè (@carloalberto) March 12, 2020
In realtà queste tecnologie possono anche essere lanciate direttamente dalla Regione Veneto, se solo volesse farlo. Le competenze ci sono, resta quindi da chiedersi se c’è la volontà politica di dimostrarsi più efficienti nel contenimento del virus senza per forza dover bloccare ogni attività.
Se in queste tre settimane l’Italia non saprà attuare sistemi efficaci per contenere il coronavirus, sia allora il Veneto ad adottare i modelli di successo di Sud Corea, Taiwan, Singapore, Hong Kong e Israele.
Nel momento forse più difficile della nostra storia recente, dimostriamo con i fatti che siamo degni della nostra indipendenza e che da soli facciamo prima e facciamo meglio.
Gianluca Busato
Plebiscito.eu
CORONAVIRUS E DATI: SINGAPORE MOLTO MEGLIO DELL’ITALIA
Un piccolo stato indipendente di 5,5 milioni di abitanti come Singapore tutela meglio la salute dei cittadini di uno stato fallito 20 volte più grande
In questi giorni di piena emergenza da Coronavirus Covid-19 si fa un gran parlare della esigenza di centralizzare la gestione della sanità a livello statale, strappandola alle regioni. Ma le cose stanno esattamente così? È proprio vero che la gestione centralizzata a Roma della sanità tutelerebbe al meglio la salute dei cittadini?
Nell’era della modernità forse il miglior modo di capirlo è vedere come oggi vengono monitorati i dati che provengono dal territorio: questo infatti è il più tangibile vantaggio che una gestione centralizzata comporterebbe rispetto alla situazione attuale. Di per sé la raccolta dei dati non comporta alcun trasferimento di competenze, ma semplicemente l’indicazione della struttura dei dati che dalle aziende sanitarie locali devono essere raccolti tramite indagini sui pazienti e quindi trasmessi al centro in un paio di passaggi, prima a livello regionale e quindi a livello statale.
Ebbene, oggi scopriamo che a parte alcuni dati generici a livello centrale non vengono assolutamente raccolti dati più approfonditi e che nessuno ci aveva pensato.
Lo scrive su Facebook il prof. Michele Boldrin (Joseph J. Hoyt Distinguished University Professor in Economics presso Washington University in St. Louis):
“I dati (in questione, ndr) non esistono. Per lo meno nessuno li raccoglie centralmente e non sono disponibili. Non ci avevano pensato”.
Allora siamo andati a vedere come si comporta un altro stato, indipendente e molto più piccolo dell’Italia, molto più vicino geograficamente all’epicentro della crisi scoppiata in Cina: parliamo di Singapore, che ad oggi ha dimostrato di aver saputo contenere molto meglio dell’Italia sia il contagio sia la letalità del virus.
Bene, Singapore pubblica su internet un approfondito e aggiornato pannello (“dashboard”) ove vengono mostrati tutti i casi (anonimizzati) conosciuti di infezione, l’ospedale che cura ogni persona e la topologia reticolare dei portatori (i contatti che ciascuno ha avuto), con analisi approfondite per ciascun caso.
Sito del Sistema Sanitario di Singapore: https://co.vid19.sg/
Ecco spiegato perché un piccolo stato indipendente come Singapore, con un numero di abitanti simile al Veneto, tutela molto meglio la salute dei suoi cittadini rispetto ad un burosauro inefficiente e parassitario come lo stato italiano, che invece mette a repentaglio tutti noi. Mentre il mondo affronta la crisi del coronavirus Covid-19 con le armi dell’intelligenza artificiale, dei big data, dell’innovazione tecnologica in genere, lo stato italiano manda a combattere il virus i nostri medici e infermieri con le scarpe di cartone, per parafrasare un classico del disgustoso patriottismo tricolore.
Anche il Veneto indipendente potrebbe tutelare la salute dei suoi cittadini molto meglio di quanto oggi non faccia l’Italia. Ora affrontiamo l’emergenza sanitaria al meglio, con l’opera meritoria di tutti gli operatori sanitari in prima linea. Ma poi affrontiamo anche la questione delle questioni per assicurarci un futuro di serenità: l’indipendenza del Veneto.
Gianluca Busato
Plebiscito.eu
CORONAVIRUS E SCUOLE CHIUSE: GOVERNO ALLO SBANDO
I politici italiani si nascondono dietro agli scienziati. Che però dicono cose diverse dalle loro.
Ieri il governo ha deciso di chiudere le scuole per 15 giorni facendosi scudo dell’opinione espressa dagli scienziati. Oggi però apprendiamo da diversi organi di informazione (La Stampa, Repubblica, solo per citarne alcuni) che non esisterebbe alcun parere positivo in tal senso espresso dagli esperti del comitato scientifico, che anzi si sarebbero pronunciati in modo diverso. La Stampa titola infatti: “Gli scienziati contrari allo stop alle scuole: Misura inutile se non prolungata nel tempo”.

Senza quindi entrare nel merito della scandalosa sceneggiata sui tempi della comunicazione che ha tenuto banco per tutta la giornata di ieri, emerge che la chiusura delle scuole è stata una scelta squisitamente politica del governo italiano, che avrebbe ora il dovere di spiegare ai cittadini le reali ragioni della stessa, visto che con tutta evidenza non appaiono di natura scientifica.
Tale manfrina è l’ennesima, che si aggiunge alla disastrosa gestione della crisi coronavirus da parte dei politici italiani, tanto al governo quanto nelle regioni. Assistiamo infatti da settimane a continui balletti: un giorno toni apocalittici, il giorno dopo invece si deve tornare alla normalità. Scuole chiuse, poi aperte, poi chiuse. Stadi chiusi, poi aperti, poi chiusi. A parte l’evidente superficialità che emerge – e questa non è una novità – la cosa che più ci preoccupa è l’evidente assenza di qualsiasi piano strategico di gestione della crisi. Un piano che preveda cosa fare ora, nelle prossime settimane e dopo che l’emergenza sanitaria avrà raggiunto il suo picco critico.
Tutto ciò mentre avvengono anche cose strane, tipo la chiusura dei centri privati per ragazzi disabili, cosa nemmeno prevista nel decreto del governo. Siamo allo sbando totale, come dice qualcuno.
Intanto chiudono centri privati per ragazzi disabili e non è previsto nel decreto. Per badare a un ragazzo disabile a casa non basta una baby sitter comune. Sbando totale. Per i disabili problemi amplificati.
— Vitalba Azzollini (@vitalbaa) March 5, 2020
P.S. astenersi da commenti tipo: “giusto, i disabili sono più fragili”
Con questi chiari di luna della classe supposta dirigente noi cittadini, le imprese, i professionisti, i lavoratori, chi ogni giorno si sobbarca sulle spalle il peso di un sistema sempre più in degrado, cosa dovremmo fare?
Noi veneti, prima spennati come pagatori di tasse e ora schifati quali untori, cosa dovremmo imparare dall’attuale situazione?
Penso sia sempre più chiaro – ancor più oggi con la crisi del coronavirus Covid-19 – che restare a far parte del sistema-paese Italia sia un lusso che non possiamo più permetterci. Fino a ieri lo potevamo sostenere dal punto di vista economico, oggi è chiaro che ne va anche della nostra sopravvivenza fisica.
Meglio l’indipendenza del Veneto.
Gianluca Busato
Plebiscito.eu
Attivati per l'indipendenza!
Online il nuovo sito web di Plebiscito.eu
Come avrete potuto notare abbiamo rinnovato il sito internet di Plebiscito.eu, raggiungibile all’indirizzo https://plebiscito.eu. Il rinnovo riguarda sia la veste grafica sia l’organizzazione dei contenuti.
Nella testata potete trovare il modulo di iscrizione alla newsletter, il menù di navigazione principale, i link ai nostri social e il bottone per le donazioni.
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Un’altra sezione successiva invece riporta agli articoli aggiornati con maggiore continuità, ove i lettori possono intervenire con i propri commenti. Ben volentieri Plebiscito.eu inoltre si rende disponibile a pubblicare contenuti di qualità che dovessero essere inviati. Per proporre i vostri contenuti, scrivete direttamente alla redazione via email a info@plebiscito.eu. A fianco potete trovare altri riquadri colorati con rimando ad altre attività ed informazioni.
Segue quindi una ricca sezione con le Ragioni dell’Indipendenza, ove viene riportato il programma e il manifesto di Plebiscito.eu.
Nel pié di pagina infine oltre a richiamare alcune funzioni generali di utilità, trovate anche il link ad alcuni prodotti e donazioni disponibili nell’e-shop.
Ci auguriamo che il nuovo sito possa diventare uno strumento utile e piacevole e che ci permetta di agevolare la nostra marcia verso l’indipendenza del Veneto.
Ufficio Web – Plebiscito.eu

“IL NORD DERUBA IL SUD”. BUONA INDIPENDENZA A TUTTI.
Il direttore del “Quotidiano del Sud” Roberto Napoletano qualche tempo fa era diventato famoso per il suo coinvolgimento nelle inchieste giudiziarie sul Sole 24 Ore, di cui era direttore all’epoca, per false comunicazioni sociali e non erano sfuggite alle cronache nemmeno le sue principesche note spese. Oggi il fantomatico direttore riesce in un altro “miracolo”, ovvero sostenere che in realtà non sia vero che il sud viene mantenuto dal nord, bensì che siano proprio le regioni del nord a sottrarre risorse al Mezzogiorno. Egli stima addirittura tale “furto” in circa 61,5 miliardi di euro annui nel triennio 2014/2016.
Come ha già commentato Dario Stevanato, professore ordinario di diritto tributario, Università di Trieste, verrebbe da dire “ci hanno scoperti”.
Ci hanno scoperti pic.twitter.com/XGtW0WuA4V
— Dario Stevanato (@d_stevanato) February 26, 2020
Questo si aggiunge alle dimostrazioni di affetto dimostrate verso i veneti da molte persone e amministrazioni del sud, con la chicca di Pietro Amatuzzo, sindaco di Malvito, comune di 1736 abitanti in provincia di Cosenza, che ha emesso un’ordinanza (poi parzialmente modificata) con cui ha disposto il divieto di ingresso sul territorio comunale per veneti e lombardi, pena l’arresto.
Giunti a questo punto, considerato che grazie alla tremenda scoperta dell’impareggiabile Roberto Napoletano viene meno anche la sospetta e unica particolare forma di affetto che l’Italia vantava per i veneti, ovvero l’amore per i nostri soldi, si può ben dire che viene meno anche qualsiasi altra ragione per restare uniti oltremodo e continuare a vessare i poveri cittadini delle regioni meridionali, specie ora che siamo anche infetti con il coronavirus.
Diamo quindi loro la piena indipendenza dal Veneto e dalla Lombardia e, nel contempo, noi veneti ce ne staremo buoni buonini nella nostra Repubblica Veneta indipendente, senza più sfruttare il povero sud Italia.
Plebiscito.eu
P.S.: leggetevi di seguito una chicca con l’anteprima dell’introduzione del libro di Napoletano…
