IL VENTO DELL’INDIPENDENZA RIPRENDE A SOFFIARE IMPETUOSO DAL KURDISTAN ALLA CATALOGNA, MENTRE SI INGROSSA IL FIUME CARSICO DELLA LIBERTÀ ANCHE IN VENETO
Mentre in Europa e nel mondo si apre una nuova stagione di referendum di indipendenza, nel Veneto parte la costruzione dello stato indipendente di fatto, grazie alla forza superiore dell’economia e della tecnologia
In questi giorni il vento dell’indipendenza ha ripreso a soffiare con forza impetuosa, dopo la grande stagione dei referendum di autodeterminazione che si sono tenuti nel 2014 in Veneto (digitale), in Scozia (ufficiale e riconosciuto anche dal governo centrale) e in Catalogna (consultivo).
Ora sono il Kurdistan e ancora la Catalogna a dare il via a una nuova stagione di libertà, grazie alla celebrazione di nuovi referendum di indipendenza che si terranno rispettivamente il 25 settembre e il 1° ottobre.
In questi giorni che anticipano tali eventi si scatenano le reazioni di ogni parte. In particolare dei governi degli stati centrali che cercano in ogni modo di esorcizzare il diritto di autodeterminazione dei popoli, sancito nello stesso statuto delle Nazioni Unite all’art. 1 c. 2.
Da una parte abbiamo l’Iraq, che sul piano concreto può fare poco per bloccare la volontà di indipendenza del Kurdistan (affidandosi solo ai tentativi di altri stati che minacciano di non riconoscere il risultato, oppure a tentativi di dividere i curdi), in quanto il governo regionale del Kurdistan ha il controllo di fatto sul territorio, conquistandosi l’indipendenza sul campo dopo aver più di tutti combattuto per la sconfitta dello stato islamico.
Dall’altra invece c’è la Spagna che con il proprio governo centrale e la corte suprema sta cercando di bloccare a tutti i costi, in modo antidemocratico e con l’uso di minacce poliziesche inverosimili su larga scala, persino agli oltre 700 sindaci che hanno già dichiarato di sostenere il diritto di decidere dei catalani.
Proprio il tentativo disperato del governo spagnolo fa emergere un’altra importante considerazione sul punto. Ovvero che se il referendum in un qualche modo verrà celebrato, esso cambierà lo stato anche giuridico della Catalogna, in quanto sarà un fatto concreto avvenuto e certificato e ciò rappresenta la quintessenza dell’aderenza al diritto internazionale, che è appunto un diritto di fatto.
Questa base è la stessa che anima il progetto di piena indipendenza del Veneto che Plebiscito.eu ha avviato con la realizzazione del Cripto-Stato, portando la sfida non più solo sul territorio veneto, ma anche nel regno delle informazioni. Ciò procede in parallelo alla costruzione di uno scheletro economico indipendente dallo stato italiano e agganciato a dinamiche di sviluppo internazionale, approfittando dei grandi cambiamenti geopolitici e macro-economici in corso.
Il fiume carsico dell’indipendenza del Veneto sta insomma continuando a scavare la propria base profonda prima di riemergere anche nel territorio veneto in forma travolgente e non controllabile dallo stato italiano, pur sempre con metodi democratici e civici, ma basati sulla forza superiore dell’economia e della tecnologia, come dimostreremo anche questa sera in occasione dell’evento “Le Nuove Vie della Seta, il Veneto tra Cina ed Europa”, che si terrà a Grantorto (PD), presso il Centro Culturale Zecchinelli in Via Roma 37 (di fronte al Municipio).
Nel corso delle prossime settimane si terranno inoltre altri importanti eventi
- Domenica 17 settembre a Trieste, Celebrazione per i 70 anni del Territorio Libero di Trieste.
- Venerdì 22 settembre a Mestre (VE), seduta del Parlamento Provvisorio della Repubblica Veneta, che esprimerà la propria solidarietà al Kurdistan e alla Catalogna.
- Giovedì 12 ottobre ad Asolo (TV), presso la “Fornace dell’Innovazione”, prossimo evento “Le Nuove Vie della Seta, il Veneto tra Cina ed Europa”.
Oltre ad essi sono in programmazione almeno altri due eventi per la presentazione di una nuova iniziativa che sarà annunciata nei prossimi giorni.
Cari veneti, dimostriamo pertanto con la nostra partecipazione a questi eventi in programma che la volontà di indipendenza del Veneto è sempre maggioritaria e travolgente, nonostante i vili tentativi dei servi di Roma di convertirla nella più docile e inutile autonomia farlocca.
Facciamo soffiare forte anche nella nostra terra il vento impetuoso dell’indipendenza che ha ricominciato a soffiare forte in Europa e nel mondo.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
UNA GRIGLIA IOT PER PREVENIRE I DANNI DA INONDAZIONI E CREARE MODELLI 3D DI PREVISIONE E PREVENZIONE DEI DISASTRI
L’innovazione tecnologica può contenere drasticamente il rischio idrogeologico. Nel Veneto indipendente tali soluzioni saranno adottate in modo sistemico.
I recenti casi di tragedie da esondazioni come quello di Livorno diventano sempre più frequenti e ogni anno assistiamo alla sequela di polemiche e di imprese eroiche di volontari che ahinoi avvengono sempre dopo drammatiche vicende.
Il rischio idrogeologico cresce continuamente parallelamente alla inadeguatezza dei sistemi per un suo corretto e soddisfacente piano di contenimento.
Crediamo sia giunto il momento di creare una vasta rete che permetta la rilevazione precisa in tempo reale della portata di tutti i fiumi e una corretta e puntuale mappatura delle aree di esondazione che sia derivata non da previsioni approssimative, bensì sulla base di dati puntuali e con granularità adeguata e aggiornata nel tempo. Ciò oggi è possibile grazie alla tecnologia IoT (Internet of Things, “Internet delle Cose”) e a piattaforme specializzate come FeelGrid, realizzata dall’azienda che ho fondato.
Tale piattaforma si basa su una tecnologia ibrida di misurazione tramite rilevazioni basate su ultrasuoni e pressione dell’acqua, con infrastruttura di sensori a bassa potenza particolarmente adatta per il monitoraggio in aree estese. L’analisi combinata di tali dati misurati su più sensori di rilevazione nella stessa sezione e in più punti lungo il percorso di un fiume permette la definizione e il calcolo di modelli tridimensionali precisi del flusso e del livello dell’acqua, nonché una definizione delle aree di esondazione, non solo limitata ai perimetri, ma anche alla profondità dell’acqua nelle aree di golena. Ciò avviene in modo dinamico, per consentire un calcolo che sia non solo preciso in un dato istante, ma anche adeguato alla sua evoluzione temporale. Tali modelli, personalizzati per ogni permettono un’adeguata attività di previsione alla luce delle condizioni che mutano in modo dinamico e con frequenza inedita.
L’utilizzo di tale soluzione trova già applicazione nel Regno Unito, come ad esempio nell’area di Oxford.
Queste tecnologie sono applicate in diversi campi, come ad esempio nell’agricoltura, per calcolare il consumo dell’acqua per irrigazione (flusso e volumi). Oppure nelle costruzioni, per opere speciali, come ad esempio i tunnel, per i quali si necessita di capire quanto sia il livello dell’acqua in prossimità delle opere. Sempre collegandoci a una notizia di questi giorni, l’utilizzo preventivo della nostra tecnologia FeelGrid basata su IoT avrebbe permesso di evitare il crollo della galleria della Pedemontana Veneta in costruzione a Castelgomberto, in provincia di Vicenza.
Ciò che più dispiace infine in giornate come queste segnate dalla tragedia è proprio che invece di leggere le consuete cronache tristi e strappalacrime sugli “angeli del fango” e su terribili disastri, non possiamo invece raccontare di come sia stata applicata con successo una tecnologia sviluppata con successo (e disponibile a costi ridicoli).
Anche perché queste cose le stiamo predisponendo in stati diversi dall’Italia, con successo e con esempio di lungimiranza che qui è del tutto assente, nonostante i 7 miliardi di euro stanziati come fondo per le alluvioni, di cui ne sono stati spesi poco più di 100 milioni.
Quante tragedie, quanti morti dovranno ancora esserci prima di fare un passo deciso verso l’innovazione tecnologica responsabile?
Senz’altro il Veneto indipendente installerà una griglia completa di sensori che potranno permetterci di mappare dinamicamente il rischio idrogeologico e di creare modelli tridimensionali di interpretazione e previsione anche degli eventi più catastrofici.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
QUALE FUTURO PER IL VENETO, STRETTO TRA REFERENDUM-BURLA E IGNORANZA TECNOLOGICA?
Alla vigilia di un inutile appuntamento referendario di puro interesse elettoralistico appare con evidenza l’inadeguatezza dell’intera classe dirigente veneta che non sa dare alcuna risposta sensata alle sfide del presente e del prossimo futuro
Capiamo benissimo che l’intento di Zaia e della lega sia solo di tipo elettoralistico, mentre quello del pd veneto sia quello di non farsi sradicare del tutto da ProseccoLand, ma, quanto meno per finta, uno dovrebbe cercare di capire cosa questi signori vorrebbero darci ad intendere in previsione (e soprattutto a seguito) del referendum-burla sull’autonomia farlocca che nella migliore quanto utopistica tra le ipotesi servirebbe solo a rafforzare il potere dei partiti italiani in Veneto.
Qual è il modello insomma che questi signori hanno in mente per il futuro del Veneto?
Mentre Russia, Cina e Stati Uniti d’America mostrano i muscoli sull’intelligenza artificiale, sulle ICO (Initial Coin Offering), sull’Internet of Things ed altre amenità sconosciute a Palazzo Balbi, cosa ne pensano, se ne pensano, i nostri baldi eroi veneti, da Luca Zaia a Simonetta Rubinato, passando per i mille nani che calcano la scena politica regionale, o i rampolli di buona famiglia, tipo i vari Matteo Marzotto, amici di Gianluca Vacchi?
Cosa pensano lorsignori per fare per aumentare, ad esempio, il numero di brevetti ad alta tecnologia registrati all’Ufficio Europeo Brevetti, che secondo le ultime statistiche disponibili su Eurostat ci vedono fermi a quota 3.915, ben lontani ad esempio dai 92.437 dell’Oberbayern o dai 136.56 del Noord-Brabant o dai 79.817 di Karlsruhe?
L’altro ieri Vladimir Putin ha affermato che la nazione che guiderà la ricerca sull’intelligenza artificiale sarà anche quella che di fatto governerà il mondo, facendo poi rispondere a Elon Musk che la competizione sulla superiorità in tale campo a livello di nazioni potrebbe portare allo scoppio della Terza Guerra Mondiale.
China, Russia, soon all countries w strong computer science. Competition for AI superiority at national level most likely cause of WW3 imo.
— Elon Musk (@elonmusk) September 4, 2017
Bene, qual è il piano strategico degli attuali governanti del Veneto, che vorrebbero avere maggiore autonomia, in termini generici, su un punto che ben presto farà la differenza tra chi conta e chi è contato? Non è accettabile che un leader politico possa definirsi tale se non ha uno straccio di consapevolezza di cosa si stia parlando!
L’Estonia, che già offre un programma di residenza digitale a chiunque nel mondo, qualche giorno fa ha lanciato l’idea di adottare delle criptomonete chiamate estcoins, anche allo scopo di finanziare la crescita della propria “nazione digitale” attraverso un’ICI (Initial Coin Offering, proprio ieri bandite dalla Cina). Noi lo abbiamo annunciato ancora a dicembre 2016 per la Repubblica Veneta Digitale e prima della fine dell’anno daremo pubblicamente il via alle danze. Abbiamo iniziato proprio questa settimana lo sviluppo informatico delle API (Application Programming Interface, che costituiscono una sorta di dna dell’applicazione di cripto-stato) e entro fine anno apriremo le registrazioni al pubblico al Cripto-Stato Veneto. La più importante caratteristica della Repubblica Veneta Digitale sarà la totale protezione delle identità dei suoi residenti digitali, attraverso un’anonimizzazione totale degli utenti in ogni processo e transazione.
Lo sviluppo del Cripto-Stato è solo la punta di diamante di una strategia che mira a fare della Venetia un riferimento assoluto nel campo dell’intelligenza artificiale, dotandola di una tecnologia proprietaria entro un periodo di 5-10 anni, per ridare alla Serenissima Repubblica Veneta un futuro degno del nome che si è conquistato nel suo glorioso passato. A questo scopo abbiamo dato il via a un centro di ricerca e sviluppo che tra l’altro avrà il compito di supportare la nascita di nuove attività imprenditoriali grazie all’azione della comunità d’affari sinergica che abbiamo creato.
Nel frattempo ci piacerebbe capire che cosa invece intendano fare coloro che oggi pensano di ricevere consensi travolgenti su un progetto referendario di autonomia che, per usare un eufemismo, ha il piccolo difetto di dover passare attraverso le forche caudine del governo e del parlamento, che dovrà approvare una legge dello stato per dare una qualche forma alle volontà ben note del Popolo Veneto.
Non si è inoltre ancora ben compreso come questi signori intendano muoversi e cosa intendano fare, per cambiare solo un po’ la prospettiva, per intercettare le grandi opportunità per il Veneto che possono derivare dalle Nuove Vie della Seta, il piano Marshall che prevede la costruzione di nuovi grandi corridoi di comunicazione intercontinentale via terra e via mare tra Asia ed Europa e che vede proprio Venezia e il Veneto hub strategico dello snodo mare-terra tra Asia, Mediterraneo ed Europa. Non è infatti dato sapere nemmeno di una singola dichiarazione di lorsignori su un tema che sta plasmando un nuovo equilibrio geopolitico e macroeconomico. Così come le uniche affermazioni su un altro versante, il CETA, il trattato di libero scambio tra Unione Europea e Canada, sono all’insegna del populismo più becero e della disinformazione più assoluta, che hanno la piccola controindicazione di mettere a grave rischio l’interesse economico del Veneto, per puro calcolo elettoralistico (malfatto) di brevissimo termine.
Insomma, una volta finito di vendere e bere il prosecco e dopo aver fatto l’occhiolino ai ciarlatani del no-vax, quale futuro ha in mente per la nostra terra l’attuale classe politica e industriale veneta? Se, come pare a giudicare dalle loro dichiarazioni e “piani” svelati, vi siano solo le bollicine, senza neanche voler considerare poi le tracce della loro azione del recente passato, dal Mose alla Pedemontana, per finire con le Banche Venete, forse a noi veneti conviene proprio costruirci una classe dirigente totalmente nuova e non compromessa con lorsignori.
Chi vorrà avere un assaggio di cosa ci riserverà il futuro del Veneto, potrà farlo partecipando al prossimo evento pubblico “Le Nuove Vie della Seta, nel nome di Marco Polo. Il Veneto tra Asia ed Europa”, serie che stanno riscuotendo molto successo. Il prossimo appuntamento è per giovedì 14 settembre alle 20.30 a Grantorto (PD), presso il Centro Culturale Zecchinelli in Via Roma 37 (di fronte al Municipio).
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
GRANTORTO – 14 SETTEMBRE: LE NUOVE VIE DELLA SETA, NEL NOME DI MARCO POLO. IL VENETO TRA ASIA ED EUROPA
Dopo il successo degli eventi di Noventa di Piave e Oderzo, nuovo incontro pubblico di Plebiscito.eu sulle grandi opportunità che emergono per il Veneto dai grandi cambiamenti globali in corso
Continua la serie di eventi pubblici “Le Nuove Vie della Seta, nel nome di Marco Polo. Il Veneto tra Asia ed Europa”, che stanno riscuotendo molto successo di pubblico.
Il prossimo appuntamento è per giovedì 14 settembre alle 20.30 a Grantorto (PD), presso il Centro Culturale Zecchinelli in Via Roma 37 (di fronte al Municipio).
Dopo il successo registrato nei primi due eventi della serie organizzati a Noventa di Piave ed Oderzo, Plebiscito.eu presenterà lo stato dell’arte del nostro progetto politico: vi descriveremo anche quali sono i grandi cambiamenti geopolitici e macroeconomici in corso, che vedono Venezia e il Veneto rappresentare il cardine dei nuovi corridoi di commercio internazionale delle Nuove Vie della Seta e il ruolo da protagonisti che in essi recitiamo, in splendida solitudine.
Come già sperimentato con successo nel corso dei precedenti incontri, non parleremo solo delle Nuove Vie della Seta, o Belt and Road Initiative secondo l’ultima loro declinazione, ma anche di altri grandi progetti geostrategici quali per esempio il CETA, il trattato di libero scambio tra Unione Europea e Canada, che apre al Veneto altre enormi possibilità di sviluppo e di relazioni.
Stiamo vivendo un momento di grande cambiamento degli equilibri globali che dall’ultimo dopoguerra avevano delineato il quadro in cui vivevamo. Oggi non è più così ed è bene capire qual è la direzione intrapresa e prepararsi ad intercettare le grandi opportunità che ne deriveranno. Ciò vale a maggior ragione se si considera il drammatico vicolo cieco in cui si è infilato lo stato italiano, ormai condannato da una incontrovertibile crisi sistemica economica, sociale e morale a un declino senza speranze che impone ai cittadini veneti di trovare la via più opportuna per un futuro di benessere.
Ciò implicherà prima di tutto la nostra indipendenza economica, di fatto e quindi come logica conseguenza anche la piena libertà di decidere del nostro destino di Repubblica Veneta indipendente, per poter prendere le scelte strategiche necessarie a tutela dei nostri interessi e per un progetto di crescita sostenibile per tutti.
La posta in gioco è molto alta e Plebiscito.eu presenterà cosa è stato fatto in questi tre anni da quando abbiamo deciso di avviare il nostro progetto strategico di indipendenza, che trae forza proprio dal ritrovato ruolo di baricentro di Venezia e del Veneto, tra Asia ed Europa, tra nord e sud del mondo.
L’invito a partecipare è rivolto a tutti.
Ufficio Eventi – Plebiscito.eu
L’ITALIA TOGLIE LA DIGNITÀ AGLI ANZIANI (E RIEMPIE I GIOVANI DI DEBITI)
Nonostante un aumento della spesa pubblica destinato alla popolazione anziana, il suo utilizzo è privo di reali effetti per chi soffre maggiormente. Solo l’indipendenza del Veneto potrà cambiare la situazione
Lo stato italiano ha la popolazione più vecchia d’Europa. E questo si sapeva. Il 21,4% dei cittadini ha più di 65 anni, contro una media europea di 18,5 anni. La tendenza inoltre è verso un invecchiamento ancora più consistente, con una stima istat che vede arrivare a quota 22 milioni i cittadini con più di 65 anni, quasi un terzo dell’intera popolazione. Anche la spesa pubblica italiana come noto ne risente e ciò costituisce uno dei fattori che la pone fuori controllo.
Ciò però non si traduce in servizi adeguati alle persone anziane. Secondo l’Irccs Inrca (l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico per anziani) infatti l’Italia è l’unico grande paese europeo a non aver riorganizzato in modo soddisfacente il suo sistema di assistenza agli anziani. Con il risultato che il peso delle cure ricade in gran parte sui privati, sulle famiglie, con oltre un milione che dedicano molta parte del giorno all’assistenza di parenti non più autosufficienti. Gli esiti di ciò possono essere drammatici anche dal punto di vista economico, tanto che secondo il Censis circa 561.000 famiglie hanno dovuto metter mano ai propri risparmi, se non vendere la casa o fare debiti per far fronte a tale drammatica situazione.
Inoltre, dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi 2016 emerge come oltre il 70% degli anziani abbia un reddito complessivo inferiore a 14.600 euro netti. Se consideriamo che in media una badante in regola costa medio 15 mila euro l’anno, si può ben capire come ciò sia ben al di fuori della portata della grande maggioranza dei nostri anziani.
Anche la soluzione della residenzialità appare sempre più una chimera. La rata mensile media di una struttura privata è di circa 3-4000 euro al mese. Nelle strutture pubbliche la quota a carico dell’assistito è di circa la metà, ma in tal caso il problema principale è costituito dalla possibilità di accedervi. I posti letto disponibili in 5 anni hanno infatti subito un taglio netto del 23,6%.
Ci chiediamo pertanto se i veneti che tanto hanno dato allo stato italiano, con un prelievo fiscale forzoso di oltre 20 miliardi all’anno che non tornano sul territorio in nessuna forma, oggi possano essere sottoposti a un tale sacrificio indecoroso.
Chi si oppone all’indipendenza del Veneto, prima di tutto si oppone alla dignità dei veneti. E tra questi vanno annoverati coloro che hanno organizzato un referendum-farsa su una falsa autonomia del Veneto priva della leva fiscale.
Plebiscito.eu