NASCE A TREVISO IL COORDINAMENTO DEGLI INDIPENDENTISTI E DEI LEGALITARI
Il nuovo soggetto presenterà le proprie liste in tutti i territori oggi oppressi dallo stato italiano. i primi portavoce sono Carlo Vivarelli, Vito Potenza e Gianluca Busato
[Treviso – 12 aprile 2017] – Domenica 9 aprile a Treviso si è tenuta la prima riunione dopo la costituzione (del 4 febbraio scorso) del Coordinamento Informale dei Movimenti Indipendentisti e Legalitari.
Il nuovo soggetto costituisce un soggetto informale di coordinamento tra i movimenti e i partiti indipendentisti di vari territori italiani ed europei, mentre i suoi obiettivi, che verranno creati e strutturati nel tempo, potranno essere formali, ma sempre con adesione volontaria di ciascun singolo movimento.
Il coordinamento nasce con una logica di apertura all’adesione di altri movimenti che siano in linea con i suoi principi.
Nel corso della prima riunione si è deciso di creare il sito internet del coordinamento, con dominio indleg.com (indipendentisti e legalitari) e di adottare quale simbolo un cerchio raffigurante l’Europa.
Il coordinamento tra le altre cose presenterà le proprie liste elettorali nel corso delle prossime elezioni a ogni livello, a cominciare dalle prossime elezioni ammmistrative di giugno in Toscana in cui si presenterà il Partito Indipendentista Toscano.
Proprio il candidato sindaco nel comune di San Marcello Piteglio (PT) e segretario del Partito Indipendentista Toscano Carlo Vivarelli è uno dei tre portavoce scelti dal Coordinamento, assieme a Vito Potenza, presidente di Popular Assembly Project nel Territorio Libero di Trieste e Gianluca Busato, presidente di Plebiscito.eu.
Carlo Vivarelli ha dichiarato: “il Partito Indipendentista Toscano vuole affermare con le sue politiche una nuova visione dell’Europa e del mondo che si basi sul riconoscimento delle nazioni non riconosciute“.
Vito Potenza ha dichiarato: “La Popular Assembly Project aderisce con vivo interesse a questo nuovo soggetto in quanto crede fermamente nella possbilità di stabilire nuovi equilibri geopolitici europei in una visione fitura nella quale i vari popoli possono ritrovare la dignità e il benessere delle quali un ssitema li ha privati“.
Gianluca Busato ha dichiarato: “la nascita del coordinamento degli indipendentisti e legalitari è un momento fondamentale per l’autodeterminazione dei popoli oppressi dallo stato italiano fallito, in quanto permetterà di attuare strategie finora impedite dal relativo poco peso politico di ciascun popolo nel contesto italiano, rispetto, ad esempio al peso proporzionale dei catalani in Spagna e degli Scozzesi in Gran Bretagna”.
Ufficio Stampa
Coordinamento – Indipendentisti e Legalitari
AL VENETO SERVE UNA NUOVA CLASSE DIRIGENTE GLOBALE
Per uscire dal provincialismo italiano è necessario creare strutture tecnologiche, organizzative, economiche e relazionali che aprano il Veneto al mondo
Mentre ripartono le tensioni nel mondo con rapidi mutamenti di fronte anche a livello internazionale, ciò che pare immutabile è la lenta agonia dello stato italiano, che ahinoi coinvolge anche il Veneto nel suo degrado senza sosta.
Oggi lo spread tra btp e bund tedeschi decennali ha toccato quota 210, il livello più alto degli ultimi 3 anni. Ovviamente i giornali italiani danno la colpa all’avvicinarsi delle elezioni presidenziali francesi e alle incognite che potrebbero emergere, in particolare se dovessero vincere candidati estremi quali Le Pen o Mélenchon. In realtà chissà perché a scontare maggiormente queste tensioni è sempre lo spread italiano e non più quello spagnolo, ad esempio. Forse perché il vero pericolo per i mercati mondiali è proprio l’Italia, come scrive oggi anche il celebre Wall Street Journal?
Le ragioni sono ben note e sono essenzialmente economiche. Che derivano da problemi più profondi, sociali e culturali. Che hanno a loro volta una precisa origine storica proprio nella genesi dello stato italiano, che oggi rivela tutta la sua fragilità e inadeguatezza alle sfide della modernità.
A tal proposito ci fa piacere vedere che ora non siamo più solo noi di Plebiscito.eu tra l’altro a vedere per il Veneto un futuro di indipendenza in un quadro globale. Abbiamo letto infatti il programma di una nuovo soggetto nato all’interno del consiglio regionale che fa capo al consigliere Guadagnini che ha cambiato casacca dopo le elezioni e che evidentemente si è ispirato anche al nostro programma, parlando di “Veneto Globale” e rifacendosi ad autori quali Parag Khanna. Che, ricordiamolo, nel suo Connectography ha citato proprio la nostra esperienza del Plebiscito Digitale e della dichiarazione di indipendenza del Veneto del 21 marzo 2014 quale esempio di azioni per l’autogoverno che possono favorire la competitività globale dei territori e delle regioni oggi sottoposte al dominio di stati centralisti.
Qual è allora la via concreta per realizzare tale programma ambizioso? Da un lato alcuni citano l’esigenza di “dimostrare di saper governare”, promuovendo la candidatura di liste elettorali comunali con la presenza di indipendentisti. Ciò può essere senz’altro utile da un punto di vista teorico, ma è altrettanto chiaro che la sua portata è limitata dal funzionamento stesso del sistema amministrativo italiano, che favorisce politiche di aumento della spesa pubblica e quindi anche della tassazione a ogni livello, anche quello regionale e locale, come abbiamo visto in questi giorni con la vergognosa introduzione della nuova tassa regionale per coprire lo sforamento di costi della pedemontana veneta. Lo stesso avviene poi a livello locale, dove prevale sempre una logica di spesa per l’acquisto di fatto del consenso.
Se quindi può andar bene ed essere giusto favorire la crescita di una classe dirigente che “faccia palestra” anche nelle istituzioni locali dello stato italiano, è altrettanto evidente che dobbiamo stare attenti che gli “esercizi” cui essa è sottoposta in tale fase di “training istituzionale” non siano del tutto inadatti a farla diventare una classe dirigente utile anche per una politica indipendentista e, più in generale, virtuosa e in linea con le esigenze di una società civile moderna.
Se così non fosse, rischiamo altrimenti di “allevare” politici per conto dei partiti italiani, che ad un certo punto faranno ciò che hanno fatto molti politici leghisti, che sono appunto diventati professionisti della politica infame italiana, con nostro grave danno, che ci ha fatto perdere almeno vent’anni e diverse occasioni storiche di libertà.
Più quindi che creare una classe dirigente italiana all’interno dei movimenti e partiti indipendentisti, credo sia necessaria selezionare, istruire, formare e motivare una classe dirigente “rivoluzionaria” indipendentista. Ovvero persone che sappiano vivere la loro eventuale esperienza amministrativa con una visione più elevata, che non li renda ostaggi della cleptocrazia italiana.
Per tale ragione, dato che tale sforzo richiederà del tempo e diverse risorse, noi diamo la priorità ad altri aspetti imprescindibili per la creazione di un modello veneto più virtuoso, che abbiamo sintetizzato come noto nelle “gambe” tecnologica ed economica della nostra organizzazione, in senso lato.
Se la componente tecnologica può risultare più semplice da intuire (si pensi solo alla portata e visibilità che proprio il Plebiscito Digitale ebbe per il solo fatto di aver fatto leva su internet), la parte economica è senz’altro più complessa da capire, ma anche più maledettamente urgente e prioritaria.
Oggi qualche prospettiva in più si è aperta con la crisi del sistema bancario veneto e italiano in generale, che ha fatto comprendere, tra le altre cose, come sia assurdo avere un sistema del credito interamente dipendente da esso. Come più volte abbiamo citato, infatti, negli Stati Uniti, ad esempio, le imprese ricavano finanziamenti dai sistemi di capitale privato (private equity, venture capital etc.) in quantità 9 volte superiori che dal sistema bancario.
La questione, inoltre, non è solo economico-finanziaria, ma anche strutturale proprio per la natura stessa che la rete imprenditoriale ed economica assume. In Italia infatti da sempre è presente una forma di capitalismo relazionale familiare e “familistico” che è del tutto deleterio e che ha causato molti danni e perdita storica di occasioni ad ogni livello. Si pensi solo a personaggi quali Montezemolo, Marcegaglia, Berlusconi, o De Benedetti, che si sono “impossessati” anche di strutture dello stato, dando forma alla più classica privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite, conferendo una inguaribile forma provinciale alla stessa Italia nel suo complesso.
È pertanto necessario dare vita quanto prima a una struttura relazionale globale che possa permettere agli imprenditori veneti di interfacciarsi direttamente con le strutture sovranazionali, bypassando i blocchi familistici presenti nello stato italico, sempre più autoreferenziale e prossimo al fallimento. Per tali ragioni è di fondamentale importanza proprio quanto sta realizzando la business community veneta di Plebiscito.eu Club.
Gianluca Busato
Presidente – Plebiscito.eu
IL COMUNE DI VENEZIA FRENA DI FATTO LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE E DI MANIFESTAZIONE DEI VENETI
L’amministrazione comunale ostacola l’evento di Plebiscito.eu del 7 aprile a Mestre per evidenti ragioni politiche. Gianluca Busato: “a Venezia si annida forse la propensione all’antidemocraticità?”
[Venezia, 28 marzo 2017] – Leggiamo con una certa sorpresa il comunicato dei rappresentanti del Comune di Venezia, che con le loro parole dimostrano – probabilmente involontariamente – di non essere ancora al corrente dello stato della pratica di autorizzazione del comizio organizzato da Plebiscito.eu per il prossimo 7 aprile in Piazza Ferretto a Mestre.
Da quanto riportato si evince infatti che chi ha ispirato il comunicato non sa nemmeno che i dettagli su planimetria e inquadramento della manifestazione sono stati da tempo inviati da Plebiscito.eu agli uffici preposti indicateci dal personale del Comune.
Così come non corrisponde al vero che non vi siano stati contatti telefonici con l’amministrazione comunale: è vero invece proprio il contrario, dato che i nostri incaricati si sono fatti carico di una pazienza infinita telefonando continuamente e più volte al giorno, fino a quando gli uffici comunali appunto ci hanno riferito per più giorni di seguito che la pratica era bloccata presso il capogabinetto.
Risulta invece amaramente vera la constatazione che solo dopo la nostra pubblica denuncia attraverso i social network di uno stallo ingiustificabile sembra che forse lo stato della pratica si sia mosso dal “caligo burocratico” veneziano.
Anche lo scarico e rimpallo di responsabilità tra uffici ci lascia un po’ allibiti, in quanto fanno pensare che il vero fine sia solo nascondere la reale responsabilità inconfessabile e che appare tutta politica.
“Sarà forse vero e vogliamo sperare – ha dichiarato Gianluca Busato – come ci assicura il comune che non sarà leso il nostro sacrosanto diritto di espressione e di manifestazione, ma di fatto ci è già stato arrecato un danno, in quanto non possiamo più gestire la comunicazione nelle modalità previste e questa è una limitazione di fatto del nostro diritto di espressione e manifestazione che non rende onore a chi l’ha causata”.
“Così come nei regimi che impediscono le manifestazioni dell’opposizione – ha commentato Gianluca Busato –, anche a Venezia forse si nascondono la propensione alla dittatura e all’antidemocraticità dell’amministrazione comunale? Noi non abbiamo paura invece di dire che dovrebbe vergognarsi chi tenta di impedire ai veneti di portare avanti una progettualità civica di fondamentale importanza mentre il sistema-paese va a picco sotto il peso del debito pubblico irresponsabile e della spesa pubblica clientelare per un infausto spendi&spandi da parte di politici fuori controllo, che sarà confermato oggi tra l’altro anche in un’altra istituzione regionale con l’irresponsabile aumento delle tasse che pagheranno solo i veneti per la Pedemontana Veneta”.
“Di fronte a tali soprusi – ha concluso Gianluca Busato –, l’indipendenza del Veneto diventa un obiettivo ancora più urgente da raggiungere attraverso l’attuazione del progetto moderno di Plebiscito.eu”.
Ufficio stampa – Plebiscito.eu
ENTRO 6 MESI SARÀ APERTA LA PREISCRIZIONE GRATUITA AL CRIPTO-STATO VENETO
Presto annunceremo alcuni passaggi importanti nella realizzazione del Cripto-Stato Veneto, la complessa struttura informatica che stiamo progettando per disintermediare i cittadini veneti rispetto allo stato italiano.
Una prima importante novità può già essere annunciata: ovvero l’accesso gratuito al registro di cittadinanza che sarà aperto on line. Esso permetterà di accedere a tutte le funzioni civiche di base che saranno nel tempo attivate, in particolare i servizi anagrafici, elettorali e di consultazione/collaborazione documentale.
Altre estensioni saranno ovviamente a pagamento, a cominciare dall’emissione del documento di identificazione e di accesso “fisico”, fino ad integrazioni con servizi complessi di terze parti che si integreranno alla piattaforma di cittadinanza digitale.
Il registro di cittadinanza gratuito sarà aperto fin dall’inizio alla pre-registrazione in 3 modalità, come già anticipato:
- i cittadini digitali veneti [cittadinanza digitale veneta], ovvero tutti i residenti in Veneto, oppure nelle province di Brescia, Bergamo, Mantova e Sondrio, o nell’attuale regione Friuli Venezia Giulia.
- i veneti nel mondo [nazionalità digitale veneta], ovvero chi è di origine veneta, ma non sei residente in Veneto, oppure nelle province di Brescia, Bergamo, Mantova e Sondrio, o nell’attuale regione Friuli Venezia Giulia.
- i residenti digitali veneti [residenza digitale veneta], ovvero qualsiasi cittadino del mondo che ama il Cripto-Stato Veneto e ne condivide i principi, ma non è residente in Veneto, oppure nelle province di Brescia, Bergamo, Mantova e Sondrio, o nell’attuale regione Friuli Venezia Giulia.
Il periodo di pre-registrazione gratuita sarà aperto per un periodo-finestra iniziale che prevediamo potrà durare 3, o 6 mesi e che inizierà entro 6 mesi da oggi.
Una volta pre-registrati, si dovrà attendere un periodo di verifica dei dati immessi, per prevenire frodi ed abusi del sistema. Tale attività di verifica al momento sarà condotta esclusivamente con verifica umana di persone autorizzate dall’Autorità di registrazione, mentre in un prossimo futuro potrà essere almeno parzialmente automatizzata con procedure di intelligenza artificiale e/o con integrazioni con altre banche dati di sistema. Nel periodo iniziale prevediamo un periodo che può variare tra 1 e 3 mesi per la verifica degli iscritti, almeno finché non avremo un’organizzazione di verifica.
Una volta che sarà verificata l’identità di chi ha effettuato la registrazione, l’utente riceverà la conferma della propria identità digitale e i parametri di accesso al Cripto-Stato.
Ufficio Ricerca & Sviluppo – Plebiscito.eu
A TRE ANNI DAL PLEBISCITO DIGITALE, L’INDIPENDENZA DEL VENETO È ANCOR PIÙ L’UNICA SALVEZZA DAL DISASTRO ITALIANO
Tre anni fa esatti partiva la straordinaria iniziativa del Plebiscito Digitale per l’indipendenza del Veneto. Dal 16 marzo al 21 marzo 2014 furono oltre 2,3 milioni i veneti che votarono attraverso il sito di Plebiscito.eu e al telefono, grazie alla piattaforma digitale messa a loro disposizione. L’89,10% di loro voto sì all’indipendenza della Repubblica Veneta: i risultati furono tanto eclatanti da spiazzare i media italiani, sorpresi dall’attenzione enorme che il referendum seppe suscitare anche all’estero, richiamando in Veneto i principali organi di informazione internazionale. A quel punto il silenzio dei giornali italiani si trasformò rapidamente in un travolgente successo mediatico che travolse ogni barriera.
La controreazione dei media italiani “ufficiali” avvenne solo dopo qualche giorno il Corriere del Veneto pubblicò un articolo-spazzatura, inaugurando la stagione delle fake news ante litteram, inventandosi analisi del traffico da parte di agenzie esterne, impossibili da fare per definizione, in quanto tali agenzie non avevano accesso ai server di votazione. Nemmeno un sondaggio effettuato da Ilvo Diamanti che confermava l’enorme affluenza del referendum e pubblicato dopo un paio di giorni su Repubblica riuscì però a modificare alcune falsità ormai inserite nell’immaginario collettivo, quali la clamorosa bufala che fossero stati effettuati il 10% dei voti dal Cile.
A nulla nemmeno valsero le certificazioni dei mesi successivi, prima attraverso un assessment della prima società informatica italiana, quindi attraverso il final report del Comitato degli Osservatori Internazionali che certificarono la veridicità dei dati e delle votazioni, avvenute nel rispetto dei principi sanciti dalle organizzazioni internazionali per i processi elettorali e referendari. Di tali atti nessun giornale e nessuna tv italiana pubblicarono nemmeno una riga o un secondo di notizia.
A completare il tradimento furono le istituzioni regionali venete, che non vollero presentare i risultati del referendum di indipendenza alla Venice Commission del Consiglio d’Europa, come sarebbe stato loro facoltà e diritto, ma, con la complicità di tutti i partiti italiani e dei venetisti surrogati della lega, preferirono procedere all’ovvio insabbiamento costituzionale di una legge regionale per l’indizione di un nuovo referendum per l’indipendenza e allo svuotamento di una seconda legge regionale approvata in parallelo per l’indizione di un referendum per l’autonomia del Veneto, ovviamente privato di alcun contenuto pratico e concreto.
Purtroppo la giunta regionale veneta guidata da Zaia non ha saputo cogliere un clamoroso assist che Plebiscito.eu aveva loro fatto e non procedette a perseguire alla difesa in sede internazionale dell’esercizio del diritto di autodeterminazione del Popolo Veneto, pur essendo stato impegnato precisamente a farlo attraverso la precedente risoluzione 44 del 2012 della stessa regione Veneto.
Oggi le ragioni dell’indipendenza del Veneto sono ancora più forti di tre anni fa, se solo si pensa alle parole svelate oggi da “La Stampa” in un dispaccio “segreto” dell’ambasciatore USA in Italia John Phillips al segretario di stato USA nell’ottobre scorso, che rivelano la drammatica e fallimentare situazione senza speranze di uno stato morto: «di questo passo, l’economia italiana non tornerà ai livelli pre crisi almeno fino al 2025». Dieci anni di vacche magre, che «allargheranno ulteriormente il gap tra il Paese e i suoi pari europei meglio performanti».
Nel momento in cui si agitano gli spettri antieuropeisti della quasi totalità dei partiti italiani è oggi chiaro che l’unica prospettiva di salvezza per il Veneto è la propria indipendenza, rimanendo agganciati alla civiltà, ovvero all’Unione Europea, all’euro e all’arco delle nazioni civili del mondo.
A tale scopo, forte del mandato popolare ricevuto a marzo 2014, Plebiscito.eu ha dato il via alla realizzazione di una complesso piano per l’ottenimento della piena indipendenza del Veneto, che, oltre ai ricorsi presso i tribunali internazionali, si compone di due pilastri principali molto più concreti: da un lato la tecnologia, con la creazione di una nuova piattaforma digitale che ci permetta la disintermediazione de facto dalla ottusa burocrazia italiana e l’economia dall’altro, con l’avvio di una comunità esclusiva di imprenditori che ci permetta di innescare nuovamente un circolo virtuoso grazie a nuovi sistemi di capitali privati (venture capital) e alla realizzazione di una struttura relazionale internazionale che ci permetta di dialogare con istituzioni sistemiche di vari Paesi del mondo per tutelare gli interessi socio-economici del nostro territorio.
Nel frattempo, mentre andiamo ad attuare le fasi realizzative del nostro progetto, abbiamo riavviato la strutturazione di un ampio movimento popolare, lanciando in tutte le piazze del Veneto gli eventi mensili “Veneto Ribellati”. Tale movimento rappresenterà la classe dirigente che potrà assicurare al Veneto il perseguimento dei propri interessi strategici in una stagione di grandi cambiamenti geo-politici e macro-economici che vedono rafforzarsi tutte le istanze di autodeterminazione dei Popoli in Europa, dalla Scozia alla Catalogna, dal Veneto alla Corsica e nel mondo, da Taiwan alla California, dal Kurdistan a São Paulo.
Gianluca Busato
Plebiscito.eu