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Categoria: news

L’INDEPENDENT: “PERCHÉ L’ECONOMIA ITALIANA È VICINA AL COLLASSO”

L’INDEPENDENT: “PERCHÉ L’ECONOMIA ITALIANA È VICINA AL COLLASSO”

22 Giugno 2016 9 Comments in editoriali news

Un’economia contratta, sistemi bancari inadeguati, un settore pubblico congestionato e la corruzione dilagante indicano chiaramente che l’Italia si trova ad affrontare un futuro travagliato.

banche-crisiRiportiamo di seguito la traduzione di un articolo pubblicato ieri sull’Independent, che riporta un ritratto impietoso quanto esaustivo sul drammatico stato in cui versa l’economia italiana.

Ora che il Movimento Cinque Stelle è rappresentato anche dal sindaco di Roma, il primo ministro italiano Matteo Renzi probabilmente potrebbe capire cosa voleva dire Benito Mussolini quando affermava: “Governare gli italiani non è impossibile, è semplicemente inutile”. I tentativi di riforma di Renzi non hanno dato il risultato sperato.

L’economia in Italia si è ridotta di circa il 10 per cento dal 2007, mentre il paese ha sopportato una tripla recessione. La capacità produttiva è regredita ai livelli di oltre un decennio fa. La disoccupazione complessiva è di circa 12-13 per cento, con la disoccupazione giovanile intorno al 40 per cento. Consumi ed investimenti sono inconsistenti.

Il danno è a lungo termine: con ben il 15 per cento della capacità industriale italiana distrutta, crollano di conseguenza l’occupazione e il potenziale di crescita. Le piccole-medie imprese sono sempre state il punto di forza dell’economia italiana, ora invece hanno subito una contrazione a causa della scarsità di vendite, della redditività in calo e della mancanza di finanziamenti.

L’Italia ha un avanzo commerciale del 1,9 per cento, invertendo un certo numero di anni di deficit. La variazione riflette il deterioramento dell’economia italiana piuttosto che un cambiamento nella sua posizione commerciale

I problemi del sistema bancario hanno aggravato la contrazione. Le banche italiane hanno una sofferenza di circa 150-200 miliardi di € di crediti inesigibili o dubbi, situazione che ha rivelato l’esistenza di capitale e riserve inadeguati. A differenza delle controparti nel Regno Unito e negli Stati Uniti, le banche italiane non hanno voluto o non hanno potuto attrezzarsi per affrontare il problema qualitativo delle risorse. Il più recente tentativo (dal nome altisonante Atlante) è sotto-finanziato e mal concepito, capace solamente di di sostenere alcune banche più deboli e poco più,  a scapito delle imprese più solide.

Ciò ha limitato la fornitura di credito all’economia. Le grandi aziende possono utilizzare i capitali dei mercati per finanziarsi ma questa opzione è meno raggiungibile per le piccole e medie imprese che sono invece cruciali per l’occupazione e l’attività. La mancanza di disponibilità di credito, combinata alla deformazione della struttura industriale, costituirà il limite per qualsiasi possibilità di recupero in Italia.

Il debito totale dell’economia reale (governo, famiglie e imprese) è di circa il 259 per cento del PIL, in crescita del 55 per cento dal 2007. Questa è una sottostima delle passività reali, in quanto non tiene conto degli obblighi pensionistici e sanitari non finanziati. Il debito delle famiglie è basso, rispetto a quanto si riscontra in altri stati vicini e concorrenti. Gli investimenti internazionali netti a riguardo sono del -32 per cento del PIL, livello superiore a quello della Spagna (-92 per cento) e del Portogallo (-100 per cento).

Nonostante il suo impegno per la riforma fiscale, l’Italia ha un deficit di bilancio corrente del 3 per cento. Il debito pubblico è di 2.4 migliaia di miliardi di dollari, circa il 140 per cento del PIL. Lo stato italiano paga i suoi fornitori in costante ritardo, in un gioco delle tre carte elaborato per abbassare i livelli di debito complessivo dell’Italia e placare l’UE e gli investitori. Vi è una cifra stimata di 160 miliardi di dollari di tasse non riscosse ogni anno, il terzo tasso più alto in Europa occidentale.

Se la crisi del debito dell’Euro-zona è stata un fattore, i problemi più critici dell’Italia sono nell’economia che é cresciuta troppo poco dopo l’introduzione dell’euro nel 1999.

I mercati del lavoro, eredità del potere del Partito comunista italiano radicato sin dal dopoguerra, sono estremamente rigidi, con alti costi del lavoro e molteplici ostacoli alle fasi di assunzione e licenziamento dei lavoratori. Uno schema di governo di lungo corso impone allo Stato di pagare i lavoratori licenziati fino all’80 per cento del loro stipendio normale, mentre il loro datore di lavoro ristruttura l’azienda. Inoltre, anche i miglioramenti della produttività sono lenti a manifestarsi.

L’economia in Italia è sempre più sbilanciata verso i produttori di fascia alta, come ad esempio quelli di prodotti di lusso e di manifattura avanzata, i quali beneficiano della domanda proveniente dai mercati emergenti. Altri settori, come ad esempio quello delle automobili standard, degli elettrodomestici e dei tessuti/indumenti a basso prezzo hanno trovato difficoltà a competere con la concorrenza dei produttori aventi sede proprio in quegli stessi mercati attualmente emergenti.

Il crollo del mercato degli elettrodomestici o degli indumenti incarnano perfettamente il declino economico in Italia. Nel 2007, l’Italia, una volta leader mondiale nel settore, ha prodotto 24 milioni di elettrodomestici. Nel 2012, questo livello è sceso a 13 milioni. La produzione di lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi e cucine è scesa rispettivamente del 52 per cento, 59 per cento, 55 per cento e 75 per cento. I costruttori italiani hanno spostato la produzione in paesi a basso costo, con conseguenti grandi perdite di posti di lavoro. Questi sviluppi hanno aumentato il divario tra il Nord industrializzato ed il Mezzogiorno, il termine tradizionale per riferirsi alle regioni meridionali, il quale compete con le economie emergenti in settori sensibili al prezzo.

Ci sono altri problemi strutturali. Negli studi della Banca Mondiale, l’Italia si posiziona 65esima su 189 paesi per la facilità di fare affari. Infrastrutture risalenti al secondo dopoguerra hanno bisogno di rinnovamento, poiché in quanto inadeguate rallentano le principali economie. I costi energetici sono elevati: l’Italia spende meno del 5 per cento del PIL per l’istruzione, a fronte di una spesa media del 6,3 per cento in tutta l’OCSE. Nella fascia di età compresa tra 25 e anni 34, coloro i quali hanno completato gli studi superiori sono il 21 per cento, a fronte di una media del 39 per cento in tutta l’OCSE.

L’elefantiaco settore pubblico italiano e la sua burocrazia sono leggendari. Il gettito fiscale e altri ricavi sono pari a circa il 46 per cento del PIL. Secondo la Banca Mondiale, l’effettivo onere fiscale delle imprese italiane è di circa il 65 per cento. La media europea è di circa il 41 per cento, con solo la Francia (64 per cento e la Spagna (58 per cento), in una simile gamma. La Svizzera e la Croazia, entrambe situate vicino all’ Italia hanno tassi d’imposta rispettivamente del 29 per cento e del 20 per cento. Ciò devia gli investimenti lontano dall’ Italia. Ogni anno, l’Italia promulga circa 100 nuove leggi fiscali per le attività commerciali.

La dimensione del libro paga governo non si sposa con la qualità dei servizi pubblici erogati. L’ esecuzione di un contratto dura circa tre anni rispetto a una media OCSE di 18 mesi. Le cause civili in Italia richiedono più di otto anni per essere chiuse, in Germania meno di tre anni.

Il Business italiano non è molto migliore: dominato da un gruppo di imprese monopolistiche o oligopolistiche ben collegate fra loro (che, citando l’autore Alan Friedman “si auto-congratulano e si auto-alimentano”), dinastie e saloni, storicamente focalizzate attorno a figure come Gianni Agnelli di Fiat e Enrico Cuccia, fondatore di Medio Banca. Complesse partecipazioni aziendali incrociate assicurano che la sorveglianza esterna sia minima ed una molto elevata resistenza al cambiamento.

Transparency International colloca l’Italia 69esima su 175 paesi nei livelli percepiti di corruzione pubblica, paragonandola a Romania, Grecia e Bulgaria. Anche l’indicatore della Banca Mondiale per il controllo della corruzione e del World Economic Forum colloca l’Italia in modo negativo su parametri relativi all’etica ed alla corruzione. Il Fondo monetario internazionale ritiene che la corruzione italiana sia un problema serio. Un certo numero di figure aziendali italiane di spicco si trovano ad affrontare continue accuse di appropriazione indebita e procedimenti per violazione delle norme, mettendo in evidenza la portata del problema.

Il costo della corruzione, sotto forma di aumento dei costi con conseguenti perdite economiche, è stato stimato dalla Corte dei conti italiana in circa 60 miliardi di € l’anno, corrispondenti al 4 per cento del PIL del paese. Inoltre, la corruzione genera propri incentivi economici che riducono la produttività potenziale, gli investimenti ed infine la crescita, senza la quale i problemi del debito in Italia minacciano di sopraffare la nazione.

Nonostante il peso di problemi, il desiderio di cambiamento è limitato. Gli italiani preferiscono i “pannicelli caldi”, cioè i piccoli rattoppi. Le riforme radicali sono per gli Anglosassoni o i Teutonici, non per gli italiani.

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BUON COMPLEANNO PLEBISCITO.EU CLUB!

BUON COMPLEANNO PLEBISCITO.EU CLUB!

18 Giugno 2016 2 Comments in editoriali news

club

Un anno fa un gruppo di imprenditori e investitori veneti hanno dato il via al proprio impegno anche economico per la costruzione di un innovativo progetto atto a portare anche in Veneto i benefici dei nuovi sistemi di capitali privati come il venture capital.

Era la sera del 18 giugno 2015 e a Villa Braida a Mogliano Veneto nasceva Plebiscito.eu Club, la business community veneta che ha per scopo la creazione di una rete di relazioni privilegiate e di carattere riservato per la condivisione di progetti economici e il coinvolgimento in opportunità imprenditoriali e di lavoro di portata internazionale, con particolare focus all’interesse dei territori che nei vari momenti della storia hanno visto l’insediamento e l’influenza della cultura Veneta, delle sue personalità e delle sue libere espressioni.

In un anno abbiamo fatto tanta strada e ora sono nati due nuovi soggetti giuridici, entrambi con sede legale a Capodistria, oggi in Slovenia e storicamente terra istro-veneta, parte della Serenissima e dell’Unione Europea: Plebiscito.eu Club e il Club Imprenditori Veneti nel mondo.

Presto altre organizzazioni collegate prenderanno vita e operatività, dando forma a uno straordinario network operativo di soggetti contraddistinti da oggetti sociali e ambiti d’azione che permettono la creazione di sinergie fondamentali per il supporto a progetti imprenditoriali che necessitino di finanziamento, consulenza organizzativa, industrializzazione, commercializzazione e internazionalizzazione.

La rete della business community nata solo un anno si arricchisce sempre più dell’apporto dei soci stessi e delle loro professionalità e imprese, che ne costituiscono le partnership strategiche.

Il Club è il luogo ideale di condivisione di progetti e nuove idee imprenditoriali. Da un lato la riservatezza è un tratto distintivo che accomuna ogni singolo socio, che al momento dell’iscrizione ha firmato un patto di riservatezza che lo impegna alla segretezza su tutte le informazioni cui accede, dall’altro la disponibilità di sinergie e collegamenti strategici permette di valutare al meglio le potenzialità progettuali e accompagnare l’imprenditore-socio in ogni fase preliminare e implementativa della propria idea. Dall’analisi, al planning, dagli aspetti societari al finanziamento, dalla commercializzazione all’industrializzazione e sino all’internazionalizzazione di ogni progetto che venga ritenuto interessante.

Il Club può valutare anche progetti che vengano proposti da imprenditori non iscritti in caso di particolare interesse e compatibilità con lo scopo associativo.

Il Club attraverso proprie procedure codificate effettua una prima valutazione di progetti di business, che abbiano caratteristiche di innovazione e redditività adeguate. Dopo una prima analisi congiunta con l’imprenditore, o il gruppo di imprenditori, il Club, tramite i propri organi valutativi, effettua quindi la propria libera scelta su quali iniziative ritiene meritorio promuovere fattivamente. In tal caso, il Club attiva gli altri soggetti del proprio network strategico di partnership e relazioni per favorirne le fasi attuative. I progetti esaminati possono essere proposti direttamente da soci del Club, o tramite imprenditori che siano referenziati direttamente da soci del Club. Prima di entrare nel merito valutativo di ogni progetto, gli organi preposti del Club effettueranno una approfondita due diligence su ogni proponente. Ogni progetto ritenuto valido dal Club vedrà quindi l’assegnazione di un mentor che sarà un socio del Club, scelto in base a criteri di competenza, meritocrazia e opportunità.

Quando un progetto proposto supera la prima fase valutativa, esso viene quindi inviato all’esame dei partner professionali che rientrano nel network strategico ed operativo del Club. Il mentor del progetto avrà il compito di interfaccia con il Club, fatte salve le policy prescelte di privacy e riservatezza.

Buon compleanno Plebiscito.eu Club!

Ufficio comunicazione – Plebiscito.eu

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MONORCHIO, UN BUROSAURO ITALIANO SI MUOVE NELL’OMBRA A VICENZA

MONORCHIO, UN BUROSAURO ITALIANO SI MUOVE NELL’OMBRA A VICENZA

15 Giugno 2016 4 Comments in editoriali news

Quale è il ruolo nel crack delle popolari venete dell’ex strapagato ragioniere dello stato italiano, vice presidente della Banca Popolare di Vicenza, che propose di istituire un’ipoteca del 10% su tutte le case degli italiani per ridurre il debito pubblico?

monorchioNello scandalo delle banche popolari venete e in particolare della Banca Popolare Vicentina si parla solo ed unicamente di Zonin, che oggi è costretto a starsene ben lontano da Vicenza. Non si è mai detto nulla invece del Vice Presidente, che dal 2011 è sempre lo stesso: Andrea Monorchio.

Chi è Andrea Monorchio? È la classica figura di burosauro italiano, ma forse anche peggio.

Nato a Reggio Calabria nel 1939, è stato ragioniere dello stato dal 1989 al 2002.

Vediamo un elenco molto parziale delle sue cariche prestigiose:

  • Professore ordinario di Contabilità di Stato presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università di Siena.
  • Docente di Economia della spesa pubblica presso la Facoltà di Economia della Libera Università Internazionale degli Studi Sociali (LUISS).
  • Docente presso l’Accademia della Guardia di Finanza nella materia di Contabilità di Stato a partire dall’anno accademico 1996-1997.
  • Dal 1o settembre 1989 al 30 giugno 2002 XVII Ragioniere generale dello Stato.
  • Dal 1o luglio 2002 al 19 settembre 2014 Presidente della Società CONSAP Concessionaria dei servizi assicurativi pubblici S.p.A.
  • Dal 9 dicembre 2002 Presidente della Società Infrastrutture S.p.A.
  • Dal mese di gennaio 2005
  • Componente del COMITATO GARANTI Maremoto in Asia.
  • Presidente dei Collegi sindacali di ENI S.p.A., Fintecna S.p.A., Telespazio S.p.A.
  • Consigliere di amministrazione dell’ISCONA – Istituto di Contabilità Nazionale.
  • Componente del Comitato Scientifico della Rivista Economia Italiana e Review of Economic Conditions in Italy.
  • Coordinatore del Comitato Scientifico THE Ageing Society.
  • Componente del Comitato Direttivo del CERMEF – Centro di Ricerca sui Mercati Finanziari.
  • Componente della Commissione Scientifica “Osservatorio Giordano dell’Amore”.
  • Nel settembre 2006 viene chiamato dal presidente della Regione Calabria Agazio Loiero a ricoprire la carica di advisor nella nuova giunta regionale per quanto riguarda la consulenza in materia economica.
  • Dal 2011 e Vice Presidente della Banca Popolare di Vicenza.

Egli fu il famoso “genio” che ebbe l’idea bolscevica di istituire una ipoteca del 10% sulle case degli italiani per ridurre il debito pubblico.

A parte tali idee strepitose e a parte incassare il compenso che immaginiamo corredato di diversi zero alla fine e prima della virgola, quale è stato il suo ruolo nella bomba atomica socio-economica scatenata dalla Banca Popolare di Vicenza, il cui crack azionario assieme a quello di Veneto Banca pesa 19 miliardi di euro, più di quello della Parmalat?

Perché il suo nome non compare mai, pur pure avendo rivestito per lungo tempo un ruolo istituzionale di fondamentale importanza nell’istituto vicentino da molti anni a questa parte? Perché non ha fatto nulla, oppure perché ha fatto troppo?

Nel primo caso restituisca i compensi immeritati, nel secondo sia chiamato a rispondere delle sue azioni (o inazioni).

Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu

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L’ITALIA FRENA, IL VENETO RIPARTE CON IL  VENTURE CAPITAL E IL PROGETTO DI INDIPENDENZA DI PLEBISCITO.EU

L’ITALIA FRENA, IL VENETO RIPARTE CON IL VENTURE CAPITAL E IL PROGETTO DI INDIPENDENZA DI PLEBISCITO.EU

12 Giugno 2016 2 Comments in editoriali news

Gianluca Busato annuncia a Verona la nascita di due soggetti giuridici con sede legale a Capodistria che costituiranno i primi strumenti operativi della business community dei veneti residenti e nel mondo.

IMG_4624[Verona, 12 giugno 2016] – In una sala gremita dell’SHG Hotel di Verona oggi Plebiscito.eu ha presentato lo stato dell’arte nell’attuazione del progetto moderno di indipendenza del Veneto.

Nel corso della giornata è stato spiegato il ricco quadro di azioni che comprende iniziative sul fronte politico, economico, tecnologico, organizzativo e sociale.

Da un punto di vista dell’azione in corso, nel momento in cui batte più forte la crisi socio-economica e i terribili effetti del degrado ben visibile nel Veneto oppresso dal peggiore inferno civile e fiscale del mondo occidentale, Plebiscito.eu, l’organizzazione che ha ideato e gestito il Referendum di indipendenza del Veneto che il 16-21 marzo 2014 ha visto votare a favore dell’indipendenza l’89,10% degli oltre 2,36 milioni di elettori veneti, oggi è entrata nella fase di maturità nella definizione di tutti gli strumenti di libertà che permetteranno l’emancipazione delle terre venete e la ripresa di un ciclo virtuoso della nostra economia.

Oltre al rendiconto sull’azione in corso da parte della responsabile dell’organizzazione Marzia Taschetto, il convegno ha visto, tra gli altri la presentazione da parte del musicista Marco Barolo di un progetto di rinascita delle arti e della cultura Venete nella nuova Repubblica di San Marco, portando l’esempio di una scuola di musica moderna sull’esempio di Berklee.edu, Mi.edu e di Mi-japan.com e l’illustrazione da parte dell’arch. Silvio Caoduro di come le grandi città interessate dal progetto infrastrutturale transcontinentale delle Nuove Vie della Seta si stiano preparando ad intercettare i grandi cambiamenti geopolitici e macroeconomici in corso. Gli esempi non mancano: per citarne alcuni, Guangzhou (Cina), Jakarta (Indonesia), Colombo (Sri Lanka), Il Cairo (Egitto), Istanbul (Turchia).

Sul piano politico, Plebiscito.eu ha dato il via a una petizione popolare di supporto al Ricorso in preparazione da parte della Repubblica Veneta, da sola, o in collaborazione con altri stati, contro lo stato italiano, presso la Corte Internazionale di Giustizia dell’Onu con sede a L’Aja.

Da un punto di vista tecnologico, è stata illustrato l’avanzamento nello sviluppo e della criptomoneta veneta e del Cripto-Stato, la complessa infrastruttura informatica, basata su tecnologia blockchain, che permetterà di erogare servizi ai cittadini che vi aderiranno, liberandoli dalla cappa del peggiore inferno fiscale e civile del mondo occidentale. A tal proposito, si è inoltre annunciato che, al fine di estendere la base popolare interessata alla nuova Repubblica Veneta, oltre alla carta servizi e di identità digitale, necessaria per accedere al Cripto-Stato, che è già possibile prenotare on line, entro 7-10 giorni saranno aperte le iscrizioni per ricevere anche un documento cartaceo di identità e di iscrizione all’anagrafe della Repubblica Veneta digitale, che avrà un costo di 15 euro.

Durante l’evento, Gianluca Busato ha annunciato inoltre la nascita di due nuovi soggetti giuridici, entrambi con sede legale a Capodistria, oggi in Slovenia e storicamente terra istro-veneta, parte della Serenissima e dell’Unione Europea.


Un primo soggetto è proprio Plebiscito.eu Club, la business community nata poco meno di un anno fa, il 18 giugno 2015 a Villa Braida, da un gruppo di imprenditori e investitori veneti che si sono impegnati anche economicamente nella costruzione del progetto atto a portare anche in Veneto i benefici dei nuovi sistemi di capitali privati come il venture capital.

Il secondo soggetto giuridico annunciato da Gianluca Busato è il Club Imprenditori Veneti nel mondo, che intende estendere la portata della propria progettualità economica agli oltre 7 milioni di Veneti di nascita o di origine che non risiedono in Veneto. La naturale forza ed espressione della dinamicità, della cultura e della capacità sociale ed economica della comunità veneta nel mondo costituisce un punto di forza fondamentale che permetterà a tutti i veneti di godere dei benefici che l’appartenenza al Club potrà garantire.

Entrambi i Club hanno per scopo la creazione di una rete di relazioni privilegiate e di carattere riservato per la creazione di progetti economici e il coinvolgimento in opportunità imprenditoriali e di lavoro di portata internazionale, con particolare focus all’interesse dei territori che nei vari momenti della storia hanno visto l’insediamento e l’influenza della cultura Veneta, delle sue personalità e delle sue libere espressioni.

Gianluca Busato ha dichiarato: “i numeri confermati anche in questi giorni da Istat e Ocse confermano la peggiore crisi socio-economica dal dopoguerra per l’Italia e, per quanto più ci riguarda, per il Veneto oppresso dal burosauro statale. In questo momento la scelta è tra l’iscriversi nella lista di coloro che affrontano il grave momento piangendo e lamentandosi oppure supportare l’azione concreta di Plebiscito.eu che ha intrapreso la logica del fare. A cominciare dal proprio progetto di emancipazione economica attraverso il venture capital. Gli attori economici istituzionali italiani e veneti hanno bruciato la fiducia dei cittadini e bruciato i loro soldi. Oggi i cittadini, gli imprenditori e gli investitori hanno finalmente un’alternativa per costruire il proprio futuro di libertà e indipendenza”.

Ufficio Stampa – Plebiscito.eu

 

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AIUTIAMO I VENETI IN CRISI

AIUTIAMO I VENETI IN CRISI

7 Giugno 2016 3 Comments in editoriali news

Aderisci alla squadra di assistenza di Plebiscito.eu. Domenica 12 giugno a Verona la presentazione (SHG Hotel, ore 9.30).

conv1Entra a far parte della squadra che ha portato la questione veneta all’attenzione del mondo, dedicandoti alle attività di assistenza ai veneti in crisi.

Oggi l’Istat ci dice che l’economia italiana è in frentata. La domanda sorge spontanea: come si può frenare da fermi??

Sistema bancario ko, scarsa produttività, debito pubblico, disoccupazione e andamento demografico sono i fattori che stanno bloccando ogni speranza di crescita in Italia e purtroppo in Veneto forse anche di più.

L’impatto di tali fattori, unito alla predazione vorace di uno stato oramai al collasso ha colpito e sta colpendo enormemente il Popolo Veneto.

Se da un lato è fondamentale trovare la via d’uscita dall’attuale drammatica situazione, dall’altro è imperativo organizzarsi per dare sollievo alla popolazione veneta colpita.

Per tale ragione Plebiscito.eu ha deciso di potenziare una struttura dedicata a ciò, separandola dalle altre attività, in quanto essa richiede un focus particolare.

I compiti di tale organizzazione saranno, ad esempio:

  • sostenere i soggetti non fallibili sovraindebitati (persone fisiche, aziende agricole, piccole imprese) a riscattarsi, anche con l’utilizzo delle agevolazioni di legge
  • aiutare chi è vittima fiscale dello stato e di equitalia con consulenze sui contenziosi tributari
  • aiutare chi ha praticato l’obiezione fiscale con le pratiche e i ricorsi
  • aiutare le persone che hanno perso il lavoro a ritrovarlo
  • fare attività di volontariato per sostenere persone in difficoltà
  • raccogliere cibo e oggetti di prima necessità per chi si trova in situazione di estremo disagio
  • organizzare attività di beneficenza e caritatevoli per

Per permettere a questa organizzazione di poter operare, serve il contributo di tutti. Siamo quindi a chiedere alle persone che possono contribuire di mettersi a disposizione come attivisti dedicati specificamente a tale attività.

Progetto 12Giu_VRSarà molto utile il contributo anche di professionisti che possano coadiuvare la nostra organizzazione, permettendo un’assistenza pro bono a chi ne ha la necessità.

Domenica prossima 12 giugno a Verona presso l’SHG Hotel (inizio ore 9.30) spiegheremo come uscire dalla crisi economica con il progetto moderno di Plebiscito.eu, il movimento che ha saputo portare la questione dell’indipendenza del Veneto all’attenzione del mondo e presenteremo anche l’organizzazione dedicata specificatamente all’assistenza dei Veneti in crisi.

Per aderire fin da subito alla squadra di assistenza e supporto di Plebiscito.eu, compila il modulo seguente.

    Adesione come attivista di Plebiscito.eu per l'assistenza ai veneti in crisi.

    Con la seguente dichiarazione sottoscritta, dichiaro la mia volontà di partecipare come attivista di Plebiscito.eu a titolo gratuito per l'assistenza ai veneti in crisi.

    Con la sottoscrizione della presente, ai sensi del D.Lgs. 196/2003 (legge sulla “privacy”) autorizzo Plebiscito.eu al trattamento dei miei dati personali secondo le modalità indicate nella nota informativa pubblicata all'indirizzo web https://plebiscito.eu/privacy

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